Mamma, gioca con me!
È una situazione classica. Il bambino più grande che vorrebbe dedicarsi a un gioco insieme alla mamma e il piccolino che ovviamente vuole stare con loro, ma non essendo ancora capace di giocare bene “ruba” le macchinine (o i soldatini o i pezzi di lego), si muove o gattona sulla pista (o comunque sulla base di gioco), facendo involontariamente un mucchio di danni. Cosa fare in questo caso? Come soddisfare il legittimo desiderio del primogenito di giocare con la mamma e il bisogno del secondogenito di restare vicino a lei e al fratello?
Primo passo: respiriamo. Ebbene sì, quando siamo in difficoltà è facile lasciarsi prendere dal nervosismo, ma per un genitore irritato è più difficile gestire la situazione. Dato che irritarsi è normale, regaliamoci qualche secondo di pausa. Restiamo lì, ma non rispondiamo subito. Qualche respiro profondo per ricaricarci e non agire di impulso e poi dichiariamo a voce alta (a beneficio del primogenito ma anche nostro) che ora cercheremo una soluzione insieme.
La soluzione ovviamente va inventata di volta in volta. Dipende infatti da molte variabili, l’età di entrambi, la presenza di altri adulti in casa, il tipo di gioco che vorrebbe fare il più grande. Qualche esempio pratico.
Se il primogenito vuole giocare a salti/capriole/corsa, possiamo fare da spettatori, contare per vedere quanto impiega a correre dal tavolo della cucina alla libreria, e nel frattempo invitare il piccolo a fare delle pseudocapriole in un altro punto del salotto. Oppure se anche il secondogenito cammina già, potrà fare una corsa anche a lui, alternandosi con il fratello (o correndo insieme se gli spazi lo consentono, spiegando di non urtarsi e non tagliarsi la strada).
Se il gioco è sedentario e prevede l’uso di costruzioni, puzzle o personaggi (dinosauri, cavalieri, omini lego, bamboline), per cui la presenza del piccolo è davvero inconciliabile, si può proporre al secondogenito qualcosa che gli piaccia particolarmente, dal cestino dei tesori, alla torre di cubetti, a quel cassetto della cucina dedicato a lui che può svuotare a piacimento. Ogni piccolo ha le sue preferenze, se lo indirizziamo verso un’attività che gli piace molto possiamo ritagliarci un poco di tempo per giocare tranquille con il primogenito.
Si può anche provare ad offrire al piccolo “parte” del gioco del grande, un paio di macchinine tutte per lui (o una bambola, o un paio di animali, ecc.), o un gioco simile (ad esempio se noi stiamo facendo un puzzle, dare a lui un altro puzzle, che ovviamente non saprà fare ma non importa, sarà contento di cimentarsi con la stessa attività del fratello e avrà l’impressione di partecipare).
Se il piccolino non ha alcuna intenzione di lasciarsi distrarre dal gioco del fratello (ed effettivamente combina guai, cercando di partecipare) non resta che spiegare al primogenito che ci dispiace molto, ma in quel momento non possiamo giocare insieme a lui come vorremmo. Forse possiamo seguire il gioco dal divano (e intanto leggiamo un libretto al piccolo), in modo da “esserci” anche se non partecipiamo attivamente. Sottolineiamo che ci dispiace e non manchiamo di promettere che “giocheremo bene” in un altro momento, spieghiamo qual è l’altro momento in cui potremo dedicargli tutta la nostra attenzione e poi naturalmente manteniamo la promessa. “Adesso non riusciamo, ma appena il piccolino fa il suo sonnellino/ quando arriva la nonna che lo fa giocare di là/quando torna a casa papà, giochiamo, eh! Tu tienimi da parte il drago verde, per favore. Vorrei usare quello. E poi cosa ne dici se costruiamo insieme il castello?”. Per il bambino è più facile rinunciare a giocare insieme al genitore se ha la certezza che poi arriverà un momento (non troppo lontano!) in cui potrà farlo.
Il primogenito potrà proseguire il suo gioco senza la mamma, oppure dedicarsi ad altro finché non sarete disponibili. Se preferisce interrompere l’attività e aspettarvi, ma dichiara di non sapere a cosa giocare potete proporre voi un gioco alternativo: in questo caso scegliete un’attività che al fratello maggiore piaccia molto, a cui possa partecipare anche il più piccolo (dal campionato di salti in salotto alla lettura di un libro bellissimo, ogni mamma sa cosa funziona con i propri bambini).
E se tutti gli accorgimenti messi in campo non funzionano e la tensione si fa insostenibile perché sono tutti arrabbiati: la mamma che ha perso la pazienza, il primogenito che si lamenta a gran voce, il piccolo che piange perché vorrebbe giocare (e perché si accorge che sono tutti arrabbiati)? Una soluzione che in genere si rivela vincente è quella di… uscire di casa! Giacchetta, stivali della pioggia se piove, e via… tutti fuori per fare due passi. Cambiare aria solitamente aiuta a recuperare la calma, uscire dall’impasse, prendere le distanze dal problema. All’aria aperta, il primogenito per mano, il piccolo nella fascia o nel passeggino (o per mano, in base all’età), si cammina, si fa una corsa, magari si va al parco e l’umore generale migliora. Non è necessario fare chissà cosa o stare fuori chissà quanto. Bastano anche venti minuti per “rigenerarsi”. Quando è il momento di tornare a casa, si può parlare con il primogenito, dicendo che ci è dispiaciuto non poter giocare con lui e dandosi un appuntamento per giocare insieme al momento giusto.
Se uscire è impossibile, perché un bimbo è malato o perché l’orario non lo consente, si può comunque provare a “cambiare la scena”: invitando tutti a fare qualcosa di diverso insieme. Una soluzione che spesso funziona è quella di spostarsi tutti in cucina: impastare una torta o preparare la pizza è un’attività che in genere piace al primogenito ed è alla portata anche dei più piccoli (pasticceranno, andrà farina sul pavimento, ma è un prezzo accettabile per recuperare la serenità collettiva). Per i bambini è un bel gioco, per la mamma è l’occasione per portarsi avanti con la preparazione della cena (pizza per tutti) e per stare insieme a tutti e due i figli, facendo qualcosa con loro. Un’altra possibilità è quella di preparare la vasca e… bagno per due. Con tanto di giochi, spruzzi e risate.
Fermo restando, naturalmente, che quando sarà possibile si giocherà con il primogenito.