Se la mamma è in difficoltà
Quando nasce un bimbo nella mente e nel cuore della mamma si smuovono emozioni, ricordi, timori, speranze. Qualche volta, la felicità che porta con sé una nuova nascita è offuscata da sensazioni impreviste, difficili da accettare e metabolizzare. A volte la mamma non è serena. Laddove tutti si aspettano da parte sua solo gioia ed entusiasmo, lei sente di non stare affatto bene. Può capitare quando nasce il primo bambino, può capitare quando nasce il secondo.
Se il bimbo in arrivo è il secondo, le difficoltà materne possono riguardare il rapporto con il primogenito, come racconta questa mamma nella sua toccante testimonianza:
Trovo che molte volte si parli dell’arrivo del fratellino come di una faccenda che riguarda l’emotività del grande che ama/odia, attacca/abbraccia il piccolo, e la fatica della madre e dei genitori nel gestire la situazione.
Poco ci si concentra sugli stati d’animo della mamma rispetto a quei due (o più) bambini dopo l’arrivo del secondogenito o del terzogenito. E di quanto il nuovo assetto “a tre” rischi di risultare inaspettato e sconvolgente – da un punto di vista emotivo – per la mamma. Quando si ha un solo figlio si è concentrati unicamente su di lui: lo si ama in modo totale, esclusivo. Poi arriva il secondo e…
La mia esperienza so non essere comune a tutte – o a molte mamme – e quindi non voglio parlare per le altre mie colleghe. Ma voglio raccontare quello che è successo di “brutto” e amaro a me, come l’arrivo del fratellino abbia sconvolto me prima ancora che mio figlio grande.
Abbracciato Edoardo, tanto piccolo lui e – rispetto al passato – più consapevole io di cosa avesse bisogno e di come stare con lui, dimenticai tutto il resto. Esclusi è il termine esatto. Da quel preciso istante ero la mamma di Edoardo, volevo essere solo la mamma di Edoardo, tanto che la vista del mio primo bambino mi infastidì sin dalla prima visita in ospedale, quando il mio povero quattrenne chiedeva di entrare nel letto con me perché gli mancava la sua mamma…
E dopo il rientro a casa le cose non sono andate molto meglio, anzi… Non so (o meglio, non sapevo) spiegarmi cosa mi succedesse, fatto sta che il mio “rifiuto” nei confronti di Riccardo si esprimeva con un vero e proprio dismorfismo verso di lui, che mi appariva enorme, e brutto…
Posso giustificarmi in mille modi, razionalizzando con l’effettiva solitudine nella gestione di entrambi, l’immancabile stanchezza che una mamma appena rientrata a casa prova senza poter trovare un briciolo di posa tra la gestione di un bimbo appena nato e le esigenze di un altro con una vita sociale e familiare strutturata, tra asilo e uscite. In verità le cose erano ben diverse. Mi sentivo come tagliata a metà: infinitamente disponibile e presente per il piccolino, e infinitamente lontana e respingente nei confronti del grande.
Mi piange il cuore (e gli occhi) a rivangare e metter su carta tutto questo, perché per superare quello stato ho dovuto riprendere un lavoro su me stessa, che avevo interrotto anni prima, nel terrore di procurare danni seri al mio primo bambino.
Oggi? Posso autoassolvermi guardando, con il giusto distacco che il tempo regala, la madre di allora come una donna alla quale forse veniva chiesto troppo, e che probabilmente si chiedeva troppo. Cresciuta con un modello di amore esclusivo che, guarda caso, escludeva proprio lei…
Ora Riccardo e suo fratello trascorrono le giornate tra liti e abbracci come penso tutti i fratelli. Ma sono anche il miglior compagno di giochi l’uno dell’altro: protettivo il grande, adorante il piccolo. Ma quando vedo una mamma alle prese con un bimbo appena nato e uno più grandicello subito chiedo: “E lei come sta?”
Beatrice, mamma di Riccardo, 9 anni, Edoardo 5 anni
Il suggerimento quando la mamma sente di essere in difficoltà è di non tenersi tutto dentro, ma di confidare il proprio disagio alle persone che le vogliono bene. Può trattarsi del partner, di un parente, di un’amica fidata, ma quando non si sta bene è davvero necessario trovare la forza di parlare, raccontare, esprimere i propri sentimenti. Parlarne è il primo passo che permette di prendere atto del problema e allo stesso tempo di iniziare a elaborare la situazione e pian piano risolverla.
Anche la condivisione da mamma a mamma, se la donna ha la possibilità di frequentare gli incontri organizzati dal consultorio e/o da gruppi e associazioni di genitori che operano sul territorio, rappresenta un’opportunità preziosa.
Qualunque problema, una volta condiviso, diventa meno pesante. A volte dal confronto con altri genitori emerge che certe difficoltà sono comuni, o comunque non così rare come si credeva.
Infine, quando la mamma si rende conto di non star bene con se stessa o con i suoi bimbi, è importante che non esiti a chiedere aiuto.
In alcuni casi esperienze che fanno parte del passato e devono ancora essere elaborate possono intralciare il nostro cammino e quello dei nostri bambini, offuscando la gioia del presente. Soffrire non ha senso quando confrontarsi con una figura esperta potrebbe aiutarci a ritrovare la serenità!