Perciò suppongo che i bambini continueranno ad essere una seccatura e le madri continueranno ad essere felici di poter essere le loro vittime.D.W. Winnicott1
Capitolo X
Disciplina per gli
Immaturi
Guadagnare tempo per dar spazio alla crescita
La risposta a un comportamento immaturo è la maturità
Le sei caratteristiche dei bambini che si comportano bene3
I sei tratti del bambino che si comporta bene
-
Vuole essere bravo per coloro che ne sono responsabili
-
Capisce quando è in arrivo un pericolo e adotta la dovuta cautela (si allerta con facilità)
-
Riconosce l’inutilità quando la incontra.
-
Gli attaccamenti attraverso cui interagisce con gli altri sono appropriati (attaccamento appropriato)
-
Ha obiettivi e programmi propri (ben intenzionato).
-
È in grado di pensarci due volte quando sente impulsi che potrebbero metterlo nei guai (si sa regolare).
È un tale cambio di prospettiva rispetto al doversi concentrare sul comportamento e lavorare direttamente su di esso. Apprezzo moltissimo il fatto che la natura abbia un ruolo vitale e che come genitore non sia responsabile di dover far crescere il bambino. Da genitore inesperto non lo sapevo, credevo davvero che dipendesse da me “stroncare le cose sul nascere” o “avere sempre il controllo fin nei minimi dettagli”. Ero talmente teso e preoccupato credendo di essere investito di tutta la responsabilità sul comportamento appropriato. Non avevo capito la natura spontanea della crescita.
Critica delle pratiche correnti in fatto di disciplina
Credo che questo modo di pensare per “conseguenze” non sia congruo con l’intuizione dei genitori che debbano diventare ciechi per essere in grado di portare a termine il loro compito. Credono di fare la cosa giusta, sono mossi dall’amore e dal desiderio di cura per i figli, tuttavia il loro non è un comportamento amorevole. Le difficoltà vere iniziano quando questi metodi non funzionano più ma i genitori non sanno cosa fare e si sentono disperati.
1) Metodi fondati sulla paura
Mentre ero a trovare i miei suoceri, il figlio di mio fratello, di tre anni, tirava via dalla libreria tutti i libri e li lanciava sul pavimento. Mio fratello ha alzato la voce dicendogli di smetterla, ma lui sembrava incurante della minaccia. Visto che continuava, mio fratello ha iniziato a gridare più forte finché non gli ha urlato di smetterla. La cosa più triste è stata la reazione lenta ed esitante di mio nipote, sembrava quasi non toccato. Mi sono chiesta quante volte fosse stato richiamato in questo modo e quale impatto potesse avere su di lui.
2) Metodi fondati sulla separazione
Olivia è molto responsabile, generosa, educata, e per la sua giovane età molto matura. Trovo che sia una situazione piuttosto triste perché è molto ansiosa, manca di spontaneità, persino i suoi sorrisi sono forzati e non è molto curiosa. Olivia sembra supponente ma in realtà ripete le opinioni dei genitori. Non so cosa pensi, cosa creda o voglia; quando gioca con gli altri bambini, di solito questi si fanno male. L’ho vista dare una spinta a una bambina durante una gara. Olivia si porta appresso una montagna di frustrazione e tristezza. Soffre regolarmente di mal di pancia ma i dottori dicono che non ha nulla. Olivia paga un prezzo altissimo per essere una brava bambina! Come deve sentirsi a dover essere sempre buona per non perdere l’attaccamento dei genitori, per sentirsi amata, per non deludere le loro aspettative? Come dev’essere non ricevere un invito a esistere in modo diverso? Dev’essere spaventoso!
3) Metodi fondati sul ricatto
Ero solita affidarmi alla minaccia di conseguenze per influire sul comportamento. Se, per esempio, mio figlio non raccoglieva i suoi giochi, non aveva il permesso di venire in città con me. Ahi!… non capivo che avevo l’abitudine di usare la minaccia della separazione per “velocizzare” la crescita di mio figlio. Dopo avergli presentato le “cause e gli effetti”, si sbrigava a fare quello che doveva, ma era così spaventato che non riusciva a pensare con chiarezza e infatti ci impiegava più tempo.
Avevo iscritto mio figlio a calcio perché lo adorava. Il problema è che ogni volta che si sente frustrato sul campo non riesce a controllarsi. Un giorno, la sua squadra perdeva e un altro bambino lo ha fatto inciampare per sbaglio e mi sono accorto che lui era furioso. Ha colpito a braccio teso un altro bambino; non è pronto per giocare in una squadra come questa, dobbiamo aspettare finché non avrà un maggiore controllo degli impulsi perché così è troppo pericoloso per gli altri bambini.
Disciplina sicura per l’attaccamento e sana per il processo evolutivo
Mia figlia è tornata a casa dall’asilo e ha iniziato a giocare con le sue bambole, mettendole in punizione e dicendo loro che erano cattive. Le ho chiesto cosa stesse succedendo e lei mi ha detto che le bambole non l’ascoltavano, per questo dovevano andare in castigo. Le ho chiesto come si sentissero le bambole per essere state mandate via e mi ha risposto dicendo che erano molto tristi. Le ho chiesto dove avesse imparato l’esistenza dei castighi, visto che a casa nostra non esistono, e lei mi ha detto: “A scuola!”. Le ho chiesto cosa facciamo noi al posto dei castighi e lei ha risposto: “Ci diamo un’altra possibilità, mamma!”
Le dodici strategie di Neufeld per una disciplina che salvaguardi l’attaccamento e il processo evolutivo5
Cinque pratiche fondanti di sana disciplina
1) Non affrontare subito il problema quando si presenta
Linee guida per la gestione degli incidenti
(in cui sono coinvolte le emozioni)
Anziché pensare di fare progressi, puntate a non fare del male
-
Indicate semplicemente la violazione (se necessario)
-
Tamponate il problema legato al comportamento
-
Tentate di modificare o controllare la situazione (NON il bambino)
-
Stabilite un momento per affrontare e considerare il problema
-
Meglio uscirne prima che dopo.
Mia figlia di tre anni aveva rovesciato di proposito il latte perché le avevo detto che non poteva avere un altro biscotto. Ero arrabbiatissima, e le ho detto di pulire; lei ha urlato “No!”. Ero furiosa e le ho intimato: “Ora pulisci!”, lei mi ha urlato di rimando: “No!”. Sentivo la frustrazione crescere al punto che avrei voluto strofinarle il naso sul latte versato.Ho avuto paura della forza della mia reazione, così ho solo aggiunto: “Tutti fuori dalla cucina! Così non funziona, pulirai dopo, ora ce ne andiamo!”. Sono uscita dalla stanza e i bambini mi hanno seguita; siamo finiti nella sua stanza e ho iniziato a leggere loro qualcosa. Mi si sono avvicinati e sono venuti in braccio mentre leggevo, ho sentito il calore del loro corpo e mi sono ricordata di quanto adori coccolarli. Mentre la frustrazione scemava, mi sentivo più bendisposta verso mia figlia e le ho detto che dovevamo tornare in cucina a pulire insieme il latte. Ha acconsentito prontamente.
2) Coinvolgete gli istinti di attaccamento prima di mettervi al lavoro
Le cinque pratiche fondanti di una sana disciplina
-
Non cercare di fare progressi durante i frangenti problematici.
-
Coinvolgere gli istinti di attaccamento prima di mettersi al lavoro.
-
Proteggere e alimentare il desiderio del bambino di far bene.
-
Riconoscere i propri limiti e non superarne l’ambito.
-
Gettare un ponte su tutto ciò che rischia di dividere.
3) Proteggere e alimentare il desiderio del bambino di far bene
Molte delle pratiche più popolari relative alla disciplina trasmettono sfiducia nelle intenzioni del bambino e la convinzione che egli non voglia per sua natura far bene. La punizione viene impartita per modificare la mente del bambino anziché considerare il fatto che le emozioni e gli impulsi hanno spesso la meglio sulle migliori intenzioni, eclissandole. Se un bambino vede che il genitore crede in lui e nel suo tentativo di fare la cosa giusta pur commettendo degli errori, questo non solo proteggerà la relazione, ma manterrà intatta la volontà del bambino di proseguire nella giusta direzione. Verrà trasmessa fiducia nel suo desiderio di far bene, sarà come dire che è amato nonostante gli sbagli e la dignità di tutti non verrà lesa strada facendo. Come ha detto un genitore: “Mi è parso un miracolo la prima volta che ho notato che mio figlio voleva essere bravo per me. La disciplina è diventata semplice e senza intoppi, a stento necessaria.”4) Riconoscere i propri limiti e non superarne l'ambito
5) Gettare un ponte su tutto ciò che rischia di dividere
Tre strategie in fatto di disciplina per promuovere un sano sviluppo
1) Sollecitare le buone intenzioni
Le tre strategie disciplinari che promuovono un sano sviluppo
-
Sollecitare le buone intenzioni
Permette di indirizzare il bambino nella direzione giusta -
Tirar fuori i sentimenti contrastanti
Aiuta il bambino a trovare quegli elementi temperanti che mitigano gli impulsi problematici. -
Accogliere il pianto di inutilità
Aiuta il bambino a trovare la tristezza e la delusione che dovrebbero manifestarsi nell’incontro con ciò che non può essere cambiato.
I miei figli hanno iniziato a chiamare la nonna “Nonnina con le gambe corte” per distinguerla dall’altra nonna. Quando lei li ha sentiti si è dispiaciuta e ha detto che non voleva ci si riferisse a lei per la sua statura. Ho chiesto ai bambini di trovare un altro nome e loro hanno detto: “Nonna con il pollice in giù!” Gli ho detto che non poteva essere una parte del corpo che non funziona bene e così hanno optato per “Nonnina dai capelli castani!”. Quando la nonna è venuta a trovarci ho sollecitato molto le loro buone intenzioni perché la chiamassero con il nuovo nome e loro hanno promesso di mettercela tutta. Quando è arrivata erano proprio in sintonia e lei è stata contenta del cambio di nome.
Sollecitare le buone intenzioni è una strategia molto efficace che aiuta il bambino a riconoscere che alla fine sarà lui a dirigere il proprio comportamento. Aiuta a prendere in mano la propria vita e a capire che si possono fare delle scelte. Naturalmente, gli impulsi e le emozioni dei bambini piccoli talvolta avranno la meglio sulle buoni intenzioni. Per questa ragione, è importante sostenere l’intenzione - “Ce l’hai messa davvero tutta ad ascoltare!” - anziché focalizzarsi sul successo della messa in atto.
2) Tirare fuori i sentimenti eterogenei
Papà: “Tuo fratello oggi ti ha dato proprio un bel graffio in faccia! So che eri molto arrabbiata con lui, perché pensi che ce l’avesse tanto con te?”
Katie: “Gli ho detto che non volevo giocare ai trenini con lui, e così mi ha graffiata!”
Papà: “Adora quei trenini, deve esserci rimasto molto male e anche tu ti sei sentita ferita; delle volte è dura avere un fratellino più piccolo, vero?”
Katie: “Sì, delle volte è cattivo!”
Papà: “C’è una parte di te che ancora desidera giocare con lui e si è dispiaciuta per quello che hai detto?”
Katie: “Sì, mi va ancora di giocare con lui e sono anche dispiaciuta!”
3) Accogliere il pianto di inutilità
Eravamo in spiaggia e ho messo un cappellino a mia figlia, ma continuava a toglierselo nonostante cercassi di distrarla. Allora gliel’ho rimesso e le ho detto: “No, è necessario indossare il cappello!”. Mi ha guardata e se l’è tolto di nuovo, ho detto “No!” e gliel’ho rimesso in testa. È andata avanti così per venti minuti circa, con lei che piangeva e strillava. Sono stata paziente e le ho detto che capivo la sua frustrazione ma ho deciso che era il momento giusto per accogliere le sue lacrime di tristezza per un cappello che andava indossato”.
Quattro misure di riserva per gli immaturi
1) Assumersi la responsabilità per il bambino che si è messo nei pasticci
Quattro misure di riserva per gli immaturi
-
Assumersi la responsabilità per il bambino che si è messo nei pasticci
-
Ricorrere a strutture e rituali per orchestrare i comportamenti caotici
-
Modificare le circostanze che controllano il bambino
-
Dare agli immaturi precise istruzioni sul comportamento
2) Ricorrere a strutture e rituali per orchestrare i comportamenti caotici
3) Modificare le circostanze che controllano il bambino
4) Dare agli immaturi precise istruzioni sul comportamento
I miei figli sono andati a trovare i nonni e al ritorno mia suocera ha detto che erano stati cattivi con il cane. Non sono mai stati insieme a un cane perciò non hanno idea di come comportarsi. Ho spiegato loro che il cane era spaventato e che lo avrebbero dovuto trattare in modo diverso. Ho chiesto loro se pensavano di poter fare qualcosa per essere carini con lui. Il più grande ha detto: “Non gli appiccicheremo addosso gli adesivi, non lo coloreremo con i pennarelli e non ci andremo a cavallo!” Dopo aver concordato che si trattava di ottime idee ho preso uno dei loro peluche e gli ho insegnato come si fa ad accarezzare e ad essere gentili con un cane. La visita successiva è andata molto meglio.
Linee guida speciali per i conflitti tra fratelli
-
Assumersi il ruolo di guida nelle interazioni. I piccoli non dovrebbero essere lasciati da soli a sbrogliarsela quando entrano in conflitto. Poiché mancano della dovuta considerazione e della capacità di pensare contemporaneamente ai due aspetti della storia, è improbabile che trovino una risoluzione equa o civile alle proprie dispute. Agli adulti spetta il compito di comunicare che sono responsabili e che decideranno come trovare un modo per superare l’impasse.
-
Non assurgere a giudici. Quando un adulto prende posizione e si erge a giudice emettendo un verdetto sul conflitto, uno dei bambini la vedrà come una rottura della relazione se l’adulto non ha preso le sue parti. Oltre tutto, se un genitore non ha assistito al conflitto deve fondarsi su informazioni incomplete e prospettive che non considerano il contesto, rischiando di emettere un giudizio iniquo.
-
Essere vicini alle esperienze di ciascun bambino. Sebbene l’adulto non possa essere d’accordo con il modo in cui i bambini hanno reagito, può però far sentire che è vicino ai sentimenti di ognuno: “vedo che ti dispiace che tua sorella non voglia giocare con te!” e “vedo che ti da fastidio che tuo fratello continui a seguirti dappertutto per giocare!”. Far sentire la propria vicinanza ai sentimenti di ciascuno aiuterà a preservare la relazione e a trasmettere la sensazione che esiste una persona responsabile. Si può fare in privato con ogni bambino oppure nel mezzo del litigio, come i genitori ritengono più appropriato.
-
Non pretendere scuse che non siano sincere. Anziché pretendere che i bambini si chiedano scusa, chiedete che si scusino se sono dispiaciuti. C’è chi potrebbe aver bisogno di un’imbeccata a un certo punto: “Ora potrebbe essere il momento di chiedere scusa se ti senti dispiaciuto!”. Separare le scuse da un autentico rimorso farà più male che bene.
-
Cercare i motivi profondi se il conflitto si fa cronico e pervasivo. Quando un bambino piccolo è pieno di aggressività, è importante considerare il perché di tanta frustrazione. Talvolta si tratta di un eccesso di separazione e la frustrazione si sfoga sul soggetto più a portata di mano - un fratello. Altre volte al bambino mancano i sentimenti di premura per gli altri ed è pieno di allarme e di energia di attacco. Ripristinare i sentimenti di vulnerabilità ridurrà il conflitto tra fratelli.
Capire i piccoli
Deborah MacNamara
Come aiutare a crescere creature imprevedibili e meravigliose da 0 a 6 anni.Un manuale di facile lettura, ricco di consigli pratici e testimonianza dirette, per aiutare i genitori a comprendere la natura dei bambini piccoli.
I bambini piccoli sono fra le persone più amate, ma anche fra le più incomprese.Le loro straordinarie personalità possono rivelarsi una sfida per gli adulti, in quanto sfuggono alla logica e alla comprensione: passano dall’essere sfrontati, recalcitranti e ribelli all’illuminare la stanza con la loro gioia di vivere e le risate contagiose.Le reazioni estreme, la rabbia apocalittica, i pianti inconsolabili e le impuntature senza cedimenti sono la cifra dell’immaturità, e per quanto dovrebbe sembrare evidente che essa sia un tratto costitutivo dei piccoli e li renda persone molto diverse dagli adulti, si rivela invece fra quanto di più misconosciuto e negletto.
Deborah MacNamara, allieva e collega di Gordon Neufeld, uno dei più importanti esperti dell’età evolutiva, esplora l’intenso bisogno di attaccamento del bambino, l’importanza vitale del gioco, la natura della giusta disciplina e del tipo di relazione che è in grado di proteggere la crescita delicata dell’infanzia.
In Capire i piccoli si trova ciò che serve ai bambini per crescere e prosperare, ma non prima di aver capito che i loro comportamenti, talvolta sconcertanti, non sono affatto la manifestazione di un disturbo o di un deficit e neppure di una “cattiva educazione”.Non guarderete più ai vostri figli e a voi stessi nello stesso modo, e pur scoprendo quanto sia critico il ruolo di genitore e adulto, vedrete anche come, dalla giusta prospettiva, sia più facile e naturale di quanto si creda.
Conosci l’autore
Deborah MacNamara è counsellor clinico ed educatrice con un’esperienza ultraventennale.Membro del Neufeld Institute, affianca alla pratica di consulente una regolare attività formativa rivolta a genitori, educatori, professionisti della salute mentale e chiunque si prenda cura dei bambini.Vive a Vancouver con il marito e due figlie.