L’avvento di Internet ha inciso, secondo Lei, sulla presunta omologazione e mancanza di spirito critico degli adolescenti? I ragazzi hanno ancora la voglia di porsi delle domande e fare esercizio di autocritica o preferiscono galleggiare in superficie come l’odierna dittatura del web sembrerebbe imporre loro?
Non so fino a che punto si possa dare la colpa a Internet.
Internet è un mezzo, e come tutti i mezzi può essere usato bene o male. La scuola dovrebbe insegnare a farne un uso critico e consapevole. Purtroppo non sempre questo è possibile, anche a causa delle scarse risorse a disposizione (nella mia scuola, per esempio, in ogni classe c’è un solo computer poco funzionante che si può usare, quando va bene, per compilare il registro elettronico, ma su cui non si può contare nella preparazione di una lezione).
Credo che spesso (soprattutto da parte di noi insegnanti) si commetta l’errore di confrontare la scuola italiana di oggi con la scuola di ieri non com’era effettivamente ma come doveva essere, con un modello ideale. O, detto in altre parole, si confrontano i ragazzi di oggi con i “primi della classe” di ieri. Anche in passato c’era spesso molta superficialità, e per di più la scuola stessa si basava su un nozionismo spesso fine a se stesso. A volte si considerava (e si considera) indizio di spirito critico la capacità di riferire, anche acriticamente, opinioni complesse e articolate espresse dall’insegnante o dai libri di testo. Per questo sono sempre un po’ diffidente quando i colleghi parlano di alto o basso livello degli argomenti trattati.
Dunque in generale non sono troppo pessimista sulle competenze dei ragazzi di oggi. È vero, però, che in alcuni casi dimostrano competenze diverse da quelle che avevamo noi alla loro età e sembrano usare differenti strategie cognitive. Per esempio, mi sembrano meno abituati a leggere testi in sequenza (ragionano forse con la logica degli ipertesti), per cui fanno stranamente fatica a capire quei libri (come i gialli) in cui il finale costringe a riconsiderare l’intera trama.
Questo, però, non dimostra che non abbiano spirito critico e non siano capaci di porsi delle domande, se trovano i giusti stimoli. Tra l’altro ho notato spesso che in contesti diversi dalla routine scolastica mostrano capacità e competenze inaspettate (per esempio ho notato allievi che scrivono molto meglio sul giornalino scolastico che nei temi). Per qualche motivo la scuola non sempre riesce a incentivarli a dare il meglio di sé. Ma in fin dei conti credo che sia sempre stato così.