capitolo III

Il grande mistero dell'Origine:
spunti per un'educazione
prenatale

Nella Donna-Sorgente, ancora una volta, cade una goccia dell’Uomo-Acqua, dà vita all’incontro, alla Pioggia-Bambino.

Canto Navajo

Si potrebbe migliorare l’umanità, ma solo a condizione che si cominci dall’inizio: dalla madre mentre porta in grembo il suo bambino.

Omraam Mikhaël Aïvanhov

Mère, mer, madre, mare. La madre è l’Origine. E l’Origine è un mistero.

Wakàn tankà direbbero i saggi Lakota: “Il Grande Mistero”. Ognuno di noi viene da lì e ognuno di noi lì tornerà un giorno, quando il filo della vita terrena si spezzerà, ma solo per ricongiungerci alla grande rete dell’Universo, della Fonte, della Sorgente.


La vita non è che un intermezzo, siamo tutti passeggeri in transito…

E così come onda tra le onde un giorno ritorneremo al mare, all’oceano che ci ha generati.


La vita dunque nasce dall’acqua. Nella profondità del grembo, del ventre. I taoisti lo chiamano Dan Tien inferiore: è uno dei tre tesori, dei centri energetici più preziosi dell’essere umano. Vera fucina e crogiuolo alchemico, è lì che giacciono sepolte, nella profondità dell’inconscio, le più recondite emozioni materne. Ed è lì che cresce l’embrione, immerso in un brodo primordiale di informazioni “genetiche”.


Ma da dove è arrivata questa minuscola creatura, piccolo seme che si fa germoglio?

Da uno spazio senza nome e senza tempo. È stata chiamata, è stata concepita: che non è solo l’atto del raccogliere in sé (cum capio) ma anche dell’ideare, dell’immaginare (concevoir): perché qualcosa si realizzi e prenda forma sul piano materiale dev’essere prima creata nella mente, immaginata, deve nascere prima come idea.


La vibrazione dell’atto d’amore dei genitori richiama a sé, come un magnete, un’altra frequenza che entra nel campo energetico attraversando come un meteorite diversi livelli e piani. Tutte le tradizioni di saggezza del mondo parlano di un viaggio attraverso stelle e pianeti, da cui ogni anima raccoglierebbe informazioni utili per il progetto di vita in costruzione. Un viaggio intergalattico dunque, degno dei migliori film di fantascienza…

Ecco come, con immagini poetiche, descrive il mistero del concepimento Abuela Margarita, Donna-Medicina tolteca: “Mentre mia madre preparava un letto morbido e umido che sapeva di terra bagnata, mio padre raccolse tutte le stelle del cielo, l’intero firmamento, le galassie più lontane e grazie ad una meravigliosa eiaculazione, le sparse dentro di lei. Di quel milione di stelle, spermatozoi luminosi, solo uno è sopravvissuto a tanta bellezza e, bada bene, senza lottare contro gli altri per vincere la partita, come ci raccontano, ma accompagnato con amore fino al traguardo! E quell’uno sono io, sei tu, il Grande Spirito, ognuno di noi!”1.


Dallo Spirito infinito si stacca una scintilla (l’Anima individuale) che si materializza, che prende forma, che si incarna: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”2. La Parola, nata da un pensiero, non è altro che un’informazione in grado di produrre cambiamenti nella realtà visibile. Non per nulla secondo la Cabalah ebraica il mondo è stato creato attraverso il suono delle lettere dell’alfabeto…


Potremmo quindi tradurre la frase con cui si apre il Vangelo di Giovanni anche così: “la Coscienza Cristica, cioè l’Amore Divino infinito, si materializzò in forma umana con le sembianze di Gesù” per darci l’esempio di come avviene per ognuno di noi il processo di incarnazione.


Perché quel seme di Luce possa farsi carne ha bisogno di un veicolo, rappresentato dal padre e dalla madre (Giuseppe e Maria) con le loro rispettive energie vitali: quelle che i taoisti chiamano Jing. La visione di questi antichi saggi, che ha una tradizione millenaria, può aiutarci, a mio parere, in modo molto efficace, a comprendere appieno il processo d’incarnazione, di sviluppo dell’embrione e della nascita. Ecco perché utilizzerò molto spesso questa griglia di lettura che unisce immagini poetiche a intuizioni geniali, confermate oggi dalle più recenti ricerche scientifiche.


Perché la vita possa generarsi occorre dunque che un pezzo di Cielo si cali sulla Terra: nella medicina tradizionale cinese si ritiene che ciò avvenga quando l’Anima passa dai Polmoni (qui gli organi non si intendono in senso anatomico ma energetico) ai Reni, cioè dall’alto al basso. L’Anima individuale (chiamata Ling dai taoisti), frammento dello Spirito Infinito (Shen), porta con sé un progetto, ha cioè un compito da svolgere o da portare a termine, una missione speciale.


In astrologia questo programma di vita è rappresentato dal Sole, di cui noi appunto siamo un raggio o una scintilla: non per nulla questo luminare è correlato al cuore. Anche nella concezione taoista si dice che il progetto di vita di ogni individuo (definito Piccolo Shen) è radicato nel Cuore (Xin), che ne rappresenta la sua dimora. In questa visione del corpo umano paragonato a un paesaggio, il petto corrisponde alla capitale: è lì che risiede il cuore, abitato dall’Imperatore.


Ma perché l’Anima possa farsi carne occorre che abbia voglia di prendere una forma (questa parte dell’Anima è quella che i taoisti chiamano Po). Come afferma Franco Bottalo, “Il primo aspetto del vivere è il voler vivere”3: senza questo tacito consenso, senza questo sì alla Vita, la Vita non decolla. La volontà di vivere (Zhi) dunque è associata ai Reni ma anche all’energia vitale (Jing) in essi racchiusa: perché “la volontà non è nulla se non si associa al poter fare ciò che si vuole fare”4.

Per poter realizzare la propria volontà e il proprio progetto celeste occorre l’energia per farlo. Se ne deduce che migliore è l’energia vitale dei genitori al momento del concepimento, migliore sarà quella del bambino. Un’informazione molto importante ai fini dell’educazione prenatale, che dovrebbe cominciare molto prima di quanto immaginiamo: la vera preparazione alla nascita andrebbe iniziata prima ancora del concepimento… Come afferma Omraam Mikhaël Aïvanhov, “È allora che ha inizio la vera educazione, quella potente, efficace, reale indistruttibile”5. “Bisogna rivedere tutto dall’inizio e l’inizio è il concepimento”6.


Le parole di questo grande Maestro spirituale e pedagogo sono confermate dalle ultime acquisizioni scientifiche: “Gli studi rivelano – scrive il biologo molecolare Bruce Lipton – che nei mesi precedenti il concepimento, i genitori agiscono nei confronti dei figli come ingegneri genetici. Negli stadi finali della maturazione dell’ovulo e dello sperma, un processo denominato imprinting genomico regola l’attività di specifici gruppi di geni che modelleranno il carattere del bambino che deve essere ancora concepito. Le ricerche indicano che ciò che accade nella vita dei genitori durante il processo di imprinting genomico ha una profonda influenza sulla mente e sul corpo del bambino”7. C’è chi sostiene che i nove mesi precedenti al concepimento siano di importanza cruciale per lo sviluppo di quello che chiamano il “progetto senso”.

Queste affermazioni dovrebbero portarci a studiare nuove strategie per l’educazione a una genitorialità consapevole. E a riscoprire le vie di saggezza delle tradizioni antiche e dei popoli nativi di tutto il mondo che, grazie al loro profondo collegamento con Madre Natura, già sapevano in-tuitivamente ciò che solo ora la scienza occidentale sta portando alla luce.

La gestazione: impianto e sviluppo embrio-fetale

Al primo mese è una pasta,
al secondo mese è una tasca,
al terzo mese è un feto,
al quarto mese ci sono le carni,
al quinto mese ci sono i tendini e i nervi,
al sesto mese ci sono le ossa,
al settimo mese si ha l’ultimazione organica,
all’ottavo mese si ha il movimento,
al nono mese pesta i piedi per l’impazienza,
al decimo mese si ha la nascita.

Huainanzi

Ed ecco che, come risucchiato in una tromba d’aria o un vortice, il seme atterra. Per mettere radici. Il processo d’incarnazione, nella visione taoista, è associato all’elemento Metallo: si tratta di un’energia che discende dall’alto verso il basso, potente come una lama. “Tu scendi dalle stelle e vieni in una grotta al freddo e al gelo” dice un noto canto natalizio, le cui parole però possono essere, a mio avviso, molto calzanti per descrivere l’esperienza dell’incarnazione.


La blastocisti (cioè la cellula fecondata) affonda dunque nel morbido tessuto uterino. Nel linguaggio medico questo processo si chiama “impianto” o anche “annidamento”. La piccola cellula uovo fecondata preme per penetrare la mucosa dell’utero e lì farsi un nido. Non è impresa così facile come può sembrare. A volte non riesce, qualcuna rinuncia. A volte, molto più spesso di quanto si creda, partono in due e ne rimane una (sembra addirittura che 1/7 delle gravidanze inizi come gemellare).

Perché tutto si svolga in modo ottimale infatti occorre che il progetto del Cuore venga accettato dalla consapevolezza della Milza (organo collocato a metà strada tra il Cuore e i Reni, che fa da ponte tra Fuoco e Acqua, tra Shen e Jing) e attuato a partire dalla volontà e dall’energia dei Reni. Sono disposto ad accettare il mio destino, quello scritto nel progetto del mio Cuore, utilizzando l’energia che mi è stata data dai miei antenati per farlo? Solo a partire da questo “sì”, da questa accettazione, la vita dell’embrione può decollare. La presa di coscienza del proprio percorso personale e il proposito di attuarlo è prerogativa del primo trimestre prenatale: non per nulla è nei primi tre mesi di gravidanza che avviene la maggior parte degli aborti spontanei… Il periodo embrionale è un periodo di costruzione della forma: “Questo processo continua finché vengono prodotte centinaia di cellule: è come se la costruzione cominciasse intelligentemente con l’accumulare i mattoni necessari a costruire una casa”8 scriveva Maria Montessori ne La mente del bambino. “In seguito le cellule si dispongono in tre strati distinti, come se con quei mattoni si cominciasse a costruire dei muri”9: sono i tre foglietti embrionali (endoderma, mesoderma, ectoderma) da cui deriveranno tutti gli organi e i tessuti.


“Al momento in cui cominciano a sorgere costruzioni di organi, le cellule che erano tutte uguali prendono a modificarsi e subiscono profonde differenziazioni secondo le funzioni che gli organi saranno destinati a compiere. Avviene cioè la specializzazione cellulare”10.

È così che nascono i tessuti: muscolare, scheletrico, nervoso, digestivo… Un processo estremamente complesso che richiede un’intelligenza e un equilibrio perfetto e armonico che non può non lasciare stupefatti e sgomenti: “Riflettendo sulle rivelazioni date dalla genesi degli esseri, sentiamo quanto vi sia di mistico al di là dell’arida constatazione scientifica poiché la cellula, minima così da essere invisibile, contiene in sé l’eredità di tutti i tempi: in questa macchia piccolissima è in potenza l’intera esperienza umana, l’intera storia del genere umano”11 scriveva ancora la Montessori, il cui sguardo di scienziata era riuscito ad andare oltre il velo della materia per scoprire che dietro c’è altro: la materia è il contenitore dello Spirito e si anima solo attraverso il suo soffio.


Dunque “L’incarnazione avviene attraverso occulte fatiche: tutto attorno a questo lavoro creativo sta un dramma sconosciuto che non fu ancora scritto”12 e su cui ci sarà ancora molto da dire…


Lì nel grembo l’embrione cresce fino a diventare feto.

L’esperienza prenatale non sempre è così bella e facile come tendiamo a immaginare… Perché noi dimentichiamo che “Il bambino non è un pezzo di carne insensibile ma un’anima che ha rinunciato alla sua immensa libertà prima del concepimento per divenire ingabbiata in una stretta prigione di un piccolo corpo”13.


Ecco come descrive questa esperienza Yogananda: “Dopo essere entrati nel grembo materno ci si chiede: ‘Ma cosa ho fatto?’ Da tanto tempo ero libero dal corpo mortale limitante; mi muovevo nell’aria, in un corpo di luce, senza peso, e ora sono di nuovo prigioniero di una forma fisica. … Si è dipendenti. …si rimane impotenti, al buio; si è ancorati allo stesso posto come un albero; dal passato si affacciano solo saltuarie memorie, e poi si sprofonda nel sonno. …L’anima grida: ‘Lasciatemi uscire!’. Quando la volontà diviene molto forte, il bimbo nasce. Neonati prematuri sono anime dalla volontà molto tenace. Non vogliono rimanere nove mesi nel grembo della madre, e così anticipano la loro venuta”14.

Molto dipende però dalla qualità dell’ambiente uterino in cui il feto si trova ad abitare. Ecco perché in tutte le culture tradizionali del mondo si insiste tanto che la madre in attesa viva nel modo più sereno e armonioso possibile: per far sì che il suo grembo diventi la “reggia” del bambino (termine con cui in vietnamita si designa l’utero).


“Durante i nove mesi della gestazione, la madre non lavora soltanto per formare il corpo fisico del bambino: a sua insaputa, lavora sul germe che l’uomo le ha donato, creando condizioni favorevoli o sfavorevoli allo sviluppo delle diverse caratteristiche contenute in quel germe. Ma come può svolgere questo lavoro? Sorvegliando essa pure i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la vita che conduce.”15 Cioè diventando consapevole di sé e dell’esperienza che sta vivendo. “La natura ha dato alla donna dei poteri che non utilizza o che utilizza male; bisogna che prenda coscienza di questi poteri, che sappia che da lei dipende tutto l’avvenire dell’umanità.”16


Oggi la scienza ha confermato ciò che la saggezza delle antiche tradizioni aveva già intuito: tutte le emozioni vissute dalla mamma in gravidanza le vive anche il piccolo nel suo ventre.


Quando per esempio il Dan Tien inferiore della mamma (cioè il centro energetico del perineo e del ventre) è per così dire “intasato” da memorie emozionali di rifiuto, di abbandono, di umiliazione, di invasione – che appartengono alla sua storia personale o generazionale – la sua energia inquinata arriva anche all’embrione e al feto, che la assorbe come una specie di spugna e la conserva nelle sue cellule per poi riattivarla quando sarà grande in circostanze che agiranno come un grilletto scatenante.


Mi è capitato di osservare per esempio un papà che durante la sua vita prenatale aveva respirato un’atmosfera piuttosto pesante, per via di problematiche materne irrisolte, che ha scelto di dedicarsi professionalmente al commercio di prodotti ecologici per la casa, in particolare vernici non tossiche: un modo inconscio per ripulire il grembo che l’aveva ospitato e renderlo salubre e protetto, così da trasformare il trauma in beneficio per altri.

Inoltre se l’energia del centro inferiore non riesce a scorrere in modo fluido e a connettersi nel modo più efficace con quella degli altri due centri energetici, il Dan Tien intermedio, cioè quello del Cuore, e il Dan Tien superiore, cioè quello del Cranio, sede dello Spirito, la mamma fa fatica a mantenere un buon livello di energia e ad aprire totalmente il cuore per amare il figlio che porta in sé in modo incondizionato.

Un esempio pratico e concreto: una donna che ha vissuto problematiche di rifiuto (e/o di abuso) nella sua infanzia potrà essere una mamma che farà fatica a dare al suo bambino tutto il tocco e il contatto fisico di cui lui ha bisogno perché lei il tocco o non l’ha ricevuto o per lei è stato fonte di dolore.

Oggi noi sappiamo che “L’esperienza in utero del feto costruisce l’architettura cerebrale che determinerà il suo comportamento dopo la nascita”17 come afferma il neonatologo Wirth e che “La nostra salute è costruita in gran parte durante la vita intrauterina”18, come ci ricorda il ginecologo Michel Odent, per cui è fondamentale preparare un buon terreno e spargere i giusti semi non solo dall’inizio della gravidanza ma addirittura prima, per far sì che lo sviluppo del bambino avvenga nelle migliori condizioni possibili.


“Nell’utero vi è la potenzialità di trasformazioni e moltiplicazioni straordinarie e, per questo motivo, esso viene paragonato all’atanor dell’alchimista, nel quale vengono uniti il mercurio con lo zolfo per ottenere l’oro alchemico”19.

Ma molto spesso “le madri non si rendono conto dell’influenza che esercitano i loro stati d’animo sul bambino durante la gestazione”20. Tante volte mi è capitato di sentirmi dire dalle mamme durante visite o conferenze “Se solo lo avessi saputo prima…!”

Ecco perché tengo tanto al mio lavoro di divulgazione e sensibilizzazione: sono convinta che spargere semi di consapevolezza prima e durante la gravidanza possa essere uno straordinario mezzo per far nascere e crescere bambini più sani e felici.


Oggi sappiamo anche – come aveva intuito già Maria Montessori – che quanto più piccolo è il bambino al momento del trauma, maggiore é il pericolo per la sua vita futura. E quando lo shock avviene durante il periodo prenatale, è ancora più pericoloso, per cui ogni sforzo andrebbe compiuto al fine di proteggere la mamma e il bambino durante i nove preziosissimi mesi della gestazione: investire su questo periodo è la migliore assicurazione sulla vita che si possa stipulare…


Ma a questo punto voglio aggiungere un’altra considerazione preziosa, trasmessami da Matthew Appleton, molto utile per non farsi prendere da inutili sensi di colpa (di cui noi mamme siamo specialiste): “Se il grembo fosse un ambiente ideale non saremmo in grado di reagire alle negatività”… Tutto ciò che incontriamo nel nostro percorso di vita è in realtà funzionale al nostro stare qui e le difficoltà che ci si presentano lo fanno anche e soprattutto per mettere in evidenza e ricordarci la nostra forza.

La nascita

Ed ecco che arriva il momento tanto atteso della nascita. I taoisti dicono che il bambino “ingoia la pillola fangosa” (Ni Guan), confermando così la sua volontà di accettare il cammino che lo aspetta. Nel farlo egli perde la memoria del suo percorso, di ciò che è stato prima della nascita. Nella tradizione ebraica si dice che un angelo tocca il labbro del bambino e il ricordo della vita prima del concepimento (il Cielo anteriore di cui parlano i taoisti) svanisce come per magia… Nella visione taoista la nascita è un rovesciamento: negli ultimi giorni di gravidanza infatti il feto si capovolge, si mette a testa in giù e preme sulla cervice uterina per prepararsi a nascere, cioè a radicarsi nella terra.


Il processo della nascita avviene in quattro fasi distinte, ognuna delle quali ha un significato ben preciso e delle ripercussioni o risonanze poi nella vita adulta.


Ne ho parlato nell’ultima edizione di Sono qui con te in modo più esaustivo, per cui ora ricorderò solo quanto segue:

  • nel primo stadio il feto preme con il capo contro la cervice uterina per aprirsi il varco: è la fase delle contrazioni che portano alla completa dilatazione dell’utero. Può essere un processo veloce o anche molto lento e faticoso. Qui, secondo la visione taoista, c’è tutta la forza dell’elemento Legno: la potenza del germe. È l’archetipo dell’Ariete che con la sua testa divelle il portone che gli apre l’ingresso nel mondo. Il tema associato è la pressione: come reagisco quando mi sento pressato da scadenze o mi viene messa fretta? Come inizio un progetto?

  • il secondo stadio è il più breve ma anche il più doloroso, specie per i bambini che hanno fatto fatica ad incarnarsi: in questa fase il nascituro deve compiere una rotazione che lo porta per la prima volta a perdere l’allineamento testa-cuore e provoca in lui una sensazione di perdita di connessione con il Cielo, con la Fonte, con il Divino, che può provocare il panico, anche perché è ormai troppo tardi per cambiare idea e tornare indietro… Il tema associato a questa fase è quello della separazione e dell’orientamento: come reagisco di fronte a una perdita o un distacco? Come mi sento quando devo prendere una decisione e fare una scelta? Faccio fatica a trovare la mia strada?

  • il terzo stadio è la fase conclusiva del parto in cui il bambino deve chinare la testa per farla passare sotto alla sinfisi pubica: è l’atto finale di umiltà che bisogna compiere per accettare definitivamente la nostra esistenza terrena. I temi associati a questa fase sono la resilienza, lo sfinimento e la conclusione dei progetti: come reagisco di fronte alla fatica? Come concludo i progetti iniziati?

  • il quarto stadio segna la fuoriuscita del bambino dal corpo materno prima con la testa e poi con le spalle. Comprende anche il taglio del cordone ombelicale, l’espulsione della placenta e il ritorno a casa dall’ospedale. Il tema associato a questa fase è l’accoglienza: come vengo accolto nel mondo? Com’è per me essere visto dagli altri?


Il processo della nascita è un processo di separazione: la prima avviene ancor prima del parto e riguarda la circolazione fetale. Con la chiusura del dotto di Botallo, che le collegava, la parte destra del cuore si separa da quella sinistra e il sangue venoso blu (Yin, principio femminile) non si mescola più con quello arterioso rosso (Yang, principio maschile): l’Uno si è fatto Due.


La seconda separazione avviene nella fase espulsiva del travaglio con l’uscita del feto dal corpo materno: il cucciolo umano, nato nell’acqua, giunge sulla terra e impara a conoscere l’elemento Aria. Non per nulla il primo atto di un neonato è il respiro, con il quale il bambino riafferma la sua volontà di vivere, di restare.


Infine l’ultima separazione è quella rappresentata dal taglio del cordone ombelicale, che stacca definitivamente il bambino dalla placenta e quindi dalla madre. Ecco perché questa andrebbe posticipata il più possibile ed effettuata solo quando il bambino è pronto per compiere il passo e varcare la soglia: secondo i taoisti, attraverso il cordone passa l’ultimo Jing, cioè l’ultimo sprazzo di energia vitale dalla madre al bambino.

La pratica del Lotus Birth21 in questo senso è ottimale per rispettare al massimo i tempi fisiologici del distacco tra placenta e bambino e permettere a quest’ultimo di vivere la separazione dal suo compagno di viaggio nel modo più sereno e naturale possibile.


Come abbiamo visto, venire al mondo è un processo faticoso e difficile: in ogni fase di questo accidentato percorso è possibile, in caso di traumi, perdere un frammento di Anima, che andrà poi recuperata per poter ricomporre l’unità perduta… Le problematiche materne irrisolte sappiamo che condizionano, oltre all’esperienza prenatale, anche l’andamento del parto: la maggior parte delle difficoltà al momento del travaglio sono dovute a memorie dolorose inconsce che la mamma non sa nemmeno di portarsi dentro. Il blocco dell’energia sessuale, legato per esempio ai traumi registrati nella storia transgenerazionale delle donne della famiglia, rende il processo del parto doloroso e irto di ostacoli, mentre esso dovrebbe essere un evento naturale e potrebbe essere finanche un’esperienza piacevole se i centri energetici della partoriente fossero liberi e sgombri di inutili e pesanti zavorre.

Ecco perché, ai fini di un processo di nascita ottimale, sarebbe così importante una buona preparazione durante la gravidanza, fatta però non tanto di semplici esercizi di ginnastica fine a se stessa, quanto di lavoro sul corpo mirato a sbloccare le emozioni rimaste intrappolate nella rete energetica e a sciogliere le corazze formatesi a protezione delle esperienze dolorose.

Ci sono tanti strumenti per effettuare questo tipo di lavoro: dallo Yoga al Qi Gong, come pratica corporea, dal Cranio-sacrale biodinamico al meno conosciuto Jin Shin Do come vero e proprio trattamento terapeutico (e non solo in caso di disturbi e malesseri). Io ho avuto modo di verificare gli effetti di quest’ultimo approccio grazie a Giorgio Busi, che ha trattato alcune mamme in gravidanza da me inviategli. Devo dire che i risultati sono stati brillanti: una seduta di emergenza per esempio (in un caso si trattava di un incidente d’auto in una gravida a termine e in un altro di una fastidiosa sciatica che impediva la deambulazione) ha permesso lo svolgimento di un parto senza necessità di interventi medici (e nel secondo caso anche molto veloce). Il trattamento fa bene alla mamma ma anche al bambino, che si sente protetto e in mani sicure…


Il Jin Shin Do si dimostra molto utile anche in caso di attacchi di panico in gravidanza o, nel post partum, per far fluire l’energia bloccata nella cicatrice in caso di taglio cesareo.


Questa forma particolare di digitopressione, unita alla partecipazione attiva del ricevente che dialoga col terapista verbalizzando sensazioni ed emozioni, permette di elaborare parti traumatici e dolorosi ma si rivela anche un ottimo strumento – e posso testimoniarlo per esperienza personale – per lavorare sui vissuti della propria vita prenatale e della propria nascita così da darsi un’altra possibilità: che gioia per esempio poter sperimentare un bel Lotus Birth e riconnettersi alla propria placenta ritrovando finalmente un senso di pace perduto! Ma c’è anche chi ha rivissuto un parto con distocia di spalle o il momento della rottura delle acque, ritrovandosi su un lettino completamente bagnato dal sudore, o chi ha scoperto attraverso una visualizzazione che le cellule fecondate erano addirittura tre anche se a destinazione ne è arrivata solo una…

Il post partum

È qui che inizia la nuova avventura insieme. I primi giorni dopo il parto sono cruciali per stabilire un buon legame tra madre e bambino e richiedono intimità, riposo, raccoglimento e silenzio. Per non dimenticare che quella piccola creatura che strilla tra le nostre braccia o ci guarda con i suoi occhi sgranati che sanno di Cielo non è solo un esserino fatto di carne e ossa ma molto, molto di più…


Ogni essere che viene al mondo – scriveva da pioniera Maria Montessori – non è solo un corpo fisico ma possiede latenti in sé funzioni che vanno al di là di quelle dei suoi organi fisiologici.


“La sua anima che è pura e molto sensibile richiede la nostra cura più attenta e delicata. Non dobbiamo solo preoccuparci del suo corpo, così piccolo e fragile. Non dobbiamo solo pensare a nutrirlo, lavarlo e vestirlo con grande cura”22: il neonato richiede molto di più!


Questa creatura che arriva da molto lontano ha bisogno soprattutto di essere accolta e compresa, di sentirsi desiderata. Ha bisogno di una presenza amorevole, espressa attraverso lo sguardo e il tocco: basta un gesto semplice e delicato come una mano che sostiene la schiena o i piedini a dare al piccolo naufrago un senso di sicurezza. Perché la mano, come ci ricorda la medicina tradizionale cinese, è il prolungamento del cuore…


E invece purtroppo molto spesso “Il più umano di tutti i bisogni del bambino è negletto: le esigenze del suo spirito, della sua anima”23. Se pensiamo che solo qualche decennio fa il neonato era considerato un essere insensibile: veniva operato senza anestesia e trattato dai medici poco più che alla stregua di un tubo digerente… Questa creatura così complessa e speciale per tanto tempo non è stata compresa e ancora oggi a volte non lo è del tutto.


Come aveva intuito Maria Montessori, “Il bambino va curato dalla nascita soprattutto come un essere dotato di vita psichica… Se dunque essa esiste, deve essersi formata previamente, altrimenti non potrebbe esistere come dimostra il bambino che nasce a sette mesi. Lo svolgimento psichico è legato solo a un mistero: al segreto delle potenzialità latenti che sono diverse in ogni individuo”24. Lo stesso concetto è espresso con parole diverse anche da Yogananda: “Molti credono erroneamente che l’anima entri nel corpo al momento della nascita, ma se l’anima non ci fosse già prima, il corpo non si potrebbe sviluppare dalle piccole cellule originali”25.


Oggi noi sappiamo dalla fisica quantistica e dalle ricerche delle neuroscienze che già la cellula possiede una coscienza e una memoria, quindi a maggior ragione un embrione, un feto o un neonato!


Per parafrasare ancora una volta la Montessori, dobbiamo imparare a capire il linguaggio dell’anima dei bambini se vogliamo veramente comprendere i loro bisogni profondi.

E per farlo occorre osservare e mettersi all’ascolto.

Cara mamma
Cara mamma
Elena Balsamo
Spunti per una maternità consapevole.Una miscellanea di scritti dedicati al tema della maternità, con spunti e riflessioni per viverla in modo autentico e consapevole. Dalla penna delicata di Elena Balsamo, una miscellanea di scritti che l’autrice ha voluto dedicare al tema della maternità.Cara mamma non è un testo di informazioni pratiche su come prepararsi alla nascita del bambino, ma un omaggio a tutte le madri che svolgono o hanno svolto, silenziosamente, con pazienza e umiltà, il mestiere più importante del mondo.Un libro dedicato a tutti i figli che sono impegnati nel faticoso processo di elaborazione della propria storia personale, così come a tutte le madri e a coloro che si apprestano a diventarlo. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.