PARTE SECONDA - IN VIAGGIO VERSO LA SALUTE

La scrittura e la poesia
come terapia

Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza.Il difficile per il poeta è rimanere costantemente su quel filo…Il difficile è diventare funambolo della parola

M. Fermine

Le poesie sono acqua che scorre

M. Fermine

Fin da piccola, quando mi sentivo triste o sola, mi mettevo a scrivere: riempivo pagine e pagine di diari ma mi dilettavo anche con semplici filastrocche che poi, crescendo, sono diventate poesie e racconti. Nei momenti più critici della mia vita, durante gli anni duri della sofferenza, mi sono aggrappata alla scrittura come ad una corda che mi ha permesso di tirarmi fuori dal baratro del malessere e del disagio emotivo. Ancora adesso, quando mi prende un attimo di malinconia, mi metto a scrivere e lì, in quel mondo fatto di parole, trovo sempre un rifugio caldo e sicuro dove sentirmi protetta e accolta. La scrittura – almeno per un po’ – mi permette di traghettare dalla sponda del dolore a quella della serenità e della pace. Attraverso la scrittura sento di creare un angolino di mondo, un mondo a mia misura, fatto di bellezza, che posso condividere anche con gli altri, con chi legge i miei libri, e così ho l’impressione di dare un piccolo contributo a questa straordinaria avventura che è l’esistenza umana.


È questo in effetti che amo fare più di ogni altra cosa al mondo: tradurre in parole pensieri ed emozioni per comunicarle agli altri.


Scrivere per me vuol dire esistere, lasciare la mia orma, la mia impronta, la mia firma su questo pianeta. Scrivere è essere me stessa, ritrovare il mio volto originale, la mia essenza.


Quindi, mi raccomando, non privatemi mai di un foglio di carta e un mozzicone di matita…!

Lasciatemi giocare con le parole per trasformarle, per farne cattedrali, per dipingere immagini, per spargerle al vento e regalarle al mondo.


La parole guariscono. Le parole avvolgono come una coperta, riscaldano il cuore, toccano le corde dell’animo. Le parole fanno vibrare l’essere tutto; creano, trasformano, liberano. È una parola d’amore che ha creato il mondo e sono parole d’amore che hanno costruito il mio mondo. La parola mi ha tenuto in vita e io le rendo omaggio.

La scrittura è una forma di creatività a cui è stato riconosciuto un potente effetto terapeutico: a detta dei ricercatori, aiuta a diminuire il livello di ansia e depressione e, come ci ricorda Ferrucci, a “fare ordine nel caos della nostra vita”1. Tenere dei diari per esempio è uno strumento efficacissimo a questo scopo e aiuta a rimettere pazientemente e continuamente le cose al loro posto, come ci ricorda l’antroposofo Kohler.


Come vedremo meglio nel prossimo capitolo, le storie sono medicine e raccontare la propria storia è un processo altamente terapeutico.


“Raccontare storie è la cosa più bella di tutte, così le persone restano dentro di te per sempre” dice il piccolo maori nel film “Australia”…


Sull’importanza dell’autobiografia, ovvero del raccontarsi, ha scritto molto Duccio Demetrio che si chiede per l’appunto “L’autobiografia è un farmaco?” Direi che le definizioni che ne dà non lasciano adito a dubbio alcuno: “L’autobiografia è l’espressione più elevata della coscienza e della consapevolezza. … È una risorsa per la mente, è l’educazione al sentire in ogni età della vita. … L’autobiografia placa la nostra interiore solitudine, la rende bella ed eroica; ci rende più belli ed eroici”.2 Quindi l’autobiografia è una vera e propria “cura di sé” come indica il sottotitolo del più famoso testo di Demetrio sull’argomento.


Raccontare e raccontarsi è come tessere una tela, collegare i fili in un intreccio unico, irripetibile: il proprio arazzo personale.


La forma più alta e sublime di scrittura rimane comunque per me la poesia e a lei voglio dedicare qualche parola in più…

Della poesia e dei poeti

La prosa è un semplice camminare sulla terra,la poesia è volare nel cielo …la poesia è danza.

Osho

“I miei antenati sono la sorgente della mia scrittura. …sono loro che mi conducono per mano, …sono loro che mi hanno donato questo sentiero che si chiama poesia.”3 Sono parole di Rita Mestokosho, poetessa Innu, ma potrebbero essere anche le mie perché le sento scorrere nelle vene come acqua di un vecchio fiume.

La poesia è il linguaggio dell’anima, un linguaggio antico come il mondo. L’anima non scrive tesi o trattati, né documenti o proclami, non si perde in lunghe disquisizioni filosofiche. L’anima sussurra parole d’amore. E sussurra così piano che solo un orecchio teso all’ascolto può essere in grado di percepire. E solo un cuore aperto può essere in grado di comprendere, cioè di accogliere nelle proprie mani e fare suo. La poesia è il linguaggio della natura, la lingua misteriosa dei fiori, delle piante, dei maestosi alberi, dei mari e delle valli, degli animali tutti. È così che parla Padre Cielo e Madre Terra, Nonna Luna e Fratello Vento. Ma noi siamo ancora in grado di capire?


Secondo la Cabalah l’essenza del mondo è poesia e può essere espressa solo attraverso un linguaggio poetico. La poesia parla la lingua dell’Anima di cui i poeti sono i principali conoscitori ed esperti.

R. W. Emerson definisce la poesia come “vino di Dio” e “il perpetuo sforzo di esprimere lo spirito della cosa, un tentativo di esprimere non il senso comune ma la bellezza e l’anima”4. Per lui il poeta è “uomo della bellezza” e “uomo completo”. Ma non solo: “Egli è il vero e unico dottore. Egli sa e dice.”5 Ed ecco emergere la valenza terapeutica della poesia…


“Il poeta – egli aggiunge – è il Nominatore o Colui che fa il linguaggio… I poeti fecero tutte le parole.. …Il poeta nomina la cosa perché la vede o le si avvicina di un passo in più rispetto a chiunque altro. …Il poeta volge il mondo in cristallo e ci mostra ogni cosa nella sua giusta serie e processione.” Il poeta rinsalda le cose alla natura e al Tutto.”6 “I poeti sono Dei liberatori… Sono liberi e liberano. …Il poeta ci ha lasciato un nuovo pensiero. Egli scioglie le nostre catene e ci ammette a una nuova scena.”7


Il grande Gibran invece definisce il poeta “un angelo mandato dagli dèi per insegnare agli uomini le vie degli dèi. Una lampada risplendente che il buio non vince. Un anello tra questo mondo e l’aldilà.”8 Come dice Osho “un vero poeta è un veicolo”9.


Un uomo dell’oltre, di ciò che è invisibile agli occhi. La poesia giunge al poeta in uno stato di amore profondo: proprio come una madre egli si fa ventre e la poesia viene concepita: “È una gravidanza. …È poesia perché Dio la scrive”.10

Secondo Tiziano Terzani solo i poeti salveranno il mondo: “i problemi dell’umanità possono essere risolti da una congiura di poeti, perché solo dei poeti, della gente che lascia il cuore volare è capace di pensare diversamente ed è di questo che abbiamo bisogno.”11

La poesia è stata utilizzata come terapia fin dai tempi più antichi perché tutte le culture tradizionali del mondo sanno che il canto-poema cura il cuore e l’anima. Nella mitologia greca Esculapio, dio della medicina, era figlio di Apollo, dio della poesia.


E Oceano pare disse a Prometeo “Le parole sono il medico della mente malata”. Sorano, medico romano del primo secolo avanti Cristo, curava i suoi pazienti con la poesia e il teatro. Ma bisogna arrivare ad epoche molto più recenti per vedere applicata la scrittura e la poesia come trattamento per malattie mentali: nell’ospedale psichiatrico della Pennsylvania fondato da B.Franklin nel 1751, i pazienti venivano invitati a leggere, scrivere e pubblicare in una rivista i loro testi in prosa o poesia.

Un interessante articolo di Perie J.Longo affronta il tema della poesia come terapia riportando i risultati del suo lavoro all’interno di un centro per malati mentali negli anni ’90. “Uno dei benefici del leggere e scrivere poesie”, egli dice, “non è solo il fatto che questa pratica aiuta a definire l’Io ma anche che lo rafforza. Il processo ci attacca alla parte più importante di noi stessi, a tutto ciò che è intero, buono e bello. E quando noi non ci sentiamo più soli nel mondo ma parte integrante di tutto ciò che esiste, l’autostima cresce. La buona notizia è che noi scopriamo di essere gli stessi eroi ed eroine dell’antica mitologia e nel raccontarci lo diventiamo nel presente e nel futuro creando nuove storie che ci segnano”.12


Ne è, io credo, la migliore testimonianza ciò che disse un giorno allo stesso Longo un giovane uomo, stringendo al petto il suo scritto: “Ora finalmente mi sento come se fossi qualcuno”.

Sì, perché essere creativi è essere se stessi.


Poetando

Come poeta errante

io vado cantando

la magia della parola

Parola di luce

che spezza i muri del tempo

e si fa carne

morbida di mille carezze

E si fa acqua

dolce di ruscelli incantati e scintillanti

Parola d’amore

che risana antiche ferite

e ricuce trame interrotte

Parola-latte

che nutre cuori affamati

Parola-sangue

che trasforma

e rende sacro il sacrificio

Come poeta errante

io cammino su questa vasta terra

e canto la parola

che è Vita oltre la vita

E.B.


Pensami

nel mentre che mi tuffo nel mare del tuo cuore

Pensami

nel mentre che salgo nelle scale del tuo pensiero

Pensami

nel mentre che mi arrampico tra i rovi dei tuoi occhi

Pensami

nel mentre che insieme saliamo sull’arcobaleno

Federico, 7 anni (Nuoro)


Di cos’è fatto un poeta?

ho chiesto un giorno a un bambino

Di polvere di stelle

mi ha risposto

Di gocce di rugiada,

di lacrime sparse sulla terra lievi,

di arcobaleni umidi di pioggia

e di miraggi sotto il sole accecante del deserto

E come vive un poeta?

mi ha domandato lui

Sospeso ad un filo

gli ho risposto

e facendo capriole su quel filo

In attesa di un dolce fuso che fili la sua anima

e la riporti a terra

E.B.


Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
Elena Balsamo
Come adulti e bambini insieme possono aiutarsi a guarire.Una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia e in particolare della coppia mamma-bambino. Compagni di viaggio volge l’attenzione alla salute emotiva della famiglia.Basandosi sulla sua personale esperienza di medico e di paziente, Elena Balsamo offre al lettore una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia (e in particolare della coppia mamma-bambino), nonché numerosi spunti di riflessione sul significato della malattia e sul messaggio contenuto nei sintomi, per trasformare la sofferenza in un’occasione preziosa di apprendimento ed evoluzione. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.