CAPITOLO III

Il bambino addosso

Portare in fascia o babywearing. Genitori canguro

Non c’è niente al mondo che dia più calore e conforto dell’avere il proprio bambino addormentato sul petto e sentire il suo respiro, il profumo della sua pelle.


Generalmente le madri godono di questi momenti di contatto totale nei giorni immediatamente successivi al parto. Poi, gli impegni della vita quotidiana ci distraggono e la società ci ha ormai fatto credere che un neonato debba essere nutrito, accudito, pulito, e che non abbia bisogno d’altro. Ci hanno convinte del fatto che una madre si debba sentire libera di fare ciò che deve e che vuole, senza che il neonato abbia bisogno continuamente di lei.


Certo, che una donna si debba sentire a suo agio nel potere fare qualsiasi cosa, è una sacrosanta verità. Ma lo è altrettanto che debba essere libera e serena a tal punto da poterlo fare mentre continua a prendersi cura del suo piccolo, a meno che non si tratti di impegni di lavoro troppo faticosi e impegnativi, o che possano nuocere al bambino.


Per tutto il resto, si può tranquillamente “indossare” il bambino grazie a specifiche fasce portabebè e continuare a svolgere le proprie attività serenamente e in completa libertà.


I bambini “portati” sono più quieti perché hanno soddisfatto il loro desiderio di contatto con la madre e le madri hanno di sicuro una vita più facile e una maternità più soddisfacente.


I vantaggi per il bambino “portato”

Durante la gravidanza, l’eccitazione e spesso l’ansia dei genitori portano a pianificare ogni cosa che dovrebbe avvenire subito dopo il parto. Anche le liste nascita, così di moda ai giorni nostri, lo dimostrano in maniera evidente.

Molti genitori in attesa sono portati a credere che avranno necessità di una serie di attrezzature specifiche per prendersi cura di un bambino. In realtà, la maggior parte dei bambini ha bisogno di molto poco. Se si sceglierà l’allattamento, ad esempio, nulla sarà necessario. La madre avrà già la capacità di soddisfare le esigenze nutrizionali di suo figlio senza dovere comprare alcunché. Dopo il nutrimento, ciò che un neonato richiede è solo il contatto umano, stare vicino a chi lo ama e sentirsi amato. Anche questo atto richiede poca o nessuna attrezzatura: le braccia dei genitori o delle fasce portabebè.


Gli antropologi e gli psicologi che studiano il comportamento di genitori e bambini hanno osservato che, quando essi sono insieme, stanno costantemente plasmando i loro sentimenti e i loro comportamenti. Un genitore che porta il suo bambino, risponde più prontamente al suo pianto, rassicurandolo. Se il bambino ha fame, oppure vuole essere consolato o coccolato, la madre offre subito il suo seno.


Un bambino “portato” comunica con i genitori attraverso la pelle e gli sguardi, così vicini da fondersi, quasi.

Capita spesso che i bambini si sentano impauriti quando incontrano nuove persone e vivono nuove situazioni. Se ciò avviene mentre sono a contatto con i genitori, tutto è superato con più facilità e sicurezza.


Quando si indossa un bambino, si vive in simbiosi con lui, per tutto il giorno. Il mondo è visto dallo stesso punto di vista. Il bambino ascolta la voce del genitore mentre parla con gli altri, vive le sue emozioni, sente che può ricevere sicurezza e conforto.


Anche se il genitore è concentrato su altre persone o attività, il bambino tenuto in braccio o portato in fascia è rassicurato dal contatto fisico. Portare un bambino infatti gli assicura tutto il contatto di cui ha bisogno, anche quando il genitore non può riservargli tutta la sua attenzione.


Molti ritengono che un bambino spesso tenuto in braccio, o portato in fascia, diventerà molto esigente e cercherà di continuo attenzioni, anche piangendo se non viene soddisfatto. In verità, sembra essere vero l’opposto. Nelle culture in cui i bambini sono sempre tenuti in braccio, le crisi di pianto sono praticamente sconosciute.

Uno studio ha dimostrato che i bambini pretermine piangevano di meno quando i genitori venivano incaricati di tenerli in braccio o portarli in fascia per alcune ore al giorno1. Questi risultati ci confermano che il contatto non “vizia” un bambino, rendendolo più impegnativo, ma al contrario lo aiuta a sentirsi più felice e a suo agio nel mondo.


Un bambino felice è tranquillo e sereno, pronto a interagire con le persone. Quando è indossato dal genitore, può vedere cosa succede attorno a lui, osservare le espressioni facciali e sentire le loro voci, imparando molto.

Oltre ad aiutare i bambini nel loro sviluppo emotivo e sociale, li si soddisfa nelle loro esigenze fisiche. Nel grembo, i piccoli ascoltano il rumore del battito del cuore e del flusso del sangue della madre, ne seguono il ritmo e i movimenti, confinati in un piccolo spazio che li avvolge e li protegge.


Dopo la nascita, l’esperienza di essere tenuto vicino al corpo di un genitore li aiuta a ricordare la pace provata nel grembo materno.

Una fascia portabebè aiuta a controllarne il movimento delle braccia e delle gambe. Mentre i genitori si muovono per casa o camminano per strada, i bambini si rilassano e si tranquillizzano. I genitori scoprono rapidamente che il loro neonato dorme tra le loro braccia, sereno e rassicurato, confortato dalla vicinanza al seno della madre o al torace del padre.


I vantaggi per i genitori portatori

Un bambino indossato è in grado di rendere molto più facile la vita frenetica dei genitori. Ad esempio: portato in fascia, lascia libere le mani per le pulizie, per la preparazione dei pasti, per permettere di svolgere numerose attività e commissioni. Se un bambino è indossato, non si deve interrompere le proprie attività per rassicurarlo quando si agita. La risposta al suo bisogno arriverà immediatamente ed è già in parte soddisfatta dal contatto. Uscire di casa con un neonato o un bambino piccolo non richiede molta preparazione, quando è portato in fascia. Nessun bisogno di passeggini o di ovetti estraibili per la macchina, da portare in giro.


Se il bimbo è allattato, non avrà bisogno di biberon e scatole di latte artificiale, ma troverà risposta al suo bisogno di nutrimento semplicemente avvicinandosi al seno della madre.


Una fascia, inoltre, può essere trasportata con facilità, se non indossata immediatamente prima di uscire di casa con il proprio bambino. Anche i genitori acquistano fiducia, quando sperimentano la pratica del portare in fascia. Un bambino sereno e soddisfatto fa sì che i genitori si sentano competenti. Il proprio piccolo è vicino a loro e possono sentire cosa lo spaventa, se è irrequieto, se ha fame, se ha semplicemente voglia di essere coccolato, rispondendo subito al suo bisogno prima che le richieste si trasformino in un pianto che spesso destabilizza e sconvolge i genitori.


Più i genitori acquistano fiducia, più potranno godere di un rapporto rilassato con i propri figli. Gran parte di questa fiducia deriva dalla sicurezza di sapere interpretare e rispondere ai loro bisogni. Quando un genitore porta in fascia, è talmente in sintonia con il bambino che raggiunge uno stato di simbiosi. Questo permette a entrambi di vivere le stesse sensazioni e ai genitori di capire se il piccolo chiede di essere nutrito, cambiato, rassicurato, senza dovere piangere per richiamare l’attenzione. Ogni volta che un genitore comprende di avere risposto prontamente a un suo bisogno, cresce la sua fiducia e si sente più competente.


Questa continua interazione aumenta l’attaccamento reciproco, e rende la vita più piacevole per tutti.


Portare in fascia e allattamento

Le madri che indossano i figli trovano più facile allattarli a richiesta e ciò può rappresentare un vantaggio per tutti i neonati che hanno bisogno di prendere peso, soprattutto per i pretermine. I neonati avranno modo di attaccarsi tutte le volte che avranno bisogno, e poiché i pretermine, in genere, si nutrono poco e spesso, e minore è il tempo tra le poppate, più alto è il contenuto di grasso nel latte, avranno la sicurezza di alimentarsi in base alle loro esigenze.

Una madre “portatrice”, riesce sempre a rispondere più velocemente ai bisogni nutritivi e affettivi di suo figlio il quale, come già spiegato, non avrà bisogno di piangere per attirare la sua attenzione e quindi potrà concentrare le energie per la sua crescita. Il pianto continuo dei neonati, inoltre, aumenta i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, sia nei bambini che nei loro genitori.


L’allattamento al seno non dovrebbe mai essere vissuto come una vergogna, sentimento causato dal giudizio di chi lo ritiene tale. Tuttavia, se una madre subisce delle pressioni o è particolarmente sensibile a questi tipi di giudizi, una fascia può aiutarla nell’allattamento a richiesta anche in pubblico. Regolando la posizione della fascia e quindi del bambino, si può posizionare quest’ultimo vicino al seno, che potrà essere lasciato libero poiché protetto dalla vista altrui grazie alla testa del bambino e alla stessa fascia. In questo modo, il piccolo avrà sempre a disposizione il seno e lo raggiungerà prima di piangere per attirare l’attenzione. La madre, inoltre, sarà libera di continuare le sue attività, senza che nessuno si accorga di nulla.


Aspetti pratici del portare

Le fasce e i marsupi vengono utilizzati per diverse ragioni e in tutti i tipi di situazioni, proprio perché permettono al bambino di godere del contatto umano anche quando ci si sta concentrando in altre attività. I neonati, infatti, non hanno bisogno che si presti loro attenzione continua, parlando o giocando, ma che siano rassicurati dal contatto con il calore del nostro corpo. Un bambino indossato renderà di sicuro più facile destreggiarsi tra la gestione dei suoi bisogni e le esigenze della vita di tutti i giorni.


Quando sono vicini al nostro corpo, i bambini si sentono più sicuri. Chiusi in un passeggino, spesso non riescono a vedere il nostro viso perché rivolto all’estremità opposta del portatore, e non possono sentirsi confortati dal nostro calore. Inoltre, i passeggini sono spesso difficili da trasportare, come in presenza di salite, scale, sabbia o ciottoli. Con un bambino in fascia si può andare ovunque.


I genitori con più figli, possono prendersi cura del più piccolo, portandolo in fascia, continuando a dedicare tempo agli altri. Quando preparano la cena, hanno entrambe le mani libere per pelare le patate o impastare il pane, ad esempio. Il bambino può essere posizionato sulla schiena affinché possa seguire le azioni dei genitori, se vuole essere intrattenuto, senza correre il pericolo di ferirsi perché incuriosito dagli utensili.


Molte donne non rinunciano al loro lavoro né ad allattare, e scelgono di indossare i loro piccoli anche mentre lavorano per proseguire l’allattamento a richiesta. Molti bambini hanno difficoltà nell’addormentarsi e risvegli frequenti, il che è causa di stress per tutti. Il contatto continuo con il calore del corpo li aiuta a rilassarsi e a sentirsi protetti, facilitando il sonno e riducendo i risvegli.


Le fasce e i marsupi naturalmente non servono solo ai genitori ma possono essere molto utili anche ai caregiver che si occupano del bambino quando i genitori sono assenti, come nonni, zii o tate. Il bambino continuerà a sentirsi protetto e a ricevere risposta ai suoi bisogni.


Tipi di supporto

Al giorno d’oggi c’è una vasta gamma di fasce e marsupi tra cui scegliere. Alcuni genitori preferiscono avere più tipi di supporti da usare in base al genere di escursioni e di attività, come nel caso della scelta di zaini porta bambino nel corso di lunghe camminate e trekking.


Altri trovano utile avere un tipo di supporto per la madre (una fascia, ad esempio) e un altro per il padre (un marsupio). Spesso, i genitori cambiano il tipo di supporto man mano che il bambino cresce.

L’uso di fascia o di marsupio richiede una certa pratica. Potrebbero essere necessari alcuni tentativi prima che genitori e bambini si sentano comodi e sicuri. Ma dal momento che entrambi potranno trarre grandi benefici da questa modalità, vale la pena provarci e non mollare al primo tentativo.

Un consulente del portare potrebbe aiutare chi trova difficoltà nel farlo2.

Su internet è presente una vasta scelta di prodotti, ma l’ideale sarebbe rivolgersi prima a una fascioteca, un luogo in cui è possibile ricevere una consulenza sui diversi tipi di supporti, e in cui si possono provare i prodotti prima di acquistare quello più adatto alle proprie esigenze.

Di seguito viene fornita una breve descrizione dei vari tipi di supporto che i genitori possono prendere in considerazione.


Fascia ad anelli o Ring sling (Fig. 1)

È un supporto popolare e ampiamente disponibile in vari tessuti, modelli e colori. Può essere utilizzato per portare neonati e bambini più grandi. Questo tipo di fascia viene indossata su una spalla e attorno al corpo del genitore. Il bambino può essere posizionato davanti, dietro o sul fianco. L’imbracatura è regolata avvolgendo la coda del tessuto attraverso gli anelli e stringendo o allentando fino a quando il genitore non si sente a suo agio e il bambino è al sicuro.


La presenza di cuciture sulle code delle fasce, permettono di avere una chiusura più forte e sicura. La maggior parte delle fasce in commercio offrono dimensioni diverse per adattarsi al corpo del portatore, anche se, per particolari esigenze, è sempre possibile ordinare il confezionamento di una fascia su misura.


Sono in tanti a pensare che un neonato non sia comodo dentro una fascia, inghiottito nel tessuto. In questi casi, si può provare a mettere un cuscino o una piccola coperta ripiegata, sotto di lui, in modo che sia sollevato nella parte superiore della fascia. Crescendo, il bambino può essere collocato in posizione verticale, e avrà sempre abbastanza tessuto per sostenere la sua testa. Quando sarà in grado di sedersi da solo, potrà essere sostenuto su un fianco, se lui e il portatore lo preferiscono.


Le fasce ad anelli sono disponibili in una varietà di stili - con o senza cuciture e/o imbottiture - e in tessuti naturali o sintetici. Il portatore sceglierà il tipo di modello e tessuto ma soprattutto la dimensione che dovrà essere la migliore per permettergli di indossare comodamente il bambino.

Fasce lunghe rigide

Da secoli, le madri di tutto il mondo portano i loro bambini in lunghi pezzi di stoffa che si legano intorno al corpo in vari modi.

Oggi, queste fasce si trovano in commercio, in confezioni comprensive di istruzioni che mostrano i vari modi con cui portare i piccoli.


Queste fasce hanno lunghezza variabile tra i 4,1 e i 5,2 metri e una larghezza di circa 70 centimetri. Non hanno anelli, cuciture, bottoni, fibbie o nodi preconfezionati.


Il bambino può essere portato sul davanti, sulla schiena o sul fianco, a seconda dell’età, delle dimensioni e delle sue preferenze, oltre a quelle del portatore.


Il tessuto può essere avvolto su entrambe le spalle e intorno alla vita in modo che il peso del bambino possa essere distribuito in modo più uniforme. In un primo momento, la quantità di tessuto di questi supporti può dare l’impressione di essere eccessiva e si potrebbe avere bisogno del tempo necessario per trovare la giusta posizione e legatura comoda. Superato lo scoglio iniziale, potrebbe non essere necessario sciogliere completamente la fascia ogni volta che si utilizza, così che diventerà tutto molto più facile.

Chi ha scelto una fascia lunga ritiene che la versatilità nel posizionamento valga un primo periodo di difficoltà iniziale.


Poiché, inoltre, non ci sono limiti di peso e dimensioni, queste fasce possono essere utilizzate dalla nascita e per tutto lo sviluppo del bambino. Alcuni portatori le hanno adoperate fino ai 5 anni dei loro piccoli.

Le fasce lunghe rigide possono essere regolate in modo da favorire l’allattamento al seno, in maniera molto confortevole.

Fasce lunghe elastiche (Fig. 2)

Sono morbidissimi teli di jersey di cotone elasticizzato, senza bottoni, anelli, fibbie o nodi preconfezionati. Si legano attorno al corpo del bambino e del portatore in maniera da consentire un comodo sostegno a entrambi.


Queste fasce porta bebè sono in misura unica e sono lunghe circa 5,5 metri. In tal modo, si adattano a tutti i tipi di costituzione: chi ha un fisico esile, avrà un eccesso di tessuto che potrà facilmente legare attorno alla vita, essendo il tessuto molto sottile ed elastico. Il bambino può essere posizionato sul davanti, sulla schiena e sul fianco.


Le fasce lunghe elastiche sono supporti estremamente confortevoli, soprattutto dalla nascita fino al primo anno di vita. Sono utilizzabili anche per il secondo anno del bambino, ma bisogna imparare a legarle più strette per meglio sostenere il peso crescente. In genere sopportano fino a 15 kg, poi tendono a cedere. Il tessuto morbido, è particolarmente indicato per portare bimbi prematuri. La fascia lunga morbida può essere integrata con altri tipi di supporti, man mano che il bimbo cresce, come ad esempio un marsupio ergonomico.

Marsupi ergonomici (Fig. 3)

I marsupi sono fasce a sacchetto, che si legano sulle spalle e avvolgono il bambino sulla parte anteriore e posteriore del portatore. Questi supporti hanno un minor numero di regolazioni, rispetto alle fasce ad anelli, e vengono venduti in diverse taglie e dimensioni. I bambini possono essere posizionati solo sulla parte anteriore o sulla schiena e l’allattamento al seno può risultare meno facile rispetto alla scelta di un altro tipo di supporto, come una fascia lunga.


Inoltre hanno cinghie, ganci e restrizioni di peso. In commercio esistono marsupi per neonati e per bambini più grandi, ma fino a un determinato peso massimo.

Mei Tai (Fig. 4)

I Mei Tai sono portabebè di antica origine, usati sopratutto nei paesi asiatici. Sono costituiti da un pezzo quadrato di tessuto (che sostiene il corpo del bambino), alle cui estremità sono assicurate delle bande in tessuto con cui legare il bimbo al corpo del portatore, incrociandole sulle spalle e poi sotto il sederino.


Il bimbo si può posizionare sul davanti, sulla schiena e sul fianco. Quest’ultima opzione, però, non è prevista per tutte le marche di Mei Tai in commercio. Rispetto alla fascia porta bebè lunga, il Mei Tai ha una notevole semplicità di uso. Offre una perfetta tenuta, anche con i bambini più grandi, e il tessuto non si consuma né si deforma, anche se usato di frequente e per molto tempo.

Le fascioteche

Per chi volesse iniziare la meravigliosa avventura del portare molto utili risultano le fascioteche. Si tratta di negozi in cui è possibile provare diversi tipi di supporti per poi scegliere il più adatto alle proprie esigenze.

È possibile anche noleggiarne uno per provarlo nella quotidianità, prima dell’acquisto.


Visto il sempre maggiore interesse ma la scarsa capacità nell’utilizzo delle varie fasce e marsupi è stata anche fondata da Esther Weber, nel 2003, l’associazione “Portare i Piccoli”, al fine di formare consulenti3 per i genitori che vogliono portare in fascia ma non sanno come fare, oppure si scoraggiano al primo tentativo fallito a causa di un supporto sbagliato o per numerose altre cause, compresi i consigli elargiti da chi ritiene che il portare sia un limite alla libertà dei genitori nonché un male per un bambino che non può che crescere mammone e non autonomo (!). Tutti gli studi sull’alto contatto asseriscono l’esatto contrario, ovvero che più si risponde ai naturali bisogni di protezione e accudimento del bambino, più egli acquisterà fiducia in se stesso e nel mondo, sviluppando autonomia e indipendenza.


I Flash mob del portare

Nonostante siano in aumento i genitori che scelgono un tipo di maternage ad alto contatto e quindi il babywearing, essi devono spesso creare gruppi di interesse (ad esempio su Facebook) in cui scambiarsi esperienze e consigli. Per fortuna, viviamo in un’epoca in cui, nonostante mille problematiche, abbiamo tutti una grande possibilità: i mezzi di informazione e comunicazione. E allora, perché non sfruttarli per comunicare agli altri chi siamo, cosa pensiamo e perché abbiamo fatto una determinata scelta?


Ci hanno pensato bene i genitori “portatori” che hanno organizzato, per la prima volta nel 2015, un Flash mob nazionale.

Per chi non lo sapesse, un Flash mob è un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, che si dissolve nel giro di poco tempo, con la finalità comune di mettere in pratica un’azione insolita.


Il raduno viene generalmente organizzato via internet (posta elettronica, reti sociali) o telefonia cellulare. Le regole dell’azione, di norma, vengono illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che questa abbia luogo, ma se necessario possono essere diffuse con un anticipo tale da consentire ai partecipanti di prepararsi adeguatamente.


Ed è ciò che è successo grazie alla creazione, su Facebook, di un gruppo pubblico chiamato “Flash mob del portare 2015” creato da Sindy Guida (Milano) su proposta e idea di Michela Schettino (provincia di Vercelli) che, affascinata da queste azioni di gruppo, ne immaginava una realizzata da mamme portatici già da diverso tempo. Michela, insieme a Sindy e a Barbara Bianca Rossato (Milano) hanno così coordinato l’evento, promuovendolo e comunicando con mamme di altre città propense a partecipare.


Si sono quindi creati dei gruppi di mamme che, coordinandosi tra di loro, hanno dato vita a un progetto in cui hanno immaginato di danzare per strada insieme ai loro bambini “portati addosso”.


Prima di tutto, però, dovevano scegliere la musica sulla quale danzare. In loro aiuto è arrivato un papà portatore, marito di una delle mamme del gruppo, musicista e cantante del gruppo musicale The Northern Star: Paolo Pianezzola, che per loro ha creato il brano dal titolo Wrap up your life (Avvolgi la tua vita).

Ho pensato a una canzone che facesse ballare, che si potesse ricordare e canticchiare, con un testo che descrivesse cosa significa portare

ha voluto sottolineare Paolo Pianezzola.

“Le parole sono ovvie, a ben pensare, così come ovvio dovrebbe essere farsi inebriare dalle splendide sensazioni che dà l’avere la propria creatura così vicina!”

Su questa base musicale accolta con entusiasmo, si sono creati dei gruppi per le coreografie, coordinati da Elena Zo (Asti), Arianna Basile (Milano), Angela Tuon (Pero di Breda di Piave, Treviso), Giorgia Foligno (Genova), Isabel Nunez (Reggio Emilia), Ilenia Casano (Palermo).


Insieme, hanno realizzato la coreografia che è stata poi eseguita il 14 giugno 2015 a Milano, Torino, Foggia e Palermo. Semplice e intuitiva, è stata pensata per le mamme e per tutti coloro che indossano i propri bambini.


Il risultato? Una danza dolce ma inebriante, così come Paolo Pianezzola ha definito la sensazione che si ha nel portare addosso, nell’indossare i propri figli. Tre minuti di note, parole e mosse indossando i propri piccoli per dare la possibilità ai presenti di connettersi con la parte più istintiva e naturale di se stessi, per riappropriarsi di ciò che è stato loro tolto da chi ha deciso che un passeggino fosse la soluzione migliore.


Il “portare”, insomma, non è una moda né una roba da invasati fanatici: è la natura che si ribella perché tutto possa tornare alla sua origine, senza che vi si creino fratture.


Dal 2015 il “Flash mob del portare” si è rinnovato di anno in anno e si propone di diventare appuntamento fisso per condividere la gioia del babywearing e per la diffusione di questa pratica.

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Romina Cardia
Genitorialità ad alto contatto e disciplina dolce.Che cosa significa maternità ad alto contatto? Allattamento, babywearing, cosleeping e disciplina dolce per una crescita serena. Che cosa significa maternità ad alto contatto e quali sono i suoi vantaggi?Partendo dalla sua esperienza personale e rifacendosi alle più recenti ricerche scientifiche, Romina Cardia tocca in Ascoltami tutti i temi fondamentali della vita con un bambino piccolo, mostrando come l’allattamento, il babywearing, il cosleeping (o bed-sharing) e la disciplina dolce siano pratiche a favore di una crescita serena e di una genitorialità soddisfacente. L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Romina Cardia ha collaborato con diverse testate giornalistiche e cura il blog Amore di mamma, tesoro di donna in cui affronta il tema della maternità e genitorialità, analizzandolo nelle sue mille sfaccettature.