E Max, il re di tutte le creature selvagge, si sentiva solo e voleva stare dove qualcuno lo amasse più di ogni altra cosa.Maurice Sendak1
capitolo viii
Paura del distacco
La buonanotte, la separazione e l’ansia
I bambini piccoli non sono fatti per la separazione
Cos’è l’ansia da separazione?
Mia figlia di notte tende a diventare profondamente ansiosa e vuole tenersi stretta a me fisicamente. Ha bisogno di sentirci o vederci per casa. Una sera, dopo che si era addormentata, ero seduta di sotto a leggere, lei si è svegliata e mi è venuta a cercare in preda all’ansia. Visto che stavo leggendo, la casa era molto silenziosa e lei ha pensato che me ne fossi andata e l’avessi lasciata. Ora leggo sempre al piano di sopra, oppure con la radio o la tv accese come rumore di fondo.
Prendeva confidenza con me lentamente, ma accingendomi a leggergli qualcosa gli dissi: “Vedi siamo proprio uguali, ci piacciono tanto i libri!”. Mi chiese un altro libro e dopo averlo scelto mi disse: “Questo è uno dei miei preferiti!” Mi sorrideva raggiante e mi chiese cos’altro mi piacesse. A un certo punto disse: “Ti piacciono i marshmallow?”; dimentica, sul momento, della forma di attaccamento attraverso la somiglianza, risposi: “Non tanto!”. La delusione e lo sconcerto sul suo viso mi spezzarono il cuore e tornai subito a parlare di tutte le cose che ci rendevano simili, facendogli tornare il sorriso.
Stavo dando la buonanotte a Matilda dopo averla messa a letto e ho notato questo rigonfiamento in corrispondenza dei piedi. Quando ho sollevato le coperte ho visto che indossava le sue scarpe nuove, nere e lucide, e le ho chiesto perché, allora ha iniziato a piangere: “Oh, Mamma, adoro le mie scarpe, non voglio che i miei piedi crescano, me ne compri un altro paio quando diventano piccole?”, le ho risposto di sì e ho aggiunto che non sarebbe mai stata troppo grande da impedirmi di aver cura di lei. Matilda si è fatta molto silenziosa e poi mi ha chiesto: “Mamma, quando sarai morta, mi vorrai ancora bene dal cielo?”, sono riuscita a risponderle: “Sì, sarò sempre con te, non ci sarà mai un giorno in cui sarai lontana dal mio amore per te!”
L’angoscia nel bambino piccolo
1) Anticipazione cronica della separazione
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Quanta separazione, nel complesso, deve affrontare rispetto agli attaccamenti più stretti?
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Chi si prende cura del bambino? Il bambino ha sviluppato un attaccamento con questa o queste persone? E se è così, come?
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Il bambino riceve cure costanti che comprendono un generoso invito a creare un legame affettivo con gli adulti che si occupano di lui?
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Qual è la capacità, dal punto di vista evolutivo, che il bambino ha di tenersi stretto al genitore quando questi non c’è?
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Quanto è sensibile il bambino e quanto è difficile per lui la separazione?
2) L’uso della disciplina fondata sulla separazione
Come usare l’attaccamento per gestire l’ansia da separazione
1) Ridurre la separazione
2) Colmare le distanze
Gettare un ponte sulla notte.
3) Favorire il legame con gli altri
Mia figlia di tre anni adora ballare a casa e in classe. Alla fine dell’anno c’è stata una recita a cui sono stati invitati tutti i genitori, lei si è rifiutata di ballare davanti a tutti ed è rimasta in braccio a me a guardare i suoi compagni. Le ripetevo di andare a ballare ma lei si rifiutava, non volevo farle pressione - è piuttosto sensibile - ma davvero non capivo perché non volesse danzare sapendo quanto le piaccia.
Mio figlio era in ansia per l’inizio dell’asilo, così ho colto l’occasione di fargli incontrare in anticipo la maestra e di fargliela conoscere meglio. Si è portato il suo libro preferito e, dopo averli presentati, l’ho incoraggiato e leggere insieme a lei. La maestra è stata meravigliosa e gli ha detto che era anche una delle sue storie preferite. Lui poi le ha mostrato cosa aveva nello zainetto e lei era interessatissima a tutto quello che lui le diceva. È stato bellissimo guardare come entravano in contatto.
I tre passi per favorire nuove relazioni
- Primo passo: Presentare le due parti e gettare le basi affinché si sorridano e si trasmettano il desiderio di essere uno alla presenza dell’altro.
- Secondo passo: Preparare un contatto attirando l’attenzione su qualcosa che hanno in comune in fatto di gusti o preferenze.
- Terzo passo: creare occasioni ricorrenti, strutture, rituali e tradizioni in cui far incontrare le due parti, come vacanze, feste, pranzi, ritrovi, passeggiate, gite, giochi e interazioni.
4) Favorire il pianto e coltivare la resilienza
So quanto i bambini abbiano bisogno di piangere, ma è dura perché temo che i genitori mi giudichino e pensino che non so occuparmi dei loro figli se questi sono infelici. So che sentono la nostalgia dei genitori, ma talvolta temo che se li lasciassi piangere, non smetterebbero per tutto il giorno. So anche che se non li lascio piangere sono più frustrati e aggressivi gli uni con gli altri.
I tre passi del saluto
- Primo passo: Il genitore richiama a sé il bambino e gli dà un oggetto che faccia da ponte durante la separazione, una fotografia, un bigliettino, un portachiavi, una collana.
- Secondo passo: Il genitore saluta chi si occuperà del bambino, con atteggiamento amichevole, così il bambino saprà che esiste una relazione fra loro, si assicurerà poi che il bambino venga richiamato a sé dall’altro adulto.
- Terzo passo: il genitore fa sapere al bambino quand’è che si rivedranno e lo lascia salutandolo nel modo più appropriato, con un bacio o un abbraccio.
Capire i piccoli
Deborah MacNamara
Come aiutare a crescere creature imprevedibili e meravigliose da 0 a 6 anni.Un manuale di facile lettura, ricco di consigli pratici e testimonianza dirette, per aiutare i genitori a comprendere la natura dei bambini piccoli.
I bambini piccoli sono fra le persone più amate, ma anche fra le più incomprese.Le loro straordinarie personalità possono rivelarsi una sfida per gli adulti, in quanto sfuggono alla logica e alla comprensione: passano dall’essere sfrontati, recalcitranti e ribelli all’illuminare la stanza con la loro gioia di vivere e le risate contagiose.Le reazioni estreme, la rabbia apocalittica, i pianti inconsolabili e le impuntature senza cedimenti sono la cifra dell’immaturità, e per quanto dovrebbe sembrare evidente che essa sia un tratto costitutivo dei piccoli e li renda persone molto diverse dagli adulti, si rivela invece fra quanto di più misconosciuto e negletto.
Deborah MacNamara, allieva e collega di Gordon Neufeld, uno dei più importanti esperti dell’età evolutiva, esplora l’intenso bisogno di attaccamento del bambino, l’importanza vitale del gioco, la natura della giusta disciplina e del tipo di relazione che è in grado di proteggere la crescita delicata dell’infanzia.
In Capire i piccoli si trova ciò che serve ai bambini per crescere e prosperare, ma non prima di aver capito che i loro comportamenti, talvolta sconcertanti, non sono affatto la manifestazione di un disturbo o di un deficit e neppure di una “cattiva educazione”.Non guarderete più ai vostri figli e a voi stessi nello stesso modo, e pur scoprendo quanto sia critico il ruolo di genitore e adulto, vedrete anche come, dalla giusta prospettiva, sia più facile e naturale di quanto si creda.
Conosci l’autore
Deborah MacNamara è counsellor clinico ed educatrice con un’esperienza ultraventennale.Membro del Neufeld Institute, affianca alla pratica di consulente una regolare attività formativa rivolta a genitori, educatori, professionisti della salute mentale e chiunque si prenda cura dei bambini.Vive a Vancouver con il marito e due figlie.