Possiamo sviluppare un’asma quando ci sentiamo soffocati da qualcuno o da qualcosa (eclatante in questo caso la storia di Proust morto di asma, il quale affermava che preferiva stare male piuttosto che arrecare dispiacere alla madre…), esperienza che risuona spesso con quella di un’anestesia durante il parto o di un problema respiratorio alla nascita; un’afonia quando rimaniamo senza parole per un’emozione molto forte, anche di gioia (come è capitato a me quando ho ritrovato dopo cinquant’anni l’infermiera che mi aveva accudito quand’ero in incubatrice…) o quando non riusciamo a dire di no…
La tosse, sintomo tanto comune nei bambini, è una manifestazione del loro malcontento: non per niente i piccoli cominciano a tossire regolarmente a settembre, quando ancora le condizioni climatiche sono buone, ma comincia il nido o la scuola materna… Del resto non succede anche a noi adulti di tossire per esempio durante una conferenza quando siamo stanchi, annoiati o ciò che l’oratore sta dicendo tocca un nostro punto vulnerabile?
Ci sono laringiti e broncospasmi scatenati dalla paura che quando è forte impedisce per l’appunto il respiro (come il caso di una bambina che si era spaventata perché l’amichetta giocava al lupo mannaro e la notte è finita al pronto soccorso per un laringospasmo) o bronchiti collegate a ricordi di abbandono (il polmone per la medicina cinese è associato alla tristezza da separazione e al lutto, ma in questo caso si unisce una componente di rabbia, presente in ogni tipo di processo infiammatorio, ovvero in ogni patologia che termina con il suffisso “ite”) oppure catarri bronchiali che vogliono semplicemente dire “Desidero stare a casa, non mi va di uscire!”…
Interessante è poi il caso delle allergie che noi siamo abituati a collegare all’azione di una sostanza irritante (cibi, polvere, pollini, peli di animali ecc.): in realtà si tratta di una sorta di errori del sistema immunitario che ha vissuto uno stress ma si è ingannato sulla sua causa. Per esempio una persona ha vissuto una situazione traumatica accaduta in una stanza dove c’era un gatto o in un prato dove l’erba era stata appena tagliata ed ecco che inconsciamente ha spostato sull’animale o sulle piante la causa del sintomo che invece è legato a ciò che è avvenuto di spiacevole in quell’ambiente. La prova di questo “errore immunologico” è il risultato ottenuto attraverso un esperimento effettuato su alcuni pazienti allergici ai pollini: hanno starnutito alla sola vista dei fiori che però non sapevano essere di plastica…
La coincidenza della data di esordio di un sintomo con eventi appartenenti al passato è molto importante in questi casi per ricostruire la storia e il movente della malattia, come avremo modo di vedere meglio nel capitolo sulle risonanze.
È poi interessante notare, come ho avuto modo di vedere in diversi casi, che un mancato accrescimento in un bambino è a volte legato a una paura inconscia di morire: “Se cresco divento vecchio e dopo muoio come il mio nonno” mi ha detto un giorno un mio piccolo paziente… Oppure, quando si tratta di accrescimento intrauterino, in qualche occasione (e qui vi ricordo di non generalizzare!) è associato a una sorta di “ubbidienza” del piccolo nei confronti della madre che per tutta la gravidanza si è augurata che il bambino non diventasse troppo grande per paura poi di non farcela a partorirlo o che, quando è nato, vorrebbe tenerlo sempre così piccolo tra le sue braccia…