capitolo 3

L'avventura della coppia

I tesori della sessualità

La scoperta della sessualità si fa presto, nella ragazza e nel ragazzo: il bambino ha bisogno di sapere se è frutto dell’amore. La famiglia resta il luogo naturale per comprendere la sessualità. L’ideale sarebbe che la trasmissione si facesse di generazione in generazione, in modo bello e semplice.


Prima di cominciare

  • Con quale bagaglio sono partito/a alla scoperta della sessualità? Un’eredità transgenerazionale, una trasmissione da madre/ padre a figlia/o, l’educazione sessuale dispensata dalla scuola…?

  • I miei genitori mi hanno parlato di sessualità? Se sì, come?

  • Che visione ho della sessualità?


Creare uno spazio di incontro benevolo

La vita sensuale è importante, nel benessere e nella comunione della coppia. La tenerezza, le coccole, i baci, gli amplessi e le unioni sessuali sono riflessi dell’amore.


Per scoprire i tesori della sessualità, bisogna anzitutto sbarazzarsi delle idee ricevute, dimenticare le “norme” dettate dal di fuori. A ogni coppia tocca inventare la propria formula di appuntamenti sensuali appaganti, imparando a scoprire i propri punti di contatto. Parlare di sessualità, confidarsi in maniera intima sui desiderî, nutre l’immaginario e offre le chiavi per evolversi. È pure importante avere cura che la tenerezza costituisca per l’amore coniugale un fondamento al pari della sessualità. La tenerezza si concreta, fra l’altro, mediante il tatto. Il contatto pelle a pelle offre sensazioni e provoca reazioni che il cervello interpreta come marcatori d’amore. È per questa ragione che le carezze e il contatto dei corpi sono tanto importanti in una coppia. La tenerezza è indispensabile, in un’unione sessuale come nella quotidianità, per dire all’altro “ti amo”.

Da conoscere

La Terapia relazionale Imago40 è nata negli Stati Uniti negli anni 1980. Rivolgendosi (da principio) a coppie che attraversavano un periodo di crisi o che desideravano trovare una nuova scintilla, essa propone degli strumenti per sviluppare una “relazione cosciente”. Grazie all’apprendimento del “dialogo intenzionale”, le coppie ritrovano una connessione profonda e di qualità. Ogni coniuge si esercita a dialogare in maniera strutturata, a contenere le proprie reazioni, a mettersi al posto dell’altro, a essere totalmente in ascolto. Ciascuno diventa così cosciente di quel che accade in sé e impara a ricevere il mondo dell’altro. La Terapia relazionale Imago apre la prospettiva di accogliere i conflitti e le frustrazioni come delle opportunità di crescita, delle occasioni per fare crescere l’amore.


Il “dialogo intenzionale” sviluppato da questa terapia può essere un valido aiuto per confrontarsi in profondità su questioni intime.

La sessualità istintiva

La sessualità necessita di concentrazione e, al contempo, distensione e disponibilità. La distensione fisica e psichica è indispensabile al piacere sessuale e a quello dell’incontro. Ciononostante, la sessualità può essere vissuta in maniera molto meccanica. Questa sessualità, detta “istintiva”, è spesso orientata verso la scarica orgastica41. Quest’ultima si produce quando l’eccitazione sessuale arriva al suo parossismo, accompagnata da una certa tensione corporea; essa si vive principalmente a livello genitale.


La descrizione che stiamo per fare delle risposte sessuali maschili e femminili costituisce uno schema generale, una teorizzazione. Tutte le varianti restano di per sé possibili, in base alle disposizioni fisiche e psicologiche di ciascuno.

La sfera maschile

Negli uomini, le zone erogene intime sono essenzialmente situate sul pene, con un forte infittimento sul glande. Grazie al tocco della sua donna, l’uomo può sviluppare la propria sensibilità nel resto del corpo.

A seguito di una stimolazione, il desiderio dell’uomo sale e la risposta sessuale si declina in quattro fasi successive di durata ineguale:

  1. Durante la fase dell’eccitazione, il pene entra in erezione. La frequenza cardiaca e la tensione muscolare aumentano.

  2. Durante il plateau, il pene è al massimo della sua rigidità. Hanno luogo una lubrificazione del glande (il quale di per sé non contiene spermatozoi) e un aumento del volume dei testicoli. La frequenza respiratoria aumenta.

  3. Possono prodursi la scarica orgastica e l’eiaculazione (emissione ed espulsione dello sperma), non necessariamente in modo spontaneo. Esse sono talvolta accompagnate da movimenti involontari, da grida o da gemiti.

  4. Quindi viene la fase di risoluzione, con la diminuzione del volume del pene42, seguita da un periodo refrattario (periodo durante il quale non è possibile una nuova erezione). I testicoli si sgonfiano e si produce un rilassamento muscolare.

In assenza di attività sessuale e di eiaculazione, gli spermatozoi di un uomo si degradano in diversi mesi e vengono evacuati nelle urine. Contrariamente a quanto ancora da più parti si creda, il fatto di non eiaculare non comporta un rischio per l’uomo. Talvolta, soprattutto nell’adolescenza, possono prodursi delle emissioni spontanee di notte: la cosa non ha nulla a che vedere col fatto di non aver eiaculato per un lungo periodo. Del resto è normale che l’uomo viva delle erezioni notturne durante le fasi di sogno. Si tratta di un fenomeno spontaneo e meccanico.

La sfera femminile

La risposta sessuale femminile alle stimolazioni del desiderio è simile a quella dell’uomo, fatte salve almeno due distinzioni: la donna può vivere scariche orgastiche multiple nel corso del medesimo rapporto sessuale e non passa per una fase refrattaria; nella donna, il desiderio sale più lentamente e si accompagna a un’eccitazione più tranquilla.


In funzione del periodo del ciclo, la donna è più o meno disposta all’unione sessuale. In fase ovulatoria si unirà più facilmente, in fase lutea l’uomo dovrà fare di più per conquistarla.


La donna vive anch’essa quattro fasi successive:

  1. Durante la fase di eccitazione, la lubrificazione vaginale favorisce la penetrazione. Il clitoride entra in erezione e le sue labbra esterne spariscono in una divaricazione che scopre l’ingresso della vulva. È possibile un’erezione dei capezzoli. Si può constatare un aumento della frequenza cardiaca e della tensione muscolare.

  2. Durante il plateau, la vagina prende la forma di una pera: stretta all’entrata e larga nel fondo.

  3. La scarica orgastica del corpo femminile, che non è sistematica, comincia qualche secondo prima della risposta muscolare.

  4. La fase di risoluzione si effettua, in un periodo che dura dai 5 ai 10 minuti, con un rilassamento muscolare e con un ritorno alla normalità della vagina, delle labbra, del clitoride, dei seni, del cuore, della respirazione, della tensione arteriosa.

La penetrazione sessuale non è possibile se non dopo una preparazione corporea e affettiva, il cui elemento fondamentale sono le carezze. Questa fase di preparazione provoca, nella donna, la lubrificazione e la distensione della vagina; nell’uomo l’umidificazione e l’erezione del pene. La vagina è più sensibile a pressioni che a sfregamenti, con ritmi variabili, tempi di riposo e un grande ascolto delle sensazioni corporee della donna. Talvolta la lubrificazione vaginale è insufficiente (si parla allora di secchezza vaginale) e la donna può provare una sgradevole sensazione di bruciore. Per rimediarvi, ella può apprendere a connettersi con la propria respirazione, a realizzare movimenti nel basso ventre, a sentire i suoi organi genitali dall’interno. Questi elementi, associati alla presenza e alla tenerezza del coniuge, innescano solitamente una lubrificazione. Altrimenti, un gel intimo o un olio vegetale (ad esempio l’olio di cocco) possono giovare.

La scarica orgastica e l’orgasmo

Il modo più frequentemente utilizzato dalle coppie per conseguire l’eccitazione sessuale è il modo “meccanico”. Il suo funzionamento è il seguente: l’erezione dell’uomo, seguita dal movimento di va-e-vieni meccanico del pene nella vagina, stimola (nella maggior parte dei casi) il clitoride. La tensione arriva a un tal punto che il corpo cede in un modo o nell’altro alla scarica orgastica, la quale può essere accompagnata dal piacere, o meno.


Quando l’eccitazione sessuale monta rapidamente, la scarica orgastica sopraggiunge abitualmente in poco tempo. È necessaria una grande concentrazione per la montata dell’eccitazione sessuale, e la scarica orgastica può essere accolta come un sollievo. In effetti, l’eccitazione produce una tensione muscolare nel corpo, accentuata dalla stimolazione delle zone erogene e dallo sfregamento del pene contro la parete della vagina. Più la tensione nel corpo di ciascuno è forte, meno la zona di contatto tra i sessi è grande. L’eccitazione sessuale può comportare un disagio corporeo, dal momento che richiede rigidità muscolare e sforzi… nonché, talvolta, il blocco della respirazione. Il rilassamento di questa tensione e della concentrazione, nonché la ripresa della respirazione, provoca appagamento e calma. L’unione sessuale termina spesso, nell’uomo, con la scarica orgastica e l’eiaculazione. La scarica orgastica, che si traduce in una contrazione riflessa dei muscoli addominali e del perineo, mette fine poco a poco all’eccitazione. Dopo aver raggiunto il punto culminante, un uomo si sente affaticato e vuole distendersi.


L’orgasmo, che si distingue dalla scarica orgastica, è la risposta fisiologica che può aver luogo al culmine della fase di eccitazione sessuale. Tale riflesso fisiologico si traduce, nell’uomo e nella donna, in contrazioni involontarie del perineo, dilatazione delle pupille, tremore dei muscoli, aumento della temperatura corporea, accelerazione del ritmo cardiaco e della respirazione. Esso libera, fra l’altro, l’ossitocina – che produce una sensazione di benessere. Per questo l’assenza di orgasmo nell’uno o nell’altra può generare talvolta frustrazione o collera.


Per raggiungere l’orgasmo, l’uomo e la donna non possono accontentarsi di avere una scarica connessa a una stimolazione genitale: a questo deve aggiungersi un abbandono emozionale e genitale che permetta loro di percepire il piacere sessuale e il godimento che accompagnano la scarica orgastica.


Nella sessualità, coltivare uno “stato orgastico” richiede che ci si prenda il proprio tempo, che si rallenti perché le sensazioni che nascono a livello genitale possano invadere tutto il corpo. Ciò significa permettere al corpo di vibrare e a tutti i sensi di partecipare a questo incontro, in uno stato di rilassamento, di abbandono e di consegna di sé.


L’uomo può vivere un orgasmo senza eiaculazione: il liquido seminale resta allora nel suo corpo, il quale conserva la propria forza. Egli acquisisce così la possibilità di vivere orgasmi multipli, poiché non è affaticato. Quando un uomo sente l’eiaculazione arrivare, può tirar fuori il pene dalla vagina per qualche secondo, così che il livello di eccitazione scenda. O invece può fare pressione con le anche e con le natiche e tendere i muscoli genitali: così l’eiaculazione non si produce, a patto che si rallenti la respirazione.


Nella donna, la risposta muscolare si dà, come nell’uomo, mediante contrazioni muscolari. La donna può conoscere più livelli di orgasmo: clitorideo, vulvo-clitorideo, vaginale e uterino; essi si avvicendano o si mescolano fra loro. La penetrazione, in sé e per sé, non necessariamente produce piacere nella donna. Il clitoride gioca un ruolo importante nell’eccitazione sessuale e nel piacere femminile: esso ha numerosissime terminazioni nervose che circondano profondamente la vagina. In alcune donne anche la carezza dei seni può provocare sensazioni orgasmiche, perché l’areola del capezzolo è una zona fortemente erogena.

In pratica

Alcune piste per vivere una sessualità bella:

  • Cercare di far crescere quotidianamente l’amore, la tenerezza, la complicità…

  • Porre in essere le condizioni necessarie: calma, sicurezza, romanticismo…

  • Dialogare su quel che va bene e su ciò che viene più difficile.

  • Organizzarsi delle vacanze, delle uscite amorose.

Ogni coppia può incontrare difficoltà nella propria vita sessuale: non esitate a consultare un sessuologo o un terapeuta di coppia.

Verso un’altra sessualità

Come molti altri settori, anche la sessualità è segnata dalla regola della performance. Il più delle volte, il piacere è assimilato alla scarica orgastica – la quale è diventata l’obiettivo da conseguire. Per questo motivo, una coppia che vive a mille all’ora può finire per unirsi meccanicamente, in fondo, con la scarica orgastica come unico obiettivo.


Nel corso del tempo, non è raro che le donne soffrano di un calo del desiderio quando vivono questo tipo di sessualità. Alcuni parlano di una sessualità istintiva, di “sopravvivenza”. La ricerca di performance e di scariche orgastiche implica che si vada veloci, guidati dal desiderio di efficacia. Conseguentemente, la coppia può passare più tempo a “fare” che a sentire. Questa sessualità può benissimo convenire a ciascuno dei membri della coppia, ma se così non fosse sarebbe possibile (e benefico) combinarla con un’altra maniera di “essere” e di amare?

Lo slow sex

Questa forma di sessualità tende a coltivare la presenza a sé stessi e all’altro mediante una piena abitazione e una piena conoscenza del proprio corpo. Essa parte dal principio che il desiderio, il fantasma, l’eccitazione in vista di un orgasmo sono proiezione in un futuro o in un passato che non permettono di essere presenti interamente all’esperienza del momento. La pratica dello slow sex43 permette a ogni membro della coppia di connettersi con il proprio corpo, ma anche di porsi in ascolto dei desideri di ciascuno per accedere insieme al piacere. Si tratta di porre la propria attenzione a quel che vive il corpo, mettendo da parte il mentale che immagina, si ricorda o si aspetta.


Lo slow sex richiede un po’ di apprendistato e necessita anche del tempo. In questo modo di vivere la sessualità in coscienza e in presenza, la coppia è chiamata a una comunicazione autentica. Quando la coppia si unisce essendo pienamente cosciente, ciascuno scopre nuove sensazioni su certe parti del proprio corpo. Il mezzo più semplice di essere presente a sé stessi è impiegare lentezza nei movimenti, anche se non è facile. Come abitare pienamente il proprio corpo restando nella relazione con l’altro? La pratica dello slow sex si sviluppa nella pazienza?


La prima tappa consiste nel fissare un appuntamento regolare, in un luogo caloroso con illuminazione dolce; un momento in cui ci si renderà pienamente disponibili preparandosi (ad esempio facendosi una doccia o uscendo a prendere una boccata d’aria).


La coppia può cominciare semplicemente abbracciandosi. L’uomo sa che la donna ha bisogno di tempo per arrivare a un livello di desiderio in cui avrà davvero voglia di unirsi: le lascerà del tempo e le dirà parole dolci, comunicandole che è bella e unica. La parola innesca il desiderio femminile. I preliminari cominciano con baci e con carezze non sessuali. La “sessualità in coscienza” è una finestra verso l’immaginario, la tenerezza, la sensualità. I gesti sono naturali, calmi, suscitano un senso di serenità, di distensione e perfino di dormiveglia. L’uomo e la donna sono vicinissimi l’uno all’altra, si guardano con tenerezza44.


Lo sguardo è importantissimo: immergere lo sguardo in quello dell’altro pur restando in ascolto di sé rafforza la presenza a sé e all’altro. Le parole sono degli aiuti. Ciascuno dei due può esprimere quel che sente mediante parole espressive e semplici.


Le carezze intime non agiscono soltanto sul corpo, esse comportano nella coppia un sentimento di prossimità, di sicurezza e di confidenza. Le carezze esprimono una comunione di pensiero e di corpo, la volontà di prendersi cura dell’altro. Unirsi lentamente significa unirsi differentemente, portando un’amorosa attenzione su ciascun membro del corpo altrui, restando attenti a ogni parte del proprio corpo e manifestando che si è distesi.


Esiste una relazione diretta fra i seni, il cuore e gli organi genitali. I seni sono un polo dinamico: la carezza dei seni, in particolare dei capezzoli, permette alla vagina di aprirsi.


L’unione sessuale esige qualità di danzatori. La mobilità del bacino e la sua inclinazione sono importanti per adeguarsi al corpo dell’altro e ricercare una migliore comodità. Coordinare i movimenti del proprio bacino con quelli dell’altro può assomigliare a una danza. Ciò richiede un reciproco adattamento che implica della pazienza.


Col respiro, si coltivano la lentezza e la presenza accogliendo la realtà del momento. Questa sessualità insegna a entrare nella delicatezza andando incontro al mondo dell’altro. Essa permette anche la secrezione di ossitocina, l’ormone dell’attaccamento, che procura una sensazione di benessere e di appagamento (differente da ciò che produce la sessualità di sopravvivenza). Questo stato di pace può durare nel tempo producendo un più ampio spazio relazionale. La sessualità in coscienza, associata a una comunicazione profonda, è fonte di salute, di vitalità, di amore, di guarigione. Essa lega l’uomo e la donna in modo unico. L’unione sessuale diventa una danza dei corpi.


La donna impara ad aprire il proprio cuore (corrispondente al “polo trasmettitore”). L’apertura del suo cuore suscita l’apertura della sua vagina (corrispondente al “polo ricevente”), che si prepara ad accogliere l’uomo. L’uomo apprende ad essere presente a tutto il suo corpo e al suo “polo trasmettitore” (il pene). Ciò sostiene la sua apertura di cuore (“polo ricevente”). Così l’uomo presenta il proprio pene, il quale viene accolto millimetro per millimetro dalla vagina della sua donna. Egli può così penetrare delicatamente nel “palazzo dell’amore”. L’erezione può sopraggiungere senza eccitazione né stimolazione quando l’uomo è in una reale intimità con la donna. «Una vera erezione è una risposta elettromagnetica alla forza uguale ed opposta esercitata dalla vagina»45.


Se i movimenti del pene nella vagina sono rallentati, le sensazioni si affinano e aumentano (il pene e la vagina si distendono e si adattano l’uno all’altra). La penetrazione può avvenire perfino senza erezione46, con la posizione delle forbici: l’erezione può venire dolcemente dopo, all’interno della vagina. Vengono risvegliate sensazioni delicate: l’orgasmo è possibile ma non è più indispensabile. Questo percorso è meraviglioso ed esigente: sentire ciò che accade nel corpo nell’istante presente. Andare verso l’orgasmo con la maggior coscienza possibile, senza attenderlo né provocarlo. È l’esperienza di un’onda che arriva e che sommerge senza la minima intenzione. Lo stato orgasmico è la medesima cosa dell’orgasmo, con la differenza che esso è dilatato nel tempo e nello spazio: ognuno dei due può avere l’impressione di non essere più che una cosa sola con l’altro. L’uomo e la donna possono provare la sensazione di essere portati da qualcosa di più potente di loro.

Alcune persone alternano una sessualità lenta a una sessualità più rapida, ma aggiungendovi della presenza – e questo cambia molto. Mediante la lentezza, lo sguardo, la comunicazione, il tatto, la sessualità comporta una trasformazione: essa conduce a meravigliarsi della vita e a contemplare la vita attraverso l’altro. La sessualità è meravigliosa!
In pratica

Alcune piste per iniziarsi allo slow sex:

  • darsi il tempo necessario;

  • stare nel momento presente, non avere altri scopi da raggiungere. Il perseguire l’orgasmo a tutti i costi ci allontana da quel che viviamo nell’istante;

  • respirare correttamente;

  • lasciarsi guidare dalle sensazioni corporee piuttosto che dall’immaginario o dai pensieri;

  • coltivare la distensione nella sessualità – essa permette di aprirsi a sé stessi e al coniuge;

  • prendere coscienza della complementarietà dei corpi dell’uomo e della donna, e del gioco di polarità tra di essi – è lì la fonte dell’estasi;

  • canalizzare l’eccitazione e permettere a tutto il proprio corpo di diventare orgasmico;

  • realizzare uno stage di slow sex (praticato nell’intimità delle camere!) per gustare meglio le sottigliezze di questa forma di sessualità.

Il tesoro della fertilità

Il viaggio degli spermatozoi

Quando, in seguito a una eiaculazione, da 200 a 700 milioni di spermatozoi vengono deposti nella vagina, questi ultimi hanno un lungo cammino da percorrere, prima di raggiungere l’ovulo. A seconda del periodo del ciclo durante il quale si svolge il loro viaggio, essi conoscono sorti differenti.

Nel corso di un periodo infertile del ciclo femminile

Se la donna è in periodo non fertile, un tappo di muco duro e spesso ostruisce il collo uterino, bloccando l’accesso all’utero. Gli spermatozoi non avanzano e restano nella vagina, dove deperiscono rapidamente perché non sopportano il suo ambiente acido.


Ricordiamo che, se l’ovocita non viene fecondato da uno spermatozoo nelle 12-18 ore dopo l’ovulazione, il corpo luteo scompare in capo a 12-15 giorni e fa calare il tasso di progesterone nel sangue. L’utero evacua mediante un sanguinamento la falda superiore della mucosa uterina (l’endometrio).

Nel corso di un periodo fertile del ciclo femminile

Se la donna è in periodo fertile, il collo uterino si modifica, cambia posizione e dalle cripte cervicali secerne l’elisir di vita, che si liquefà progressivamente. Quest’ultimo, ricco di zuccheri, sali minerali e proteine, è un bagno ricostituente per gli spermatozoi: essi vi attingono forze e vengono posti in condizioni ottimali di sopravvivenza. Gli spermatozoi più rapidi percorrono la distanza fino alla tuba abbastanza rapidamente. Altri restano nelle cripte del collo, donde partiranno nel corso dei giorni seguenti (dai tre ai cinque) per raggiungere le tube. Queste partenze differite aumentano la probabilità che uno spermatozoo incontri un ovulo fecondabile.

La maggior parte degli spermatozoi si dirige verso l’ovaio giusto (non si è giunti a spiegare come: forse viene emesso un segnale biochimico). Un gran numero di spermatozoi si perde, muore, viene aggredito dal sistema immunitario. Per di più, alcuni spermatozoi sono pronti troppo presto o troppo tardi. Uno solo (o due, in caso di gemelli) penetra nell’ovocita per la fecondazione. A partire da questo momento, la parete dell’ovulo diventa impenetrabile per gli altri spermatozoi.


Comincia una nuova vita. Le cellule dell’embrione raddoppiano mentre quest’ultimo viene trasportato verso l’utero dalle ciglia vibranti che tappezzano la tuba. Il suo viaggio durerà circa sei giorni e, durante questo tempo, il progesterone ne prepara l’accoglienza. Esso s’impianta nella parete dell’utero e la gravidanza ha inizio: durerà circa nove mesi, vale a dire tra i 270 e i 280 giorni. Durante questi mesi, non c’è più ovulazione, essendo le ovaie interamente al servizio del bambino in formazione.

Da sapere

I veri gemelli provengono da un medesimo uovo che si è diviso in due prima del quindicesimo giorno di gravidanza. Avendo il medesimo patrimonio genetico, si assomigliano come due gocce d’acqua. I falsi gemelli provengono da due ovociti emessi quasi simultaneamente dalle ovaie e fecondati da due spermatozoi. Possono essere di sesso differente.

La fertilità, una storia di coppia

Ascoltare il proprio corpo è un cammino bello ed esigente al contempo. L’attuale buona conoscenza scientifica del corpo offre degli strumenti per affinare le nostre percezioni e uscire dalle approssimazioni dei nostri antenati. Un’osservazione fine del nostro corpo, unita ai nostri moderni strumenti di calcolo, permette di determinare i periodi fertili e infertili in modo affidabile. Bisogna comunque che la coppia sia avvertita e motivata, perché l’osservazione del ciclo esige che la donna ascolti il proprio corpo e, idealmente, che l’uomo al suo fianco la sostenga in questo compito. La donna dona alla coppia di vivere delle stagioni: le stagioni comportano novità. Vivere al ritmo del ciclo della donna è un cammino sempre nuovo da tracciare nell’amore.


Imparare a conoscere il proprio corpo per individuare i momenti fertili e infertili rappresenta una sfida. Prima di potersi fidare delle proprie osservazioni, bisogna imparare a decifrarle: per questo è necessario l’aiuto di un formatore e, in qualche mese di apprendistato, la coppia può diventare autonoma nella lettura dei grafici del ciclo.


Quando una coppia fa la scelta di non utilizzare metodi di contraccezione, essa è portata a vivere in ogni ciclo un “tempo di astinenza” durante il (o i) periodo (/i) fertile (/i) della donna. Nella nostra epoca sono rari quanti vedono in quest’astinenza un elemento positivo per la coppia; la si denigra volentieri associandola a mancanza e a frustrazione. E tuttavia… non sono proprio il divieto e la mancanza a creare il desiderio? La frustrazione vissuta durante il periodo fertile, nata dall’attesa dell’incontro, fa crescere il desiderio. Ancora di più: l’astinenza dona all’uomo e alla donna lo spazio e l’occasione di sviluppare altri modi di dire e di manifestare il loro amore: la coppia vive il proprio amore senza celebrarlo e fa crescere il desiderio della prossima unione con la tenerezza, il dialogo, gli atti d’amore.

I metodi di osservazione del ciclo

Sotto il nome di metodi naturali si annovera, in modo talvolta indistinto, ogni sorta di “metodo” di regolazione delle nascite. Alcuni ci vengono dalle nostre nonne, altri sono stati messi a punto da medici, altri ancora sono maggiormente debitori alla credenza popolare… S’impone una chiarificazione per separare i più affidabili metodi attuali dai metodi stravaganti o superati, considerando anche che negli ultimi sessant’anni la scienza ha fatto grandi progressi in materia.

Un quadretto storico

Le scoperte storiche sul funzionamento del ciclo della fertilità sono molto recenti, in rapporto alla storia umana.


Alla fine del XIX secolo dei medici inglesi scoprirono che ci vuole un ovulo (e dello sperma) per fare un embrione, e poi che un concepimento è più probabile in presenza di mucosa simile ad albume d’uovo.


Nel 1905, il dottor Van de Velde individuò una correlazione tra l’ovulazione e l’aumento della temperatura nella donna.


Negli anni 1920, i medici Knaus e Ogino scoprirono che l’ovulazione ha luogo tra i 12 e i 16 giorni prima delle mestruazioni successive: su questa base essi mettono a punto delle linee-guida applicate al calendario per favorire una gravidanza. Il metodo Ogino, chiamato anche “metodo del calendario”, consiste nel “calcolare” il proprio ciclo (piuttosto che nell’“osservarlo”), traendo conclusioni dalla lunghezza dei cicli precedenti. Notiamo al volo che questo metodo, vecchio di cent’anni pressappoco, è quello che oggi utilizza la maggior parte delle applicazioni che predicono le fasi di fertilità e le ovulazioni, oltre alle future mestruazioni. Si pongono dunque due problemi: per le donne che non desiderano una gravidanza, queste applicazioni potrebbero lasciar intendere che le predizioni dei giorni fertili sono affidabili mentre esse predicono le future mestruazioni senza tener conto dell’ovulazione reale.


A partire dal 1935, il metodo delle temperature elaborato in Germania ha gradualmente rimpiazzato il “metodo Ogino”.


Negli anni 1950, i dottori Brown e Odeblad avrebbero fatto importanti scoperte sulle caratteristiche della mucosa cervicale, permettendo di identificare le fasi fertili e quelle infertili; esse avrebbero più tardi favorito l’elaborazione di due nuovi metodi.

Il metodo sintotermico sarebbe comparso in Austria nel 1965 col professor Rötzer, il quale combinò l’osservazione dell’elisir di vita e della temperatura.


Il metodo Billings fu sviluppato a partire dagli anni 1970 dai dottori Billings, e si fonda sull’osservazione dell’elisir di vita. La ricerca si è successivamente orientata verso un adattamento dei metodi alle differenti situazioni incontrate dalla donna. Il LAM (Lactational Amenorrhoea Method47) è nato nel 1988 e confermato nel 1995.

La scienza sottesa ai metodi di osservazione del ciclo è recente e viene incessantemente aggiornata. Oggi disponiamo di metodi estremamente affidabili per determinare scientificamente il periodo potenzialmente fertile di un ciclo mestruale e confermare un’ovulazione, a condizione di accettare di osservarsi quotidianamente (muco cervicale, temperatura…), di interpretare, di darsi fiducia e di non affidarsi a un algoritmo.


I principali metodi insegnati oggi in Francia sono il metodo Sintotermico (o metodo degli indizi combinati), il metodo Billings e il metodo FertilityCare.

L’Organizzazione mondiale della sanità raggruppa sotto la dicitura “metodi tradizionali”:

  • il metodo del calendario (ovvero l’Ogino), che consiste nel contare i giorni per fare una stima del giorno dell’ovulazione e astenersi dai rapporti sessuali nei giorni statisticamente predetti come fertili;

  • il ritiro (ovvero il coito interrotto).

La loro efficacia pratica è debole: dal 73% al 75% nella pratica corrente, stando alle cifre dell’OMS48. Il metodo Ogino, elaborato all’inizio del XX secolo, ancora troppo citato da alcuni ginecologi, appartiene al passato.


I metodi di osservazione del ciclo messi appunto in questi ultimi anni da medici ricercatori sono classificati dall’OMS tra i “moderni metodi di contraccezione”49.

Per approfondire

I metodi di osservazione del ciclo non sono una contraccezione come un’altra. Il loro approccio differisce da quello della contraccezione perché, invece di impedire in maniera artificiale che un’unione sessuale tracimi in una fecondazione, essi permettono di sapere giorno per giorno se un’unione è suscettibile di condurre a una fecondazione. La scelta di un tale metodo necessita una vera adesione della donna e della coppia, un investimento per formarsi con degli esperti e una motivazione costante. Tali metodi, una volta acquisiti, conferiscono alle donne una vera autonomia mediante la conoscenza fine del proprio corpo. Essi apportano una informazione preziosa sulla loro salute ormonale permettendo di identificare e di curare eventuali anomalie, e non si accontenta invece di mascherarne i sintomi.

L’efficacia dei metodi di osservazione del ciclo

L’efficacia di un metodo dipende dalla sua affidabilità teorica, dalla formazione, dalla motivazione e dall’adesione della coppia ad esso. Essa dipenda anche dalla capacità della coppia di completare la sua formazione quando la situazione è cambiata (nascita, perimenopausa…). Si opera una distinzione tra l’efficacia teorica o ideale (del metodo) e l’efficacia pratica (dell’utilizzo). Per determinare l’efficacia teorica di un metodo, si considerano le gravidanze “non pianificate” sopraggiunte malgrado il corretto utilizzo del metodo. L’efficacia pratica si calcola a partire dai casi in cui le regole del metodo sono state applicate male. Le efficacie pratiche variano a seconda dei metodi e degli studi realizzati.


Ricordiamo che l’efficacia teorica della pillola contraccettiva è del 99,7%, e che la sua efficacia pratica si attesta al 92%.

La Sintotermia utilizza due segni di fertilità. Sensiplan, SymptoTherm50 e il Metodo Rötzer sono le principali organizzazioni che usano il sintotermico51. Essi si basano su un doppio controllo, all’inizio e alla fine del periodo fertile: quello dell’elisir di vita e della temperatura basale del corpo. L’efficacia ideale è del 99,6% e l’efficacia pratica è del 98,2%. Anche Cyclamen52 è un metodo sintotermico che utilizza l’elisir di vita per l’ingresso nel periodo fertile (ma può utilizzare anche il doppio controllo) e un doppio controllo (elisir di vita e temperatura basale corporea) alla fine del periodo fertile. La sua efficacia pratica è del 98%. Gli istruttori del CLER53 insegnano questo metodo.


Il FertilityCare54 si fonda sull’osservazione e sulla sensazione precisa dell’elisir di vita. La sua efficacia ideale è del 99,5% e la sua efficacia pratica è del 96,8%. Le istruttrici FertilityCare insegnano questa osservazione del ciclo (in sinergia con la NaProTecnologia55).


Il metodo Billings si fonda sull’osservazione e la sensazione del muco cervicale. La sua efficacia ideale oscilla tra il 96,9% e il 98,5%, e la sua efficacia pratica si aggira attorno all’87%. Il centro Billings France56 e WOOMB57 diffondono questo metodo in Francia58.


Il LadyComp si piazza nella categoria degli “osservatori di fertilità”: è un apparecchio elettronico contenente un programma che individua i giorni di fertilità grazie alla rilevazione quotidiana della temperatura della donna mediante un sondino da inserire in bocca. I giorni vengono indicati come verdi (infertili), rossi (fertili) e gialli (incerti). Questo strumento di osservazione della fertilità può andare bene ad alcune donne, e tuttavia delle altre troveranno una maggiore libertà nel comprendere e nell’interpretare da loro stesse i loro cicli. Esso non è adatto in periodi di post-partum, di perimenopausa o in caso di cicli irregolari.


In evidenza

Le applicazioni per seguire il ciclo non sono dei metodi di osservazione del ciclo. La maggior parte delle applicazioni predicono la fase fertile in modo statistico sulla base dei cicli precedenti, e sono per questo poco affidabili. Nessun metodo può dispensare dall’osservazione quotidiana dei segni di fertilità.

Perché formarsi?

I metodi di osservazione del ciclo hanno provato la propria grande efficacia teorica. La loro efficacia pratica dipende dalla motivazione della coppia e dalla sua capacità di far fronte alle situazioni di astinenza nel corso del periodo fertile. L’efficacia dipende anche dalla qualità dell’insegnamento che la coppia ha ricevuto per diventare capace di osservare l’elisir di vita e leggere la curva termica. È dunque auspicabile che ci si faccia accompagnare personalmente da una formatrice per approfondire le proprie conoscenze sul ciclo, comprendere il metodo e diventare fiduciose ed autonome nella lettura dei grafici in capo a pochi mesi di apprendistato.

Alcune chiavi per l’apprendimento

Prendersi il tempo di formarsi, di rispettare i cicli di esercitazione senza unione.


L’analisi dei cicli deve essere fatta ciclo dopo ciclo per essere affidabile: le statistiche e le previsioni sono sconsigliate.


È prudente analizzare almeno due indicatori di fertilità.

È consigliabile farsi accompagnare da un formatore: ci vogliono circa quattro mesi.


È necessario riprendere contatto con un formatore per il periodo post-partum e in perimenopausa, al fine di ottenere le raccomandazioni adatte per questi periodi.

L’uomo e il ciclo femminile

Quando un uomo accompagna la propria donna nelle sue osservazioni e tenta anch’egli di mettersi in ascolto del suo corpo, ciò facilita il loro comune risveglio a un’intimità che accoglie la bellezza dei corpi come un dono.


Più la donna comprende la propria natura di donna, più l’uomo trova il proprio posto di uomo – e viceversa.

In alcune coppie, è l’uomo che riempie il grafico di osservazione. In altre invece segue da vicino il grafico informandosi regolarmente per comprendere il ritmo di ogni stagione. Il ciclo femminile può diventare il “ciclo di coppia”?


La sua natura ciclica invita la donna a essere posata, a prendersi cura di sé, ma questa può anche incitare l’uomo a essere sempre più in ascolto del suo proprio corpo, a prendere coscienza del fatto che porsi in ascolto dei segnali che il corpo invia può essere benefico nel lungo termine.


Il ciclo è anche una vera e propria pedagogia per la relazione di coppia. I differenti tempi del ciclo ritmano la vita della coppia e le conferiscono distinte tonalità. La responsabilità della fertilità della coppia viene allora condivisa.

Domande per l’uomo

  • Mi sento diversamente quando sei fertile? E quando hai le mestruazioni?

  • Vivo con te il tuo ciclo?

  • Ho anch’io il mio ritmo personale? Come si adegua al tuo? L’uno influenza l’altro?

La prova dell’infertilità

Una coppia su sei deve fare i conti con l’infertilità. Tra le ragioni evocate, c’è l’età della prima gravidanza (se è tardiva), i fattori ambientali (perturbatori endocrini), i fattori infettivi (infezioni sessualmente trasmissibili). L’infertilità può ascriversi alla donna, all’uomo o a entrambi.


In capo a un anno di unioni regolari – al momento del periodo fertile – senza concepire un bambino, il mondo medico pronuncia la parola “infertilità”. È spesso il principio di un percorso estenuante. Prima di tutto, è cosa buona richiamare i consigli igienico-dietetici di base59: l’alimentazione, lo sport e la gestione dello stress sono pilastri importanti nel campo della fertilità. Lo stress può impedire ad alcune donne di concepire un figlio. I grafici di osservazione del ciclo possono offrire indizi sulle piste da esplorare. L’ipofertilità non è una diagnosi, ma un sintomo di patologie soggiacenti.


Una via alternativa alla procreazione medicalmente assistita (PMA) si sta sviluppando sempre più in molti paesi. È una medicina restauratrice della fertilità. Sviluppata negli Stati Uniti negli anni 1990 dal ginecologo ostetrico Thomas Hilgers, la NaProTecnologia60 (Natural Procreative Technology) è arrivata in Europa a partire dagli anni 2000. Il suo scopo è di quello di apportare alle donne che sperano di avere un figlio un aiuto medico che favorisca un concepimento naturale, con un accompagnamento personalizzato. Essa ha per obiettivo la restaurazione della fertilità femminile e maschile, la limitazione degli aborti spontanei seriali e il trattamento delle patologie femminili e maschili.


Questo approccio si fonda sull’osservazione del ciclo (col metodo FertilityCare61), talvolta su delle terapie farmacologiche e su interventi chirurgici per l’endometriosi o le tube di Falloppio alterate. La diagnosi e la presa in carico vengono stabilite a partire dai grafici dei cicli compilati, da bilanci sanguigni e ormonali, da ecografie e spermiogrammi… Questa medicina di restaurazione della fertilità si sforza di riprodurre quanto più possibile i parametri naturali per correggere le disfunzioni, rispettando al contempo il naturale processo fisiologico. Gli esami e i trattamenti sono sincronizzati col ciclo della donna, e con ciò stesso vengono resi più efficaci. Una volta che con l’aiuto di questo trattamento si sia restaurata la fertilità, le coppie entrano in un periodo che dura da un anno a un anno e mezzo in cui, prendendo di mira il periodo fertile, cercano di concepire. Il tasso di concepimento si colloca attorno al 35%. La NaProTecnologia ottiene buoni risultati nella limitazione degli aborti spontanei seriali.


Sempre più medici si formano alla restaurazione della fertilità, in collaborazione con un metodo di osservazione del ciclo. Questi approcci possono anche curare le patologie del ciclo (quali ad esempio l’endometriosi), quando non si sta ricercando una gravidanza.

Tesori femminili
Tesori femminili
Cécile de Williencourt
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