Capitolo vi

Disconnettersi per riconnettersi:
Tentativo di digital detox

In qualità di docente di scuola superiore mi ritrovo spesso, e ogni anno di più, a dover abbassare gli standard e le aspettative, a ridurre, a semplificare i linguaggi, a cercare sempre più canali digitali (video, presentazioni) che possano aiutare gli studenti a recepire argomenti di studio senza perdere l’attenzione e la concentrazione.


Sono spesso distratti dai dispositivi, frammentari nelle conoscenze, poco inclini alla ricerca e rielaborazione.

Circa quattro anni fa ho iniziato un esperimento con i miei studenti che, alla luce delle recenti letture effettuate, potrebbe rientrare nell’ottica del digital detox. Anche se si tratta di una fascia d’età diversa da quella che tratto in questo libro, vorrei riportare l’esperienza, poiché potrebbe essere adottata anche in altri contesti e con bambini più piccoli.


Mi sono presentata agli studenti delle nuove classi terze il primo giorno di scuola, e ho continuato a farlo, con una scatola che ho chiamato motivational box, sulla quale avevo scritto in precedenza delle frasi/input motivazionali in lingua inglese (la materia che insegno), del tipo “Switch off your mobile, switch on your brain”, “Stay here physically and emotionally”, “Look around you”, “Don’t waste what is around you”, “Meet people’s eyes”, “Disconnect and re-connect to people”, “Avoid distractions”, “Activate your memory”, “ Avoid some EM waves”. (Spegni il cellulare, accendi il cervello; stai qui fisicamente ed emotivamente; guarda intorno a te; non perderti ciò che sta intorno a te; incontra lo sguardo delle persone; disconnettiti e riconnettiti con le persone; evita distrazioni; attiva la memoria; evita un po’ di onde elettromagnetiche).


Dopo aver spiegato i motivi per cui avrei preferito che spegnessero i cellulari durante le mie ore di lezione, raccoglievo i telefoni e li depositavo nella scatola e continuo tuttora a farlo. Nessuno ha mai protestato alle richieste, fatte anche un po’ con humour, sempre in lingua inglese (Ti accorgerai che alla fine dell’ora, non sarai morto di disconnessione, oppure Ti accorgerai che senza di te online, non è successo nulla di interessante, Realizzerai che, disconnesso, ancora respiri).


All’inizio qualcuno si riappropriava spasmodicamente del telefono al suono della campanella, come un accanito fumatore alla prima stazione di sosta dopo un viaggio in treno.

Prima di introdurre la scatola, trascorrevo gran parte delle ore con ragazzi che dividevano la loro attenzione tra me e un astuccio che nascondeva uno smartphone e che io ironicamente chiamavo astuccio digitale con tastiera incorporata.


Molti fingevano di guardarmi e ascoltarmi, ma in realtà si trovavano altrove.

Dopo poche lezioni, accade sempre ogni anno ormai, sono gli stessi ragazzi a mettersi in fila alla cattedra per depositare i telefoni nella scatola e capita anche che alcuni dimentichino di riprenderli alla fine dell’ora. Risultato: adesso i ragazzi mi guardano negli occhi, mi ascoltano e intervengono con più consapevolezza.


Un’ora o due di disintossicazione da smartphone non risolvono certo i problemi di studio e d’apprendimento, ma senz’altro hanno migliorato la comunicazione interpersonale.


Certo poi di disintossicazione da onde non si può parlare poiché in classe e altrove ormai si è bombardati dalle onde wi-fi (registro elettronico, tablet, proiettori), ma questo è un altro discorso!

Questo per dire che se ai ragazzi, e a maggior ragione ai bambini, si propongono alternative valide e si spiega loro che esiste altro oltre lo schermo, essi sono pronti a recepire e trarne vantaggio.

Bambini digitali
Bambini digitali
Mena Senatore
L’alterazione del pensiero creativo e il declino dell’empatia.Un’analisi degli effetti negativi dell’abuso degli schermi digitali in età evolutiva sul piano dello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. Negli ultimi anni sempre più bambini si trovano a interagire con gli schermi digitali di tablet, smartphone e PC. Ma quali sono le conseguenze?Mena Senatore, nel suo libro Bambini digitali, prende in esame gli effetti negativi dell’uso e abuso di queste tecnologie in età evolutiva, con particolare attenzione alla prima e seconda infanzia, sottolineandone le conseguenze a livello di sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.Un’urgente lettura per genitori, educatori e insegnanti. Conosci l’autore Mena Senatore, laureata in Lingue e Letterature straniere, è docente di Lingua e Civiltà Inglese nella scuola secondaria superiore.Durante gli studi universitari ha scoperto un forte interesse per la psicologia, che l’ha portata ad approfondire tematiche inerenti lo sviluppo della personalità nelle varie fasi dello sviluppo.Negli ultimi anni ha studiato in particolare la ricerca socio-scientifica dedicata agli effetti delle tecnologie sul cervello, soprattutto in età evolutiva.