PARTE SECONDA - IN VIAGGIO VERSO LA SALUTE

Nati per leggere, ovvero
i libri come terapia

Talvolta penso che il Paradiso sia leggere continuamente senza fine

V. Woolf

Non dimenticare che ogni libro proviene da un sogno e ogni sogno proviene da un libro

M. Fermine

Un libro giusto al momento giusto può trasformare una vita

R. Assagioli

Sono cresciuta in mezzo ai libri e posso dire che i libri mi hanno fatto da culla: non per niente sono nata da un padre professore universitario e studioso di storia della stampa e dell’editoria e da una madre bibliotecaria…


I libri hanno accompagnato tutta la mia infanzia e la mia giovinezza e sono stati i miei migliori amici: sempre disponibili, sempre presenti, sempre pronti a rivelarsi. Quando mi sentivo sola loro c’erano in qualsiasi momento a tenermi compagnia, da loro non mi sentivo mai tradita, mai abbandonata.


Quando ho cominciato a farmi domande sul mondo e sulla vita era nelle pagine dei libri che trovavo le risposte che cercavo. E così ho letto, letto, letto, anzi bevuto, divorato centinaia di libri, trovando sempre quello giusto al momento giusto come per una sorta di magia… Tutte le passioni della mia vita sono nate dall’incontro con un libro e ancora oggi i libri affiancano il mio cammino in modo silenzioso e misterioso. Ecco perché non posso non cantarne l’elogio. Un po’ come faceva il grande Petrarca quando scriveva “Ho degli amici (i libri), la cui società è per me deliziosissima; sono uomini di tutti i paesi e di tutti i secoli; distinti in guerra, in pace e nelle lettere, facili a mantenersi, pronti sempre ai miei cenni, li chiamo e li congedo quando più mi aggrada… essi non van mai soggetti ad alcun capriccio, ma rispondono a tutte le mie domande.” Insomma decisamente un’ottima compagnia…


Le fiabe vanno preferibilmente raccontate a voce: è così che sono state tramandate di generazione in generazione. Ma anche leggere libri insieme al bambino è importante e lo aiuta a sviluppare l’interesse e il gusto per la lettura che potrà poi manifestare quando sarà più grande.


È da questa consapevolezza che è nato il progetto “Nati per leggere”, grazie alla collaborazione tra l’Associazione Culturale Pediatri, l’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino, che propone la lettura perfino ai lattanti.


Perché l’amore per i libri va coltivato fin dalla più tenera età e se vogliamo che i bambini si appassionino alla lettura dobbiamo proporgliela fin da piccoli: non è detto che il seme gettato darà sempre i frutti che ci aspettiamo ma qualcosa di sicuro lascerà.


Le storie, diceva Lewis Carroll, l’autore di Alice nel paese delle meraviglie, sono doni d’amore: leggere ai propri bambini una storia prima di dormire tutte le sere è un rituale bellissimo e indimenticabile, di cui rimarrà per sempre il ricordo. Quel momento condiviso in cui il papà o la mamma è lì, solo per noi, a raccontarci una fiaba o leggerci un libro diventa una coccola insostituibile, una rassicurazione, una consolazione dopo una giornata faticosa e piena di imprevisti. Può diventare, specie per i bimbi più grandicelli, anche un momento di confidenze, in cui è più facile dirsi ciò che ci brucia dentro e ci fa star male. È proprio con questo scopo che ho scritto L’alfabeto del bambino naturale: per aiutare i bambini a comunicare con i genitori e i genitori con i bambini. Le delicate illustrazioni di Tommaso D’Incalci, in perfetta sintonia con i testi, ne fanno uno strumento utile per creare momenti di intimità tra grandi e piccini ma anche, perché no, tra adulti o tra genitori e figli adolescenti…


Naturalmente i libri da proporre vanno scelti con cura a seconda dell’età del bambino e delle sue capacità di comprensione: le rime e le filastrocche per esempio sono preferibili per i più piccini. Ma è comunque essenziale tener presente i gusti di ogni singolo bambino. È sempre sbagliato imporre una lettura non gradita: è il genitore a doversi adattare al bimbo e non viceversa. “Il verbo leggere non sopporta l’imperativo” diceva Gianni Rodari…


Importante è anche rispettare i tempi del piccolo che magari si stufa dopo due minuti oppure al contrario ci chiede di leggere e rileggere la stessa storia dieci volte di seguito… È il fenomeno della ripetizione dell’esercizio di cui Maria Montessori ha così spesso sottolineato il valore.


Per invogliare alla lettura si può preparare un piccolo scaffale basso nella camera dei propri bambini con qualche bel libro, da cambiare di tanto in tanto, che anche i più piccini possano raggiungere e sfogliare da soli. E magari vicino un cuscino morbido dove sedersi o una piccola poltroncina di vimini…


Io nel mio studio, dove visito i miei piccoli pazienti, tengo sempre una cesta piena di libri, così che loro possano scegliere liberamente quelli che preferiscono guardare mentre parlo con la mamma per farmi raccontare la loro storia.


Una delle mie “clienti” preferite ha cinque anni e si chiama Perla: è un’accanita lettrice, o per meglio dire un’appassionata divoratrice di libri… Così abbiamo istituito una convenzione tra noi: ogni volta che viene da me per una visita lei sceglie qualcuno dei tanti libri che ho a disposizione per i bambini e io glielo presto fino alla consultazione successiva quando lei regolarmente me lo riporta nella sua borsina. In questo modo abbiamo creato una sorta di biblioteca itinerante che dà a entrambe gioia e soddisfazione…

Biblioterapia

Forse un giorno si saprà che non c’era letteratura ma soltanto medicina

M. A. Ouaknin

Libri, l’unica medicina per innumerevoli malattie dell’anima

N. George

“Rime di rapido effetto, per anima e cuore, che risolvono catastrofi sentimentali lievi e mediamente gravi. Salvo diversa prescrizione, si consiglia la somministrazione su più giorni in un dosaggio ben tollerabile (da 5 a 50 pagine). Se possibile effettuare il trattamento con i piedi caldi e/o un gatto in grembo”1. È questa l’inconsueta ricetta prescritta da Jean Perdu, il libraio protagonista del bellissimo romanzo Una piccola libreria a Parigi di Nina George, che vende i libri come fossero medicine ai clienti della sua “Farmacia letteraria”: “Legga questo. Tre pagine, ogni mattina, a letto, prima della colazione. Tra un paio di settimane non si sentirà più così ferito.”2 Basta saper trovare per ogni acquirente il volume giusto al momento giusto…


“Associo il libro giusto a un determinato dolore: è così che vendo i libri”3 dice il libraio-medico che possiede il talento della “transmiranza”, la capacità cioè di vedere nell’anima delle persone e di coglierne i moti dell’animo più reconditi. “Un libro è al tempo stesso medico e medicina. Formula una diagnosi ed è terapia.


Ovviamente i libri non sono solo dottori. Ci sono romanzi che sono ottimi compagni di vita.”4 Ed è così che quella di Jean Perdu è “una farmacia per tutti i sentimenti per i quali non esistono medicine.”5

La “biblioterapia”, termine con cui si indica l’uso della letteratura a fini terapeutici, nasce negli Stati Uniti negli anni ’30 ad opera del dottor William Menninger, psichiatra, il quale inizia a prescrivere ai suoi pazienti la lettura di libri come trattamento coadiuvante di diversi disturbi psichici.


Ma la proprietà curativa dei libri era già ben nota anche agli antichi, se pensiamo all’iscrizione posta sulla porta della Biblioteca di Alessandria, la più grande raccolta di scritti dell’antichità, con le sue centinaia di migliaia di rotoli: “Psychés iatreion” ovverossia “Ospedale dell’Anima”…


Credo non si possa trovare una definizione più adeguata per questo luogo in cui personalmente mi sono sempre sentita a casa… Forse perché mio papà mi portava con lui quando andava a inaugurare biblioteche per bambini nei paesini dell’Emilia-Romagna o alla Fiera del Libro per Ragazzi, appuntamento annuale che non potevo perdere. Io lo seguivo come un leprottino, felice di condividere con lui la passione per i libri che mi avrebbe accompagnato per il resto della mia vita.


Leggere quindi fa bene non solo alla mente ma anche all’anima. Esistono diversi studi che confermano l’effetto benefico sulla salute della lettura: uno condotto dall’Università svedese di Goteberg su un gruppo di donne con patologie che ne riducevano la capacità lavorativa ha messo in evidenza come la lettura di romanzi fosse un fattore di benessere che aiutava le pazienti a riprendersi più facilmente e a tornare al lavoro in tempi più veloci.

“La biblioterapia è un lavoro di liberazione e di apertura”6 dice Ouaknin perché apre la mente e aiuta la persona sofferente a riconnettersi col mondo, a comunicare i propri vissuti, a provare empatia per gli altri.


Alcune esperienze inglesi hanno dimostrato poi che la biblioterapia è molto utile anche nelle persone affette da ansia e attacchi di panico e riduce per esempio in modo significativo gli accessi al Pronto Soccorso. Uno studio, pubblicato sul “Journal of Counsulting and Clinical Psycology”, ha messo in evidenza come la lettura avesse un’efficacia clinica sulla riduzione dei sintomi depressivi, mentre una ricerca condotta dallo psicologo Raymond A. Mar della York University di Toronto sugli effetti dell’esposizione prolungata alla narrativa ha dimostrato un miglioramento delle interazioni sociali dei pazienti. Come afferma la dottoressa Rosa Mininno nel suo articolo “Biblioterapia e salute” “La lettura induce un processo psicofisiologico di rilassamento ed apre la mente a nuovi paesaggi, nuove architetture interiori indotte dalla narrazione”7.

Prose not Prozac” è invece il titolo, altamente significativo, di un progetto realizzato in Inghilterra e in Irlanda che ha riscosso ottimi risultati terapeutici proponendo gruppi di lettura settimanali all’interno di ospedali o comunità per anziani e fasce per lo più svantaggiate della popolazione.


Scriveva il grande Rodari: “Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.” I libri donano le ali, sono uno strumento incredibile di libertà perché affinano lo spirito critico e aprono a nuovi orizzonti.


I libri fanno sognare. “Un libro sogna. Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni” dice Flaiano e questo è particolarmente importante per i bambini e gli adolescenti.


“Insegnerei ai nostri bambini ad imparare a sognare piuttosto che imparare a ricordare. Perché ciò che è importante non è quello che è successo, ma quello che potrebbe succedere. E per questo motivo devi essere pronto a sviluppare la tua immaginazione e permetterti di avere un sogno di giorno e di notte” afferma Shimon Peres. Leggere quindi è terapeutico a tutte le età. Per le persone anziane può essere una risorsa preziosa, non solo per stimolare le funzioni mnemoniche, ma soprattutto per riempire spazi di solitudine. Come dice Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”. In questo senso i libri sono veramente “riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” come dice Marguerite Yourcenar. Leggere un libro fa bene soprattutto nei momenti di crisi dell’esistenza: quando si è colpiti da un lutto, da una malattia, da una perdita di qualsiasi tipo e genere. Un buon libro aiuta a elaborare il trauma e a ritrovare le forze per andare avanti nonostante tutto. Scriveva Motesquieu: “Non ho avuto mai un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato.”


La lettura si rivela utile anche come coadiuvante di terapie psicologiche.

A volte, vi dirò, è capitato anche a me, ben prima di conoscere la biblioterapia, di scrivere sulla ricetta di un paziente, sotto alla prescrizione di un rimedio omeopatico, anche il titolo di un libro… Così come mi è successo di mandarlo, un buon libro, insieme a una boccettina di fiori di Bach e a qualche biscotto fatto da me, a un amico sofferente: cosa c’è di meglio come pronto soccorso per l’Anima?


Biblioterapia
qualche prescrizione tratta dalla mia farmacia…

  • Nina George, Una piccola libreria a Parigi: per riaccendere la voglia di vivere dopo un lutto, un abbandono, una separazione.

  • Massimo Recalcati, Non è più come prima: per chi ha tradito o è stato tradito, per arrivare al perdono.

  • Massimo Recalcati, La forza del desiderio: per chi crede nel desiderio e ha bisogno di una conferma…

  • Piero Ferrucci, La forza della gentilezza: per scaldare il cuore, ritemprare l’anima e sentirsi meglio…

  • Sara Cattò, Imparare a innamorarsi e Osho, Amore e libertà: due testi imperdibili per chi vuole prepararsi all’incontro con l’altro con consapevolezza.

  • Elif Shafaq, Le quaranta porte: per chi è innamorato dell’Amore e per amore soffre…

  • Henry David Thoreau, Se tremi sull’orlo: per chi ha intrapreso il cammino alla ricerca di sé e ha bisogno di un compagno di viaggio.

  • Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane: per chi sta attraversando un momento difficile.

  • Aldo Nove, Un bambino piangeva: per riscoprire il senso del magico.

  • Erika Bauermesiter, La cucina degli ingredienti segreti: per le donne che hanno perso la voglia di cucinare…

  • Antoine De Saint Exupéry, Il piccolo Principe: per chi si è dimenticato di essere stato un bambino e per chi invece se ne ricorda bene…

  • Piero Ferrucci, I bambini ci insegnano: per chi fa fatica a capire e a stare con i propri figli.

  • Pinkola Estés, Donne che corrono coi lupi: per le donne che vogliono riscoprire la loro anima selvaggia. E, sempre della stessa autrice, I desideri dell’anima: per non scoraggiarsi…

  • Osho, Il coraggio: per chi ha paura…

  • Fedor Dostoevskij, Le notti bianche: per i sognatori incalliti, per non sentirsi soli…

  • Antonio Diego Manca, La donna delle sette fonti: una storia di guarigione che aiuta a guarire.

  • Alexander Loyd, Il codice dell’amore: per chi vuole guarire!

  • Chiara Gamberale, Qualcosa, una favola per chi vuole liberarsi dalla dipendenza affettiva…


Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
Elena Balsamo
Come adulti e bambini insieme possono aiutarsi a guarire.Una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia e in particolare della coppia mamma-bambino. Compagni di viaggio volge l’attenzione alla salute emotiva della famiglia.Basandosi sulla sua personale esperienza di medico e di paziente, Elena Balsamo offre al lettore una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia (e in particolare della coppia mamma-bambino), nonché numerosi spunti di riflessione sul significato della malattia e sul messaggio contenuto nei sintomi, per trasformare la sofferenza in un’occasione preziosa di apprendimento ed evoluzione. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.