Desideri e avversioni come segnali
Siamo abituati a considerare i desideri alimentari e le avversioni come capricci della mente, errori nella nostra educazione alimentare o bisogni di un’affettività insoddisfatta, e di rado pensiamo che il nostro organismo è un sistema regolato da meccanismi di biochimica, per cui desideri e avversioni alimentari sono voci da ascoltare con attenzione.
I bambini piccoli (se non affetti da patologie allergiche) in genere apprezzano molto latte e uova, ricchi di proteine nobili e indifferenziate, alimenti che non affaticano gli organi preposti all’elaborazione e all’eliminazione delle sostanze ingerite.
Nella seconda infanzia aumenta il gusto per le carni bianche, soprattutto panate e fritte o sotto forma di polpette; è rarissimo vedere un bambino di 7-8 anni mangiare la bistecca, l’arrosto o il coniglio.
Alle soglie dell’adolescenza il bambino (soprattutto il maschio) all’improvviso inizia a chiedere con insistenza il filetto o la bistecca perché gli ormoni androgeni in marcato aumento hanno bisogno delle proteine della carne rossa per formare la massa muscolare.
Il bambino che rifiuta la frutta potrebbe avere difficoltà nel metabolismo degli zuccheri e quindi si difende dall’eccesso di dolce. Se poi non riesce a resistere alle merendine questo creerà seri problemi in futuro.
Bambini che scartano il grasso del prosciutto e altri che lo mangiano: i primi hanno un problema con lipasi pancreatiche e probabilmente avranno feci scomposte, che si attaccano al water – segno di difficoltà nell’emulsionare i grassi –; i secondi potrebbero avere una necessità di stimolo delle lipasi e della colecisti oppure sono bambini molto magri che hanno bisogno di difendere il loro apparato respiratorio.
Alcuni bambini amano gli agrumi e altri non li sopportano. Quando li amano, cercano l’acido per superare una fatica del fegato. L’acido infatti attiva la funzione epatica e la contrazione della colecisti.
Vi sono bambini che al mattino non vogliono fare colazione, a volte hanno la nausea: il che indica uno stato di iperglicemia. L’unica cosa che sono disposti a prendere è la spremuta di arancia che, grazie all’acidità, aiuta il fegato a metabolizzare gli zuccheri in eccesso. I bambini che non hanno fame al mattino spesso prendono volentieri l’uovo, che quindi va loro proposto. Questi stessi bambini possono manifestare sete eccessiva, sempre per l’iperglicemia.
L’iperglicemia del mattino dipende da una pigrizia del pancreas, non misurabile con i test di laboratorio a nostra disposizione, ma le cui conseguenze scompariranno semplicemente eliminando l’eccesso di zuccheri semplici, le merendine e i gelati, specialmente quelli industriali.
Se un bambino cerca il sale da cucina, potrebbe essere segno di disidratazione nei casi acuti; se lo desidera sempre indica una carenza di minerali. Il sale serve a trattenere i liquidi nel corpo e quindi evita la disidratazione. È utile dare spremute di agrumi, verdura e frutta fresche durante i pasti e i già citati semi oleosi (nocciole, mandorle, noci) che in modo fisiologico offrono un ottimo apporto di sali. In genere i gusti personali vanno rispettati, ma qualche volta sono segno di uno squilibrio organico di cui bisogna imparare a riconoscere la causa: il bisogno incontenibile di zuccheri, specialmente tra le dieci e le undici del mattino e tra le cinque e le sei del pomeriggio – e nei bambini con l’abitudine ad introdurre troppi dolci –, è quasi sempre determinato da un cattivo metabolismo degli zuccheri. Questi tipi di dieta producono picchi di iperglicemia a cui seguono, per una eccessiva secrezione di insulina, picchi di ipoglicemia che a sua volta produce, in un circolo vizioso, un forte desiderio di zuccheri. Spesso questi bambini hanno una predisposizione familiare per il diabete e in questo caso una alimentazione corretta diventa un forte fattore di protezione.