I Flash mob del portare
Nonostante siano in aumento i genitori che scelgono un tipo di maternage ad alto contatto e quindi il babywearing, essi devono spesso creare gruppi di interesse (ad esempio su Facebook) in cui scambiarsi esperienze e consigli. Per fortuna, viviamo in un’epoca in cui, nonostante mille problematiche, abbiamo tutti una grande possibilità: i mezzi di informazione e comunicazione. E allora, perché non sfruttarli per comunicare agli altri chi siamo, cosa pensiamo e perché abbiamo fatto una determinata scelta?
Ci hanno pensato bene i genitori “portatori” che hanno organizzato, per la prima volta nel 2015, un Flash mob nazionale.
Per chi non lo sapesse, un Flash mob è un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, che si dissolve nel giro di poco tempo, con la finalità comune di mettere in pratica un’azione insolita.
Il raduno viene generalmente organizzato via internet (posta elettronica, reti sociali) o telefonia cellulare. Le regole dell’azione, di norma, vengono illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che questa abbia luogo, ma se necessario possono essere diffuse con un anticipo tale da consentire ai partecipanti di prepararsi adeguatamente.
Ed è ciò che è successo grazie alla creazione, su Facebook, di un gruppo pubblico chiamato “Flash mob del portare 2015” creato da Sindy Guida (Milano) su proposta e idea di Michela Schettino (provincia di Vercelli) che, affascinata da queste azioni di gruppo, ne immaginava una realizzata da mamme portatici già da diverso tempo. Michela, insieme a Sindy e a Barbara Bianca Rossato (Milano) hanno così coordinato l’evento, promuovendolo e comunicando con mamme di altre città propense a partecipare.
Si sono quindi creati dei gruppi di mamme che, coordinandosi tra di loro, hanno dato vita a un progetto in cui hanno immaginato di danzare per strada insieme ai loro bambini “portati addosso”.
Prima di tutto, però, dovevano scegliere la musica sulla quale danzare. In loro aiuto è arrivato un papà portatore, marito di una delle mamme del gruppo, musicista e cantante del gruppo musicale The Northern Star: Paolo Pianezzola, che per loro ha creato il brano dal titolo Wrap up your life (Avvolgi la tua vita).
Ho pensato a una canzone che facesse ballare, che si potesse ricordare e canticchiare, con un testo che descrivesse cosa significa portare
ha voluto sottolineare Paolo Pianezzola.
“Le parole sono ovvie, a ben pensare, così come ovvio dovrebbe essere farsi inebriare dalle splendide sensazioni che dà l’avere la propria creatura così vicina!”
Su questa base musicale accolta con entusiasmo, si sono creati dei gruppi per le coreografie, coordinati da Elena Zo (Asti), Arianna Basile (Milano), Angela Tuon (Pero di Breda di Piave, Treviso), Giorgia Foligno (Genova), Isabel Nunez (Reggio Emilia), Ilenia Casano (Palermo).
Insieme, hanno realizzato la coreografia che è stata poi eseguita il 14 giugno 2015 a Milano, Torino, Foggia e Palermo. Semplice e intuitiva, è stata pensata per le mamme e per tutti coloro che indossano i propri bambini.
Il risultato? Una danza dolce ma inebriante, così come Paolo Pianezzola ha definito la sensazione che si ha nel portare addosso, nell’indossare i propri figli. Tre minuti di note, parole e mosse indossando i propri piccoli per dare la possibilità ai presenti di connettersi con la parte più istintiva e naturale di se stessi, per riappropriarsi di ciò che è stato loro tolto da chi ha deciso che un passeggino fosse la soluzione migliore.
Il “portare”, insomma, non è una moda né una roba da invasati fanatici: è la natura che si ribella perché tutto possa tornare alla sua origine, senza che vi si creino fratture.
Dal 2015 il “Flash mob del portare” si è rinnovato di anno in anno e si propone di diventare appuntamento fisso per condividere la gioia del babywearing e per la diffusione di questa pratica.