Il bravo giocatore di scacchi sa prevedere in anticipo tutta una serie di possibili mosse e probabili contromosse. Ma solo perché ha imparato a riesaminare e a rivalutare la situazione complessiva dopo ogni mossa.
Il genitore che è già abituato a fare la stessa cosa nel rapporto con il figlio, non avrà quasi bisogno di consigli: saprà come intervenire e continuerà a fare il punto della situazione dopo ogni intervento e dopo ogni reazione del figlio per capire che cosa occorre fare: in un certo senso si può dire che il genitore capace di far buon uso dei consigli non ha bisogno di consigli; mentre quello che non è capace di analizzare correttamente la situazione che si è creata non è neppure in grado di applicare in modo efficace i consigli ricevuti.
Bruno Bettelheim, Un genitore quasi perfetto, Feltrinelli, 1987, pp. 18-19.
La condizione emotiva, psichica, culturale e sociale deigenitorie dell’ambientein cui vive il bambino è fondamentale per la sua salute fisica, psichica ed emotiva.
Tra genitori e figli esiste sempre, in tutte le situazioni, una forte tensione emotiva.
Il fatto di crescere in una famiglia dove i rapporti dei genitori tra loro e con i figli sono improntati a intimità e onestà rende questi ultimi capaci di formare a loro volta durevoli e soddisfacenti rapporti di intimità con gli altri, relazioni che conferiscono un senso alla vita propria e altrui.
Esistono ambienti famigliari in cui gli incidenti si ripetono con una frequenza preoccupante. L’instabilità della famiglia contribuisce in modo significativo al rischio di incidenti: problemi finanziari, dissidi e discussioni tra i genitori, presenza di fratelli maggiori invadenti e aggressivi, discordanza di metodi educativi dei genitori, mancanza di autorevolezza, noncuranza, negligenza, ostilità, derisione.
Un tempo il comportamento del bambino era considerato dipendente in gran parte dalla genetica e dalla ereditarietà. Sentiamo spesso affermazioni del tipo:
è fatto così
assomiglia al padre (alla madre o al nonno)
ha un carattere forte
questo è il suo carattere
non possiamo farci niente
Oggi invece risulta ben chiaro che il comportamento del bambino è determinato essenzialmente dall’epigenetica, ovvero dall’ambiente in cui cresce, dall’emotività che vive, dall’amore che riceve, dal cibo che lo alimenta. In breve: I bambini imparano quello che vivono (poesia di Dorothy Law Nolte).
Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare.
Se i bambini vivono con l’ostilità, imparano a combattere.
Se i bambini vivono con la paura, imparano a essere apprensivi.
Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi.
Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano a essere timidi.
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invidia.
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli.
Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano a essere sicuri di sé.
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti.
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare.
Se i bambini vivono con l’accettazione, imparano ad amare.
Se i bambini vivono con l’approvazione, imparano a piacersi.
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un obiettivo.
Se i bambini vivono con la condivisione, imparano a essere generosi.
Se i bambini vivono con l’onestà, imparano a essere sinceri.
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos’è la giustizia.
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il rispetto.
Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fiducia in se stessi e nel prossimo.
Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo è un bel posto in cui vivere.
Come possono i genitori aiutare un bambino a ridurre il rischio di incorrere in incidenti?
Il fattore principale di prevenzione consiste nella capacità dei genitori di riconoscere e praticare una disciplina improntata all’attenzione e all’affetto.
Il bambino ha bisogno di affetto, attenzione, presenza fisica, sguardi, sorrisi. Se è frustrato, è più suscettibile di incorrere in incidenti.
Occorre innanzitutto rassicurare il piccolo, instillandogli fiducia e autocontrollo; il bambino si identifica con la persona che si prende cura di lui e che gli insegna.
Quindi, per aiutare il bambino il genitore dovrebbe agire tenendo a mente questi semplici, chiari, principi o regole guida:
giocare insieme al bambino
non lasciarlo solo
rispondere alle sue richieste di attenzione con amorevolezza
non ingannarlo
dire la verità
non assillarlo
incoraggiarlo
non rimproverarlo
non deriderlo
apprezzarlo
chiedere scusa
farlo ridere
fornire spiegazioni semplici ma chiare
dare l’esempio
Dovrebbe inoltre insegnargli:
a usare gli attrezzi: martello, pinze, accetta, coltelli
a salire sugli alberi
a camminare nei boschi, su terreni scoscesi
a camminare nei torrenti con l’acqua
ad accendere un fuoco in sicurezza
a giocare con l’acqua, con la terra, con le foglie
ad apprezzare il contatto con animali (cani, gatti, galline, conigli).
Luciano Proietti
Primo soccorso pediatrico e prevenzione degli incidenti dei bambini.Un agile prontuario illustrato per un corretto ed efficace pronto intervento, con le risorse che si hanno a disposizione sul momento, in caso di ferite, tagli, traumi, ustioni, soffocamenti e ingestione di sostanze tossiche.
Ferite, tagli, traumi, ustioni, soffocamenti, ingestione di sostanze tossiche… Sapere come comportarsi quando si verificano incidenti, più o meno pericolosi, che riguardano il bambino è di fondamentale importanza per ridurre gli effetti invalidanti e la mortalità.Un corretto ed efficace pronto intervento, con le risorse che si hanno a disposizione sul momento, può fare davvero la differenza.Altrettanto importante è sapere come prevenire gli incidenti, adottando le opportune precauzioni ambientali e “educando” il bambino alla valutazione del rischio; compito che spetta in primo luogo ai genitori e agli educatori dell’infanzia.In Calma e sangue freddo, agile prontuario illustrato rivolto a tutti coloro che si occupano di bambini, il pediatra Luciano Proietti descrive come agire tempestivamente a seconda dell’incidente (prima del ricorso al medico o dell’arrivo in ospedale) e dà utili indicazioni per orientare l’adulto verso una fondamentale responsabilizzazione del bambino.
Conosci l’autore
Luciano Proietti, medico, chirurgo, specializzato in pediatria e chirurgia pediatrica, ha lavorato per vent’anni presso la Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.Promotore di una “pediatria funzionale”, che curi e prevenga le malattie agendo sulle cause interne ed esterne, e non solo sui sintomi, si occupa di alimentazione fisiologica in età pediatrica.