Perché non è tanto ciò che si fa a contare ma come lo si fa: qualsiasi attività compiuta con passione, entusiasmo e in modo creativo diventa terapeutica. Anche coltivare il proprio orticello. “Creatività è la qualità che tu introduci nelle tue azioni: è un’attitudine, un approccio interiore… è il modo in cui guardi le cose. Qualsiasi cosa fai se la fai con gioia, se la fai con amore, è creativa”1 dice Osho. Possiamo fare il contadino, il pescatore, il calzolaio o il falegname, non ha importanza, ciò che conta è riversare tutta la nostra anima in ciò che creiamo e facciamo.
Perché essere creativi significa essere se stessi, originali, pezzi unici fatti a mano, non fotocopie. Vuol dire obbedire alla chiamata come fece Abramo: “Esci dalla tua terra e va dove ti mostrerò”. Vuol dire desiderare i desideri di Dio per noi, sognare il suo stesso sogno, percorrere la strada tracciata per noi da sempre. Vuol dire farci trovare al nostro posto e non in quello di qualcun altro quando Lui verrà a cercarci e busserà alla nostra porta.
“È creativo colui che ha intuizioni, chi riesce a vedere cose mai viste prima da nessun altro; chi riesce a udire cose mai udite prima da nessun altro”2, a fare cose che nessun altro ha mai fatto prima di lui.
“La creatività è questo: permettere a Dio di accadere; … diventare un canale, nient’altro che una canna di bambù vuota. …La creatività è uno stato religioso dell’essere”3.
“L’arte è una collaborazione tra l’uomo e Dio, e meno l’uomo fa, meglio è” diceva André Gide, perché più si arrende e si abbandona più il Divino può entrare. “Quando sei naturale e lasci che le cose accadano, Dio è alle tue spalle”4 dice ancora Osho.
Chi crea è più vicino alla Fonte o per dirla con Kabir “solo quando sei creativo sei vicino al creatore”5, per cui ogni arte creativa può essere considerata una vera e propria forma di meditazione.
Maria Montessori ha studiato questo fenomeno nei bambini piccoli: un bambino che sta creando qualcosa è totalmente concentrato in ciò che sta facendo e accede così ad una dimensione superiore, ad uno stato di vera e propria meditazione.
Nel momento in cui l’artista è all’opera, totalmente preso dalla sua creazione – che sia una sinfonia, che sia una danza, una poesia o un dipinto – è come se non esistesse più, come se per una magia riuscisse a oltrepassare i confini della mente e varcare la soglia del trascendente.
Noi siamo co-creatori con Dio di questo Universo, ci ricorda il teologo Fox: creare è la nostra imitazione della divinità. “Creare – dice Osho – significa immettere nell’esistenza qualcosa di nuovo, creare significa aprire una via all’ignoto affinché possa entrare nel conosciuto, creare significa aprire una via al cielo affinché possa scendere sulla Terra.”6