PARTE SECONDA - IN VIAGGIO VERSO LA SALUTE

Il riordino come terapia

Riordinare ci fa stare bene perché è un modo di prenderci cura di noi stessi.

M. Kondo

L’ordine è una bussola per orientarsi nel mondo

M. Montessori

Uno dei lamenti più frequenti delle mamme è quello relativo all’ordine, ovverossia all’incapacità dei loro figli di rimettere le cose a posto dopo averle usate. Quando le interrogo sull’organizzazione degli spazi e la disposizione dei giochi, molto spesso scopro che questi ultimi vengono riposti in modo confuso dentro a ceste senza nessun criterio preciso. Il mescolare oggetti diversi tutti nello stesso contenitore ne rende difficile l’utilizzo e la ricerca, generando disordine sia esterno che interno.


Quando abbiamo rimostranze relative alla questione dell’ordine nei confronti dei nostri figli dovremmo sempre farci un esame di coscienza e riflettere sul modello di ordine che proponiamo loro.


“Il magico potere del riordino” è il titolo del libro della giapponese Marie Kondo che ha venduto in poco tempo più di due milioni di copie: un vero best-seller internazionale! Non credevo quando l’ho acquistato che un testo del genere avrebbe potuto rivoluzionare la mia vita e invece è successo!


Il riordino e la pulizia della casa sono sempre stati per me sfide ardue e faticose da cui sono uscita il più delle volte sconfitta. Non ho mai amato dedicarmi alle “faccende domestiche” e anche quando in passato mi sono lanciata in campagne di riorganizzazione della casa dopo i primi passeggeri entusiasmi è sempre tutto tornato come prima nel giro di poco tempo…


Ma quando ho letto ciò che scrive Kondo ho sentito immediatamente l’energia vitale risalire dentro alle mie vene e ho capito di aver trovato ciò che cercavo da sempre: non solo un metodo efficace per riordinare ma soprattutto la motivazione per farlo… E i risultati sono stati immediati: nel giro di pochi giorni la mia camera è diventata un luogo molto piacevole in cui stare e io mi sono ritrovata circondata da oggetti che mi danno gioia ogni volta che vi poso lo sguardo. Non mi era mai capitato nulla di simile prima d’allora nella mia vita e così, presa da un fervore irrefrenabile, mi sono messa a riordinare anche il resto…


Ora voi vi chiederete se non sia fuori luogo parlare di riordino in un testo che tratta di terapia: è un dubbio più che legittimo! Ma vi rispondo subito che anche il riordino può rivelarsi uno strumento terapeutico prodigioso se effettuato nel modo giusto e quindi rientra a giusto titolo in questo volume.


Ho promesso di offrirvi tutti gli strumenti che ho scoperto strada facendo nel mio personale percorso di guarigione e quindi anche questo non poteva mancare.


Quando, dopo aver aperto un cassetto del comò, dove avevo risistemato i miei golf invernali, mi sono sentita scintillare gli occhi alla vista dei colori che si dispiegavano in bella mostra davanti a me, mi sono resa conto che il riordino – se eseguito secondo i criteri proposti nel libro della Kondo – è una vera e propria terapia spirituale! Non per nulla l’autrice è stata per diversi anni sacerdotessa in un tempio shintoista e ogni volta che si reca a casa delle sue clienti per insegnare loro l’arte del riordino la prima cosa che fa è inginocchiarsi al centro dell’abitazione per ringraziarla e chiedere la sua collaborazione… Ciò che più mi ha colpito nei suoi racconti è stato proprio il senso di sacralità con cui lei si avvicina agli oggetti come fossero esseri viventi e la gratitudine che esprime loro prima di separarsene per sempre.

“L’organizzazione degli spazi è l’atto sacro di scegliere una casa per le cose che possediamo – dice la Kondo – Perciò a volte mi soffermo a riflettere se lo spazio che ho disposto per loro le rende felici.”1


Io credo sia proprio per questo che il suo “metodo” funziona. Perché “non è semplicemente una tecnica di riordino, è come un rito di passaggio che vi permette di “fare un inventario” della vostra interiorità”2.


I principi base del metodo Konmari sono semplicissimi: quando ci si lancia nell’operazione di riordino non bisogna pensare a cosa buttare ma a cosa tenere e bisogna tenere solo ciò che ci dà gioia e ci fa brillare gli occhi…

“Il criterio per decidere cosa tenere o cosa buttare sta nella capacità dell’oggetto di irradiare felicità”3.


All’inizio però non sempre è facile. Una parte di noi fa resistenza quando si trova con un oggetto in mano da eliminare e spesso alle labbra affiora la fatidica frase “Potrebbe sempre tornarmi utile…”


In questo caso la Kondo suggerisce di chiedersi “È a causa del mio attaccamento al passato che non riesco a buttarlo? O il problema sono le mie ansie riguardo al futuro?”4


Ed ecco che il riordino fa emergere questioni ben più profonde e importanti… E si comprende la veridicità di quello che l’autrice scrive nel suo libro: “Riordinando si mette in ordine il passato; di conseguenza si prende coscienza di ciò che conta davvero nella nostra vita e di ciò che invece non serve; di ciò che bisogna fare e di ciò che invece bisogna lasciarsi alle spalle.”5 “Nel momento stesso in cui inizierete a riordinare, sarete costretti a resettare la vostra vita e di conseguenza questa comincerà a cambiare radicalmente. … Il riordino non è il fine ma solo il mezzo, il vostro vero obiettivo dovrebbe essere di realizzare lo stile di vita che desiderate…”6

Ecco i vantaggi che personalmente ho riscontrato in questo tipo inusuale di terapia:

  • Aumenta il senso di sicurezza in noi stessi: “se sono riuscita a mettere in ordine la mia casa posso essere in grado anche di mettere ordine nella mia vita”

  • Aumenta la capacità di capire cosa ci rende veramente felici e di eliminare ciò che invece non ci serve più (il che può poi essere esteso anche alle relazioni che non ci danno gioia)

  • Aiuta a staccarsi dal passato senza soffrire

  • Rende possibile percepire la gratitudine per tutto ciò che già si ha ma che usualmente non si vede o non ci si rende conto di possedere

  • Educa all’essenzialità e al rispetto per ogni oggetto come fosse dotato di un’anima sua propria

  • Permette di staccare la testa quando è troppo piena di preoccupazioni

  • Stimola la creatività

  • Aumenta il livello di gioia e quindi di benessere

  • Insomma “La vita vera comincia dopo aver riordinato”7

Bambini e ordine

L’ordine è importante anche per i bambini, come ci ha insegnato Maria Montessori ricordandoci che esiste addirittura un periodo sensitivo ad esso dedicato, che raggiunge il suo picco massimo intorno all’anno e mezzo-due di età.


Imparare che “ogni cosa ha il suo posto e c’è un posto per ogni cosa” dà anche ai piccolissimi un grande senso di sicurezza. L’ordine esterno è un riflesso dell’ordine interno.


“L’ordine delle cose vuol dire conoscere il collocamento degli oggetti nell’ambiente, ricordare il luogo dove ognuno di essi si trova: ciò vuol dire orientarsi nell’ambiente e possederlo in tutti i suoi particolari. L’ambiente che appartiene all’anima è quello noto, quello dove ci si può muovere ad occhi chiusi e trovare a portata di mano tutto ciò che si cerca: è un luogo necessario per la tranquillità e la felicità della vita”.8


L’ordine inoltre rende semplice e veloce il reperimento di ciò che serve: “fa risparmiare forze e tempo; come un museo ben ordinato risparmia le forze e il tempo dei ricercatori. Il bambino quindi può eseguire una maggiore quantità di lavoro senza stancarsi e può reagire in un tempo più breve”.9

Nelle scuole Montessori non c’è nemmeno bisogno che la maestra richiami i bambini perché l’amore dell’ordine li spinge spontaneamente a prendersi cura dell’ambiente e di tutto ciò che esso contiene.


Abituare i bambini fin da piccoli anche a casa a collocare ogni oggetto al suo posto è molto importante, ma per avere successo in questa impresa i genitori devono dare loro l’esempio… Secondo la Kondo il riordino è “contagioso” e se viene proposto come un gioco può diventare divertente anche per i bambini. Insegnare loro per esempio a piegare gli indumenti come fossero origami, oltre a far risparmiare spazio nei cassetti, può rivelarsi un’attività piacevole e interessante, specie se vi si aggiunge il magico ingrediente della gratitudine: i più piccini non faranno nessuna fatica a trattare gli oggetti come esseri viventi perché in realtà loro lo fanno tutti i giorni nei loro giochi…


Una mamma che ha seguito le indicazioni che vi ho riportato mi ha raccontato commossa di quanto i suoi bambini siano stati entusiasti di seguirla nell’operazione-riordino: a lei non sembrava vero di aver trovato un metodo efficace per coinvolgerli in questo lavoro, in genere così faticoso e ingrato…


Ho parlato approfonditamente in “Libertà e amore” di come poter organizzare la casa in modo che sia funzionale alle esigenze dei piccoli ma mancava a mio avviso un “metodo” per procedere a riordinare e mantenere l’ordine insieme ai bambini e ritengo ora di averlo trovato: il sistema proposto dalla Kondo è molto montessoriano!

L'arte del riciclaggio spirituale

Uno degli stimoli più interessanti che ho trovato nel libro dell’autrice giapponese è anche quello relativo al riciclaggio: cioè la capacità di riutilizzare ciò che non serve più attribuendogli un altro aspetto e un’altra funzione. Per farlo basta solo un po’ di creatività. Così per esempio da una scatola di legno con lo sportello rotto, che in un primo momento pensavo di buttare via, sono riuscita a ricavare con mia grande soddisfazione due oggetti di cui avevo bisogno: un porta tè e un contenitore da tenere vicino al fornello e in cui riporre il barattolo del sale e la bottiglia dell’olio…


Durante il mio lungo percorso iniziatico una delle tante cose che ho imparato è quella che io chiamo “l’arte del riciclaggio spirituale”.


Proprio come per ogni oggetto che ingombra la nostra casa dovremmo chiederci “Che cosa posso farne? Come posso trasformarlo in qualcosa di utile?” allo stesso modo per ogni evento della vita bisognerebbe porsi la stessa domanda: “A cosa mi può servire?”


E così si può scoprire che come da vecchie cassette della frutta si possono ricavare colorate scaffalature o da semplici pallet dei simpatici divani da giardino, allo stesso modo anche antiche situazioni ripetitive che ingombrano la nostra anima possono essere trasformate in energie nuove e rinvigorenti.


Facciamo un esempio molto semplice e comune: un amico mi tratta male, in un modo che io vivo come aggressivo o ingiusto e l’evento mi provoca rabbia. Io mi trovo di fronte a un bivio, nel senso che ho davanti a me due possibilità: o, sulla scia dell’emozione, gli rispondo con rabbia oppure mi fermo, prendo un po’ di tempo per osservare la situazione come se fossi uno spettatore che guarda il panorama dall’alto e cerco di capire quale potrebbe essere il senso di quanto mi è capitato.


Nel primo caso ciò che ottengo di solito è un’ulteriore reazione aggressiva oppure un silenzio di tomba: l’altro reagisce a sua volta con rabbia oppure scappa e si sottrae al conflitto.


Nel secondo caso, che richiede un lavoro e uno sforzo molto maggiore e che si acquisisce con molto esercizio, ottengo risultati molto più soddisfacenti: arrivo a “riciclare” ciò che non mi serve più perché appartiene al passato in qualcosa di nuovo e utile per il presente.


Continuando l’esempio precedente, posso chiedermi per esempio che cosa mi vuol dire questo “incidente”, quale mio punto sensibile è andato a toccare affinché io lo guardi e me ne prenda finalmente cura. Così per esempio potrei scoprire che ho bisogno di tirar fuori la mia rabbia repressa che l’altro mi mostra come in un gioco di specchi oppure imparare a esprimere le mie emozioni e i miei pensieri senza paura di essere aggredito da chi si mostra più forte di me (ma in realtà non lo è perché la rabbia nasconde sempre la paura).

Solo a questo punto potrò scrivere con calma all’amico per esprimergli le emozioni che il suo atteggiamento ha suscitato in me (tristezza e dolore per come mi ha trattato) e magari scoprirei che c’è stato un semplice malinteso oppure che anche lui sta attraversando un brutto momento come me ed è piuttosto stressato…


Vi assicuro che se tutti riuscissero a fare questo esercizio prima di comunicare con gli altri il mondo sarebbe migliore…


Le regole d'oro del riordino
secondo Marie Kondo:

  • Tenere solo ciò che ci dà gioia.

  • Procedere per categorie.

  • Iniziare dal più semplice e cioè dai vestiti e procedere nell’ordine proposto: libri – dvd – carte – oggetti misti – ricordi.

  • Piegare ogni indumento come un origami e posizionarlo in verticale nei cassetti così da ricavare molto più posto.

  • Ringraziare ogni oggetto, prima di eliminarlo o riporlo, per esserci stato utile.

  • Non fermarsi fino a che non si è ultimata l’operazione riordino (che però può durare anche sei mesi…).


Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
Elena Balsamo
Come adulti e bambini insieme possono aiutarsi a guarire.Una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia e in particolare della coppia mamma-bambino. Compagni di viaggio volge l’attenzione alla salute emotiva della famiglia.Basandosi sulla sua personale esperienza di medico e di paziente, Elena Balsamo offre al lettore una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia (e in particolare della coppia mamma-bambino), nonché numerosi spunti di riflessione sul significato della malattia e sul messaggio contenuto nei sintomi, per trasformare la sofferenza in un’occasione preziosa di apprendimento ed evoluzione. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.