capitolo VIII

Quali sono i danni che le
vaccinazioni possono
provocare?

Non è mia intenzione fornire qui un elenco completo delle complicazioni e delle reazioni avverse all’uso dei vaccini. Riporterò le più frequenti, le più evidenti e importanti nell’analisi delle singole malattie. Mi propongo invece di evidenziare come un atto accettato – spesso acriticamente – si intrecci in profondità non solo con la salute individuale, ma anche con il nostro modo di vivere e di pensare. Ho utilizzato, rielaborandola, la relazione che il dottor Dario Miedico ha presentato nella Conferenza Internazionale sul tema: I fondamenti della vaccinazione, svoltasi al Parlamento Europeo di Bruxelles il 5 aprile 20021.

Le conseguenze negative provocate dall’uso di massa delle vaccinazioni possono manifestarsi:

  • a livello individuale, cioè nei singoli soggetti vaccinati, sia per le sostanze contenute nel vaccino (e utilizzate per la sua produzione e conservazione), sia in conseguenza dello stato di salute personale di chi viene immunizzato;

  • a livello sociale, interessando sia persone non direttamente vaccinate, ma venute a contatto con chi lo è stato, sia la comunità in toto, che risente degli effetti di questa pratica di massa, ancora oggi obbligatoria in Italia;

  • a livello ideologico, veicolando il messaggio che le malattie infettive possano essere debellate con le vaccinazioni.

  • DANNI DA VACCINO: TABELLA 1
    A livello individuale

    Legati al vaccino

    • Per sostanze allergizzanti
    • Per sostanze tossiche
    • Per rivirulentazione
    • Per squilibrio immunitario

    Legati al soggetto da vaccinare

    • Malattie infettive in atto
    • Deficit immunitari
    • Malattie nervose e cerebropatie
    • Terapie cortisoniche e immunosoppressive
    • Reazioni di ipersensibilità
    A livello sociale

    Per i contatti

    • Da rivirulentazione con conseguente contagio
    • Infezioni in familiari (caso Oprandi)

    Per la collettività

    • Presenza di inquinanti tossici
    • Presenza di inquinanti estranei
    • Presenza di inquinanti biologici (SV40)
    • Lotti di vaccino non sufficientemente attenuati
    • Inadeguata conservazione
    • Immunizzazione inefficace
    • Brevità della durata dell’immunizzazione
    • Assenza di protezione nei neonati
    • Spostamento in avanti dell’età delle malattie
    A livello ideologico
    • Mancata ricerca delle vere cause di malattia
    • Condizionamento alla delega

    A) Danni prodotti dal vaccino in sé

    Le sostanze allergizzanti contenute nei vaccini possono provocare importanti patologie che si manifestano in modo drammatico e immediato come lo shock anafilattico (in alcuni casi mortale) o in modo più lento e spesso silente ma non per questo meno rilevante per la salute.


    Le sostanze tossiche contenute nei vaccini (in particolare mercurio, alluminio e formaldeide) sono dannose per la salute, come dimostra un’ampia letteratura scientifica.


    Vi sono poi tutti i rischi legati alla rivirulentazione del virus del vaccino stesso. Questa avviene o per la mancata “uccisione” dei virus (es. vaccino antipolio Salk) contenuti nel vaccino in fase di produzione e di conservazione o, più comunemente, per l’insufficiente inattivazione del virus vaccinale, come nel caso dell’antipolio Sabin, in cui il virus è vivo ma attenuato attraverso successivi passaggi su terreni di cultura diversi.


    Sono importanti i danni provocati a carico del sistema immunitario (come visto in precedenza) per lo sbilanciamento del rapporto TH1/TH2.

    B) Danni prodotti dal vaccino a causa delle caratteristiche personali del soggetto vaccinato

    Questi tipi di danni dipendono dallo stato di salute della persona che viene vaccinata. Possono essere numerosi e proprio per questo una buona pratica medica impone, prima della vaccinazione, un’attenta visita medica e una conoscenza delle patologie presenti per ridurne l’evenienza. Purtroppo le visite mediche spesso non vengono neppure effettuate o, se eseguite, sono rapide e superficiali. Anzi, qualcuno teorizza che l’esame clinico prima della somministrazione del vaccino sia inutile: basta che i genitori dichiarino che il bimbo non è malato! Eppure l’individuazione di alterazioni o malattie nei bambni da vaccinare è fondamentale per la prevenzione dei danni. Lo scarsissimo numero di bambini esonerati dalle vaccinazioni, in modo temporaneo o definitivo, indica in maniera evidente la sottovalutazione di queste controindicazioni, del resto tutte ben note alla scienza medica.


    Queste le raccomandazioni ufficiali del Ministero della Salute2

    Esistono alcune situazioni che possono controindicare la vaccinazione; è necessario quindi che i genitori, prima della vaccinazione, consultino il medico curante che valuterà lo stato di salute del bambino e indicherà se la vaccinazione deve essere rimandata o evitata. Controindicazionitemporanee: si tratta di situazioni transitorie che escludono la vaccinazione solo per il periodo di tempo cui sono presenti:

    • malattie acute con febbre di grado elevato

    • vaccinazioni con virus viventi (quali MMR e OPV) se nei 30 giorni precedenti è stato somministrato un altro vaccino a virus viventi

    • terapia, in corso, con farmaci che agiscono sul sistema immunitario o con cortisonici ad alte dosi.

    Controindicazioni definitive: è opportuno che al bambino non vengano somministrati alcuni vaccini quando il bambino:

    • ha manifestato gravi reazioni a precedenti vaccinazioni

    • è affetto da malattie neurologiche in evoluzione

    • è affetto da malattie congenite del sistema immunitario

    • è allergico alle proteine dell’uovo (se il vaccino ne contiene)

    • è allergico ad alcuni antibiotici quali streptomicina e neomicina (se il vaccino ne contiene)

    Se il bambino è affetto da malattie quali leucemie, tumori, AIDS, la situazione va valutata caso per caso. Alcune situazioni non rappresentano vere e proprie controindicazioni ma, piuttosto richiedono l’adozione di alcune precauzioni nella somministrazione del vaccino (quali la pronta disponibilità di antinfiammatori e antipiretici). I genitori devono, quindi, segnalare al medico vaccinatore:

    • reazioni febbrili importanti a una precedente dose dello stesso vaccino

    • episodi di irritabilità (quali il pianto persistente e inconsolabile) che si siano manifestati in seguito a precedenti vaccinazioni

    • presenza, nella storia della famiglia o del bambino stesso, di convulsioni febbrili

    • somministrazione recente di immunoglobuline


    Non bisogna vaccinare in presenza di malattie infettive. Se è facile riconoscere una malattia in atto, quelle in incubazione sono ben difficilmente diagnosticabili, ma anche in questo caso è meglio essere prudenti. Allo stesso modo conviene rimandare la vaccinazione anche per malattie appena superate. Le malattie infettive infatti rendono il soggetto temporaneamente immunodepresso.


    I deficit immunitari sono molteplici e non è facile che vengano individuati a 3 mesi di età. Sono importanti anche le immunodeficienze secondarie (vedi Tabella 2). Oltre ai relativamente pochi casi dei soggetti in terapia cortisonica prolungata o in corso di terapia immunosoppressiva (per i quali è previsto l’esonero dalla vaccinazione), è opportuno prendere in considerazione il grandissimo numero di casi di soggetti sottoalimentati (specie nei Paesi poveri, dove più sono diffuse le vaccinazioni). È dimostrato che sottoalimentazione e malnutrizione sono causa di immunodepressione. Vi è poi la possibilità di un gran numero di immunodeficienze da stress, in aumento considerevole: questo rischio è sempre più diffuso, dato l’alto numero di persone colpite dalle patologie da stress, legate alle condizioni di vita, di lavoro, di ambiente, ecc.

    TABELLA 2
    Cause di immunodeficienza secondarie
    • Terapie cortisoniche protratte
    • Terapie immunosoppressive
    • In corso di malattie infettive
    • Da sottoalimentazione
    • Da stress

    Sono controindicazioni importanti le malattie del sistema nervoso e le cerebropatie.

    La mia esperienza personale in questo tipo di patologie è esemplare: quando ero un giovane medico, oltre 30 anni fa, svolsi la mia attività come medico scolastico nella scuola speciale M. Negri del Comune di Milano. In questa scuola, studiavano, dalla materna alla media inferiore, bambini motulesi per cerebropatie e bambini con cerebropatie gravi. Ad ogni ciclo vaccinale che eseguivo personalmente, seguiva sempre un peggioramento più o meno grave della cerebropatia: le crisi epilettiche aumentavano, i deficit motori si aggravavano. Segnalai la cosa all’ufficiale sanitario del Comune di Milano, Prof. Suzzivalli e ottenni l’esonero definitivo dalle vaccinazioni per tutti questi bambini3.

    Va aggiunto che, soprattutto per queste patologie, sarebbe necessaria un’attentissima visita medica. Chiunque si rende conto delle difficoltà di esecuzione di una visita neurologica accurata in un bambino di 3-4 mesi, con un sistema nervoso ancora in via di formazione.


    Esiste anche il rischio di slatentizzare malattie congenite, proprio a causa dell’azione complessa del vaccino. Tutti i bambini (e adulti), prima della vaccinazione, dovrebbero essere sottoposti a test genetici (HLA, con un semplice prelievo si sangue) per escludere che vi siano condizioni predisponenti genetiche che il virus vaccinico, nella sua azione combinata sul sistema immunitario, sul sistema nervoso e sul sistema ormonale, possa far emergere, con conseguenze più o meno gravi. L’importanza di questa pratica non è, ad oggi, riconosciuta ufficialmente del Ministero della Salute.


    Vi sono infine le reazioni di ipersensibilità. La Tabella 3 riporta la classificazione clinica delle principali possibili reazioni di ipersensibilità a sieri e vaccini contenuta nel volume di Clinica Medica “Harrison’s”. È evidente la vastità del problema e l’assoluta varietà dei danni potenziali che possono colpire praticamente tutti gli organi e apparati di ogni individuo.

    TABELLA 3
    CLASSIFICAZIONE CLINICA DELLE REAZIONI DI IPERSENSIBILITÀ A SIERI E VACCINI(DAHARRISONS)

    1. SISTEMICHE

      Reazioni anafilattiche all’uovo • Reazioni anafilattiche ai lieviti Malattia da siero • Febbre da vaccino • Vasculiti • Lupus post-vaccinale

    2. CUTANEE

      Eruzioni esantematiche • Orticaria ed angioedema • Dermatite da contatto
      Eritema fisso • Eritema multiforme essudativo • Dermatite esfoliativa Epidermiolisi tossica necrotica

    3. RESPIRATORIE

      Asma bronchiale • Polmonite eosinofila • Fibrosi polmonare

    4. EMATOLOGICHE

      Eosinofilia • Anemia immunoemolitica • Aplasia midollare Agranulocitosi • Trombocitopenia • Linfoadenopatia da ipersensibilità Pseudolinfoma da vaccino

    5. EPATICHE

      Colostasi intraepatica • Ittero epatocellulare

    6. RENALI

      Glomerulonefrite • Sindrome di Goodpasture • Nefrite interstiziale

    7. NEUROLOGICHE

      Polineuropatie • Sindrome di Guillain Barré • Neuriti periferiche • Mieliti Encefaliti • Meningiti

    C) Danni a persone non direttamente vaccinate

    a) PER PERSONE VENUTE A CONTATTO CON I VACCINATI

    I danni per persone venute a contatto, o comunque vicine ai soggetti vaccinati (per parentela o per frequentazione) sono provocati dalle seguenti cause:

    • La possibile rivirulentazione di un vaccino attenuato; questo comporta la possibilità di contagio, e quindi anche di comparsa della malattia, per persone prive di immunità specifica a quella malattia. Gli esempi saranno illustrati nella trattazione del vaccino antipolio.

    • L’infezione ad opera del virus attenuato in persone che entrano in contatto con il soggetto vaccinato. Il virus del vaccino antipolio orale viene eliminato con le feci: è possibile una contaminazione quando non si seguono opportune protezioni igieniche. Così può insorgere la malattia (sopratutto se la persona è immunodepressa), come accaduto al padre di un bambino vaccinato con l’antipolio di Sabin, che si ammalò e morì di poliomielite. (Esempio di questa condizione è il “caso Oprandi”, che ha avuto una vasta eco sui giornali per i risvolti giudiziari). La causa dell’infezione del genitore, affetto da una patologia immunodepressiva, fu proprio la vaccinazione del figlio. Nessuno aveva informato il genitore del rischio di contagio possibile dopo la somministrazione del vaccino. Nel corso del processo, intentato dalla moglie della vittima contro il Comune di Milano, responsabile allora del Servizio Vaccinale, emerse chiaramente che l’ipotesi che un soggetto immunodepresso potesse contagiarsi dal figlio appena vaccinato era perfettamente nota e documentata, ma i medici vaccinatori non ne avevano informato il genitore. Il Comune di Milano fu condannato a pagare il risarcimento.

    b) PER LA COLLETTIVITÀ

    È evidente che la presenza di sostanze tossiche, quali mercurio, alluminio, formaldeide, ritenute necessarie per il potenziamento e la conservazione dei vaccini, ha un effetto sfavorevole, non solo a livello individuale, ma anche e soprattutto a livello di massa. Le conseguenze di questa intossicazione collettiva potrebbero essere rilevati solo da precise indagini epidemiologiche, ma anche il semplice buon senso fa capire che queste sostanze tossiche sono dannose per tutta la collettività quando questa subisce vaccinazioni di massa. La decisione di eliminare dai vaccini almeno il mercurio è stata un intervento teso a ridurre un pericolo per la salute dell’individuo e della società.


    Esiste poi la possibilità che inquinanti estranei, di solito chimici organici o inorganici, siano presenti per errore di produzione in uno o più lotti di vaccini. Questa situazione di rischio è insita in ogni produzione industriale. Occorre vigilare attentamente sull’efficacia dei sistemi di controllo di qualità che, in molte situazioni e per molteplici cause, possono non funzionare o essere elusi. Per questo, in ogni situazione di sospetta reazione avversa al vaccino, è importantissimo effettuarne la segnalazione al più presto alla ASL, affinché vengano attivate con urgenza le procedure di controllo (in attesa degli esiti è opportuna la sospensione della somministrazione del lotto del vaccino).


    A volte, gli inquinanti presenti nei vaccini possono essere costuiti da elementi biologici “vivi” come ad esempio altri virus o prioni o altre realtà biologiche oggi sconosciute. Così è successo ad esempio col virus SV40, di cui abbiamo parlato.


    Esiste la possibilità, tutt’altro che rara, che interi lotti di vaccini, specie quelli realizzati con virus attenuati o con virus uccisi, non abbiano raggiunto una sufficiente attenuazione oppure che il virus in qualche caso non sia stato annientato del tutto. In questi casi, solo le persone con difese naturali efficaci non si ammaleranno, mentre i soggetti immunologicamente più deboli contrarrano proprio le malattie da cui avrebbero dovuto essere preservati con il vaccino.


    I danni da inadeguata conservazione riguardano soprattutto i Paesi poveri, dove è difficile mantenere costante il ciclo del freddo necessario per preservare i vaccini dalla totale perdita di efficacia immunizzante. È facile capire quanto il ciclo del freddo sia aleatorio in Paesi dove spesso manca l’energia elettrica, i frigoriferi, i trasporti refrigerati, ecc.


    Spesso viene anche taciuto ai genitori che una percentuale più o meno alta di vaccinati (dal 3 al 50%, a seconda dei vaccini utilizzati) non dà una risposta immunitaria adeguata. La cosa è pericolosissima in quanto una persona vaccinata si considera immune e quindi si espone senza cautele a contatti con malati, convinta di non poter contrarre la malattia. In questi casi invece è come se non fosse vaccinata e quindi non solo si ammala, ma a volte non avvia neppure le cure adeguate: il medico infatti esclude proprio quella malattia, essendo stato informato che l’interessato è vaccinato.


    L’immunizzazione artificiale conferita dai vaccini ha una durata molto minore dell’immunità naturale acquisita con la malattia (vedi capitolo 4). È evidente che l’immunità vaccinale è meno efficace dell’immunità naturale, poiché gli anticorpi vaccinali sono numericamente inferiori e duraturi rispetto a quelli naturali. Pertanto una madre vaccinata, priva dell’immunità naturale nei confronti di una malattia, non può trasmettere gli anticorpi specifici al figlio durante la gravidanza, e il neonato corre il rischio di contrarre precocemente la malattia.


    Correlativamente lo spostamento dell’età delle malattie – dalla prima infanzia all’adolescenza e anche oltre – prodotto dalla pratica delle vaccinazioni di massa ha conseguenze note: maggiore gravità nel decorso clinico, aumentata incidenza delle complicazioni. È la situazione che stiamo vivendo oggi per morbillo, varicella, rosolia, parotite, ad esempio.

    c) PER IL COMUNE MODO DI INTENDERE LE MALATTIE E LE LORO CAUSE

    Restano da ultimi, ma non per ordine di importanza, quei danni prodotti dalle vaccinazioni obbligatorie che potremmo definire come “danni ideologici”. Sarebbe un errore ritenerli meno importanti o, peggio ancora, considerarli estranei ad argomentazioni “puramente scientifiche” perché in fondo è l’ideologia dominante che indirizza e giustifica ogni tipo di scienza. Di fatto, la filosofia che sta dietro alla pratica delle vaccinazioni di massa è quella secondo cui la causa delle malattie infettive (che appunto i vaccini dovrebbero combattere) siano soltanto i batteri o i virus.


    Questa convinzione impedisce di riconoscere le vere cause delle malattie infettive. Non c’è dubbio che il rapporto fra uomo e “germi” sia molto complesso, ma di certo non porta sempre alla malattia. Molti germi, anzi, sono indispensabili alla vita stessa dell’uomo. In migliaia di anni, l’uomo ha sviluppato tutta una serie di difese che si individuano oggi soprattutto nel sistema immunitario. Questo dovrebbe poter essere potenziato non con interventi di tipo profilattico – le vaccinazioni – talvolta inadeguati e pericolosi, ma cercando di combattere le vere cause delle malattie: povertà, fame, guerre, ma anche comportamenti scorretti di tipo alimentare, allattamento artificiale dei neonati, uso di pesticidi negli alimenti, fumo di sigarette, ecc., anche se gli interessi economici preferiscono sviluppare le vaccinazioni, più facili da gestire e da controllare.


    L’ultimo danno, ma per importanza forse dovrebbe essere il primo, è il condizionamento alla delega, cioè l’abitudine ad affidare ad altri (al medico, allo Stato, al farmaco) la propria salute. È proprio il riappropriarsi di questa delega che ci permetterà di essere più sani, pretendendo di essere informati e rifiutando di subire acriticamente atti sanitari decisi da altri. La “non delega” e la ricerca continua delle vere cause delle malattie, sono uno strumento importante per mantenerci in buona salute.

    Adottare il principio di precauzione e di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’occultamento di informazione sui possibili rischi, invece di accettare una società che sta diventando sempre meno democratica, in cui le scelte sfuggono ormai completamente agli individui e domina il principio della crescita economica ad ogni costo

    (Lorenzo Tomatis)4.

    Bambini super-vaccinati - 2a edizione
    Bambini super-vaccinati - 2a edizione
    Eugenio Serravalle
    Saperne di più per una scelta responsabile.Un’attenta disamina sulla questione dei vaccini, che mette a confronto dati e ricerche aggiornate, per aiutare i genitori a scegliere con consapevolezza. Eugenio Serravalle, medico specializzato in Pediatria Preventiva, Puericultura e Patologia Neonatale, ha approfondito il fenomeno delle invenzioni delle malattie e lo studio delle composizioni dei vaccini, con gli additivi, i conservanti e le sostanze chimiche che possono avere effetti dannosi sulla salute dei bambini.Fermamente convinto dell’utilità dell’immunizzazione di massa, per anni ha vaccinato i suoi pazienti con ogni vaccino disponibile sul mercato, finché si è reso conto di aver accettato senza riserve il concetto abituale secondo cui i vaccini siano sempre efficaci e sicuri.Libero da ogni pregiudizio, l’autore ha cominciato a porsi domande diverse, quelle che soprattutto i genitori si pongono: i vaccini provocano malattie irreversibili? I bambini sono troppo piccoli per le vaccinazioni? I vaccini causano reazioni pericolose per l’organismo? Somministrare troppi vaccini insieme sovraccarica il sistema immunitario?In Bambini super-vaccinati da pediatra infantile si cala nel ruolo di genitore, cercando di chiarire ogni dubbio sulla pratica vaccinale: il libro vuole quindi garantire il diritto a un’informazione obiettiva e consapevole sui rischi derivanti dalle vaccinazioni, sulla libertà di scelta e di cura, fornire quindi ai genitori, e non solo, tutte le informazioni utili per scegliere in piena autonomia.In questa seconda edizione viene approfondito ancor di più tutto quello che la letteratura scientifica internazionale mette a disposizione, confrontando dati e ricerche cliniche. Conosci l’autore Eugenio Serravalle è medico specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura e Patologia Neonatale.Da anni è consulente e responsabile di progetti di educazione alimentare di scuole d’infanzia di Pisa e comuni limitrofi.Già membro della Commissione Provinciale Vaccini della Provincia Autonoma di Trento e relatore in convegni e conferenze sul tema delle vaccinazioni, della salute dei bambini e dell’alimentazione pediatrica in tutta Italia.