PARTE terza - La salute del bambino

L'omeopatia:
una medicina
“amica dei bambini”

L’omeopatia è il metodo terapeutico più avanzato e più raffinato che consente di trattare il paziente in modo economico e non violento.

Gandhi

Se un medicamento dev’essere qualcosa che veramente porta guarigione, deve trasmettere alla persona l’informazione mancante

T. Dethlefsen

Il mio incontro con l’omeopatia avvenne poco dopo il ritorno da un’esperienza di lavoro in Africa ed è legato alla lettura di un libro che improvvisamente mi chiamò fra i tanti presenti in un banchetto estivo in un paesino di montagna dove andavamo in vacanza. Ancora lo conservo con riconoscenza e un po’ di commozione nella mia biblioteca…


Da allora iniziò il mio pellegrinaggio di paziente da un omeopata all’altro alla ricerca di quello che più rispondesse alle mie esigenze: un cammino che mi ha portato non solo in varie regioni italiane ma anche all’estero, sulla Costa Azzurra, dove ho avuto molti anni dopo l’onore di conoscere di persona il dottor Grandgeorge, quello che io considero il mio Maestro nel campo della pediatria omeopatica. Corsi e letture mi hanno portato sempre più ad appassionarmi a questa branca della medicina naturale che considero una tra le più valide in assoluto: ho avuto modo di sperimentarla oltre che su di me anche sui miei figli in diverse occasioni e ho potuto rendermi conto personalmente della sua grande efficacia e potenza.


Ecco qualche aneddoto familiare…

Il piccolo Luis è in preda a conati di vomito: uno, due, dieci di seguito, non riesce a tenere nello stomaco neanche un goccio d’acqua. È sfinito, non ne può più. Gli metto in bocca tre granuli di Phosphorus 7 ch: dopo neanche mezz’ora è in piedi che salta e che balla e mi dice “Mamma, sono guarito!” Il sorriso è tornato di nuovo sul suo volto: va a tavola a mangia normalmente come se niente fosse successo.


Noah invece soffre di ascessi ai denti: a soli 6 anni ha già la bocca rovinata dalle carie, nonostante si lavi i denti come i suoi fratelli.

Quando l’infiammazione compare sono dolori: Noah chiede con insistenza la borsa del ghiaccio. Ancora una volta l’omeopatia viene in suo aiuto: tre granuli di Mercurius 9 ch e dopo soli due minuti il dolore è cessato e lui si calma e si rimette a giocare.


Una volta invece gli compare all’improvviso da un giorno all’altro un eczema al dorso delle mani: il mio piccolino piange per il bruciore e cerca istintivamente il freddo, arrivando a mettere le manine dentro al freezer per trovare un po’ di sollievo e refrigerio. Il suo rimedio questa volta è Apis 9 ch: dopo cinque minuti il dolore si è placato e la mattina dopo, al risveglio, del fastidioso eczema è rimasta soltanto la traccia, un alone bruno che scomparirà nel giro di qualche giorno. La pelle è tornata morbida come un tempo e del brutto inconveniente è rimasto solo il ricordo.


Sarah, la mia primogenita, è ormai alla vigilia dell’esame di maturità e la sera alle nove ha 38,5 di febbre. Sdraiata a letto, immobile, non riesce neanche a muoversi tanto sta male: nausea, mal di gola, fortissimo mal di testa con pulsazioni alle tempie, mal di schiena e dolori un po’ dappertutto. Comincio a preoccuparmi: ho solo 24 ore di tempo per rimetterla in piedi perché tra un giorno deve essere in aula per il tema di italiano… Non ho in casa la Bryonia, di solito il suo rimedio per i casi acuti, perché l’ho prestata a un piccolo paziente. Tento con altri rimedi ma nessuno funziona, finalmente, a forza di cercare, recupero un vecchio tubetto del rimedio alla 9 ch: a mezzanotte e mezza le infilo in bocca tre granuli, poi vado a dormire. La mattina la febbre è scesa a 37,5 e Sarah dice di sentirsi bene, non ha quasi più mal di testa. Corro in farmacia a comprare Bryonia 15 ch (una diluizione un pochino più alta) e quando torno a casa cosa trovo? Mia figlia che sta facendo le grandi pulizie in camera sua, armata di aspirapolvere! Non credo ai miei occhi, riesco solo a dirle “Benedici Samuel Hanhemann: ti ha salvato la maturità!”.


Ma potrei ricordarne molti altri di episodi del genere sfogliando le cartelle dei miei piccoli pazienti: broncopolmoniti curate con Phosphorus o Bryonia e guarite nel giro di 5-6 giorni; ematomi giganteschi riassorbiti in poco tempo con Arnica; febbroni a 40° passati in una notte con Belladonna o Aconitum, ingorghi mammari risolti con Phytolacca.


Miracoli? Sembrerebbe… È il miracolo dell’omeopatia che ogni giorno si rivela sotto ai miei occhi ancora increduli dopo tanti anni di pratica medica.


Poche palline, dolci come caramelle, (un mio piccolo paziente li chiama “chicchi-bontà”!) ed ecco che i sintomi svaniscono come neve al sole… Un approccio delicato e non invasivo, semplice ed economico ma nello stesso tempo efficace e potente perché agisce in profondità, eliminando le radici del problema. Insomma una medicina a misura di bambino.

Ecco la testimonianza di una mamma “miracolata” da un rimedio omeopatico, ve la riporto così come lei l’ha inviata a me perché mi sembra più eloquente di tante spiegazioni:


“Oggi è l’ottavo giorno passato da quando ho dato a E. la mezza dose di globuli di Stramonium 200 ch.


Cosa dire…. Mi vien da piangere dalla gioia… Dire che mi sembra di vivere un sogno è poco: un altro bambino!!!! Stra solare, stra sereno e dolcissimo…


Come se qualcuno gli avesse “tolto un cappuccio” che lo teneva al buio.

Ma a parte fare esplodere tutto il positivo che sicuramente era già in lui si è completamente modificato quell’atteggiamento di paura, rabbia, instabilità…

Alla mattina ora si sveglia sempre tranquillo!!! Un sogno!!!


Mai più neanche un accenno di quello che avveniva prima.

Ci sono state più occasioni dove io ero già nel panico perché prima avrebbero dato il via al delirio totale… Ora tutto procede normalmente. Tutto passa… Tutto è stra gestibile.


Ora fa capricci normali che passano con un pianto normale!!

E alla notte… È da 2 notti che non si sveglia e tira fino a mattina (mai capitato da quando è nato!) e anche quando si è svegliato. Si è riaddormentato tranquillo dopo aver bevuto un goccio di acqua…

Prima sognava molto e si dimenava spesso più volte… Ora tutto svanito… Un sogno dal quale NON voglio più svegliarmi!!!


Mi sembra di avergli dato una “pozione magica”

Era davvero il suo rimedio!!

Grazie infinite.”1

Allo stesso modo un’altra mamma mi riferisce dopo la somministrazione di Lachesis alla sua bambina: “Non sembra più lei, sembra la sua gemella”…. Mentre Michela, dopo una sola dose di Sepia alla 15 ch, recupera la salute a tal punto che non la vedo più per quattro anni: “È stata bene” mi dice tutta soddisfatta la madre quando ritorna a farmi visita con quella che è diventata ormai una ragazzina e io in cuor mio penso cosa si perde chi non crede nell’omeopatia…


Ma non sempre i risultati sono così eclatanti o immediati. A volte ci vuole tempo per riuscire a trovare la chiave giusta, l’unica in grado di sbloccare la serratura inceppata.


La malattia nasce sempre da dentro, non viene da fuori, come siamo soliti pensare ed è all’interno che dobbiamo trovare la soluzione al problema. Il rimedio omeopatico agisce come se fosse un tassello, una sorta di informazione mancante: la parola non detta, il tema che ci tormenta e che non sappiamo trasformare in verbo.


Ecco perché per individuare il rimedio giusto, quello adatto alla situazione e al paziente, occorre fare un lavoro da detective e cercare, attraverso gli indizi rappresentati dai sintomi, la pista che ci conduce al luogo del delitto… Quando si arriva a comprendere qual è il movente ecco che la scelta del rimedio diventa più semplice e con più probabilità si riesce a fare centro: a trovare cioè quella sostanza che “risuona” con la problematica del paziente ed è pertanto in grado di risolverla per un principio di similitudine. “Similia similibus curantur” ovvero “Il simile cura il simile”: è su questo che si basa tutta la dottrina dell’omeopatia, elaborata da Samuel Hahnemann ai princìpi dell’800; sul principio cioè che “Ogni sostanza capace di provocare nell’uomo sano una serie di sintomi è capace di guarire nell’uomo malato gli stessi sintomi”.


Facciamo un esempio per capirci meglio. Mi viene portato in consultazione un bambino di un anno circa, che chiameremo Matteo, per problemi di sonno: numerosi risvegli notturni con pianto, ricerca del contatto con la mamma, insomma nottate difficili per tutta la famiglia. Raccogliendo la storia del bambino, emerge subito un inizio difficile: un intervento a pochi mesi sulle vie urinarie e un grosso spavento nell’epoca dell’allattamento per un’aggressione nei confronti della madre. In base ai dati in mio possesso decido di somministrare al piccolo alcune dosi di Staphisagria che, nel tempo, si rivelano efficaci nel migliorare nettamente le problematiche notturne. Il piccolo Matteo cresce, diventa sempre più autonomo di giorno ma fa ancora fatica ad addormentarsi: la sera, al momento di andare a letto, ha bisogno di avere con sé, oltre alla mamma, anche il ciuccio e una serie di oggetti che dispone sul comodino. La richiesta di aiuto per varcare la soglia del sonno a tre anni è ancora evidente. Poi, un giorno, compare un sintomo nuovo: un sanguinamento durante la defecazione che rende quest’ultima difficile e dolorosa. Decido allora di somministrare un piccolo rimedio per questo tipo peculiare di sintomo, peraltro raro in un bambino piccolo, e accade qualcosa di inaspettato e straordinario: da un giorno all’altro Matteo dice alla mamma “Ora sono diventato grande!” e butta il ciuccio nella spazzatura. Anche gli oggetti spariscono e il bimbo si addormenta senza più bisogno di “protesi”… Cos’è stato a provocare questo effetto così miracoloso?


Il tema di Muriaticum acidum, il rimedio che gli ho somministrato, è “la morte della madre”: evidentemente il piccolo Matteo di pochi mesi ha avuto così paura che alla sua mamma potesse succedere qualcosa di terribile che ha conservato in sé l’impressione di questo ricordo, la quale si è manifestata nei suoi disturbi del sonno. Ora, grazie al rimedio giusto, la ferita che ancora sanguinava ha potuto chiudersi e Matteo ha potuto staccarsi dalla sua mamma per la quale era così preoccupato e che cercava di proteggere standole sempre vicino e cercando continuamente il contatto con lei.


Allo stesso modo a Leonardo, un altro mio piccolo paziente, è passato un fastidioso eczema, resistente a qualunque trattamento chimico, che gli rovinava gli arti e il volto, con Urtica urens, un rimedio legato al tema della morte del padre che riguardava la storia materna: un lutto che la mamma non aveva ancora elaborato e che il piccolo le mostrava attraverso il linguaggio del corpo. Perché i nostri figli, come abbiamo già avuto modo di dire, si ammalano anche per aiutarci a guarire…


Non sempre si riescono ad avere risultati così brillanti come nei casi che vi ho qui raccontato ma con un buon lavoro, la collaborazione dei genitori e un pizzico di fortuna a volte accade.

Un approccio “montessoriano”…

L’approccio omeopatico, proprio come quello montessoriano, è altamente individualizzato e questa è, secondo me, la sua bellezza.


In omeopatia (così come in floriterapia) non si cura la febbre o la gastroenterite ma Giovanni, Federica, Mattia o Elisabetta che hanno in quel momento una febbre o una gastroenterite e che reagiscono a questa evenienza in modo del tutto personale e particolare.


Se nella medicina allopatica quindi esiste un solo tipo di trattamento per la febbre dei bambini (antinfiammatorio ed eventualmente antibiotico) in omeopatia invece dieci bambini con la febbre possono richiedere dieci diversi tipi di rimedi perché in omeopatia non si cura il sintomo ma la persona portatrice di quel sintomo. Sarà la reazione di quel singolo bambino alla febbre a indicarci qual è il rimedio per lui più appropriato in quel preciso momento: così a Giovanni, agitato e con febbre a 39° che compare all’improvviso a mezzanotte potrà servire Aconitum; a Valentina, con febbre a 38°, tosse dolorosa e desiderio di immobilità, potrà essere d’aiuto Bryonia; a Giulio con febbre a 40° comparsa alle otto di sera, mal di testa, mal di gola e spossatezza potrà essere utile somministrare Belladonna.


I rimedi omeopatici sono estratti dal regno vegetale, minerale e animale e vengono preparati secondo procedimenti particolari di diluizione e dinamizzazione. Per sintomi fisici si usano più frequentemente basse diluizioni (5-7-9 ch) mentre per sintomi psichici sono più utilizzate quelle alte (15-30-200-1000 ch). Nelle patologie acute si usano preferibilmente i granuli, in quelle croniche le dosi uniche di globuli che vengono somministrate una volta ogni 15-30 giorni. Nelle alte diluizioni il rimedio è così diluito da essere presente in dosi imponderabili: a questo punto la materia scompare per lasciare il posto al messaggio, allo spirito di quella particolare sostanza che porta a chi ne fa uso l’informazione di cui necessita grazie alla “memoria dell’acqua”, fenomeno scoperto da ricercatori pionieri come Poitevin e Benveniste.


Così ecco che c’è un rimedio per la collera rientrata, uno per l’incomprensione mamma-bambino, uno per il dolore nascosto, uno per il trac da spavento o cattiva notizia, uno per la paura di essere divorati, uno per l’assenza del padre e così via…


L’omeopatia agisce sul terreno dell’individuo, ovverossia sulle cause della malattia e non solo sui sintomi come fa la medicina allopatica. Io, per far comprendere ai genitori la diversità dei due approcci, sono solita fare l’esempio della macchia di umidità sul muro: la medicina allopatica risponde dando una mano di intonaco (cioè con antibiotici e cortisone che fanno sparire i sintomi), l’omeopatia invece va a cercare dov’è il tubo rotto e lo aggiusta in modo che non perda più, cioè aumenta il livello energetico della persona in modo che con la sua propria forza vitale abbia la possibilità di superare la malattia perché è quando si altera lo stato di equlibrio interno fisico e psichico che l’organismo diventa preda di fattori ambientali dannosi.

Nel suo Organon dell’arte di guarire Hahnemann scriveva “Nello stato di salute, l’energia vitale fa regnare all’interno del corpo un’armonia che suscita ammirazione e che permette allo spirito che la abita di utilizzare questo strumento vivente e sano per raggiungere lo scopo elevato della sua esistenza.”2


Compito del medico omeopata è aiutare il flusso di questa energia affinché ogni essere umano possa realizzare al meglio le sue innate potenzialità e compiere nel modo migliore possibile il suo destino di vita.


“E un compito come questo – scriveva Kent – non porta forse in se stesso la sua ricompensa?”


L'omeopatia per i traumi

Il primo rimedio da utilizzare in caso di trauma, di qualunque tipo e natura, è il Rescue remedy (v. capitolo sui fiori di Bach).

Da un punto di vista omeopatico, il grande rimedio dei traumi è ARNICA.

  • Ematomi, bernoccoli: Arnica 9 ch 3 granuli da ripetere al bisogno (alla 15 ch o anche 200 K se il trauma è invece di maggiore entità). Può essere utile affiancare la pomata di Arnica da applicare localmente (per esempio anche in caso di ematomi dopo prelievi di sangue).

  • Fratture: Arnica 15-30 ch + Symphytum 9-15 ch, (quest’ultimo 3 granuli al giorno per una decina di giorni).

  • Prima e dopo interventi chirurgici o un’estrazione dentaria: una dose di Arnica alla 15 ch.

  • Distorsioni della caviglia: Arnica 9 ch + Rhus toxicodendron 9 ch: 3 granuli x 3-4 volte al giorno.

  • Per i traumi psichici possono essere necessarie diluizioni alte di Arnica ma in questi casi è bene assumere il rimedio solo dietro prescrizione medica.

  • Altri tipi di traumi richiedono altri tipi di rimedi, per esempio:

    • Schiacciamento o lacerazione delle dita (nella portiera dell’auto o in una porta): Hypericum 15-30 ch: una dose unica o tre granuli più volte al giorno.
    • Strappo muscolare che riduce all’immobilità: Bryonia 9-15 ch.

    • Ustioni: 1° grado (rossore) Apis (se migliorate dal freddo) o Belladonna 3 granuli più volte al giorno.

      2° grado (vescicole) Cantharis 9 ch: 3 granuli x 3-4 volte al giorno.

    • Ferite e piaghe: Calendula 9 ch: 3 granuli x 3 volte al giorno o pomata di Calendula.

    • Punture di api : Apis 9-15 ch: 3 granuli ogni 5 minuti.

    • Epistassi : un piccolo trucco che viene usato dagli omeopati indiani consiste nel mettere sotto la lingua un pezzetto di carta (come per esempio un pezzetto di kleenex). Anche se può sembrare strano, aiuta a bloccare l’emorragia.


* Il mito greco delle Danaidi si riferisce alle figlie del re di Argos, Danaos, che, istigate dal padre, tutte tranne una, uccisero i loro futuri sposi la sera prima delle nozze. Per questa colpa furono condannate a riempire senza fine un vaso pieno di buchi.


È una bella metafora che può essere usata per illustrare in modo immediato e facilmente comprensibile il significato delle fughe energetiche: fino a che non ripariamo i buchi del nostro vaso interiore, cioè del nostro corpo e della nostra anima, possiamo riempirlo finchè vogliamo di nutrimento e risorse, cioè di energia, ma non riusciremo mai a raggiungere un livello sufficiente per far fronte a ciò che ci destabilizza e mantenerci in buona salute o addirittura poterci impegnare in azioni altruistiche.

Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
Elena Balsamo
Come adulti e bambini insieme possono aiutarsi a guarire.Una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia e in particolare della coppia mamma-bambino. Compagni di viaggio volge l’attenzione alla salute emotiva della famiglia.Basandosi sulla sua personale esperienza di medico e di paziente, Elena Balsamo offre al lettore una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia (e in particolare della coppia mamma-bambino), nonché numerosi spunti di riflessione sul significato della malattia e sul messaggio contenuto nei sintomi, per trasformare la sofferenza in un’occasione preziosa di apprendimento ed evoluzione. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.