PARTE SECONDA - IN VIAGGIO VERSO LA SALUTE

Il movimento come terapia

Nulla rivela più cose del movimento

M. Graham

Ogni movimento, di qualsiasi natura esso sia, è creatore

E. A. Poe

L’uomo è energia in azione

M. Montessori

Il movimento è vita. La vita infatti inizia dal movimento: perché un nuovo essere umano possa prendere forma occorre che una cellula uovo e milioni di spermatozoi si mettano in viaggio…


Quando una mamma in gravidanza sente il suo bambino muoversi nella pancia sa che la sua creatura è vitale e sta bene, quando un piccolino di pochi anni è ipotonico e non ha la forza di muoversi sicuramente c’è qualcosa che non va e di cui bisogna occuparsi.


Senza movimento non c’è cambiamento né trasformazione. Le favole ce lo insegnano bene: perché l’Eroe possa trovare il tesoro, perché il Principe possa sposare la Principessa, deve mettersi in cammino…


Purtroppo in ambito educativo il movimento è un argomento molto bistrattato: quante volte abbiamo sentito nonni o genitori sgridare figli o nipotini con la classica frase “Stai fermo!”. Come se l’immobilità fosse associata inevitabilmente alla bontà e all’ubbidienza: essere “bravi” equivarrebbe quindi a “non muoversi”.


Ma anche a scuola ci sono ancora insegnanti che impongono ai bambini di stare fermi per ore e ore: l’unica possibilità di far scorrere l’energia per i piccoli alunni è “scorazzare” disordinatamente in cortile durante la ricreazione. Come se si potessero separare in tempi e luoghi distinti mente e corpo, apprendimento mentale e movimento…

Sentite invece cosa scriveva Maria Montessori: “Se l’individuo non può diventare un tutto unito in modo che la sua mente lavori insieme al movimento, ricevendo le due cose di reciproco aiuto, ogni sforzo è sentito come fatica.”1 Questo è il motivo per cui nelle scuole Montessori non esiste l’ora di ginnastica ma ai bambini è concessa libertà di movimento durante tutta la giornata: i piccoli dai 3 ai 6 anni, ma anche spesso i più grandicelli delle elementari, lavorano quasi sempre a terra, su tappeti, e si spostano in continuazione per andare a prendere e riporre materiali, per svolgere attività di vita pratica o fanno esercizi di coordinamento dei movimenti camminando sul filo (un ovale disegnato sul pavimento) e trasportando oggetti. Tutte queste attività favoriscono sia il radicamento (per es. il lavorare seduti o sdraiati per terra) sia la padronanza dei gesti, da cui nascono la calma e la concentrazione.


Secondo Maria Montessori “La questione del movimento è la chiave di tutta la costruzione della personalità”2. Lei la considerava la parte più importante dell’educazione in quanto “Il movimento è fattore essenziale per la costruzione dell’intelligenza, che si alimenta e vive di acquisizioni ottenute dall’ambiente esteriore. Anche le idee astratte risultano da una maturazione dei contatti con la realtà, e la realtà si coglie per mezzo del movimento. Le idee più astratte, come quelle dello spazio e del tempo, sono concepite attraverso il movimento. Questo dunque è il fattore che lega lo spirito al mondo.”3


Lo spirito può incarnarsi nel mondo solo attraverso il movimento, che in questo caso è un movimento di discesa nella materia, come vedremo meglio nel capitolo “Il viaggio dell’Anima: partenza e atterraggio”.


Questo spiega il perché “per andare ad una vita superiore occorre prima compiere una sintesi della vita del pensiero e della vita motrice, senza di che si rimane spezzati”4.


Un concetto questo che merita una riflessione approfondita, perlomeno nel nostro mondo occidentale. Ben diverso è l’approccio orientale che invece da sempre vede la fonte della salute nell’interezza dell’essere umano e nella interconnessione di tutte le dimensioni di cui esso è composto.


Secondo Osho però esiste una scala nei bisogni: prima viene il corpo, poi la mente, poi l’anima. Occorre procedere per ordine, un gradino dopo l’altro, senza saltarne nessuno, pena il rimanere monchi di una parte di sé…


“Come prima cosa – egli dice – insegna al bambino l’estasi del corpo. Lascialo ballare con totalità, in modo che percepisca quella totalità, che senta il proprio corpo immerso nella totalità. Milioni di persone non hanno alcuna percezione del corpo: lo usano come un attrezzo meccanico ma non lo sentono assolutamente. Vivono nel corpo ma non vi sono collegati. Ai bambini bisogna innanzitutto insegnare i piaceri del corpo: aiutarli a salire su un albero, a correre, aiutarli a nuotare, a danzare, a fare yoga. …In questo modo avranno rispetto, amore per il corpo. Il loro corpo diventerà un tempio sacro”5.

Quindi bisogna rispettare le tappe e partire dal movimento: un bambino inizia prima a camminare che a disegnare, impara prima a correre che a leggere un libro, non vi pare?


Una volta acquisita la sicurezza nel proprio corpo, ecco che il bambino sarà pronto a conoscere le gioie della mente, la bellezza dell’arte, della musica, della poesia e poi, così preparato il terreno, potrà fiorire col tempo anche la meditazione e la ricerca di Dio.

Una proposta pionieristica: Bambini e Qi Gong

Voi vedete le cose e dite “perché?”, ma io sogno le cose e dico “perché no?

G. B. Shaw

Nel mio percorso di ricerca interiore mi sono imbattuta recentemente nella scoperta del Qi Gong: dopo tanto lavoro sulla mente e sull’anima, mi sono resa conto di dover dedicare per l’appunto un po’ di attenzione anche al corpo. Sperimentando su di me questo “lavoro con l’energia” (questo è il significato letterale del termine Qi Gong) ho pensato a quanto potrebbe essere utile anche ai bambini. Ne ho parlato con Giorgio Busi, insegnante a Bologna di questa disciplina, e lui si è subito entusiasmato all’idea e messo a pensare come creare un percorso da proporre anche ai piccoli…


Ma intanto gli ho chiesto di spiegare, per i miei lettori, cos’è esattamente il Qi Gong e quali sono i suoi effetti terapeutici: “Con il termine Qi Gong, che è generico e di recente costituzione, si includono una moltitudine di discipline energetiche psicofisiche facenti parte della medicina tradizionale cinese, utilizzate già alcuni millenni prima di Cristo, per coltivare la salute e favorire la longevità. Si tratta di una serie di esercizi, che uniscono movimenti, respirazione e attenzione focalizzata, nati dall’osservazione della natura, dei ritmi delle stagioni, dei cicli di semina e raccolto. La sinergia di tutti questi elementi – il movimento, il respiro, l’ascolto delle sensazioni, l’intenzione e la visualizzazione – fa sì che corpo, mente e spirito si sviluppino in modo integrato.


I benefici del Qi Gong, se praticato con continuità, sono molteplici: quando l’energia scorre in modo fluido tutto l’organismo ne trae giovamento: si scaricano tensioni, la vitalità aumenta, migliorano la calma e la concentrazione, ci si sente più rilassati e centrati.”


E per i bambini quali potrebbero essere secondo te i vantaggi nell’imparare fin da piccoli questa pratica? “Iniziare così presto a prendersi cura del proprio corpo significa compiere un atto di medicina preventiva. Imparare ad ascoltare il proprio corpo e le proprie sensazioni è uno strumento importantissimo di autoconoscenza e poterne disporne fin da giovani accelera il processo evolutivo, abbreviando i tempi di sofferenza.


Negli Stati Uniti e in Svezia il Qi Gong è utilizzato anche nelle scuole: c’è uno studio svedese dell’Università di Gotenberg che analizza i risultati di questa proposta pionieristica e i dati sono molto soddisfacenti!


È stato studiato nel 2008 un campione di 23 bambini dell’età delle elementari che hanno effettuato, per un periodo di quattro mesi, una pratica giornaliera di Qi Gong a scuola della durata da 1 (i primi giorni) a 15 minuti. Più della metà dei piccoli allievi mostravano segni di stress (quali iperattività, difficoltà di concentrazione, comportamenti aggressivi e stanchezza) e al termine del percorso questi erano nettamente migliorati se non scomparsi del tutto: l’assenteismo era drasticamente diminuito, la capacità di concentrazione triplicata, i conflitti eliminati, insieme ai mal di pancia e ai mal di testa…


La pratica giornaliera del Qi Gong si è dunque dimostrata molto efficace nel ridurre lo stress e aumentare il benessere dei piccoli praticanti.

Allora perché non proviamo anche noi a utilizzare queste pratiche antiche per aiutare i bambini a vivere meglio?”


Beh, io amo le imprese pionieristiche, per cui ti darò volentieri una mano a organizzare un percorso di “Gioconoscenza”, come l’hai chiamato tu, e chissà che non possa essere un piccolo seme che, gettato nel giusto terreno, possa dare molti frutti…


C’è ancora qualcosa che ci vuoi dire, Giorgio?

“I bambini io credo vengano a portare bellezza e sapienza, quella che non sempre noi sappiamo vedere ed esprimere, per aiutarci a creare un mondo migliore”.


Già, è proprio così, è quello che penso anch’io, ecco perché è importante accompagnarli nel loro cammino offrendo il nostro appoggio e tutte le risorse che abbiamo a disposizione, anche quelle più inusuali, come il Qi Gong…


L'esercizio del filo

Uno degli esercizi montessoriani più noti è quello del “camminare sul filo”: si traccia un grande ovale sul pavimento con un nastro adesivo colorato o con un pennarello e si invitano i bambini a camminarvi sopra, un passo dopo l’altro. Anche trasportando piccoli oggetti come una candela accesa, che non deve spegnersi, o un bicchiere d’acqua, che non deve lasciar cadere nemmeno una goccia per terra…


Si tratta di un esercizio che richiede molta concentrazione e che ha lo scopo di collegare mente e corpo, pensiero e movimento. Ma è anche, per me, qualcosa di più: è una vera e propria pratica spirituale… Del resto lo diceva anche Maria Montessori: “Quando loro hanno visto i bambini all’esercizio sul filo, camminare con lentezza l’uno dietro all’altro badando di appoggiare il piede esattamente sopra la linea disegnata sul pavimento, mentre portavano in mano ceri accesi o bicchieri pieni d’acqua, forse hanno pensato ai monaci. A quelle lunghe file di uomini forti che van salmodiando e portando ceri con accurata lentezza, come bambini. Però tanto i bambini nostri come i monaci sembrano beati nell’eseguire quelle processioni, semplicissime cose, che non hanno scopo apparente e non lasciano traccia alcuna.”6


E da dove nasce quella beatitudine? Non sarà forse dal simbolico allinearsi sul filo della propria strada, quella che è in qualche modo già tracciata per noi? Vi invito a rifletterci su…


Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
Elena Balsamo
Come adulti e bambini insieme possono aiutarsi a guarire.Una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia e in particolare della coppia mamma-bambino. Compagni di viaggio volge l’attenzione alla salute emotiva della famiglia.Basandosi sulla sua personale esperienza di medico e di paziente, Elena Balsamo offre al lettore una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia (e in particolare della coppia mamma-bambino), nonché numerosi spunti di riflessione sul significato della malattia e sul messaggio contenuto nei sintomi, per trasformare la sofferenza in un’occasione preziosa di apprendimento ed evoluzione. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.