CAPITOLO VII

Abbigliamento

Tutine, body, vestitini, cappellini… Le aziende del settore ogni anno propongono graziose collezioni per i più piccini: in molti casi si tratta di vere e proprie miniature degli abiti per adulti, con pantaloncini e gonnelline completi di giacchette coordinate… Attenzione però, i prezzi, se si acquista nei negozi specializzati, non sono dei più vantaggiosi – una tutina per neonati o un completino griffato può arrivare a costare anche cinquanta euro (o più)! – e non sempre i modelli in commercio garantiscono gli indispensabili requisiti di praticità. Quanto inciderà la voce abbigliamento sul bilancio familiare? Dipende da voi. Per vestire un bebè si possono spendere cifre davvero considerevoli, pochissimi soldi o praticamente nulla. Anche in questo caso, come sempre, è questione di scelte.

Vestitini: viva la comodità

Qual è l’abbigliamento ideale per un neonato? La parola d’ordine per i primi mesi (ma anche per i primi anni) è sicuramente “praticità”.


I bambini piccoli sono bellissimi, quindi non hanno bisogno di abitini eleganti o alla moda, qualunque cosa indossino saranno sempre meravigliosi.


L’ideale per i più piccini, in ogni momento della giornata e per la nanna, sono le tradizionali tutine intere (a maniche lunghe o corte, con piedini o senza, a seconda della stagione) dotate di automatici sulle gambine o sulla schiena che permettono di cambiare il bebè in modo comodo e veloce.


Sotto la tutina: dei semplici body in cotone, ne bastano 4 o 5 anche cambiandoli e rinfrescandoli quotidianamente. Quando fa molto caldo, la tutina spesso diventa superflua e il piccolo può restare in body.


Per le passeggiate invernali servono un cappellino e una tutona intera (o un “sacco” per bebè); i bimbi che vengono portati addosso, a contatto con la mamma nella fascia, possono essere coperti un pochino meno. All’aria aperta, nei mesi estivi, è necessario un normalissimo cappellino in cotone per riparare la testa dai raggi solari. Superati i primi mesi, delle semplici tute, pantaloncini con elastico in vita e felpe, permetteranno ai vostri piccoli di giocare, gattonare, divertirsi in libertà.

Tessuti, meglio naturali

Per quanto riguarda la composizione dei vestitini per il bebè, il suggerimento è quello di privilegiare i tessuti naturali, evitando gli indumenti sintetici, con applicazioni in materiale sintetico o con stampe di plastica.


Colori vivaci e applicazioni corrispondono, infatti, a una maggior lavorazione industriale (e quindi a un maggior inquinamento)1: più il vestito è neutro, anche nel colore, maggiori garanzie di naturalità offre2.


In commercio ci sono anche delle linee d’abbigliamento “ecologico”: rivolgendosi a negozi specializzati o acquistando on-line direttamente dai siti delle aziende si possono scegliere capi realizzati in cotone biologico e non sottoposti a colorazioni (le tinte sono quelle naturali del cotone: panna, beige, marroncino, verde chiaro) o colorati utilizzando soltanto sostanze vegetali e minerali3.

Scarpe, come e quando?

Nei primi mesi di vita, per tenere caldi i piedini durante l’inverno, sono sufficienti le calzine di cotone indossate sotto i pagliaccetti (in genere, le tutine sono complete di piedino). Durante l’estate i piedini possono stare nudi.

Ricordiamo che le scarpe non sono necessarie finché il bambino non cammina4, per non scivolare sulle piastrelle possono essere utili le “calze antiscivolo”, ovvero delle calze in cotone dotate di applicazioni in gomma.


Per i piccoli che camminano e usano le scarpe, il discorso è lo stesso fatto per i vestitini: i bimbi crescono velocemente e le calzature passano di misura in pochi mesi, a volte settimane. Teniamone conto quando valutiamo il rapporto prezzo-qualità nell’acquistare le scarpe.

Offerte, saldi, grandi magazzini

Nel primo anno i bambini crescono a una velocità sorprendente. Questo è il periodo della vita in cui si cresce più rapidamente5 e in cui i vestiti durano meno! Il suggerimento è quindi quello di lasciarsi guidare dal buon senso nella scelta degli abiti per il bebè e di limitare il numero degli acquisti; il rischio infatti è di ritrovarsi con tutine e pagliaccetti di taglia 0-3 mesi, che passano di misura prima ancora di venire indossati o dopo essere stati indossati soltanto un paio di volte6.


Naturalmente non c’è bisogno di sottolineare che non è necessario spendere cifre incredibili per vestire il proprio piccino e che saldi e offerte speciali sono sempre benvenute.


Ricordiamo inoltre che ormai in tutti gli ipermercati è possibile acquistare graziosi abitini a prezzi non esagerati e di buona qualità (in ogni caso un neonato non sciupa i vestiti e non li consuma!). In particolare alcune catene di supermercati propongono capi a prezzi contenuti (si parla di pochi euro), che hanno ottenuto il marchio OEKO7, che prova l’assenza di sostanze nocive.

Di bimbo in bimbo…

Ci sono famiglie che hanno vestito a costo zero i propri piccini, grazie alle zie, le cugine, le amiche…


Gli abitini riciclati rappresentano non solo un’ottima soluzione per risparmiare (e, come sempre, per rispettare l’ambiente), ma spesso hanno un significato affettivo forte per il piccino che li “eredita” e per i bimbi più grandi che sono protagonisti di questo passaggio di consegna. In genere, non appena sono in grado di capire, i bambini sono fieri di indossare la felpa del cuginetto maggiore o il vestitino dell’amichetta… A volte poi gli abiti vengono addirittura tramandati di generazione in generazione e che emozione vedere sul proprio piccino un paio di scarpine o di babbucce che i genitori sanno di aver indossato tanti anni prima, tra le braccia della propria madre!


Riciclando si instaura un circolo virtuoso che sfida il trascorrere del tempo e diventa il simbolo della vita che continua e che rinasce con ogni nuovo bimbo che viene alla luce.


Non solo. I genitori più attenti alla questione ecologica saranno molto soddisfatti di questa soluzione: i vestitini riciclati sono decisamente ecologici. Non solo allungando la vita degli oggetti si contribuisce al benessere del pianeta, ma i numerosi lavaggi a cui sono stati sottoposti garantiscono l’assenza di eventuali residui tossici, dovuti alla lavorazione industriale.

Il mercato dell’usato

Il mercato dell’usato, per quanto riguarda l’abbigliamento e i prodotti per l’infanzia, si sta diffondendo sempre più e conta ormai diversi punti vendita in varie città italiane. Come abbiamo detto, gli abitini per neonati vengono indossati per un tempo davvero limitato, è praticamente impossibile consumarli o sciuparli. Per questo acquistare capi usati permette di risparmiare e fare una scelta eco-compatibile (poiché si allunga la vita degli oggetti) senza per questo rinunciare alla qualità o a un guardaroba grazioso8.

Attualmente in Italia ci sono diverse catene dell’usato con punti vendita in quasi tutte le regioni9.


Un’altra possibilità per fare buoni affari – acquistando ciò che serve, ma anche liberandosi di ciò che non si usa più – sono le fiere periodiche, come quella milanese detta “Il bagagliaio”, che si svolge a cadenza mensile presso il Parco Esposizioni di Novegro, o l’appuntamento in quel di Napoli con la Fiera del Baratto.



Vestitini fai da te

Un tempo era la norma. Confezionare abitini per i bimbi era spesso un’occupazione cui si dedicavano nonne, mamme e zie. Oggi è certamente più inusuale, ma non mancano le madri che, pur non essendo sarte, si sono volute cimentare con la creazione di semplici capi. Confezionare un pantaloncino in cotone con elastico in vita o una semplice maglietta a mezze maniche, ad esempio, non è particolarmente difficile, e se si utilizzano tessuti “riciclati” si ottengono abitini a costo zero. Magliette e felpe che i genitori non indossano più, possono infatti offrire la materia prima necessaria.

A questo proposito vi segnaliamo nuovamente il sito www.consapevolmente.org, dove un gruppo di mamme si è confrontato sull’argomento in un “angolo creativo” ricco di spunti interessanti e suggerimenti pratici10.



~ A conti fatti

Pagliaccetto primi mesi: da 15 a 59 euro

Tutina estiva: da 12.90 a 49 euro

Scarpine primi mesi: da 18 a 59 euro


Le spese sostenute per l’abbigliamento del bebè dipendono strettamente dalle scelte dei genitori. Noi abbiamo preso come riferimento i prezzi di un ipermercato e i prezzi di un negozio specializzato per l’infanzia, ma ci sono discount dove i costi si abbassano ulteriormente (meno di 10 euro per un pagliaccetto o un paio di scarpine) e cataloghi di abbigliamento “firmato” in cui un pagliaccetto può costare più di 80 euro.

Voci di mamma e papà

Partiamo dal presupposto che i nostri bimbi sono bellissimi comunque, a prescindere da quello che indossano. Detto questo, per me la parola d’ordine nella scelta dell’abbigliamento è sempre comodità assoluta e libertà di correre, giocare, muoversi e anche sporcarsi. In questo senso, i vestitini di seconda e, perché no, terza e quarta mano sono perfetti. I bambini crescono velocemente e i vestitini “scappano via” in men che non si dica. Quindi, se si ha la fortuna di poter risparmiare grazie a fratelli, cugini e amici credo non ci sia proprio nulla di male. A volte addirittura c’è anche un discorso affettivo, i bimbi cresciuti riconoscono i loro abiti sui più piccoli (oppure gli si racconta di quando li indossavano loro, magari mostrando anche delle foto) e per entrambi è motivo di orgoglio e di soddisfazione.

Anna, mamma di Davide, 4 anni, e Riccardo, 2 anni



Non mettete al bebè camicini, gilet, jeans... fategli indossare delle tute comode! Beato lui che può girare in pigiama e nessuno lo critica.

Monica, futura mamma al sesto mese di gravidanza



Noi siamo ricorsi spesso a prestiti di amici: vestiti, fasciatoio, lettino, carrozzina, ovetto per la macchina, fascia porta bebè…

Direi che complessivamente siamo partiti quasi a costo zero!

Lisa, mamma di Elena, 21 mesi, e in dolce attesa di Romeo



Sul riciclo di vestiti in famiglia e tra amiche si potrebbe scrivere un romanzo… I vestiti dei miei bimbi sono riciclati da parenti e amici al 90%; un 8% proviene dal mercato di Porta Portese (uno dei divertimenti principali della mia mamma è scovare vestitini usati a uno o due euro. E spesso trova anche cose di marca… mitica!); il restante 2% è costituito da quello che ho acquistato io, per il gusto di comprare qualcosa ai miei piccini, e di solito si tratta di mutande o magliette intime. I vestiti che Viola preferisce sono quelli della cugina grande. Credo che si senta “importante” a indossarli…

Agnese, mamma di Viola, 3 anni, e Jacopo, un anno



I vestitini li acquisto in occasione dei saldi o all’outlet: riesco a comprarli per pochi euro.

Benedetta, mamma di Matilde, 9 mesi



Da ragazzina guardavo quel baule pieno di vestiti che mia madre teneva in soffitta, pensando che un giorno li avrei usati con i miei figli. Niente di più emozionante che vedere la mia bimba indossare i miei abiti.

Chiara, mamma di Giada, 13 mesi



Il tempo che ogni mamma ha da dedicare a piccoli lavoretti di cucito è pochissimo e spesso ci si limita al minimo indispensabile (rammendi e orli). Quest’estate però, mi è capitato di avere un po’ di tempo libero, quand’ero a casa di mia madre, e mi sono messa a cucire. Ho preso vecchi cappotti, parei, magliette, abiti estivi, foulard dismessi dai membri della famiglia e ho ricavato dei vestitini molto colorati e originali per la mia bimba di pochi mesi. È stata una bella soddisfazione. E le cose vecchie sono tornate a nuova vita. Un modo meno faticoso di essere ecologici e di preservare la salute dei propri bimbi è quello di utilizzare vestitini di seconda mano: oggi in varie città ci sono negozietti che vendono abiti rigenerati oppure si può chiedere a conoscenti e parenti con bambini più grandicelli. Spesso le cose sono carine e possono essere personalizzate facilmente con qualche applicazione, perlina o ricamo. In questo modo siamo sicuri che le sostanze tossiche presenti sui tessuti se ne sono andate da un pezzo e l’impatto ambientale è minimo visto che non devono essere prodotti ex-novo.

Francesca, mamma di Arturo 6 anni, Giuliano, 4 anni, e Anita, un anno


Cugini, amici e parenti… Io sono il più giovane in famiglia e quindi Tarik ha ereditato centinaia di vestitini, giochi, carrozzina e passeggino. Abbiamo acquistato pochissimo, soltanto le tutine invernali per andare sulla neve.

Ilic, papà di Tarik, 15 mesi



Ho un caro amico martinicano, Fred, che viveva qui a Montpellier con la sua compagna tedesca Christina. Entrambi hanno un ottimo stipendio. A settembre sono diventati genitori. Gli abbiamo portato una borsa di body, pigiamini e altre cose che a Valentino non servivano più. Christina era felice e grata e ci ha ringraziati molto. Ripeto, hanno un ottimo stipendio e non hanno certo bisogno dell’usato. Immagine numero due: trasferiamoci in Italia. Una cara amica, mamma di due bimbi ormai grandicelli, offre il suo passeggino trio alla cognata che è in dolce attesa. Risposta: “No, mia suocera me lo compra nuovo, preferisco”.


Ecco, questa risposta è per me il riassunto più completo dell’Italia di oggi, dell’orgoglio, dei consumi, delle suppellettili, dell’ostentazione, del vergognarsi degli oggetti di seconda mano o addirittura non di marca, e dello spreco!

Marilina, mamma di Valentino, un anno, e in dolce attesa di Cloé

Consigli di lettura

Schwernner H., Vivere senza soldi, Editrice AAM Terra Nuova, 2007.

A.A.VV, Guida verde e naturale, Ulysse Network, 2007.

Lucchetti D., I vestiti nuovi del consumatore. Guida ai vestiti solidali, biologici, recuperati: per conciliare estetica ed etica nel proprio guardaroba, Altreconomia, 2010.

Bebè a costo zero - Terza edizione
Bebè a costo zero - Terza edizione
Giorgia Cozza
Guida al consumo critico per accogliere e accudire al meglio il nostro bambino.Una guida al consumo consapevole per scoprire cosa è davvero indispensabile o utile acquistare durante la gravidanza e la prima infanzia. Carrozzine, vestitini, omogeneizzati: quanto costa avere un bambino oggi?Le statistiche parlano di un investimento di migliaia di euro solo nel primo anno di vita. Bebè a costo zero di Giorgia Cozza, è la guida al consumo critico e consapevole nell’affollato mondo dei prodotti per l’infanzia per scoprire cosa sia davvero indispensabile o utile durante la gravidanza e la prima infanzia, distinguendo tra reali esigenze e bisogni indotti dalla pubblicità. Il libro offre proposte e suggerimenti pratici per evitare spese inutili, con un occhio di riguardo all’ambiente e, soprattutto, per circondare il bambino solo di quanto può favorirne lo sviluppo psico-fisico, facendone una persona serena e armoniosa. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.