Lo slow sex
Questa forma di sessualità tende a coltivare la presenza a sé stessi e all’altro mediante una piena abitazione e una piena conoscenza del proprio corpo. Essa parte dal principio che il desiderio, il fantasma, l’eccitazione in vista di un orgasmo sono proiezione in un futuro o in un passato che non permettono di essere presenti interamente all’esperienza del momento. La pratica dello slow sex43 permette a ogni membro della coppia di connettersi con il proprio corpo, ma anche di porsi in ascolto dei desideri di ciascuno per accedere insieme al piacere. Si tratta di porre la propria attenzione a quel che vive il corpo, mettendo da parte il mentale che immagina, si ricorda o si aspetta.
Lo slow sex richiede un po’ di apprendistato e necessita anche del tempo. In questo modo di vivere la sessualità in coscienza e in presenza, la coppia è chiamata a una comunicazione autentica. Quando la coppia si unisce essendo pienamente cosciente, ciascuno scopre nuove sensazioni su certe parti del proprio corpo. Il mezzo più semplice di essere presente a sé stessi è impiegare lentezza nei movimenti, anche se non è facile. Come abitare pienamente il proprio corpo restando nella relazione con l’altro? La pratica dello slow sex si sviluppa nella pazienza?
La prima tappa consiste nel fissare un appuntamento regolare, in un luogo caloroso con illuminazione dolce; un momento in cui ci si renderà pienamente disponibili preparandosi (ad esempio facendosi una doccia o uscendo a prendere una boccata d’aria).
La coppia può cominciare semplicemente abbracciandosi. L’uomo sa che la donna ha bisogno di tempo per arrivare a un livello di desiderio in cui avrà davvero voglia di unirsi: le lascerà del tempo e le dirà parole dolci, comunicandole che è bella e unica. La parola innesca il desiderio femminile. I preliminari cominciano con baci e con carezze non sessuali. La “sessualità in coscienza” è una finestra verso l’immaginario, la tenerezza, la sensualità. I gesti sono naturali, calmi, suscitano un senso di serenità, di distensione e perfino di dormiveglia. L’uomo e la donna sono vicinissimi l’uno all’altra, si guardano con tenerezza44.
Lo sguardo è importantissimo: immergere lo sguardo in quello dell’altro pur restando in ascolto di sé rafforza la presenza a sé e all’altro. Le parole sono degli aiuti. Ciascuno dei due può esprimere quel che sente mediante parole espressive e semplici.
Le carezze intime non agiscono soltanto sul corpo, esse comportano nella coppia un sentimento di prossimità, di sicurezza e di confidenza. Le carezze esprimono una comunione di pensiero e di corpo, la volontà di prendersi cura dell’altro. Unirsi lentamente significa unirsi differentemente, portando un’amorosa attenzione su ciascun membro del corpo altrui, restando attenti a ogni parte del proprio corpo e manifestando che si è distesi.
Esiste una relazione diretta fra i seni, il cuore e gli organi genitali. I seni sono un polo dinamico: la carezza dei seni, in particolare dei capezzoli, permette alla vagina di aprirsi.
L’unione sessuale esige qualità di danzatori. La mobilità del bacino e la sua inclinazione sono importanti per adeguarsi al corpo dell’altro e ricercare una migliore comodità. Coordinare i movimenti del proprio bacino con quelli dell’altro può assomigliare a una danza. Ciò richiede un reciproco adattamento che implica della pazienza.
Col respiro, si coltivano la lentezza e la presenza accogliendo la realtà del momento. Questa sessualità insegna a entrare nella delicatezza andando incontro al mondo dell’altro. Essa permette anche la secrezione di ossitocina, l’ormone dell’attaccamento, che procura una sensazione di benessere e di appagamento (differente da ciò che produce la sessualità di sopravvivenza). Questo stato di pace può durare nel tempo producendo un più ampio spazio relazionale. La sessualità in coscienza, associata a una comunicazione profonda, è fonte di salute, di vitalità, di amore, di guarigione. Essa lega l’uomo e la donna in modo unico. L’unione sessuale diventa una danza dei corpi.
La donna impara ad aprire il proprio cuore (corrispondente al “polo trasmettitore”). L’apertura del suo cuore suscita l’apertura della sua vagina (corrispondente al “polo ricevente”), che si prepara ad accogliere l’uomo. L’uomo apprende ad essere presente a tutto il suo corpo e al suo “polo trasmettitore” (il pene). Ciò sostiene la sua apertura di cuore (“polo ricevente”). Così l’uomo presenta il proprio pene, il quale viene accolto millimetro per millimetro dalla vagina della sua donna. Egli può così penetrare delicatamente nel “palazzo dell’amore”. L’erezione può sopraggiungere senza eccitazione né stimolazione quando l’uomo è in una reale intimità con la donna. «Una vera erezione è una risposta elettromagnetica alla forza uguale ed opposta esercitata dalla vagina»45.
Se i movimenti del pene nella vagina sono rallentati, le sensazioni si affinano e aumentano (il pene e la vagina si distendono e si adattano l’uno all’altra). La penetrazione può avvenire perfino senza erezione46, con la posizione delle forbici: l’erezione può venire dolcemente dopo, all’interno della vagina. Vengono risvegliate sensazioni delicate: l’orgasmo è possibile ma non è più indispensabile. Questo percorso è meraviglioso ed esigente: sentire ciò che accade nel corpo nell’istante presente. Andare verso l’orgasmo con la maggior coscienza possibile, senza attenderlo né provocarlo. È l’esperienza di un’onda che arriva e che sommerge senza la minima intenzione. Lo stato orgasmico è la medesima cosa dell’orgasmo, con la differenza che esso è dilatato nel tempo e nello spazio: ognuno dei due può avere l’impressione di non essere più che una cosa sola con l’altro. L’uomo e la donna possono provare la sensazione di essere portati da qualcosa di più potente di loro.