Tonsille e adenoidi
Quando in un bambino le otiti si ripetono più volte nell’anno in assenza di serie complicazioni, invece di tranquillizzare i genitori – facendo loro comprendere che si tratta di patologie che si ridurranno da sole nel tempo – il bambino viene assai spesso inviato allo specialista otorinolaringoiatra che sovente consiglia, visto l’insuccesso delle terapie inutili effettuate, l’intervento di adenotonsillectomia.
La tonsillectomia e l’adenoidectomia sono le operazioni chirurgiche più frequentemente eseguite in età pediatrica in Italia. Nel 2000 sono state rilevate dal sistema informativo del Ministero della salute 32.000 adenoidectomie, eseguite in bambini o adolescenti.
Ma cosa sono e a che cosa servono le tonsille e le adenoidi? Ed è giusto toglierle con tanta facilità? Anatomicamente, tonsille e adenoidi fanno parte di un unico complesso di grandi organi linfatici situati all’ingresso della gola. Al contrario della milza e dei linfonodi che fanno parte anch’essi del sistema linfatico, tonsille e adenoidi non sono circondate da una capsula connettivale che le separa dall’ambiente esterno, perché contraggono importanti rapporti proprio con quest’ultimo, con la funzione strategica di produrre linfociti, cioè cellule della difesa immunitaria nel punto dove, attraverso il cibo e la respirazione, entrano nel nostro organismo la maggior parte delle sostanze estranee, compresi virus e batteri.
Ogni individuo ha all’ingresso della gola 5 di questi organi: il primo impari mediano situato nella volta del rinofaringe detta tonsilla faringea, meglio conosciuta col nome di Adenoidi per il fatto che quando si ingrandisce assume un aspetto definito “vegetazioni adenoidee”, due tonsille palatine conosciute comunemente come Tonsille per la forma a mandorla, e due tonsille linguali posizionate una accanto all’altra, tanto da sembrare una formazione unica, poste alla base della lingua. Collegati tra di loro da vasi linfatici, questi cinque organi rappresentano un’unità funzionale chiamata anello di Waldeyer, che costituisce una barriera contro le infezioni ma non conserva la stessa struttura per tutta la durata della vita, perché le adenoidi vanno spontaneamente in regressione col sopraggiungere dello sviluppo puberale e normalmente non sono più presenti nell’adulto.
Un comportamento analogo, cioè una funzione importante fino a una certa età con successiva regressione, lo ritroviamo solo nel timo, sulla cui fondamentale importanza nella maturazione del sistema immunitario non esistono dubbi.
Cosa accomuna queste due strutture, una – il timo – organo linfoide separato dall’ambiente da una capsula connettivale, l’altro – le adenoidi – aggregato linfatico totalmente aperto al contatto con l’ambiente aereo esterno? È necessario ricordare ancora un altro aspetto delle adenoidi, poco studiato e valorizzato, ed è il loro rapporto con l’ipofisi faringea, struttura endocrina alloggiata immediatamente davanti alle adenoidi con le quali contrae rapporti.
L’ipofisi faringea, con la sua struttura e la sua caratteristica funzionale diversa nell’uomo e nella donna, è semplicemente ignorata dall’immunologia che tuttavia riconosce ai linfociti la capacità di leggere e interagire anche con sostanze di tipo ormonale. Non dare sufficiente importanza a questi aspetti contribuisce alla facilità con cui si decide l’intervento chirurgico, che oltre a eliminare le adenoidi distrugge questo tessuto ipofisario. Se le adenoidi si aprono al diretto contatto con quanto arriva tramite la respirazione, le tonsille, che occupano spazio comune alle vie aeree e digestive, entrano in diretto contatto con quanto viene assunto per via orale, quindi con tutte le sostanze che poi verranno processate nel tubo digerente a diversi livelli, e con diverso impegno, da altre strutture linfatiche presenti nell’intestino (placche del Peyer, appendice).
Non è un caso quindi che dopo interventi di tonsillectomia siano frequenti attacchi di appendicite di ben più importante impatto chirurgico. Come dire che il preliminare incontro delle sostanze con il tessuto linfatico di prima linea della gola “prepara” le strutture linfatiche di seconda e terza linea all’incontro con sostanze a loro altrimenti sconosciute.
È evidente che le strutture linfatiche della bocca e della gola non servono solo a processare antigeni scoprendoli e identificandoli per maturare un sistema di difesa importante come è quello dell’immunità umorale (anticorpi); il loro aspetto morfologico, il loro comportamento funzionale, i rapporti che esse contraggono con strutture di altra natura, ormonale o sensoriale (olfatto per le adenoidi, udito per la tonsilla tubarica, gusto per la tonsilla linguale) alludono a rapporti più sottili che “legano” comunque l’uomo all’ambiente.
La rimozione ingiustificata o troppo precoce delle strutture linfatiche nel bambino, come anche gli effetti di stimolazioni improprie o eccessive del sistema immunitario in via di maturazione (antigeni alimentari, troppi vaccini) possono provocare danni allo sviluppo globale dell’individuo sfuggendo per la loro sottigliezza all’osservazione immediata, ma causando in ultima analisi un indebolimento della vitalità e delle capacità di difesa.