capitolo xii

L'alimentazione dei Bambini

A cura di Diana Gallone

Il bambino, da un punta di vista alimentare, ha bisogno di un’offerta differenziata di nutrienti per rispondere sia alle esigenze di accrescimento sia al continuo consumo di energia da parte del suo organismo.

I carboidrati (cereali, frutta) rappresentano la principale fonte di energia, ma il processo di accrescimento muscolare e osseo richiede anche un rifornimento giornaliero di proteine (carne, pesce, uova, latte e suoi derivati, legumi), grassi (olio extravergine d’oliva, burro) e un apporto continuo di acqua, sali minerali e di vitamine naturali contenute nella frutta e nella verdura.

Carboidrati

Importantissimi nell’accrescimento dei bambini, oggi – nelle ricche società occidentali – sono spesso utilizzati in eccesso a causa del consumo incontrollato di bibite gassate, succhi di frutta, gelati industriali, caramelle e merendine ricche di zuccheri semplici oltre che di grassi di scarsa qualità e dannosi per la salute.


Anni fa i dolci erano riservati al pasto della domenica, quando si aveva l’abitudine di passare in pasticceria per rallegrarlo con le “paste” appena sfornate. Si trattava di dolci a base di farina, burro, zucchero, uova e latte fresco; e non latte in polvere, uova in polvere, margarine di dubbia provenienza, coloranti, sapori (aromi) artificiali e conservanti per permettere a quel dolce di sopravvivere per mesi su uno scaffale di supermercato.


Le merende quotidiane dei bambini una volta erano a base di frutta o di pane con burro e marmellata o di crostate fatte in casa. Più spesso di pane, olio e sale oppure pane e pomodoro.


Oggi la pubblicità televisiva e quella di molti giornali invita continuamente, con messaggi accattivanti, ad assumere dolci: dalle caramelle, ai gelati, alle gomme da masticare, alle merendine; per questo è diventato “normale” fare un uso eccessivo di zuccheri e carboidrati. La conseguenza è che l’obesità infantile è una delle emergenze non solo nei Paesi industrializzati ma pure in alcuni Paesi del terzo mondo. Fondamentale è quindi ridurre il quantitativo dei carboidrati, in particolar modo di quelli che contengono zucchero, utilizzando il pane e alternando la pasta al riso e alle patate, nella giusta misura.

Proteine

L’apporto proteico è indispensabile a ogni pasto per l’accrescimento muscolare e osseo. Importante è alternare i vari tipi di proteine, comprese quelle delle uova, assai adatte all’alimentazione dei bambini, che l’organismo utilizza secondo il suo fabbisogno; ed è utile variarle ogni giorno, conoscendone le differenze, per poterle utilizzare secondo le necessità.


Bisogna sempre cercare la qualità dando la preferenza, nel caso della carne, a quella di animali provenienti da allevamenti biologici a motivo del rischio di assumere con essa varie sostanze medicinali (antibiotici, ormoni) che molti allevatori senza scrupoli mischiano ai mangimi.


Le proteine di origine bovina in particolare sono utili all’organismo in crescita nei primi anni di vita perché aiutano la costruzione della struttura muscolare. Tuttavia si presti attenzione a non dare troppo di frequente la carne di pollo e di vitello – soprattutto ai maschietti – a causa degli estrogeni che questo tipo di carni rischiano di contenere.


Il maiale di buona qualità può essere consumato fresco, sotto forma di prosciutto e salsicce, queste ultime meglio se di produzione artigianale e controindicate solo in caso di allergie specifiche.

Capretto e agnello possono essere molto utili proprio nei bambini allergici alle proteine del latte vaccino.


Il pesce, soprattutto quello ricco di iodio – come quello d’alto mare –, è molto utile per i bambini obesi o sovrappeso, perché attiva la tiroide.

I pesci di sabbia, come le sogliole e il rombo, più ricchi in silicio e sali minerali, aiutano la costruzione dell’apparato osseo, delle unghie, dei denti, dei capelli in bambini che tendono alla demineralizzazione.


Gamberi, calamari, frutti di mare e salmone sono sempre utili, in specie nel periodo prepuberale e puberale per la loro ricchezza in colesterolo, precursore degli ormoni sessuali.

Grassi

I grassi sono preziosi per l’organismo, sia come apporto di energia che come protezione meccanica e termica, ma le loro funzioni sono soprattutto importanti per le membrane cellulari, dove la presenza di molecole di colesterolo, rendendo le membrane permeabili, favorisce gli scambi metabolici tra l’interno e l’esterno della cellula. Questo significa che i grassi sono indispensabili per la vita dei miliardi di cellule di cui siamo composti. Non dimentichiamo che gran parte della produzione ormonale prende origine dai grassi e più precisamente dal colesterolo, tanto indispensabile quanto demonizzato.


I grassi sono anche parte di sostanze regolatrici del sistema cardiovascolare e trasportano molte vitamine, quelle definite liposolubili. Sono inoltre fondamentali per il sistema nervoso: tutti i nervi sono ricoperti da una sostanza grassa, la mielina, che li protegge e ne consente il funzionamento. Molti di noi hanno avuto esperienza di persone che seguono diete restrittive, con il cucchiaino d’olio a pranzo e a cena, che spesso diventano irritabili e nervose. La carenza di lipidi, che inibisce il normale funzionamento dei neurotrasmettitori nel cervello1, contribuisce a questo nervosismo.

Il grado di fluidità delle membrane cellulari delle cellule nervose, favorito dall’assunzione dei grassi nell’alimentazione, determina il numero di connessioni possibili tra le cellule nervose. Un numero di connessioni maggiore vuol dire più comunicazione tra i neuroni (sinapsi), e dal numero di sinapsi dipende anche il quoziente intellettivo del bambino.


È dimostrato che il feto, nel corso della gravidanza, è capace di incorporare nella membrana i grassi che la madre assume con l’alimentazione a una velocità impensabile, modificando tre volte in un giorno le membrane dei suoi neuroni, che sono presenti in grande quantità in questa fase e diminuiscono progressivamente dopo la nascita. Ma affinché questi processi avvengano in modo corretto la qualità dei grassi è essenziale.


Possiamo distinguere, semplificando al massimo grado, i grassi “buoni” da quelli “cattivi”. Nella cucina mediterranea utilizziamo da secoli il migliore dei grassi che esiste al mondo: l’olio extravergine di oliva, ricco di grassi monoinsaturi, a crudo, fritto e soffritto da usare senza particolari restrizioni, specialmente per i bambini.

Indispensabili sono anche i grassi animali2, quali il burro con il suo apporto di vitamine A, E e D necessaria per la formazione delle ossa, lo strutto e il lardo di qualità, proveniente da allevamenti che usino mangimi biologici, da utilizzare senza impedimenti perché il grasso di maiale ha la proprietà di regolare e riequilibrare il surfactante, sostanza presente negli alveoli polmonari che ne consente l’espansione e l’elasticità in modo da impedire la stasi dei batteri, in particolare nei disturbi respiratori e polmonari.

Grassi cattivi sono gli oli di semi e le margarine utilizzati nell’industria alimentare, ma anche spesso in molte famiglie, allorché non si conoscono le conseguenze dannose del loro uso. Gli oli di semi, usati molto sovente per friggere, sono grassi polinsaturi la cui estrazione viene fatta ad alte temperature per aumentarne la resa. Per alcuni semi, particolarmente duri, sono necessarie temperature molto elevate e l’uso di sostanze chimiche per riuscire a estrarli: sia le une che le altre rendono quel grasso tossico per l’organismo. A questo si aggiunge la loro facile alterabilità in corso di cottura che li rende assolutamente inadatti a questo scopo, nonostante vengano pubblicizzati per la loro “leggerezza”.


Il peggiore sotto tutti gli aspetti è l’olio di semi vari per il quale non viene specificata la quantità e la natura dei diversi semi che, richiedendo diversi processi di estrazione, contengono più elementi tossici. In generale questi oli si surriscaldano prima rispetto all’olio extravergine di oliva, alla sugna e al lardo di maiale. Il surriscaldamento comporta la trasformazione delle molecole lipidiche da cis a trans, che in tal modo diventano tanto dannose per l’organismo da far stabilire all’Istituto di Medicine (IOM) dell’Accademia Nazionale di Scienze, Ingegneria, Medicina and Ricerca americano che la loro tolleranza nell’alimentazione quotidiana è pari a zero. Quindi “pari a zero” è la necessità di inserire nell’alimentazione infantile gli alimenti che contengono grassi idrogenati o parzialmente idrogenati. Il processo di idrogenizzazione viene utilizzato dall’industria per evitare l’irrancidimento dei grassi: il risultato è proprio il passaggio da una forma accettabile – “cis” – a una dannosa per l’organismo – “trans”. L’uso continuativo dei grassi vegetali trans (idrogenati o parzialmente idrogenati), soprattutto quando è congiunto agli zuccheri, ha il potere di danneggiare strutture fondamentali dell’organismo.


L’ospedale pediatrico Mayer di Firenze spiega ai genitori che nelle merendine ci sono troppi grassi di scarsa qualità. Consumare alimenti ricchi di grassi vegetali non meglio identificati sin dall’infanzia porta più di ogni altra cosa ad accrescere il livello di colesterolo e ad aumentare i fattori che favoriscono processi infiammatori a livello organico, a causa dello squilibrio che si genera nel rapporto tra i diversi tipi di acidi grassi.

Questo tipo di grassi non è presente solo nelle merendine, ma anche nei cracker, nelle fette biscottate, nei grissini, nei precotti surgelati e in tutto ciò che ha una lunga conservazione.

Vitamine e sali minerali

Queste sostanze, indispensabili per tutti noi e specialmente per i bambini, sono fornite all’organismo soprattutto da verdura e frutta, non sempre gradite ai bambini. Chi cucina per il bambino, mamme, nonni o papà dovrebbe trovare il modo di preparare le verdure in modo che i bambini le accettino e poi le gradiscano.


Per questo sarà utile prepararle sotto forma di frittate o pizze ripiene di ricotta e verdura oppure di frittura infarinata o in pastella o fritta dorata (con la presenza dell’uovo).

Perché frittura

Molti genitori pensano che i bambini, specialmente quelli un po’ sovrappeso, non possano e non debbano mangiare i fritti perché “fanno male”.

In realtà i fritti che fanno male sono quelli delle catene di Fast Food o di molti ristoranti che al posto dell’olio extravergine d’oliva utilizzano grassi vegetali, o addirittura grassi di sintesi chimica, di basso costo.


I bambini prediligono cibi come la carne panata, il pesce fritto e come verdure mangiano più facilmente quelle che possono essere fritte come le zucchine, le melanzane in crocchette, i carciofi e naturalmente le patate, assai amate soprattutto se fritte. Questo desiderio spontaneo del bambino deve essere assecondato perché il fritto, se fatto con prodotti genuini, utilizzando esclusivamente olio extra-vergine d’oliva, non danneggia affatto la funzione del fegato e spesso risolve stipsi ostinate.

Un buon fritto a settimana, come afferma la dottoressa Arcari Morini3, non solo non danneggia ma potremo dire che stimola l’attività del fegato. Per questa ragione è bene accompagnare la frittura con verdure crude, particolarmente ricche di acqua, come l’insalata di pomodori o quella verde, se gradita al bambino, oppure frutta ricca di acqua come mele, ananas, mandarini, clementine, arance, pesche, fragole, meloni, angurie, uva, perché il fegato, quando lavora, consuma molta acqua.

Capisco e rispetto l’ansia di molti genitori e nonni, preoccupati che i loro piccoli non mangino a sufficienza. L’Homo sapiens ha sempre dovuto confrontarsi di più con la carenza di cibo che con l’abbondanza; in molte parti del mondo ancora la maggioranza degli uomini ha questo problema, ma nei ricchi Paesi industrializzati da più di cinquanta anni la disponibilità di alimenti è superiore ai nostri bisogni. Ciò nonostante, anche in questi Paesi, nella mente degli adulti, la preoccupazione che il bambino non assuma cibo a sufficienza è rimasta radicata.


Offriamo ai bambini alimenti diversi ma non forziamoli mai a mangiare più di quello che desiderano. Se il bambino è a tavola con i genitori, in genere vedendo i genitori mangiare volentieri frutta e verdura, è invogliato ad assaggiarne e prima o poi imparerà a mangiare di tutto senza problemi. È molto importante anche spiegare, con modalità diverse a seconda dell’età, il motivo per cui gli è utile mangiare frutta e verdura: in genere anche i bambini molto piccoli comprendono quello che gli diciamo e, se siamo allegri e propositivi, più che impositivi, prima o poi avranno la curiosità di assaggiare nuovi cibi. Il momento del pasto deve sempre essere un momento di piacere e di esplorazione e mai diventare un campo di lotta tra il bambino e l’adulto.

Struttura dei pasti

I bambini, dopo lo svezzamento, devono mangiare le stesse cose che mangiano gli altri componenti della famiglia. Nei primi mesi sarà necessario adattare i cibi, attraverso lo sminuzzamento, alle progressive capacità del bambino di tagliare e masticare i cibi con i denti.


Il mangiare è un fatto culturale e le abitudini della famiglia vanno riconosciute e apprezzate. Le famiglie che fanno scelte alimentari particolari, come ad esempio, le famiglie vegetariane, sono di solito assai competenti e sanno come ricavare i nutrienti fondamentali evitando la carne e in altri casi eliminando addirittura uova, latte e derivati.

Uno schema proponibile per le famiglie ”onnivore” che potrà subire adattamenti in diverse situazioni prevede cinque pasti al giorno:

COLAZIONE DEL MATTINO:
  • Pane, burro e marmellata4 o miele,

  • pane e cioccolata,

  • orzo con latte (sempre fresco e intero5), latte con cacao, o latte bianco.


MERENDA:

Alle 10 e alle 17 una merenda salata è preferibile a quella dolce, a cui si può aggiungere un frutto:

  • pane e prosciutto crudo6,

  • pane e salame di provenienza artigianale, senza additivi,

  • pane e formaggio,

  • pane, olio e sale, pane e pomodoro,

  • pane, tonno e pomodoro,

  • uno yogurt sempre bianco intero con aggiunta di frutta fresca a pezzi o frullata in casa. Lo yogurt con frutta industriale ha un valore nutrizionale ben lontano dalla frutta fresca e in genere ha troppi zuccheri aggiunti.

  • anche un ciambellone o una crostata fatti in casa con ingredienti sicuri possono costituire un’ottima merenda.

Utilissimi nell’infanzia sono i semi non tostati e non salati, ricchissimi di tutti i minerali, compreso il calcio: noci, nocciole, mandorle, semi di girasole e di zucca, da alternare anche a merenda.


I semi risulteranno particolarmente utili sia per le molte vitamine e minerali in essi contenuti sia perché sgranocchiare è utilissimo allo sviluppo della bocca e delle arcate dentarie; a tal fine è assai adeguato anche il pane tostato, in genere molto apprezzato dai bambini.


Anche la pizza è un piatto sano e completo, e molto gradito e adatto ai bambini, ma non può essere servita tutti i giorni, a meno che non sia fatta in casa, perché oggi molte pizzerie, oltre a far uso di formaggio fuso a pasta filante, che poco ha a che fare con la vera mozzarella, aggiungono zuccheri per accelerare i processi di lievitazione, il che è solo inutile e dannoso.

PRANZO:
  • 40 o 50 grammi di pasta o altro carboidrato,

  • una pietanza proteica,

  • una verdura,

  • un frutto.


CENA:
  • un primo piatto a base di carboidrato variando tra pasta, riso, patate, polenta,

  • un secondo a base di proteine (per esempio petto di tacchino, coniglio, o ricotta7, oppure uova,

  • una verdura e un frutto diversi da quelli del pranzo.

Il latte

Il latte va utilizzato sempre fresco e intero, pastorizzato8, evitando quello sterilizzato e/o omogeneizzato e microfiltrato. Fresco perché è quello che conserva in misura maggiore le proprietà nutritive, intero perché più l’alimento si avvicina a come la natura lo ha creato e meglio è. La componente lipidica è ricca di vitamine liposolubili e favorisce la metabolizzazione del lattosio e del calcio.


Oggi molti bambini sono intolleranti al latte che in questi casi va tassativamente evitato. Tale fenomeno, oltre a una predisposizione genetica, è dovuto alla precoce introduzione di proteine del latte di mucca attraverso i latti in polvere per lattanti e allo svezzamento anticipato.


Se un bambino chiede di bere latte a cena bisogna assecondarlo. Con il solo latte il neonato cresce, raddoppiando il suo peso nel giro di pochi mesi. Il latte è un alimento prezioso, come l’uovo, e copre tutte le esigenze di un individuo appena nato.


Se il bambino lo chiede significa che ha esigenze di accrescimento – oppure di sedazione – poiché il latte è ricchissimo di triptofano e di casomorfine, sostanze sedative del sistema nervoso. Ai bambini che hanno difficoltà a dormire spesso basta un bicchiere di latte caldo per indurre il sonno, al posto di sciroppi miracolosi a base di antistaminici troppo spesso prescritti e somministrati.


Importanti sono anche tutti i legumi da cuocere con l’aggiunta di foglie di alloro per evitare l’eccessiva fermentazione che spesso provocano. Poiché le proteine dei legumi non contengono tutti gli amminoacidi essenziali è vantaggioso associarli alla pasta o al riso in piatti gustosi e saporiti come la pasta e fagioli.

Cos’è che i bambini non devono mangiare?

  • TUTTO QUELLO CHE CONTIENE ALCOOL: è un gravissimo errore somministrare vino ai bambini: il vino danneggia soprattutto il loro sistema nervoso non ancora completamente sviluppato, creando danni seri.

  • ALIMENTI CHE ECCITANO IL SISTEMA NERVOSO: tè, caffè e la coca cola che contiene caffeina, ma anche il formaggio stagionato. Va tenuto presente che è un alimento eccitante e pertanto è preferibile assumerlo nella merenda del mattino o a pranzo, ma non nel pomeriggio e mai di sera a cena. Fa eccezione il parmigiano reggiano aggiunto in modica quantità alla pasta serale.

  • TUTTI GLI ALIMENTI INDUSTRIALIZZATI, come già ampiamente spiegato in precedenza.

  • I DOLCI, salvo saltuarie eccezioni, vanno riservati alla colazione del mattino e al pranzo domenicale.

  • I FRUTTI DI MARE vanno offerti con prudenza e solo se di provenienza certa.

  • LE BEVANDE INDUSTRIALI GASATE: per il loro contenuto in acido ortofosforico che nella donna è concausa di osteoporosi e in ogni organismo umano, se usato in eccesso (nella misura di più di tre bicchieri al giorno) provoca uno squilibrio del pH ematico portandolo verso l’acidità, squilibrio che a lungo andare diventa causa di patologia.

  • I SUCCHI DI FRUTTA INDUSTRIALI, nei quali di frutta spesso c’è solo il nome, e sono una fonte di zuccheri eccessivi, quando non di dolcificanti artificiali anche più dannosi degli zuccheri stessi9.


I bambini che non vogliono mangiare

Prima bisogna capire il perché della protesta, che spesso è diretta contro la mamma o l’adulto che lo sta seguendo in quel momento, per qualche cosa che non va nella relazione. È utile comunque stabilire delle regole chiare: la madre, o chi per lei, decide cosa il bambino deve mangiare senza offrire troppe alternative a quello che gli altri mangiano. Se ciò viene affermato con fermezza e con chiarezza – ma soprattutto senza urli e minacce – in genere il bambino non farà capricci, a meno che il rifiuto del cibo non sia sintomo di malessere psicologico, non sia accompagnato da reale arresto della crescita o addirittura perdita di peso, condizioni che certamente richiedono la consulenza di un esperto. Se il bambino non ha voglia di mangiare, può tranquillamente saltare il pasto e mangiare al pasto successivo, purché non gli si dia la possibilità di spiluccare cose fuori pasto. Se avrà fame dopo un’ora potrà mangiare quello che c’era a pranzo.


Intorno ai 2 anni il bambino si confronta con le “Regole”, controlla gli sfinteri che può contrarre o rilasciare, impara a usare il sì e il no. A questa età, anche per affermare la sua identità, rifiuta alcuni cibi e alimenti anche per periodi più o meno lunghi.


Verso i 4-5 anni iniziano profonde relazioni sociali con i coetanei; vengono fissate regole e leggi che tutti devono rispettare e spesso alcuni cibi diventeranno tabù per tutto il gruppo. Quindi se un bambino non mangia per un capriccio ingiustificato, può saltare il pasto senza recriminazioni, e lo si aiuterà a comprendere che la mamma non è a disposizione per preparare altro, solo sulla base del disaccordo del piccolo.


I bambini più grandicelli possono e devono comprendere che bisogna mangiare di tutto; si potranno anche dare informazioni, comprensibili, sui contenuti specifici degli alimenti. Per invogliarli ad assaggiare, sarà utile preparare e farsi aiutare da loro nella preparazione delle verdure, o di quanto altro i bambini non gradiscono troppo, nel modo più appetibile.


È normale che i bambini, attraverso piccole prove di forza, sperimentino l’autorevolezza dei genitori e i confini oltre ai quali non possono spingersi; il percorso verso l’autonomia ha bisogno di sentieri protetti. La loro crescita psichica passa attraverso un confronto con i genitori in cui le regole devono essere chiare, semplici e, entro certi limiti, inderogabili.


Per avere autorità morale e credibilità con i figli bisogna essere sempre assai onesti e coerenti. L’incoerenza infatti ha un prezzo che i genitori pagheranno nel tempo. Le madri di una volta dicevano: “non m’importa se tu piangi, l’importante è che non pianga io quando tu sarai grande”.


Il bambino non fa i capricci se capisce che dall’altra parte c’è una determinazione tranquilla e bisogna sempre tenere presente che i bambini approfittano della debolezza o della stanchezza dei genitori.


Se il bambino non sarà educato dai “no” degli adulti si sentirà frustrato in seguito, quando non riuscirà ad ottenere dalla vita tutto quello che vuole.

Desideri e avversioni come segnali

Siamo abituati a considerare i desideri alimentari e le avversioni come capricci della mente, errori nella nostra educazione alimentare o bisogni di un’affettività insoddisfatta, e di rado pensiamo che il nostro organismo è un sistema regolato da meccanismi di biochimica, per cui desideri e avversioni alimentari sono voci da ascoltare con attenzione.


I bambini piccoli (se non affetti da patologie allergiche) in genere apprezzano molto latte e uova, ricchi di proteine nobili e indifferenziate, alimenti che non affaticano gli organi preposti all’elaborazione e all’eliminazione delle sostanze ingerite.


Nella seconda infanzia aumenta il gusto per le carni bianche, soprattutto panate e fritte o sotto forma di polpette; è rarissimo vedere un bambino di 7-8 anni mangiare la bistecca, l’arrosto o il coniglio.


Alle soglie dell’adolescenza il bambino (soprattutto il maschio) all’improvviso inizia a chiedere con insistenza il filetto o la bistecca perché gli ormoni androgeni in marcato aumento hanno bisogno delle proteine della carne rossa per formare la massa muscolare.


Il bambino che rifiuta la frutta potrebbe avere difficoltà nel metabolismo degli zuccheri e quindi si difende dall’eccesso di dolce. Se poi non riesce a resistere alle merendine questo creerà seri problemi in futuro.


Bambini che scartano il grasso del prosciutto e altri che lo mangiano: i primi hanno un problema con lipasi pancreatiche e probabilmente avranno feci scomposte, che si attaccano al water – segno di difficoltà nell’emulsionare i grassi –; i secondi potrebbero avere una necessità di stimolo delle lipasi e della colecisti oppure sono bambini molto magri che hanno bisogno di difendere il loro apparato respiratorio.


Alcuni bambini amano gli agrumi e altri non li sopportano. Quando li amano, cercano l’acido per superare una fatica del fegato. L’acido infatti attiva la funzione epatica e la contrazione della colecisti.


Vi sono bambini che al mattino non vogliono fare colazione, a volte hanno la nausea: il che indica uno stato di iperglicemia. L’unica cosa che sono disposti a prendere è la spremuta di arancia che, grazie all’acidità, aiuta il fegato a metabolizzare gli zuccheri in eccesso. I bambini che non hanno fame al mattino spesso prendono volentieri l’uovo, che quindi va loro proposto. Questi stessi bambini possono manifestare sete eccessiva, sempre per l’iperglicemia.


L’iperglicemia del mattino dipende da una pigrizia del pancreas, non misurabile con i test di laboratorio a nostra disposizione, ma le cui conseguenze scompariranno semplicemente eliminando l’eccesso di zuccheri semplici, le merendine e i gelati, specialmente quelli industriali.


Se un bambino cerca il sale da cucina, potrebbe essere segno di disidratazione nei casi acuti; se lo desidera sempre indica una carenza di minerali. Il sale serve a trattenere i liquidi nel corpo e quindi evita la disidratazione. È utile dare spremute di agrumi, verdura e frutta fresche durante i pasti e i già citati semi oleosi (nocciole, mandorle, noci) che in modo fisiologico offrono un ottimo apporto di sali. In genere i gusti personali vanno rispettati, ma qualche volta sono segno di uno squilibrio organico di cui bisogna imparare a riconoscere la causa: il bisogno incontenibile di zuccheri, specialmente tra le dieci e le undici del mattino e tra le cinque e le sei del pomeriggio – e nei bambini con l’abitudine ad introdurre troppi dolci –, è quasi sempre determinato da un cattivo metabolismo degli zuccheri. Questi tipi di dieta producono picchi di iperglicemia a cui seguono, per una eccessiva secrezione di insulina, picchi di ipoglicemia che a sua volta produce, in un circolo vizioso, un forte desiderio di zuccheri. Spesso questi bambini hanno una predisposizione familiare per il diabete e in questo caso una alimentazione corretta diventa un forte fattore di protezione.

Bambini e (troppe) medicine - 2a edizione
Bambini e (troppe) medicine - 2a edizione
Franco De Luca
Difendersi dall’eccessiva medicalizzazione dei nostri figli.Come evitare di somministrare troppe medicine ai bambini e migliorare il loro stato di salute con semplici rimedi naturali. Da diverso tempo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda, per ciò che concerne la gestione della salute in famiglia, di passare da un approccio prescrittivo a una scelta partecipata.Bambini e (troppe) medicine di Franco De Luca è un libro pensato per aiutare i genitori ad acquisire fiducia nelle proprie capacità di accudire il bambino e valutare il suo stato di salute, evitando di delegare al pediatra tutte le decisioni, anche le più semplici.Il testo è completato da semplici ricette di preparati casalinghi che possono evitare di fare ricorso, nelle piccole patologie dell’infanzia, a farmaci i cui effetti collaterali superano spesso quelli terapeutici. L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Franco De Luca ha svolto l’attività di Pediatra di Comunità dal 1978 presso il consultorio familiare di Campagnano di Roma, dove, dal 2012 al 2016, è stato Direttore dell’Unità Operativa Complessa “Tutela Salute della Donna e Medicina Preventiva in età evolutiva”.Attualmente in pensione, affianca alla libera professione l’impegno nella promozione, protezione e sostegno dell’allattamento al seno, come formatore e tutor valutatore per l’UNICEF delle iniziative Comunità e ospedali Amici dei bambini. Dal 2003 è presidente del Centro Nascita Montessori.