capitolo 1

Il nostro corpo,
un tesoro da scoprire

Prendere coscienza del nostro corpo

A seconda del nostro vissuto e della nostra educazione, abbiamo una certa percezione del nostro corpo. È per noi più o meno facile “abitarlo”, interagire col mondo esterno per suo tramite. Abitare pienamente il nostro corpo suppone l’apprendere a conoscerlo dal di dentro: comprendere il suo funzionamento intimo e sviluppare la nostra coscienza di quanto esperiamo – ecco due dei principali obiettivi di questo libro.

Il paradosso è che non è sempre piacevole sentire il proprio corpo e vivere con esso: lo bistrattiamo, gli chiediamo troppo… Il nostro corpo può anche soffrire di ferite legate al passato o di difficoltà di ordine psicologico… Lavorare su tutto ciò che collega il nostro corpo al nostro spirito può aiutarci ad amare la nostra persona tutta intera, a riceverla come un dono e un tesoro da offrire. Amare il proprio corpo suppone che lo si accetti così com’è, anche se non è conforme ai modelli dettati dalla società. Poco importano le nostre caratteristiche fisiche: quel che conta è che il nostro spirito e il nostro corpo, strettamente uniti, ci facciano avanzare verso la pace interiore e la gioia del dono.


Un primo mezzo, molto semplice, si offre a noi per prendere coscienza del nostro corpo: la respirazione. Spesso respiriamo in maniera superficiale, con la parte alta del petto. Facciamo così in particolare quando siamo stressati e il nostro diaframma è teso. Alcune persone prendono l’abitudine di respirare col ventre, ad esempio quando impostano la voce per cantare. Questa respirazione è soddisfacente per il corpo. Altre persone, ancora poco numerose, praticano la “respirazione completa”, la stessa dei neonati. I suoi benefici sono numerosi: essa permette una buona ossigenazione del corpo, aumenta la vitalità, migliora il sonno…

Possiamo ancora tornare a stringere i legami con le nostre percezioni con l’aiuto dei nostri cinque sensi: prendersi il tempo di assaporare un quadratino di cioccolata, sentire il sole sul nostro viso, essere attenti al getto d’acqua che esce dalla doccia… Lungo il corso della giornata, possiamo porre degli “atti coscienti” che ci permetteranno di riappropriarci del nostro corpo. L’attività fisica, il canto, la danza contribuiscono pure a questo scopo. La conoscenza e la cura di sé conducono allo stupore e alla gratitudine.


Il più delle volte esistiamo per il “fare”: ci sentiamo vivi quando agiamo. Sviluppare la modalità “essere”, rispetto a sé stessi e agli altri, e vivere interamente l’istante presente, ci permette di sperimentare l’unità della nostra persona. Significa anche concedersi un distanziamento per evitare di rientrare in reazioni automatiche, pre-programmate. Ciò richiede un lavoro su di sé.


Apprendere a conoscere il proprio corpo, anche nelle sue parti invisibili, è un primo passo per giungere ad abitarlo pienamente e piacevolmente. Tra le zone del corpo ce n’è una che le donne sembrano cogliere meno bene: il bacino. Per molte fra noi, l’anatomia ginecologica è un tantino sfumata, vaga e nebulosa.


Conoscere il ciclo femminile è la prima tappa per giungere ad ascoltare il proprio corpo. Poche donne percepiscono veramente come il loro corpo funzioni, sia per mancanza di conoscenze sia perché utilizzano metodi contraccettivi. In quest’ambito bisogna operare un vero cambiamento culturale: non è questione di colpevolizzare le donne, ma piuttosto di offrire loro le conoscenze di cui hanno bisogno per fare delle scelte libere e consapevoli, che rispettino veramente il loro corpo. L’informazione delle donne sul ciclo mestruale è una vera sfida culturale.


Comprendere il ciclo femminile passa certamente da una comprensione intellettuale, ma soprattutto da una comprensione interiore: l’ascolto delle emozioni che si avvicendano per tutto il corso del ciclo e l’interpretazione dei segni esteriori che indicano quel che accade all’interno.


Il nostro corpo femminile, con le sue fluttuazioni ormonali, con la sua alternanza di periodi fertili e infertili, ci pone in una dipendenza che richiede da noi che si compia un cammino di accettazione. Giorno dopo giorno, le variazioni ormonali e fisiologiche ci fanno vivere, al ritmo della nostra fecondità: energia straripante, apertura, accoglienza… ma anche fatica, emotività, tensione, dolori… Siamo dipendenti dalle costrizioni imposte dal nostro corpo. Vivere serenamente questa dipendenza ci richiede un lavoro di conoscenza e di accettazione di noi stesse.


Le donne nubili o quelle che non prevedono di accogliere una gravidanza non sfuggono perciò a questo orientamento del loro corpo verso il dono della vita, verso l’esperienza della maternità. Alcune possono vivere con difficoltà le mestruazioni, percepirle come qualcosa di totalmente inutile, dato che non preventivano di dare la vita a un figlio, in un futuro prossimo. E tuttavia la conoscenza dei propri cicli potrà guidarle verso un’organizzazione armoniosa e feconda della loro vita quotidiana.


Quale che sia il suo percorso, per ogni donna è vitale accettarsi e viversi positivamente fin dalla pubertà, quando il corpo cambia. Quest’ultimo contiene tesori che sono spesso dei misteri per lei: la conoscenza dei linguaggi segreti del corpo permette alla donna di essere pienamente sé stessa.

In pratica
La respirazione per ogni piano del corpo

Posso praticare questo esercizio in posizione supina, poi seduta o eretta.

  • Porto la mia attenzione sul mio ventre, sul quale devo poggiare il palmo della mia mano. Inspiro dal naso cominciando a gonfiare il ventre; poi il torace, senza che la parte alta del corpo si muova. Ripeto più volte questo esercizio.

  • Porto l’attenzione sulla mia cassa toracica. Inspiro dal naso dilatando il petto e facendo allargare le costole. Posso poggiare la mano sulle costole per sentire il movimento. Ripeto più volte questo esercizio.

  • Conduco l’attenzione sulla parte alta del petto e inspiro in questa parte del tronco. Posso poggiare le mani sulle clavicole per sentire il movimento della respirazione. Ripeto più volte questo esercizio.

La respirazione completa

Comincio con una inspirazione lenta e profonda nel ventre, fino a che esso non risulti ben gonfio; poi dilato le costole continuando a far penetrare sempre più aria nei miei polmoni, e inspiro ancora più in alto, a livello clavicolare. Quando i miei polmoni sono riempiti, espiro sgonfiando anzitutto l’alto del petto, poi il livello delle costole, infine facendo rientrare l’addome. Continuo così per qualche minuto.

Il corpo femminile e il tempo

La fisiologia femminile è segnata dal ritmo e dalle alternanze. La variabilità ciclica, che si ripercuote sul piano dell’umore, dell’energia, dell’attività mentale, può essere percepita come una debolezza. Ciononostante, la possibilità di portare la vita dà alla donna una speranza di fondo e una certa gioia.


Per natura, le donne sono più sensibili al trascorrere del tempo. Esse si sanno fertili per un periodo limitato della propria esistenza. Se nell’uomo la produzione di gameti avviene continuamente a partire dalla pubertà e fino in età avanzata, la donna contiene in sé stessa tutto il proprio stock di ovuli, fin dal terzo mese di vita prenatale. Questo stock non cessa mai di decrescere – dalla nascita fino alla menopausa. Ogni donna sa che un giorno la sua fecondità si fermerà. Per lei il tempo ha un prezzo, e la sua sessualità ne è influenzata.


Si può notare un’altra specificità femminile: nella donna, le possibilità di fecondazione sono limitate. Un solo uovo arriva a maturazione in ogni ciclo, cosa che comporta in media dodici ovulazioni l’anno. Tanta rarità influenza la sessualità della donna e il suo rapporto col tempo. Molte donne vivono con un certo sentimento di urgenza: fanno progetti, immaginano la loro vita da lì a dieci o vent’anni… Gli uomini, da parte loro, non vedono la fecondità allo stesso modo. Quando i cicli della donna si fermano, il suo corpo mantiene la medesima struttura anatomica, ma lei ne sente preponderanti i limiti: fa intimamente esperienza della finitudine. L’uomo e la donna, dunque, non vivono in modo identico il proprio rapporto col mondo.


Del resto, la donna è segnata da una sorta di calendario interiore: quello dei suoi cicli (il ricordo delle prime mestruazioni, ad esempio), ma anche una serie di ricordi incisi nella sua memoria corporea: il primo bacio, la prima relazione sessuale, il concepimento di questo o quel figlio, la sua nascita, un aborto spontaneo o uno volontario… Sembra che questi ricordi permangano meno a fondo nell’uomo e, secondo le donne, essi sono anzi più o meno presenti.


Nella sua carne, la donna è dunque legata alla vita. Nella relazione coniugale e nella maternità, il dono del suo corpo è totale: è nel suo corpo e mediante esso che trasmette la vita. Attraverso i suoi ritmi corporei, ella sente il tempo in modo carnale.

Questo libro è un viaggio nel cuore delle differenti stagioni della vita di una donna. Prima di intraprenderlo, tuttavia, ci teniamo a offrire alcuni elementi sull’anatomia e sulla fisiologia maschili, che permetteranno di meglio comprendere il funzionamento della donna.

Anatomia maschile

L’apparato genitale dell’uomo è composto di organi, di ghiandole e di canali che fabbricano gli spermatozoi a partire dalla pubertà.


Il pene (o membro) è composto da tessuti che si riempiono di sangue perché abbia luogo un’erezione, e sono quelli a permettergli di alzarsi.


I testicoli sono le “officine di produzione” degli spermatozoi: sono ghiandole costituite di circa mille tubuli “seminiferi” (cioè “che portano il seme”). Fin dalla pubertà, i testicoli secernono testosterone, principale ormone maschile responsabile dello sviluppo degli organi genitali. I testicoli sono contenuti nello scroto (o borsa scrotale). Nella parete dello scroto si trova un muscolo, il cremastere: esso si solleva o si abbassa per regolare la temperatura dei testicoli. Gli spermatozoi, infatti, devono essere prodotti a una temperatura leggermente inferiore a quella del corpo – circa 35 °C. Quando fa freddo, le fasce muscolari dello scroto si contraggono e avvicinano (fra loro e al corpo) i due testicoli. Quando fa caldo, il muscolo si distende – ciò fa “fluttuare” i testicoli e li raffredda. I testicoli si mantengono così a 2 °C sotto la temperatura corporea.

Da notare
Alcuni jeans, o comunque i pantaloni troppo attillati possono intralciare il buon funzionamento del cremastere e dunque la produzione degli spermatozoi, perché creano del calore locale.

L’epididimo (lungo tubicino ripiegato su sé stesso) è il luogo di maturazione degli spermatozoi: lì essi divengono mobili, e in una ventina di giorni sono resi capaci di fecondare un ovulo.


Il canale deferente conduce gli spermatozoi dai testicoli alla prostata.


La prostata e le vescicole seminali sono delle ghiandole che secernono specifici liquidi che facilitano il trasporto e il nutrimento degli spermatozoi.


L’uretra convoglia sia l’urina sia gli spermatozoi, ma i due fluidi non si mescolano mai: al momento dell’eiaculazione, quando lo sperma lascia i condotti eiaculatori per entrare nell’uretra, uno sfintere della vescica (muscolo circolare) si contrae, impedendo all’urina di uscire dalla vescica e allo sperma di entrarvi.


Le ghiandole di Cowper producono, con l’eiaculazione, un liquido che pulisce l’uretra dall’acidità lasciata dall’urina.


Lo sperma è un fluido viscoso che può presentarsi trasparente, biancastro o leggermente giallo. Esso si compone per un 20% da un liquido che viene dai testicoli e contiene gli spermatozoi (da 200 a 500 milioni per eiaculazione) e all’80% dal liquido seminale (secrezioni della prostata e delle vescicole seminali), nonché dal liquido preseminale (secreto dalle ghiandole di Cowper).

Fisiologia maschile

Produzione degli spermatozoi

A differenza della donna, in linea di principio l’uomo è sempre fertile: dalla sua prima eiaculazione, verso i 14 anni, fino alla morte.


Fin dalla pubertà, egli produce spermatozoi. Ci vogliono circa 70 giorni perché uno spermatozoo venga prodotto; un uomo ne produce più di 1.000 al secondo. La durata della vita di uno spermatozoo nel corpo di un uomo è di circa 30 giorni, e in quello di una donna – dopo un’unione sessuale – varia da qualche ora a 5 giorni (o di più, se le condizioni sono ottimali).


Gli spermatozoi sono dei grandi sportivi! Quando vengono “esplosi”, nel corso di un’unione sessuale, essi vivono una sorta di “percorso di guerra”. Dotati di un flagello a forma di cavatappi, avanzano con un movimento elicoidale e vengono aiutati nella loro avanzata dall’utero. Per raggiungere l’ovulo devono percorrere circa 17 centimetri.

Il testosterone

Il testosterone è l’ormone sessuale preponderante nell’uomo (il quale produce anche estrogeni e progesterone). Lo si associa alla virilità e alla vitalità. Il testosterone è prodotto nei testicoli dalle cellule di Leydig.

Il testosterone partecipa, fra l’altro, alla formazione di uno sperma funzionale, allo spessore della pelle e all’aumento della libido; esso favorisce la costituzione muscolare e aumenta la ritenzione del calcio da parte delle ossa. Un buon livello di testosterone nel sangue va pure a ridurre il tasso di glucosio, fa abbassare la tensione arteriosa e partecipa alla prevenzione dell’obesità.

Il tasso di testosterone varia in funzione:

  • delle stagioni: il testosterone è più elevato in primavera e in estate;

  • dello stress, della fatica: un uomo in buona salute mentale e fisica produrrà più testosterone;

  • del sonno: la sua scarsità diminuisce il testosterone;

  • degli orari della giornata: il testosterone è al suo tasso massimale al mattino;

  • delle esperienze traumatizzanti (lutto, divorzio, malattia grave…);

  • del consumo di alcool o di caffè: un consumo eccessivo fa diminuire il testosterone;

  • dello zucchero: fa crollare il testosterone (bibite gassate incluse…);

  • delle unioni sessuali: aumentano il testosterone;

  • dei prodotti chimici (profumi, pesticidi, vernici, plastiche, ftalati – che si trovano in articoli in PVC e in alcuni prodotti alimentari): riducono lo sperma e provocano delle anomalie strutturali e atrofia testicolare.

Il tasso di testosterone varia dunque in funzione di fattori esterni, degli stili di vita, dei comportamenti dei singoli e degli eventi della giornata.

I “cicli” degli ormoni maschili

Gli uomini non hanno un ciclo ormonale come il ciclo mestruale femminile, ma vivono delle variazioni ormonali quotidiane:

  • un picco di testosterone ogni mattina, che si riproduce ogni 24 ore;

  • i cicli di produzione degli spermatozoi, che durano tra i 64 e i 74 giorni.

Questi cicli, che incessantemente cominciano, proseguono e si concludono parallelamente gli uni agli altri, sono più o meno intensi a seconda dello stress, della salute, della stagione, dell’alimentazione, e di agenti inquinanti, luminosità, fasi lunari…

Ogni giorno, nei testicoli compaiono degli spermatogoni1, che mediamente in 70 giorni evolvono fino allo stadio di spermatozoi per un’eventuale eiaculazione. In assenza di eiaculazione, essi sono distrutti in pochi giorni dal sistema immunitario.


Si osservano nell’uomo dei momenti di accresciuta vitalità, in questo processo, e dei momenti di minore vitalità. La spermatogenesi è intensificata o attenuata in funzione dello stato di salute globale dell’uomo. Lo stato fisico e morale dell’uomo ha un impatto sullo stato della sua fertilità.

L’andropausa

A partire dalla quarantina, la produzione di testosterone si avvia a un declino. Questo fenomeno, detto andropausa, è progressivo e dura diversi decenni. La carenza di testosterone si manifesta in una fatica che avanza poco a poco, nel calo del desiderio sessuale, nella diminuzione della massa muscolare, nell’aumento del grasso addominale, nella perdita dei capelli…


Per rallentare il declino del testosterone, è possibile agire su tre ambiti: l’equilibrio psichico, l’alimentazione e l’attività fisica2.

L’equilibrio psichico sarà favorito dalla durata e dalla qualità del sonno e da tutte le pratiche che permettono di diminuire lo stress: la meditazione, la respirazione profonda…


Anche la buona alimentazione è una delle questioni principali: si possono consumare delle proteine animali, ma senza eccessi. Bisogna favorire gli acidi grassi insaturi e gli omega-3, che si trovano nell’olio di oliva, di noce, di colza, di cocco, in quello di fegato di merluzzo, nell’avocado… È preferibile mangiare glucidi a basso indice glicemico. I nutrienti di base (vitamine A, B9, C, D, E, magnesio, zinco, selenio eccetera) sono essenziali. Per quanti desiderano “risollevare” il proprio tasso di testosterone, l’alcool e il caffè sono piuttosto sconsigliati.


La regolarità dell’attività fisica è pure un pilastro molto importante.


Piccolo riassunto della fertilità maschile

  • L’uomo è sempre fertile a partire dalla sua pubertà.

  • Un uomo produce mille spermatozoi al secondo.

  • In una eiaculazione, da 200 a 500 milioni di spermatozoi partono all’avventura.

  • Gli spermatozoi possono sopravvivere 5 o più giorni, nel corpo della donna (nella fase fertile del ciclo femminile).

  • Attività fisica, alimentazione sana ed equilibrio psichico sono i tre pilastri per favorire la produzione e il mantenimento del testosterone.

Nozioni di anatomia femminile

Il corpo femminile: un “luogo” di accoglienza

Le caratteristiche morfologiche della donna rivelano che il suo corpo è fatto per la maternità e la fecondità. Nella donna, contrariamente all’uomo, gli organi genitali sono situati all’interno del corpo. Tutto il sistema riproduttivo è protetto, come un bene prezioso che non deve essere sciupato; è uno spazio “sacro”.


Il sesso femminile è interiore e contiene due parti distinte: un luogo di accoglienza dell’uomo (la vagina) e un luogo di accoglienza dell’eventuale frutto dell’unione (l’utero). La sua particolarità è dunque l’accoglienza: il corpo femminile è come spontaneamente rivolto verso un’altra persona, è in attesa al contempo dell’uomo e del bambino. Morfologicamente e fisiologicamente, il corpo della donna è predisposto per accogliere una vita e proteggerla per nove mesi.

Il bacino femminile

Chiamato anche pelvi, questa struttura ossea ospita e protegge gli organi della parte bassa dell’addome: la vescica, l’utero e il retto. Un insieme di ossa poste sulla parte anteriore, su quelle laterali e su quella posteriore del bacino (osso iliaco, osso sacro e coccige), protegge questa zona sacra. Tali ossa sono unite da articolazioni che conferiscono loro una (limitata) mobilità.


La struttura ossea del bacino femminile ha un vasto spazio interiore, che permette i cambiamenti durante il ciclo mestruale, l’attività sessuale e le trasformazioni dell’utero.


Il bacino è il centro di gravità del corpo. I nostri movimenti e la nostra respirazione sono percettibili a partire da tale centro.

In pratica

Stando seduta, posso sentire le due estremità ossee più basse del mio bacino.


Ponendo le mani alla vita, ne sento le estremità più alte.

Il perineo è la regione del corpo che si trova nella parte più bassa del tronco, e forma così il fondo del bacino. Esso è composto da un tessuto di fibre muscolari che chiude il piccolo bacino (o pelvis minor). In superficie si trova la pelle, mentre in profondità stanno delle viscere, dei corpi erettili, dei muscoli, dei legamenti, dei nervi, dei vasi e tre orifizi: l’uretra, la vagina e l’ano. Il perineo gioca un ruolo nella minzione (il fatto di urinare), nella defecazione, nella continenza, nella sessualità, nella riproduzione e nel sostegno degli organi. Esso possiede una grande elasticità, che permette i “passaggi” verso l’interno o verso l’esterno, e al contempo una grande forza per assicurare un sostegno sicuro. Al contrario del diaframma (muscolo della respirazione), il perineo si rilassa nell’inspirazione e si contrae nell’espirazione.


Il perineo è il posto per/con cui ci si sente seduti. Quando percepiamo dall’interno il nostro bacino, possiamo sentire il nostro asse, la nostra stabilità.

in pratica

Esistono diversi esercizi per prendere coscienza del proprio perineo e consolidarlo. Tra questi spiccano gli esercizi di Kegel, di cui offriamo qui in sintesi una versione semplificata.


Posso cominciare questo esercizio distesa supina, poi quando sarò abituata saprò faro da in piedi e perfino mentre guido l’automobile.

  1. Contraggo i muscoli del perineo verso l’alto, vale a dire i muscoli che circondano l’ano, la vagina e il canale urinario (non stringere le natiche).
  2. Mantengo la contrazione per alcuni secondi.
  3. Rilascio i miei muscoli.
  4. Ripeto questo esercizio diverse volte al giorno.

La vulva

La vulva è la parte esterna dell’apparato genitale femminile. L’ingresso della vagina è protetto sui due lati da delle labbra (le labbra interne possono essere più grandi di quelle esterne). Una membrana chiude parzialmente l’apertura della vagina: è l’imene. Esso varia da donna a donna: in alcune è più solido, in altre più fragile. La sua elasticità e la sua estensibilità fanno sì che esso possa modificarsi senza strappi o sanguinamenti. Durante l’infanzia, l’imene apporta una protezione supplementare. Nel corso della pubertà, esso diventa più duttile e più largo: esso può distendersi quando si utilizzano dei temponi intimi, e si modificherà in occasione della prima unione sessuale. Non è detto che in quell’occasione l’imene sanguini.

Il clitoride, organo erettile che possiede, come il pene, dei corpi spugnosi e cavernosi, si riempie di sangue e si gonfia sotto l’effetto di una eccitazione. Esso partecipa al piacere femminile. Possiede due radici di 10 centimetri che vanno in profondità, e queste sono composte di corpi cavernosi e spugnosi (come il pene). Il suo corpo è un bocciolo sensibilissimo, vera punta d’iceberg di una zona dotata, nella sua totalità, di circa 8.000 terminazioni nervose. La sua zona si estende sulla parete anteriore della vagina. Le contrazioni del perineo, volontarie o involontarie, sollecitano indirettamente il clitoride, oltre alla stimolazione data dal contatto della penetrazione e dalla prossimità dei corpi.
In pratica

Ogni vulva è unica. Se voglio appropriarmi della mia vulva, posso servirmi di uno specchio. Osservo il suo colore, la forma delle differenti labbra, il glande del clitoride sotto il suo prepuzio, l’orifizio vaginale sovrastato dal canale urinario.


Per conservare la mia vulva in buona salute, la cosa più semplice è pulirla con acqua e sapone (i detergenti intimi in vendita nei supermercati sono superflui).

La vagina

Lunga da 7 a 10 centimetri, la vagina è un condotto muscolare morbido ed elastico che collega l’utero al mondo esterno. È il luogo dell’incontro dei due sessi durante un’unione sessuale, e del passaggio del bambino alla sua nascita. Essa permette anche il passaggio dei flussi mestruali. Non è, in punta di parole, una cavità, benché la maggior parte degli schemi anatomici la rappresentino così: è un condotto che prende la forma di ciò che lo attraversa. Le sue fibre elastiche le permettono di adattarsi alla forma del pene, che essa riceve, e di distendersi per lasciar passare il feto durante il parto. La parete vaginale è disseminata di ghiandole che servono alla lubrificazione.

Il pH (livello di acidità) della vagina varia: la sua acidità è funzionale alla protezione delle pareti vaginali da batteri, virus e funghi, ma costituisce anche un pericolo – un ambiente inospitale – per gli spermatozoi che, a rischio della vita, devono andare a mettersi al riparo negli anfratti del collo (detti cripte cervicali). Il pH vaginale si modifica e diventa neutro al momento dell’ovulazione, per permettere agli spermatozoi di attraversare la vagina e poi il collo uterino.

L’utero

L’utero è il “santuario della vita”: esso permette la crescita di un nuovo essere vivente. Questo muscolo cavo e fortissimo assomiglia a una pera rovesciata che va dai 5 ai 7 centimetri. Esso comprende due parti: il corpo e il collo dell’utero.


All’interno della cavità uterina, lo strato superficiale della mucosa si ricostruisce a ogni ciclo per poter accogliere un uovo fecondato. È questo strato superiore della mucosa che viene evacuato con le mestruazioni. La mucosa uterina che accoglie il futuro embrione viene chiamata “endometrio”, e comprende numerosi vasi sanguigni che si moltiplicano sotto l’influsso degli estrogeni3.


Dopo l’ovulazione, il progesterone4 si fissa sui recettori dell’endometrio e avvia lo sviluppo di vasi sanguigni che apportino ossigeno e nutrimenti. Una carenza di progesterone nuoce all’annidamento e alla prosecuzione di una gravidanza: la sua insufficienza può provocare aborti spontanei. La durata della fase progestativa va dai 12 ai 16 giorni.


Il miometrio, muscolo potente dell’utero, serve all’espulsione dei flussi mestruali e permette al feto di uscire in occasione del parto.


L’utero è un emuntore5 secondario. Le mestruazioni permettono alla donna di rigenerare la sua mucosa e di eliminare la precedente a ogni ciclo. Con l’occasione, la donna elimina anche molte tossine.

Il collo dell’utero è la parte più stretta dell’utero, che collega il corpo dell’utero e la vagina. Esso lascia passare, in una direzione, i flussi mestruali e il bambino, e nell’altra gli spermatozoi. Leggermente aperto in occasione delle mestruazioni, si apre sempre più (da 5 a 7,5 mm), si ammorbidisce e risale prima dell’ovulazione. Per tutta la lunghezza di questo tunnel vengono ripartiti gli accessi a un centinaio di ghiandole annidate nelle cripte, che secernono il muco cervicale, “l’elisir di vita”6 degli spermatozoi. Nelle cripte, gli spermatozoi possono annidarsi e restare in vita fino a cinque giorni (o anche di più) nel periodo fertile. Se l’ovulazione ha luogo in questo intervallo, la pausa darà ad alcuni fra loro la possibilità di sopravvivere e la forza di arrivare fino all’ovulo. La mucosa cervicale, il cui pH diventa alcalino attorno al periodo dell’ovulazione, permette (nel periodo fertile) la sopravvivenza degli spermatozoi. Dopo l’ovulazione, il collo s’indurisce e si richiude grazie all’azione del progesterone.

Consigli dell’autrice

Palpare la vagina non è un atto qualunque: tocca la sfera intima della donna. Non è cosa da realizzare sistematicamente durante gli esami medici in gravidanza. Dovrebbe effettuarsi unicamente per dei segnali-spia (perdite anomale, minacce d’aborto…). Ogni donna deve sentirsi libera di rifiutare le palpazioni.


L’auto-osservazione del collo uterino (da parte della donna stessa) necessita un apprendistato che richiede tempo, perché occorre sviluppare sensibilità al proprio tatto. Sentire almeno una volta il proprio collo uterino può essere utile per visualizzarlo mentalmente in occasione di un futuro parto, ad esempio. Alcune donne utilizzano l’osservazione del collo dell’utero per monitorare il proprio ciclo7.


In pratica

Mi metto in una posizione confortevole: accovacciata, con le ginocchia piegate, o eretta con un piede su una sedia.


Dopo essermi lavata le mani, introduco l’indice nella vagina.

Mi prendo il tempo necessario per familiarizzare con questa parte del mio corpo.


Esploro la mia vagina: le sue pareti, la sua consistenza, i suoi rilievi.

Spingendomi oltre, tocco la punta tondeggiante di un condotto che ha una consistenza differente da quella della vagina: è il mio collo uterino.


Percorro il suo diametro, la sua altezza, la sua consistenza: è duro come la punta del naso o morbido come le labbra (il che sarebbe segno della prossimità dell’ovulazione)?


Al centro di questa rotondità, c’è un’apertura.

Le tube uterine (o tube di Falloppio)

La parte alta dell’utero si apre su due condotti: le tube uterine. Esse misurano da 10 a 12 centimetri e hanno un diametro che varia, a seconda dei punti, da 0,2 a 10 mm. Esse stabiliscono la continuità fra l’utero e le ovaie, e ospiteranno l’incontro fra l’ovulo e lo spermatozoo. Quando un ovulo è maturo e lascia una delle ovaie collocate all’esterno dell’utero, le terminazioni della tuba coinvolta si posizionano nel punto esatto in cui potranno afferrarlo.


In caso di unione sessuale, l’incontro e la fusione tra l’ovulo e un solo spermatozoo ha luogo nel terzo esterno di una delle tube. L’embrione viene quindi condotto dalla tuba verso l’utero. Il tunnel della tuba, benché stretto (fino a 0,1 mm di diametro), è tappezzato da finissime ciglia che ondeggiano e formano un tapis roulant sul quale l’embrione viene guidato verso la cavità uterina, dove andrà ad annidarsi. Ciò si chiama appunto “annidamento”.

Le ovaie

Grandi ciascuna come una mandorla o una noce, le due ovaie sono fluttuanti nel basso ventre, circondate dal peritoneo8. Sono ancorate all’utero e alle tube da legamenti utero-ovarici. Un altro legamento le tiene vicine all’infundibolo di ogni tuba. I nervi che arrivano alle ovaie contengono fibre del sistema nervoso autonomo9: le emozioni possono dunque inibire o stimolare le ovaie.


Le ovaie partecipano a tutte le tappe della trasmissione della vita: dal desiderio di restare incinte alla procreazione in quanto concepimento, e poi ancora avanti al mantenimento della gravidanza almeno durante il suo primo trimestre.

Le ovaie contengono stoccati gli ovociti (ovuli non maturi) necessari alla trasmissione della vita. Essi sono presenti nella donna fin dalla sua vita fetale. Una bambina nasce col suo bagaglio di ovociti (da 1 a 2 milioni alla nascita), ma durante l’infanzia essi non sono attivi, e il loro numero decresce.


All’inizio della pubertà, una ragazza possiede un bagaglio di circa 400.000 ovociti. A quarant’anni una donna non ne ha più che 10.000 circa. Nel corso di ogni ciclo, diversi follicoli selezionati maturano. Questo processo di maturazione comincia qualche ciclo prima. Solo un follicolo dominante arriva all’ovulazione e l’ovulo può allora essere fecondato da uno spermatozoo.

L’ovulo è una cellula rara: all’ovulazione, esso è visibile ad occhio nudo, poiché misura da 0,1 a 0,2 mm di diametro.


Le ovaie non sono capaci di trasmettere la vita che pochi giorni ogni ciclo. Una donna ovula circa 420 volte nel corso dei suoi anni fertili. L’ovulo è una delle cellule del corpo che vivono di meno: dopo l’ovulazione, esso non sussiste molto più di una mezza giornata, vale a dire dalle 12 alle 18 ore. È in questo corto lasso di tempo che uno spermatozoo può fondersi con l’ovulo. Nella fecondazione, l’ovocita e lo spermatozoo formano la prima cellula dell’embrione.


Alla menopausa, lo stock dei follicoli scema progressivamente e le ovaie si mettono a riposo.

Da sapere
Quando una donna è sotto trattamento ormonale (pillola contraccettiva, spirale ormonale, cerotto…) le ovaie sono inattive: si restringono e non liberano più ovociti. Ciononostante, il bagaglio di ovociti diminuisce ugualmente con lo scorrere del tempo!

A partire dalla pubertà, le ovaie sono luogo di produzione dei due ormoni femminili: gli estrogeni (ormoni della fertilità) e il progesterone (ormone della gestazione). Questi ormoni contribuiscono sia al benessere della donna sia allo sviluppo dei suoi caratteri sessuali secondari (seni sviluppati, bacino più largo, minore peluria facciale e corporea…), come andremo a scoprire immediatamente.

Gli ormoni

Un ormone è un messaggero chimico prodotto da una ghiandola e poi veicolato da fluidi corporei (principalmente il sangue) fino a un organo, del quale esso modifica il funzionamento, stimolandolo o inibendolo. Gli ormoni influenzano il nostro umore, gli stati d’animo. Essi sono elaborati da ghiandole sensibili a cambiamenti esterni: viaggi, emozioni, temperature…

Da sapere
Gli ormoni sono prodotti a partire dal colesterolo. Gli omega-6 sono importanti per questa sintesi.
Un sistema endocrino in equilibrio

Il sistema endocrino (l’insieme degli organi e delle cellule che producono gli ormoni) è composto dall’ipotalamo, dall’ipofisi, dalla tiroide, dalle paratiroidi, dalle surrenali, dal pancreas e dalle ovaie.


Ci concentriamo qui sugli ormoni principali che regolano il ciclo femminile, anche se pure tutti gli altri lo influenzano. Gli ormoni tiroidei, l’insulina e gli ormoni secreti dalle surrenali hanno essi pure delle ripercussioni sul ciclo.

L’ormone follicolo-stimolante (FSH)

Lormone follicolo-stimolante (FSH) è uno dei due ormoni secreti dal cervello: alla fine delle mestruazioni riavvia il ciclo. Come indica il suo nome, esso stimola lo sviluppo dei follicoli, piccole cavità riempite di liquido, all’interno delle ovaie, e contenenti ciascuno un ovocita. I follicoli secernono gli estrogeni.


Lo FSH si adatta alle situazioni estreme: in casi di anoressia, denutrizione, traumatismi, esso non dà ordine alle ovaie di produrre gli estrogeni, e in questo modo blocca il ciclo.

Gli estrogeni

Gli estrogeni sono in primo luogo elaborati dai follicoli nelle ovaie; in secondo luogo lo sono dalle ghiandole surrenali e da qualche altro tessuto, soprattutto a partire dalla menopausa. Vengono immagazzinati e trasformati nelle nostre cellule adipose.


Sono gli ormoni che trasformano la ragazza in donna. Gli estrogeni sono i grandi protettori della donna in età di procreare. Per garantire al meglio la trasmissione della vita, essi proteggono le ossa, il cuore, i vasi, la tensione arteriosa, i capelli e la pelle, e gestiscono il peso mediante il bilanciamento del metabolismo di grassi e zuccheri. Essi lubrificano la vagina, aiutano l’assimilazione di calcio nelle ossa, rinforzano i tessuti, migliorano le capacità cognitive e favoriscono l’azione e la relazione con l’altro.

Sul piano dell’apparato genitale, gli estrogeni sviluppano la mucosa uterina (l’endometrio), destinata ad accogliere un eventuale embrione, e permettono al collo uterino di modificarsi, di ammorbidirsi, di aprirsi e di produrre il muco cervicale (il quale accoglie e fortifica eventuali spermatozoi).


Il forte tasso di estrogeni (combinato al picco di LH, di cui torneremo a parlare) innesca la rottura del follicolo, il quale espelle l’ovulo maturo. Quest’ultimo viene allora captato da una delle due tube uterine.


Inoltre, gli estrogeni stimolano l’istinto sessuale e il desiderio di penetrazione.


Quando gli estrogeni precipitano, in menopausa, i rischi di osteoporosi, di perdita di capelli, di aumento di peso, di fragilità della pelle (nonché quelli relativi a patologie cardiovascolari) aumentano. La donna è molto più protetta da questi rischi nel periodo in cui può avere figli.

L’ormone luteinizzante (LH)

L’ormone luteinizzante (LH) è l’altro ormone prodotto dal cervello. Quando esso giunge al proprio picco, concorre alla rottura del follicolo che espelle l’ovulo verso la tuba. È la forte dose di FSH, combinata al picco di LH, che sta all’origine dell’ovulazione. Sotto effetto dell’LH, il follicolo che aveva ospitato l’ovulo si trasforma in corpo luteo; quest’ultimo comincia allora a produrre il progesterone.

Il progesterone

Il progesterone è secreto nella seconda parte del ciclo dal corpo luteo, che risulta dalla trasformazione del follicolo che circondava l’ovulo. Esso prepara il corpo a un’eventuale gravidanza e permette a quest’ultima di mantenersi. Se si avvia una gravidanza, il corpo luteo viene sostituito, nella produzione di progesterone, dalla placenta (la quale fa pure molte altre cose, prima delle quali nutrire il feto).

Sotto l’effetto del progesterone, la mucosa dell’utero si riempie di principi nutritivi, di anticorpi, di vitamine, di minerali, di oligo-elementi, di proteine e di glucidi; le ghiandole mammarie si sviluppano e la temperatura del corpo aumenta (di 0,3 °C all’incirca). Il progesterone modifica il pH della mucosa, ed ottempera anche al compito di sospendere l’ovulazione nella seconda fase del ciclo, che risulta pertanto una fase infertile (la donna è capace di verificarlo attraverso i segni della fertilità).


Quando è troppo abbondante, il progesterone favorisce fra l’altro l’aumento di peso, l’affaticamento, la depressione e l’acne.


In sintesi
  • Gli estrogeni spingono verso l’esterno, all’accoglienza.
  • Il progesterone conduce all’interno, preparando ogni mese una donna a diventare madre.
  • L’equilibrio tra estrogeni e progesterone è fondamentale. Se uno di questi due ormoni scarseggia o sovrabbonda il ciclo mestruale può squilibrarsi.

Il testosterone

L’ormone maschile è prodotto, in dosi moderate, dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali. Esso è necessario per elaborare gli estrogeni e il progesterone. Una donna che non trasforma bene il proprio testosterone può presentare dell’acne o avere una peluria più importante. Il testosterone stimola anche l’adrenalina e la dopamina: esso infonde energia, aumenta la libido e favorisce il sonno. Contribuisce alla rappresentazione nello spazio, alla memoria e all’apprendimento.

L’ossitocina

L’ossitocina è l’ormone dell’amore, dell’attaccamento, della tenerezza, della distensione e del piacere di stare insieme. Nel corpo femminile, esso può essere fonte di condizioni estatiche, durante i rapporti sessuali e anche durante il parto fisiologico10, ove siano rispettati alcuni bisogni11. L’ossitocina viene liberata durante la poppata e permette l’emissione di latte dal seno.


La sua liberazione è attivata dall’orgasmo e dal tatto: massaggi e carezze innescano la sua secrezione.

La prolattina

Secreto a dosi massicce durante la gravidanza e il parto, questo ormone ha per funzione principale la stimolazione della produzione di latte materno.

I feromoni

Queste sostanze chimiche comparabili agli ormoni sono sprigionate dalla pelle e risultano presenti nei fluidi corporei (sudore, sangue mestruale, urine, saliva, secrezioni sessuali). Fanno parte dei segnali di comunicazione non verbale. Governando l’attrazione e la repulsione fra le persone, essi giocano un ruolo importante nella relazione amorosa, nonché nell’allattamento (passano attraverso il capezzolo).

I seni

La parola “seno” viene dal latino sinus, che designa il panneggio della stoffa sul petto: il seno può essere considerato come una parte del corpo che abbiglia e decora la persona femminile.


Sotto il suo involucro tondeggiante e morbido si trovano le ghiandole che producono il latte. I tessuti molli che contengono queste ghiandole sono irrorati da numerosi vasi sanguigni; essi racchiudono tessuti adiposi e canali che raccordano le ghiandole al capezzolo, il quale si presenta circondato da un’areola.


I seni non contengono muscoli di sostegno: sono i legamenti che li mantengono al torace. I vasi linfatici12 sono molteplici, nel seno. Essi si congiungono a dei gangli nella regione dell’ascella. La circolazione della linfa è lenta e sono i movimenti naturali dei seni, la respirazione, gli stiramenti dolci e i massaggi a favorirla. È possibile massaggiarli delicatamente ogni giorno (fra le coperte, sotto la doccia…). I movimenti si fanno al ritmo del respiro e del battito cardiaco col fine di favorire, nel seno, la circolazione del sangue e della linfa – e del latte, in caso. Questa mobilità indotta nutre le cellule e distende i legamenti sospensori, che agiscono come una rete di sostegno, un po’ come un reggiseno naturale. L’esercizio, la danza, i salti e i rimbalzi, senza reggiseno, permettono alla linfa di circolare e così di drenare le tossine dei seni.

Consigli dell’autrice

Un reggiseno con ferretto può, in certi casi, ostacolare la circolazione linfatica tra i seni, le ascelle e le spalle. Questo capo intimo agisce allora come un laccio statico, comportando calore e dolori. Alcuni accorgimenti:

  • verificare che il reggiseno non sia troppo serrato (lascia segni sulla pelle?) ed evitare di indossarne di notte;

  • indossare reggiseni col ferretto il meno possibile, e provare delle alternative: top o canottiere in inverno, magliette o camicie sagomate per la bella stagione…

  • osservare se ci si sente meglio con o senza reggiseno, e che impatto l’indumento abbia sull’ampiezza della respirazione.


I seni sono collegati al ciclo mestruale. Nella prima parte del ciclo, sotto l’influsso degli estrogeni, ritrovano volume; nella seconda parte, sotto l’effetto del progesterone, le ghiandole mammarie si sviluppano. Poi, con il crollo ormonale al momento delle mestruazioni, tornano a una minore densità.


Considerati dei caratteri sessuali secondari, in caso di maternità i seni producono il latte che nutre un bambino.


Connessi al desiderio della donna, essi partecipano alla sua vita sensuale e sessuale: sono intimamente legati all’utero e al clitoride13.


Sono un segno della femminilità, un simbolo della maternità e della seduzione. Il petto femminile coinvolge l’immagine di sé. Alcune donne non sono soddisfatte del loro seno. Come “addomesticare” questa zona del corpo? Toccarla con gesti semplici, privi di connotazioni sessuali o mediche, per permettersi di entrare in contatto con essa e di riappropriarsi della propria femminilità.

In pratica

Con benevolenza, posso massaggiarmi i seni per riappropriarmeli. Collocando una mano sotto al seno opposto, disegno un 8 di traverso passando da un seno all’altro. Lo posso fare con un olio vegetale (come l’olio di rosa, ad esempio). Questo esercizio permette di drenare la linfa e di stimolare la circolazione sanguigna.


Tutti gli esseri viventi funzionano in modo ciclico. La donna attraversa molte tappe, nella sua vita: l’infanzia, la pubertà con l’arrivo dei cicli mestruali, la maternità (per alcune), la menopausa. Ciclo dopo ciclo, ella cresce e progredisce nel proprio cammino di donna. I suoi cicli mestruali e le sue maternità la conducono ad aprirsi all’altro. La menopausa la invita a tornare a sé stessa per donarsi al mondo in altro modo. Nei capitoli seguenti passeremo in rassegna le diverse fasi dell’esistenza per meglio comprendere le loro caratteristiche e la loro fecondità propria.

Tesori femminili
Tesori femminili
Cécile de Williencourt
Un nuovo sguardo sul corpo della donna dalla pubertà alla menopausa.Un itinerario appassionante (e non solo per donne!) per capire come funziona il corpo femminile, con tante informazioni pratiche per svilupparne tutte le potenzialità. Tesori femminili affianca conoscenze scientifiche e consigli pratici per aiutare ogni donna ad appropriarsi del proprio corpo e a vivere in pienezza la propria femminilità, quali che siano le “stagioni” del suo ciclo e della sua vita.Vengono descritti, in modo semplice e illustrato e dalla pubertà alla menopausa, tutti i meccanismi specifici del corpo femminile: il ciclo, la fertilità, la sessualità, la gravidanza, il parto.L’autrice Cécile de Williencourt propone numerosi consigli per vivere naturalmente e de-medicalizzare il rapporto con il proprio corpo.Una lettura indispensabile per le donne (e non solo!) di ogni età: per le ragazze adolescenti alla scoperta del loro corpo e della sessualità, per le donne in età fertile e per quelle che si avvicinano alla menopausa.Un itinerario appassionante per capire come funziona il corpo femminile, con tante informazioni pratiche per svilupparne tutte le potenzialità. Un libro non finisce con l’ultima pagina!Questo titolo si arricchisce di contenuti “extra” digitali. Per consultarli è sufficiente utilizzare il QR code in quarta di copertina. Conosci l’autore Cécile de Williencourt si è specializzata nel ciclo femminile dopo i suoi studi da ostetrica. Ama trasmettere alle ragazze, alle donne e alle coppie i tesori del corpo femminile.