L’incontro con questo nuovissimo approccio terapeutico – ideato dallo psichiatra e psicoterapeuta Willem Lammers nel 2005 – è avvenuto per me attraverso le parole di Vera, una dolcissima signora, avanti con l’età ma giovanile nello spirito, consigliatami da una mia cara amica riflessologa.
La sua delicatezza, la sua empatia e il suo atteggiamento materno mi hanno immediatamente conquistato e io ho iniziato ad applicare su di me quanto lei mi ha insegnato con risultati veramente stupefacenti…
Non mi sembrava vero di aver trovato uno strumento semplice, veloce ed efficace che però non fosse doloroso come quelli sperimentati nel passato: finalmente non avevo più bisogno di annegare da sola nella sofferenza, di rivivere fatti e luoghi da cui facevo poi fatica a tirarmi fuori. Con la Logosintesi, attraverso piccoli flash, costituiti da un’immagine o da una parola chiave, solo ed esclusivamente con l’uso della parola, ecco che riuscivo a sciogliere pian piano sintomi prima irremovibili e nodi emotivi che mi bloccavano il cammino.
Vera mi ha poi fatto provare l’emozione di una passeggiata – perché questo è stata – lungo la linea del tempo per andare a rimettere a posto le memorie passate, con una metodica che mi ricordava molto le costellazioni familiari ma che si è rivelata, rispetto a queste, assolutamente non dolorosa e anzi a tratti molto piacevole.
“Una medicina non deve provocare sofferenza – mi ha detto Vera – io voglio aiutare a guarire senza far soffrire”. E devo dire che io mi sono riconosciuta totalmente nelle sue parole.
Ma in che cosa consiste esattamente la Logosintesi?
Lo dice il nome stesso: “riunire attraverso la parola”. Ma riunire cosa? I pezzi di anima andati perduti nel corso del tempo…
Come abbiamo già avuto modo di vedere, ogni volta che accade un trauma è come se una parte di energia si staccasse dalla nostra essenza e si congelasse diventando inaccessibile per noi. Le parole giuste al momento giusto possono sciogliere questi “mondi congelati” e liberare l’energia intrappolata rendendola nuovamente disponibile.
Si tratta di frasi semplici che vengono pronunciate secondo uno schema di base (che mi ricorda molto la lezione dei tre tempi montessoriana) ma che vanno adattate ad ogni particolare situazione affidandosi all’intuito: proprio, quando si fa da sé, o del terapeuta quando ci si fa accompagnare. Uno dei vantaggi della Logosintesi è che, nei casi più semplici, quando la si è imparata, la si può usare anche da soli, proprio come i fiori di Bach. Nei casi più complessi invece è meglio affidarsi ad un esperto che ci guida nel percorso con mano e parole sapienti, come quelle di Vera…
Facciamo un esempio pratico per capire meglio come funziona questa tecnica semplice e strabiliante: Ester è triste e si sente sola, spesso piange chiusa nella sua stanza quando nessuno la vede. Si sottopone a una sessione di Logosintesi per alleviare il suo dolore. La terapista le chiede dove sente la tristezza e lei risponde che l’avvolge tutt’intorno come una nube grigia. Allora la conduttrice le chiede di ripetere questa semplice frase “Recupero tutta l’energia legata a questa sensazione di tristezza che mi avvolge come una nube grigia e la rimetto al posto giusto dentro di me.” A questo punto a Ester compare all’improvviso un flash: rivede un libriccino che le aveva regalato il papà quand’era bambina con una dedica molto particolare “A Ester, che va ripetendo “siamo sempre sole”. Ecco che le lacrime cominciano ad affiorare sul suo volto e lei le lascia scorrere.
L’operatrice la invita allora a ripetere un’altra frase: “Allontano tutta l’energia non mia legata a queste lacrime e a questa frase scrittami dal mio papà quand’ero piccina, la allontano da ogni mia cellula, da ogni mio corpo e la mando nello spazio-tempo a cui essa realmente appartiene e lì la lascio per sempre”. Ecco che la tensione si allenta ed Ester si rende conto di aver assorbito nella sua memoria cellulare la solitudine della madre e di averla fatta propria…
Un’ultima frase chiuderà la seduta almeno per questa volta: “Recupero tutta l’energia legata alle mie reazioni a questa frase letta nel libriccino quando ero bambina e la rimetto al posto giusto dentro di me”.
Nei mesi a venire Ester si accorgerà che il senso di solitudine che l’aveva afflitta per tutta la vita la sta definitivamente abbandonando e che ora, come per miracolo, non è realmente più sola: tante amiche le tengono compagnia e la aiutano nel momento del bisogno come non era mai accaduto prima d’allora…
Lo stesso procedimento appena descritto può essere applicato anche in caso di sintomi fisici, in quanto anch’essi derivano da blocchi energetici: in alcuni casi, specie se sono molto radicati e antichi, occorre tempo e pazienza per lasciarli andare, a volte invece si assiste alla loro scomparsa alla velocità della luce.