PARTE terza - La salute del bambino

La terapia biodinamica
cranio-sacrale

Puoi affidarti alla Marea

W. G. Sutherland

C’è una Marea
io sono nella Marea
io sono la Marea

M. Boxhall

Quando la prima volta Emanuela appoggiò le sue mani sul mio fianco e sulle mie spalle per offrirmi un trattamento di cranio-sacrale era la vigilia di Natale e io avevo da pochi giorni perso il mio papà. I suoi gesti così delicati, la sua presenza così silenziosa ma al contempo forte e radicata, furono per me un vero toccasana in quel momento difficile in cui ero alle prese con l’elaborazione di un lutto così importante.


Fu grazie all’azione della “marea lunga”, del flusso della Vita, a cui mi abbandonai con fiducia, che sperimentai con mia grande sorpresa cosa fosse l’energia materna: capii che non l’avevo mai provata prima ed ora era arrivato il momento di integrarla dentro di me.


Iniziai così un ciclo di sessioni, durato all’incirca un anno, che mi hanno permesso di scoprire un mondo per me totalmente nuovo e affascinante: quello del cranio-sacrale biodinamico. Ogni volta, ad ogni seduta, grazie anche ad un sottofondo musicale, visualizzavo scene simboliche che mi aiutavano piano piano a sciogliere vecchi nodi e rielaborare i vissuti della mia tormentata vita prenatale.


Così quando, qualche tempo dopo, navigando su internet per saperne di più, mi imbattei nella pubblicità di un corso biennale di cranio-sacrale pediatrico tenuto da Matthew Appleton, l’attrazione fu immediata e magnetica e io seppi all’istante che avrei dovuto iscrivermi e partecipare. E infatti quei due anni di seminari hanno portato tanti cambiamenti nella mia vita e nel mio processo di guarigione.


Ecco perché oggi consiglio spesso ai genitori di provare questo approccio terapeutico così dolce e delicato, ma al contempo profondo ed efficace, che ho avuto la fortuna di sperimentare con un’ottima operatrice, che lo promuove con grande passione e professionalità.


Ed è proprio a lei, Emanuela Orlandini, che ho chiesto di spiegare, per i miei lettori, che cos’è esattamente il cranio-sacrale biodinamico.

Ecco cosa mi ha risposto: “È difficile raccontare cosa sia la biodinamica, l’esperienza di una sessione è certamente più efficace di molte parole.


Il metodo craniosacrale deriva dall’osteopatia e si è poi sviluppato nel tempo in diverse possibilità di percezione e interazione. Le ricerche di tutta una vita dell’osteopata William Garner Sutherland a inizio Novecento si orientarono progressivamente dalla percezione dei movimenti più superficiali del corpo verso l’ascolto della pulsazione profonda, dei ritmi sapienti che ininterrottamente esprimono la vita in noi. Dalla sua ricerca si sono sviluppati diversi metodi di lavoro nel campo craniosacrale, più orientati a osservare l’uno o l’altro aspetto. Il termine biodinamica esprime l’intenzione dell’operatore di non intervenire con protocolli per cambiare qualcosa nel sistema del paziente, ma di creare le condizioni perché la guarigione possa avvenire da sé.


È una cooperazione, una pratica congiunta tra operatore e paziente, con le forze che esprimono lo stato di Salute intrinseco.


È un ricontattare la Sorgente, l’unità: che meraviglia! Perché ci si rende conto che la forza vitale fa tutto. Questo è il principio, prima intuito, poi sempre più integrato nel quotidiano, che sostiene l’operatore nel contatto con il cliente. È una visione che include una Salute con la “S” maiuscola, sempre presente, anche là dove al momento c’è un sintomo, un disagio… e a volte si vede solo la malattia.


Attraverso la terapia craniosacrale abbiamo la possibilità di ricordarci e toccare con mano che dietro le nuvole c’è comunque il Sole, che è sempre stato lì, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Il Sole è questa Salute di cui parlo. C’è sempre, è intoccabile.”


E qual è il ruolo dell’operatore in tutto questo?

“Senza giudizio, dal cuore, l’operatore “si toglie di mezzo”, crea le condizioni perché l’altro si possa guarire da sé, assiste la persona nella sua capacità di autoregolazione e autoguarigione e fa questo rivolgendo sempre un’attenzione pura, non selettiva e non giudicante, verso ciò che, di momento in momento, emerge nel presente, verso questo spazio di Salute intrinseco, sempre esistente sotto la patologia.


Così ogni sessione diventa un viaggio per ricontattare, insieme (è importante il due!), questo spazio in cui le forze della vita ininterrottamente creano, orientano, mantengono, dove c’è questa matrice originaria e insieme anche i traumi incarnati, il vissuto.”

Già, come dice Mike Boxhall “La terapia cranio-sacrale, nella sua forma più amorevole, è un viaggio intrapreso da due o più persone in stato di quiete verso un livello dell’essere dove non vi è patologia”1


E cosa mi dici del contatto nel cranio-sacrale?

“Il contatto amorevole è molto importante secondo me perché il cliente possa sentirsi accolto e “giusto così come è”; il contatto diventa una “porta” per riscoprire questi ritmi ancestrali dentro di noi, i ritmi che ci formano come embrioni, poi feti, poi adulti, fino a ORA.”

È importante anche per il paziente sentirsi sostenuto da una presenza che sa reggere il suo dolore, quello che fino ad allora ha dovuto portare da solo, e questo è uno dei compiti dell’operatore: creare un “campo”, ovvero uno spazio di accoglienza in cui il suo cliente possa sentirsi protetto e libero di esprimersi in tutta sicurezza.


Per essere in grado di farlo, il terapeuta ha dovuto compiere un grande lavoro su di sé e sottoporsi a una lunga e seria formazione, che non implica solo aspetti “tecnici” ma anche un addestramento esperienziale di tipo psicospirituale, non è così?


“Certamente. Io per esempio affianco il lavoro con il cransiosacrale alla pratica dello yoga e della meditazione, che mi consentono di raggiungere quella centratura che è fondamentale e indispensabile per creare il “campo” di cui tu parlavi”.


Diverse persone che l’hanno sperimentata mi hanno detto che la terapia cranio-sacrale ha qualcosa di “magico”, anche perché il tocco del terapeuta è minimo, un semplice poggiare le mani senza manipolare, senza fare pressioni e allora gli scettici si chiedono come possa funzionare…


In realtà, sebbene possa sembrare un po’ fantascientifico, la terapia biodinamica craniosacrale si basa sulla percezione delle pulsazioni dei fluidi del corpo umano – come il liquido cefalorachidiano che bagna il sistema nervoso centrale – che rappresentano una sorta di “Respiro della Vita” (la cosiddetta Respirazione Primaria) che anima le cellule: quando si vive un’esperienza traumatica questa viene trattenuta dai fluidi corporei e quindi agendo su di essi con una leggera stimolazione, o meglio un “tocco gentile”, ecco che si possono mettere in atto le forze di guarigione intrinseche dell’organismo senza forzarle ma semplicemente accompagnandole delicatamente.


La terapia cranio-sacrale biodinamica può essere utile per i neonati che hanno avuto una nascita difficile e un parto traumatico (taglio cesareo, ventosa, ecc.) ma anche per qualunque persona voglia alleggerire il proprio fardello di esperienze traumatiche in modo dolce e lieve, andando a sciogliere vecchi nodi risalenti per esempio al periodo prenatale o legati all’esperienza del parto.


Personalmente è grazie al cranio-sacrale biodinamico e a Matthew Appleton che ho avuto modo di esplorare il regno dell’Origine e di ripercorrere il grande viaggio della nascita che ogni essere umano è chiamato a compiere. Di quest’ultimo ho parlato nell’edizione aggiornata di “Sono qui con te”. Ora vorrei offrirvi, come commiato a questo nuovo volume, qualche riflessione sulle soglie che ogni Anima che giunge in questo mondo deve attraversare per farsi uomo, in primis quella del pre-concepimento. Sarà l’argomento, veramente pionieristico, del prossimo capitolo. Preparatevi per un viaggio intergalattico…


Il punto cieco di Matthew Appleton

Se un giorno entrassi in una stanza piena di mamme e dichiarassi che la nascita non è un’esperienza dolorosa, sicuramente tutte si rivolterebbero indignate contro di me. Al contrario, l’idea che la nascita possa essere dolorosa per il bambino così come lo è per la madre, ha ancora pochissimo peso.


Sappiamo che il dolore per la madre è causato dal contatto del bambino – in particolare la testa e le spalle – con la cervice e le ossa della pelvi, ed è sorprendente che sia data così scarsa attenzione all’esperienza che il bambino fa di questo contatto. Questo è particolarmente vero se consideriamo le ossa del cranio dell’infante che sono sottilissime e morbide. Che i bambini siano profondamente influenzati dal modo in cui nascono e che questo abbia conseguenze profonde attraverso la vita, è una realtà su cui non ho più alcuna riserva. Il mio interesse non riguarda tanto come la nascita dovrebbe o non dovrebbe essere. Troppo spesso gli uomini hanno interferito in un processo che nelle culture tradizionali era territorio esclusivo delle donne. Il mio interesse è piuttosto di prendere le parti di quei bambini le cui voci non sono state ascoltate. È di portare l’attenzione a quella cecità culturale, che non riesce a vedere come la nascita, e la nostra esperienza nell’utero materno, modellino la nostra vita, il senso di chi siamo e il mondo che abitiamo.


Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
Elena Balsamo
Come adulti e bambini insieme possono aiutarsi a guarire.Una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia e in particolare della coppia mamma-bambino. Compagni di viaggio volge l’attenzione alla salute emotiva della famiglia.Basandosi sulla sua personale esperienza di medico e di paziente, Elena Balsamo offre al lettore una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia (e in particolare della coppia mamma-bambino), nonché numerosi spunti di riflessione sul significato della malattia e sul messaggio contenuto nei sintomi, per trasformare la sofferenza in un’occasione preziosa di apprendimento ed evoluzione. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.