Possiamo ancora tornare a stringere i legami con le nostre percezioni con l’aiuto dei nostri cinque sensi: prendersi il tempo di assaporare un quadratino di cioccolata, sentire il sole sul nostro viso, essere attenti al getto d’acqua che esce dalla doccia… Lungo il corso della giornata, possiamo porre degli “atti coscienti” che ci permetteranno di riappropriarci del nostro corpo. L’attività fisica, il canto, la danza contribuiscono pure a questo scopo. La conoscenza e la cura di sé conducono allo stupore e alla gratitudine.
Il più delle volte esistiamo per il “fare”: ci sentiamo vivi quando agiamo. Sviluppare la modalità “essere”, rispetto a sé stessi e agli altri, e vivere interamente l’istante presente, ci permette di sperimentare l’unità della nostra persona. Significa anche concedersi un distanziamento per evitare di rientrare in reazioni automatiche, pre-programmate. Ciò richiede un lavoro su di sé.
Apprendere a conoscere il proprio corpo, anche nelle sue parti invisibili, è un primo passo per giungere ad abitarlo pienamente e piacevolmente. Tra le zone del corpo ce n’è una che le donne sembrano cogliere meno bene: il bacino. Per molte fra noi, l’anatomia ginecologica è un tantino sfumata, vaga e nebulosa.
Conoscere il ciclo femminile è la prima tappa per giungere ad ascoltare il proprio corpo. Poche donne percepiscono veramente come il loro corpo funzioni, sia per mancanza di conoscenze sia perché utilizzano metodi contraccettivi. In quest’ambito bisogna operare un vero cambiamento culturale: non è questione di colpevolizzare le donne, ma piuttosto di offrire loro le conoscenze di cui hanno bisogno per fare delle scelte libere e consapevoli, che rispettino veramente il loro corpo. L’informazione delle donne sul ciclo mestruale è una vera sfida culturale.
Comprendere il ciclo femminile passa certamente da una comprensione intellettuale, ma soprattutto da una comprensione interiore: l’ascolto delle emozioni che si avvicendano per tutto il corso del ciclo e l’interpretazione dei segni esteriori che indicano quel che accade all’interno.
Il nostro corpo femminile, con le sue fluttuazioni ormonali, con la sua alternanza di periodi fertili e infertili, ci pone in una dipendenza che richiede da noi che si compia un cammino di accettazione. Giorno dopo giorno, le variazioni ormonali e fisiologiche ci fanno vivere, al ritmo della nostra fecondità: energia straripante, apertura, accoglienza… ma anche fatica, emotività, tensione, dolori… Siamo dipendenti dalle costrizioni imposte dal nostro corpo. Vivere serenamente questa dipendenza ci richiede un lavoro di conoscenza e di accettazione di noi stesse.
Le donne nubili o quelle che non prevedono di accogliere una gravidanza non sfuggono perciò a questo orientamento del loro corpo verso il dono della vita, verso l’esperienza della maternità. Alcune possono vivere con difficoltà le mestruazioni, percepirle come qualcosa di totalmente inutile, dato che non preventivano di dare la vita a un figlio, in un futuro prossimo. E tuttavia la conoscenza dei propri cicli potrà guidarle verso un’organizzazione armoniosa e feconda della loro vita quotidiana.
Quale che sia il suo percorso, per ogni donna è vitale accettarsi e viversi positivamente fin dalla pubertà, quando il corpo cambia. Quest’ultimo contiene tesori che sono spesso dei misteri per lei: la conoscenza dei linguaggi segreti del corpo permette alla donna di essere pienamente sé stessa.