In modo veramente profetico, la Dottoressa aveva scoperto che “La malattia è talvolta una pura apparenza che ha cause esclusivamente psichiche, come fosse un’immagine anziché una realtà. … Le fughe nella malattia non sono simulazioni, ma rappresentano sintomi reali, alterazioni febbrili della temperatura, e veri disturbi funzionali che qualche volta hanno grave apparenza. Eppure sono malattie inesistenti, collegate nel subconscio a fatti psichici che riescono a dominare le leggi fisiologiche. L’io con la malattia riesce a sottrarsi a situazioni o ad obblighi spiacevoli; la malattia resistente ad ogni trattamento, sparisce solo liberando l’io dalla situazione a cui volle sottrarsi. Come i difetti morali, così molte malattie e stati morbosi possono sparire nei bambini, ponendoli a vivere in un ambiente libero, di attività normalizzante” tanto che – lei scriveva – “Oggi i nostri pediatri riconoscono le nostre scuole come Case della Salute, ove si inviano bambini che hanno malattie funzionali resistenti alle cure comuni e si ottengono sorprendenti risultati di guarigione”3. Scuola dunque come terapia…
Quanto sono ancor oggi innovative, anzi oserei dire rivoluzionarie, queste parole! Sono passati un centinaio d’anni da quando Maria Montessori le ha pronunciate e ancora stentano a essere prese in considerazione e messe in pratica, sia dai medici che dagli educatori.
Eppure i risultati da lei ottenuti sono visibili agli occhi di tutti, oggi come allora. Basta guardare uno dei tanti filmati che mostrano i bambini intenti al lavoro in una delle migliaia di scuole Montessori sparse in tutto il pianeta: piccolini dai volti radiosi, sereni, in pace, che sembrano aver raggiunto quell’equilibrio interiore che gli adulti disperatamente vanno cercando con indicibili sforzi. Bambini che imparano a non cercare riconoscimenti all’esterno ma che godono semplicemente dei risultati delle loro azioni perché sanno che l’aver operato bene è di per se stesso la migliore ricompensa! Bambini che imparano a collaborare tra loro senza competizione alcuna, perché sanno che la condivisione è una delle maggiori fonti di gioia. Bambini che vanno a scuola felici e ci andrebbero anche la domenica… Quale migliore prova della correttezza del metodo educativo? E allora perché – c’è da chiedersi – la maggior parte delle scuole invece non sono “Case della salute” per i bambini ma al contrario vera e propria fonte di malesseri e disagi? La fatica che i bambini fanno per affrontare e vivere una scuola che si presenta loro come luogo di oppressione e noia anziché di espansione e gioia, si esprime in malattie del corpo, come dermatiti, allergie, tossi croniche estenuanti, infezioni ricorrenti e via dicendo, che guarda caso miracolosamente scompaiono quando per esempio genitori illuminati decidono di trovare per i loro figli soluzioni migliori e più rispondenti ai loro bisogni.
Mi è capitato diverse volte di assistere a guarigioni improvvise e totali di patologie croniche con il semplice trasferimento del bambino in un ambiente scolastico più idoneo alle sue esigenze, dove ha potuto sentirsi accolto e compreso: il bambino chiede di essere amato e capito, a casa come a scuola. Non chiede certo la luna…
“Bisogna imparare a capire il linguaggio dell’anima che si sveglia in loro – diceva la Montessori parlando dei bambini – se vogliamo comprendere i loro bisogni profondi”4.
Il bambino infatti, secondo Maria – e io concordo pienamente con lei – è “incompreso nella sua parte divina”5 e bisogna pertanto proteggerne “con cura scientifica la vita spirituale… difendendo la sua normalità”6. Quanta strada ancora da percorrere…!