INTERVISTE AGLI ESPERTI

Intervista a Francesca Romani

Psichiatra Direttore del Servizio per le Dipendenze SERT della Asl 2 - Savona dal 1994 al 2014

Le recenti cronache raccontano di feste in discoteca che, sovente, si concludono con giovani costretti a ricorrere a cure mediche perché in coma etilico o per episodi di violenza indotti dall’abuso di alcol. In cosa consiste il “ binge drinking” che sta dilagando fra gli adolescenti?


Il “binge drinking” consiste nell’assunzione di cinque o più bevande alcoliche in un’unica occasione. Lo studio multicentrico internazionale HBSC dell’anno 2010, sui comportamenti collegati alla salute dei ragazzi di età scolare (11-13-15 anni), ha rilevato i seguenti dati riguardanti il consumo di alcol in un campione di 77.113 studenti italiani: il 9,9% dei maschi e il 3,5% delle femmine di 11 anni bevono con frequenza almeno settimanale, seguiti dal 16,8% dei maschi e l’8,7% delle femmine di 13 anni e dal 39,6% dei maschi e il 23,5% delle femmine di 15. Inoltre tra i quindicenni il 16,7% dei maschi e il 10,8% delle femmine riferisce di essersi ubriacato almeno due volte nella vita.
Da alcuni anni ormai si evidenzia, soprattutto tra i giovani, la diffusione di modelli di consumo importati dai Paesi del Nord Europa, con un progressivo passaggio da un bere incentrato sul consumo di vino o bevande a bassa gradazione alcolica, a completamento dei pasti (modello mediterraneo), a un bere al di fuori dei pasti, talvolta in sostituzione degli stessi, e in occasioni ricreazionali, con uso di bevande ad alto contenuto alcolico e in quantità spesso eccessive (binge drinking).

Il termine drunkoressia indica la tendenza a limitare l’assunzione di cibo nell’arco della giornata per poter assumere forti quantità di alcolici la sera. Tale restrizione permette di ubriacarsi più velocemente, allentando così i freni inibitori, con gravi conseguenze per la salute, l’aumento dell’incidenza di gravidanze indesiderate e di malattie sessualmente trasmesse. Si tratta di un fenomeno in rapida espansione?


Occorre tener presente che il fisico di un individuo giovane non è in grado di metabolizzare l’alcol come quello di una persona adulta: ciò comporta molti più danni alla salute rispetto a un uomo o a una donna più avanti con gli anni, nei quali l’abuso risulta essere comunque nocivo. Secondo alcune stime nell’Unione Europea un ragazzo su tre e una ragazza su cinque assumono alcol a stomaco vuoto per amplificarne l’effetto e sentirsi ubriachi più velocemente. Si tratta di un fenomeno molto preoccupante correlato alla cultura dello “sballo”, il cui fine è quello di ottenere alterazioni psicofisiche tali da modificare il proprio stato mentale e il proprio comportamento. Le conseguenze sono talvolta disastrose: danni a carico di fegato, stomaco, cuore e rischio di coma etilico, aumento dell’impulsività e dell’aggressività, perdita del controllo e molteplici tipi di comportamenti a rischio, riguardanti ad esempio la guida di automezzi o la sfera sessuale.

Un’altra recente tendenza fra i giovani consiste nell’assumere droghe sintetiche, quali l’ecstasy, unite a farmaci utilizzati per il deficit erettivo. Pericolosi cocktail, presi essenzialmente per vincere i blocchi derivanti dall’ansia della prestazione, che possono provocare insufficienze cardiache oltre a un’aggressività incontrollata nell’atto sessuale. Quali sono le strategie da mettere in campo per arginare questa folle moda?


Fondamentale è sempre l’azione preventiva e, più specificamente, di educazione alla salute attraverso un capillare intervento di informazione ma, soprattutto, di formazione da parte della famiglia, degli insegnanti, degli operatori sanitari, di figure di riferimento nell’ambito di associazioni sportive, culturali, di volontariato. Nei confronti della fascia adolescenziale possono svolgere un’azione importante i peer1 opportunamente coinvolti e formati per promuovere e veicolare messaggi di stili di vita sani senza rinunciare al divertimento e alle proprie aspirazioni.

Secondo lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet gli odierni adolescenti sono al contempo fragili e spavaldi: condivide questa affermazione? Come possono i genitori aiutare i propri figli nella delicata fase di transito dall’infanzia al mondo adulto?


La condivido in quanto gli adolescenti devono affrontare il cambiamento che da un lato desiderano ma nello stesso tempo temono, e vivono questo lungo e a volte difficile percorso sperimentando momenti di gratificazione e frustrazione, evoluzione e regressione, autonomia e dipendenza. Questo li induce ad atteggiamenti provocatori che, spesso, sottendono vissuti di insicurezza. Per i genitori è importante essere presenti con la disponibilità all’ascolto, la partecipazione affettiva, la capacità di “mettersi nei loro panni”, il coraggio di esprimere le proprie idee senza pretendere di essere depositari della verità, la voglia di confrontarsi e di mettersi in discussione, il rispetto per loro libertà.

Recentemente si sta registrando un notevole incremento nell’acquisto di sostanze sintetiche su Internet: quanto può incidere l’early detection, cioè la diagnosi precoce, per aiutare un giovane a uscire dalla morsa uncinante della tossicodipendenza e come può collaborare attivamente la famiglia?


Purtroppo il mercato della droga si mantiene al passo con i tempi e utilizza anche la rete Internet per presentare e vendere vecchie e nuove sostanze psicoattive quali anfetamine, cannabinoidi sintetici, chetamina, “droghe da stupro”, ecc. Ricordiamo che dal 2010 in Italia si sono registrati 41 casi di intossicazione acuta da cannabinoidi sintetici per i quali è stato necessario l’accesso al Pronto Soccorso. Senza dubbio l’identificazione precoce delle sperimentazioni, dei consumi e delle situazioni di dipendenza è fondamentale per intervenire adeguatamente ed efficacemente cercando sempre di ascoltare e motivare al cambiamento la persona coinvolta, a maggior ragione se si tratta di un adolescente. Anche la famiglia e gli adulti di riferimento (insegnanti, educatori, ecc.) hanno un ruolo importante, sia sul piano dell’educazione alla salute per il mantenimento di stili di vita sani, sia per quanto riguarda il riconoscimento di eventuali segni di disagio e di rischio mediante una presenza accogliente e attenta, senza eccessive intrusioni ma sempre disponibile al dialogo e al sostegno.

Adolescenza
Adolescenza
Ilaria Caprioglio
Genitori e figli in trasformazione.Come affrontare la fase critica dell’adolescenza dei figli, assumendo il ruolo di guida, educando i giovani a un genuino desiderio di crescita. L’adolescenza è un periodo di metamorfosi, fisica e psicologica, vissuta dai nostri figli sotto l’influenza (sovente negativa) del mondo digitale.I ragazzi, lasciati soli in “autogestione”, tendono a orientarsi sulla linea dei coetanei, subendo la pressione della società odierna, improntata al narcisismo, al consumismo e alla competizione.Nel libro Adolescenza di Ilaria Caprioglio i genitori scoprono come tornare ad assumere, con coerenza e responsabilità, il ruolo di guida per educare i giovani a un genuino desiderio di crescita. Conosci l’autore Ilaria Caprioglio, avvocato e scrittrice, è sposata e madre di tre figli. Sostiene iniziative sociali rivolte ai giovani e promuove, nelle scuole italiane, progetti di sensibilizzazione sugli effetti della pressione mediatica e sulle insidie del web.È vice-presidente dell’associazione Mi nutro di vita e ideatrice della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i disturbi del comportamento alimentare.