CAPITOLO VIII

Situazioni particolari

Quando c’è un bimbo in arrivo tutta la famiglia è in gioiosa attesa. I pensieri dei genitori e dei fratelli maggiori sono rivolti al futuro, alla promessa di novità e bellezza che ogni gravidanza porta con sé.


A volte, però, la famiglia può trovarsi ad affrontare delle situazioni impreviste, difficili e dolorose. In questo caso diventa ancora più importante “stringersi forte”, grandi e piccini, genitori e figli, per darsi forza e conforto, per aiutarsi l’un l’altro.

Se l’attesa si interrompe1
(…) condividendo con lui il vostro dolore, darete al bambino l’opportunità di imparare a parlare dei propri sentimenti ed emozioni con gli altri, in futuro anche con i fratelli.

T. Berry Brazelton

Non c’è battito. L’attesa si è interrotta. Quando ci sono dei fratellini in famiglia, il suggerimento è di spiegare loro con parole semplici e chiare, adatte all’età, cosa è avvenuto. Nascondere gli eventi, o non parlarne, non protegge i bambini dal dolore, ma può causare loro ansie e incertezze. I bimbi, infatti, sentono le emozioni dei genitori e sono prontissimi ad accorgersi se qualcosa non va. La tensione e la tristezza degli adulti possono provocare nei piccoli confusione, paura, addirittura sensi di colpa.


Se invece mamma e papà ammettono di essere tristi e ne spiegano con semplicità il motivo, i bambini riescono a conservare la serenità. Ricordiamo che la paura della morte è propria degli adulti, non dei piccoli, che hanno una visione molto più semplice e diretta della vita. “Per loro l’evento è più naturale e accettabile” spiega Piera Maghella, educatrice perinatale, “non necessariamente associano la morte con la sofferenza come fanno gli adulti”2.


Per un bimbo è sicuramente più inquietante intuire che qualcosa è accaduto, percepire qualche frase mentre gli adulti parlano, vedere la mamma triste o nervosa e non sapere perché, non avendo così la possibilità di dare un volto all’ombra che incombe sulla serenità familiare.


Il suggerimento di spiegare cosa è accaduto vale anche nei casi in cui la gravidanza non fosse stata annunciata; a questo proposito T.Berry Brazelton, professore di pediatria all’Harvard Medical School e Joshua Sparrow, primario di psichiatria al Children’s Hospital di Boston, spiegano:


“È probabile che i bambini, qualunque età essi abbiano, si siano accorti che la mamma era incinta. Anche se non è stato detto loro esplicitamente, i bambini, pur molto piccoli, riescono ad avvertire che sta accadendo qualcosa di importante e di diverso”3.


Infine, affrontare l’argomento con sincerità è necessario anche per evitare che i bambini possano sentirsi responsabili della perdita del fratellino. Infatti, spiega la psicologa Carole Mèhan, “durante la gravidanza essi possono aver manifestato una certa gelosia e anche una certa aggressività verso colui o colei che stava per arrivare. I bambini potrebbero quindi credere che questi loro pensieri negativi siano stati in qualche maniera all’origine della perdita del fratellino”4. Solo affrontando l’argomento si potrà liberare il bimbo da eventuali sensi di colpa, dargli modo di spiegare ciò che prova e permettergli di esprimere dubbi ed interrogativi. Non solo. I piccoli osservano le nostre reazioni e le interiorizzano. Se si cerca di nascondere i propri stati d’animo e si evita l’argomento, l’insegnamento implicito che si trasmette è quello di tacere il dolore, di tenerlo per sé. Condividendo la propria tristezza, il genitore offre al bambino l’opportunità di imparare a parlare, a sua volta, dei propri sentimenti e autorizza l’adulto che diventerà a dar voce al dolore e alle emozioni.


Infine, la condivisione di questa esperienza dolorosa è per i figli un’occasione di crescita. La nostra società tende a proteggere i bambini evitando di parlare di dolore e di morte, ma la sofferenza e la morte fanno parte della vita, e negarli significa privare i piccoli degli strumenti per affrontare la perdita.

Parole semplici e sincere

Ogni famiglia dovrà decidere come spiegare la perdita ai propri bambini, in base al proprio credo e alla propria visione della vita. È importante che ogni membro della cerchia famigliare che affronta l’argomento utilizzi le stesse spiegazioni per non confondere i piccoli.


I termini e le informazioni dovranno essere a misura di bambino, calibrati sulla sua età e sulla sua capacità di comprendere.


Attenzione alle espressioni che potrebbero essere equivocate: spesso gli adulti faticano a usare la parola “morte”, ma dire a un bimbo, ad esempio, che “il fratellino dorme” può causare confusione e paure.


Siamo pronti ad accogliere eventuali domande e a ripetere senza stancarci le nostre spiegazioni: può capitare che il bimbo abbia bisogno di riascoltare più volte le parole dei genitori per capire bene cosa è accaduto e per essere rassicurato.

Quando i piccoli aiutano i grandi

Quando si condivide con i bambini un fatto doloroso, non è raro che la loro reazione, la loro capacità di accettare la perdita e ricordare il fratellino non nato parlandone con concretezza e affetto, siano di aiuto per i genitori stessi5. La visione semplice e diretta che i piccoli hanno della vita, può risultare rasserenante – e illuminante! – anche per gli adulti.

Se un fratello ha un problema di salute

Quando il bimbo che nasce ha un problema di salute, i genitori si trovano a fronteggiare una situazione difficilissima. Non si è mai preparati alla sofferenza di un figlio ed è straziante sentirsi impotenti, seduti accanto a un’incubatrice o a un letto di ospedale. Qualunque sia il problema del bambino, le energie mentali dei genitori sono concentrate, ovviamente, sul piccolino che ha bisogno di cure, assistenza e di tutta la loro forza. In questa situazione tanto faticosa e delicata, che parte ha il fratello maggiore? Anche lui si sente smarrito, impreparato, inquieto per gli eventi che riguardano la sua famiglia. Ecco perché, anche se è molto piccolo, è davvero importante che i genitori trovino un momento tutto per lui, per sedersi con calma e spiegargli con parole semplici e adeguate all’età cosa sta succedendo. Sarà sufficiente dirgli che il fratellino ha un problema di salute e che ha bisogno di determinate cure e/o di restare in ospedale per alcune settimane (forse può essere d’aiuto indicare al bambino il periodo in cui il fratellino tornerà a casa usando dei riferimenti temporali per lui significativi, ad esempio dopo la festa di chiusura dell’anno scolastico all’asilo, in estate quando ci sono le angurie, in autunno quando mangiamo le castagne, ecc.). Rassicuriamo il bambino sul fatto che i medici si stanno prendendo cura del suo fratellino.


Gli esperti di psicologia infantile sottolineano l’importanza delle spiegazioni date al fratello maggiore per evitare che lui possa coltivare dubbi, fantasie o addirittura sensi di colpa, chiedendosi se la malattia del fratellino possa essere colpa sua.


La raccomandazione di non escludere il bambino, ma di offrirgli spiegazioni su misura, semplici, ma sempre sincere (non ha senso e potrebbe essere controproducente raccontare bugie!) e di rispondere a ogni suo dubbio, vale anche in altre situazioni se, in qualunque momento dell’infanzia, il fratellino dovesse aver bisogno di cure o di un ricovero ospedaliero.

Quando il fratellino è all’ospedale

Se il nuovo nato resta ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale o in Patologia Neonatale per un certo periodo, la vicinanza della mamma, che gli parla, gli sussurra una ninna nanna, lo accarezza piano piano e, appena possibile, lo tiene tra le braccia grazie alla marsupioterapia, è fondamentale. Si è visto che la presenza dei genitori, la tenerezza che gli riservano, il contenimento favoriscono il benessere psicofisico del bimbo. In queste settimane, in cui il fratello maggiore durante la giornata è affidato a una persona di fiducia che gli dedica attenzioni e affetto, è importante che la mamma riesca a trovare dei momenti da trascorrere con lui, coccolandosi, chiacchierando, facendo qualcosa che al bambino piace tanto o semplicemente stando insieme, senza fare nulla, seduti vicini.


In questa occasione il bimbo deve sapere che può fare alla mamma qualunque domanda: sul fratellino (Come sta? Cosa fa all’ospedale tutto il giorno? Perché si è ammalato? Perché è nato troppo presto?6), sull’ospedale (Cosa fanno i medici? Quando torna a casa il fratellino?), sul suo rapporto con la mamma (Quando potranno stare insieme come prima? La mamma gli vuole ancora bene anche se sta tanto tempo in ospedale con il fratellino?).


Se il bimbo non chiede, potrà essere la mamma a offrirgli alcune semplici informazioni perché possa sempre avere un quadro chiaro della situazione. E naturalmente questa è l’occasione per raccontare al bimbo quanto gli volete bene, quanto vi manca e le belle cose che farete insieme appena il fratellino starà meglio. Questi momenti rassicurano il bambino e lo aiutano a ricaricarsi, a fare il pieno di mamma e di affetto. Ma fanno bene anche alla mamma, divisa tra ansie, timori, speranze, mai sperimentate prima. L’abbraccio di un bimbo, la sua tenerezza, possono regalarle un prezioso conforto e darle la forza di cui ha tanto bisogno.

Come aiutare il bimbo che sta bene

Un bambino che ha un fratello con una malattia cronica ha bisogno di qualche attenzione in più. Quando in famiglia c’è un bimbo malato, molto tempo e molte energie dei genitori sono evidentemente rivolte a lui. Ecco perché si dovrebbero riservare a suo fratello dei momenti in esclusiva, dei piccoli appuntamenti con la mamma e il papà, per parlare, per tirar fuori dubbi ed emozioni (anche quelle negative, lo scontento, la paura, la collera, ecc.), per scambiarsi coccole e affetto.


Per quanto riguarda il rapporto tra fratellini, i suggerimenti non sono diversi da quelli offerti quando non ci sono problemi di salute. A questo proposito la psicologa Raffaella Scalisi spiega:


“Le difficoltà del fratello non dovranno rappresentare un limite o un ostacolo all’instaurarsi di un rapporto fraterno libero; i bambini tra l’altro, accettano con molta più facilità degli adulti menomazioni fisiche o forme ‘diverse’ di comportamento e trovano sempre un loro modo di comunicare”7.


C’è una bella riflessione di Brazelton e Sparrow a proposito delle famiglie che si trovano a vivere l’esperienza della malattia e/o dell’handicap:


“I bambini che imparano ad adattarsi all’interno di una famiglia che deve affrontare insieme una situazione difficile diventano più forti in molti aspetti. È meno probabile che siano vulnerabili alle pressioni dei coetanei o che respingano i valori della famiglia nel corso dell’adolescenza. Nell’affrontare la malattia di uno dei bambini, tutta la famiglia può diventare più forte”.8

I gruppi e le associazioni di genitori

Per molte famiglie è stato utile contattare gruppi e associazioni fondati dai genitori di bambini che hanno un problema di salute: la condivisione di sentimenti ed esperienze, la comprensione e il sostegno offerti e ricevuti in questi gruppi possono rivelarsi preziosi strumenti per affrontare la situazione con maggior serenità.

Benvenuto fratellino, benvenuta sorellina - 2a edizione
Benvenuto fratellino, benvenuta sorellina - 2a edizione
Giorgia Cozza
Favorire l’accoglienza del nuovo nato e la relazione tra fratelli.Tante informazioni utili, suggerimenti pratici e spunti di riflessione per coinvolgere i fratelli maggiori nell’attesa e nell’accoglienza del nuovo nato. La nascita di un bambino è un evento di grande gioia per tutta la famiglia, un evento che può essere vissuto con partecipazione ed entusiasmo anche dal primogenito, se accompagnato dall’affetto e dalla comprensione di mamma e papà.Il libro Benvenuto fratellino, benvenuta sorellina di Giorgia Cozza risponde ai dubbi e agli interrogativi dei genitori, offrendo utili informazioni e suggerimenti pratici per coinvolgere i fratelli maggiori nell’attesa e nell’accoglienza del nuovo nato. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.