Un tesoro da riscoprire?
Differenti visioni della menopausa
Molteplici fattori incidono sul modo di vivere la menopausa. I valori, le idee e le norme sociali, le attese della società riguardo alle donne influenzano non solamente la loro visione della menopausa, ma anche la loro comprensione di questa realtà, nonché le loro attitudini e i loro comportamenti. A seconda della visione – positiva o negativa – che esse hanno della menopausa, possono approcciarsi a questa tappa in modo differente.
Si constata che le manifestazioni e le percezioni fisiche ed emozionali della menopausa variano a seconda di latitudini, longitudini e culture: se la menopausa è universale, la sua percezione non lo è! In Cina e in India, le donne in menopausa vengono considerate persone mature e sagge. Nel Giappone tradizionale, non esiste una parola per designarla – la menopausa è un “non-evento” – e lì soltanto il 15% delle donne accusa vampate di calore. Lo si può spiegare in parte con l’alimentazione (in particolare per il forte apporto di soia), ma questo solo dato non basta a giustificare in toto una tale differenza di vissuto. In alcune culture tradizionali africane o indiane, la menopausa è pensata come un accrescimento dei poteri della donna.
In Occidente, la menopausa è sovente percepita come un evento negativo. Essa segna più la fine di un’epoca (nella fattispecie, quella della fertilità) che l’inizio di una nuova era. Essa è associata alla vecchiaia e all’inizio di un degrado fisico. Sulle donne vengono esercitate pressioni sociali che le incitano a restare giovani e belle: attenuare o cancellare i segni dell’invecchiamento sembra a molti un imperativo inderogabile.
Nella nostra cultura europea, la nozione di menopausa ha conosciuto un’evoluzione al ritmo dei cambiamenti dei paradigmi medici. L’interesse medico per la menopausa è piuttosto recente, considerando che il termine non compare se non nel XVIII secolo. Una donna in menopausa è considerata anzitutto sotto il profilo medico: eccola “soggetto a rischio” per le malattie cardiovascolari, l’osteoporosi e ancora alcuni tipi di cancro. Le narrazioni sociali, mediche e mediatiche attuali descrivono questo periodo nel segno della patologia – fisica, psicologica e al contempo emozionale. Esse impongono in qualche modo una “grammatica” della menopausa, quasi un quadro obbligatorio, e spesso le donne non ne parlano se non in termini di sintomi, benché non tutte ne accusino le manifestazioni.
La menopausa non è dunque considerata come una trasformazione, ma come un impoverimento, una deminutio, un’involuzione sia fisica sia mentale. Non ci sarà un tabù da rompere, in merito alla menopausa?