di Elena Balsamo

presentazione

Quando tanti anni fa, navigando su internet, scoprii un’edizione stampata nel 1998 a Madras dalla Kalakshetra Press delle lezioni tenute da Maria Montessori in India, non esitai neanche un minuto e subito l’acquistai. Il titolo dei due volumi era Creative Development in The Child. The Montessori Approach e quale non fu la mia sorpresa nel trovarvi alcune tra le pagine più belle che io avessi mai letto di lei…

Ecco perché, molto tempo dopo, proposi alla mia editrice Anita Molino e a Rosa Giudetti, curatrice della collana Appunti Montessori, di tradurle in italiano. Ed ecco che ora, con mia grande gioia, quest’opera, sconosciuta ai più, è divenuta accessibile anche al pubblico del nostro Paese!


Personalmente ritengo che il periodo trascorso dalla Montessori nel continente indiano fu per lei quello più importante, non solo dal punto di vista pedagogico, per l’elaborazione dell’educazione cosmica, ma anche per quanto riguarda il suo personale percorso evolutivo. È come se in India, culla millenaria delle più grandi tradizioni spirituali, si fosse accesa in Maria una luce che illuminò il resto del suo cammino e non si spense più.


Non per nulla gli Indiani la veneravano come una “Grande Anima”; perché più di qualunque altro popolo avevano compreso il messaggio profondo che lei era venuta a portare, che è essenzialmente un messaggio spirituale, un messaggio d’amore. E lei, d’altro canto, da loro si sentiva finalmente capita, come affermò nel discorso ad Adyar nel 1939: “Per molte decadi il bambino mi ha rivelato qualcosa che è nascosto nelle profondità della sua anima. Ma quale mancanza di comprensione, quanti malintesi ho trovato in tanti Paesi, perché la gente pensava che io parlassi di un metodo pedagogico, mentre io parlavo di una rivelazione che mi è stata data dall’anima. Qui tra voi però sento di essere compresa fino in fondo, perché per entrare nell’anima, nello spirito, occorre avere uno spirito e un’anima desti.”


Ecco perché in questa breve introduzione alle Lezioni dall’India ho scelto di non soffermarmi sulla parte strettamente pedagogica della presente opera (peraltro interessantissima e ricca di consigli per le insegnanti) ma di offrire invece alla vostra attenzione altri punti che mi paiono particolarmente rilevanti e degni di nota.


Primo fra tutti il seguente, che a mio avviso andrebbe scolpito a caratteri d’oro in tutte le aule dove si tengono corsi Montessori: “Il compito principale non è imparare il metodo, ma aprire un nuovo e migliore modo di vivere per il bambino. È quindi necessario che l’insegnante abbia una preparazione interiore”. È un aspetto, questo della formazione dell’adulto, su cui la Dottoressa ha tanto insistito, anche in altri suoi scritti.


Nella bellissima lezione 46 poi, dal titolo “L’amore, un bisogno essenziale”, Maria Montessori scrive parole che sono rimaste profondamente impresse nel mio cuore e che trovo così veritiere nella loro semplicità: “Il primo sostegno della vita umana è la fede” lei dice e la “prima forma di fede, che è il nucleo della vita del bambino, è l’amore.” Abbiamo bisogno – afferma la Montessori – di almeno una persona che abbia fiducia in noi, che si interessi a noi, che ci sostenga e creda in noi, per poter affrontare tutte le difficoltà che la vita pone sul nostro cammino: è questa presenza amorevole che ci permette di affrontare e superare qualsiasi ostacolo ci si presenti dinnanzi. Ma “se questo centro di affetto viene a mancare durante l’infanzia, l’anima umana si distorce” perché “ciò che accade nell’infanzia è impresso nell’anima umana”.

Oggi le ricerche nell’ambito della psicologia perinatale e le scoperte della fisica quantistica confermano queste grandi intuizioni e ci dicono che esiste una coscienza, e quindi una memoria, già a livello embrionale e ancor prima a livello cellulare.


Maria, cent’anni fa, era già andata oltre il piano psicologico, affermando che esiste una “malnutrizione psichica” dovuta ad una “mancanza di nutrizione spirituale”, perché, come il corpo del bambino ha bisogno del latte materno per crescere bene, così la sua anima necessita di un altro tipo di cibo, fatto di attenzione, di ascolto, di calore umano, di amorevole gentilezza e di fiducia. Oggi più che mai credo sia importante acquisire questa profonda consapevolezza: in un’epoca in cui si dedica moltissima attenzione alle diete, all’esercizio fisico e all’aspetto esteriore, occorre non dimenticare che c’è anche altro, perché noi siamo esseri multidimensionali, in 3D! Siamo un’unità fatta di corpo, mente e spirito e ognuna di queste dimensioni ha bisogno del suo particolare nutrimento. Ma questo concetto purtroppo non è ancora entrato a far parte del sentire comune.


Ecco perché Maria afferma nella lezione 45 che “La famiglia dev’essere educata” in quanto “la famiglia dà un contributo speciale alla vita psichica del bambino e quindi è importante che sia preparata e che le venga mostrato il compito da svolgere per aiutare il suo sviluppo psichico”. E qui la Montessori ci ricorda quanto le dinamiche familiari abbiano ripercussioni sull’animo del bambino: “tutto ciò che accade in famiglia deve essere considerato come parte della mente subconscia del bambino”, poiché questo assorbe ogni minima emozione che avverte nei genitori e spesso la traduce in un malessere anche fisico.


È importante quindi che i genitori ne diventino consapevoli, per non accusare il bambino di avere questo o quel difetto, che nasce invece da una perturbazione del clima familiare, legata magari a un trauma avvenuto agli adulti o anche semplicemente alla nascita di un fratellino…

In ogni caso, ci ricorda Maria, “I difetti non sono importanti; ciò che è importante è la forza del bambino, le forze nascoste nel bambino che sono rivelate e che ora hanno la possibilità di svilupparsi”: è sui doni e sui talenti che dobbiamo far leva, è la luce che dobbiamo accendere se vogliamo eliminare il buio!


L’interesse, unito all’amore, è la chiave per accedere all’anima del bambino: “L’interesse è una parte superiore della personalità del bambino, lo domina con forza. Un bambino che ha acquisito questo interesse, inizia a funzionare come se un potere superiore dirigesse le funzioni dipendenti. Non possiamo curare il singolo difetto, dobbiamo sperare e aspettare questa padronanza del bambino su se stesso, in modo che possa dominarsi. La tendenza dell’infanzia è quella di interessarsi fortemente a qualche azione. Se il bambino non è interessato il suo corpo è presente ma il suo spirito è assente”. Ecco perché ogni genitore o insegnante dovrebbe sempre chiedersi quando propone un’attività al proprio figlio o al proprio allievo “È qualcosa che suscita l’interesse del bambino? Se sì, dobbiamo certamente offrirglielo”.


Ma così come il bambino ha bisogno di essere spinto all’azione dall’interesse, allo stesso modo ha bisogno di sentire che l’adulto ha interesse nei suoi confronti: “La gioia, l’interesse e l’attenzione che l’insegnante dona sono un grande aiuto per l’anima del bambino”. E l’interesse nasce dall’amore, ma non quello a cui siamo soliti pensare (“la parola amore genera molte idee sbagliate” scrive la Montessori), bensì uno molto più grande ed elevato, un amore “in cui non ci deve essere logica” perché la logica uccide, “ci fa giudicare gli altri in base ai nostri standard”, mentre l’amore vivifica. Ed ecco allora cosa scrive Maria: “Forse solo coloro che hanno mantenuto vivo l’amore di Dio nella loro anima possono sentire i desideri e le emozioni degli altri nei minimi dettagli. Quando abbiamo un grande affetto per qualcuno sentiamo di poter soddisfare i desideri della persona amata prima che vengano espressi, poiché abbiamo la sensibilità sensoriale che altri non hanno ancora formulato. Sentiamo ogni piccola vibrazione di quell’altra vita, anche prima che il nostro amore esca e senta quella vibrazione consapevolmente. L’amore ci dà una conoscenza profonda delle persone che amiamo e una stretta relazione spirituale con loro. Solo l’amore di Dio può darci questa sensibilità. Per mantenere in vita una persona dobbiamo capirla attraverso questo grande amore.”


Parole forti, che forse possono infastidire alcuni, perché vanno a toccare una dimensione così sottile che ancora spaventa e che molti cercano di ignorare, quale quella spirituale.

Ma le parole di Maria sono inequivocabili, non lasciano adito a dubbi: anche nell’ambito pedagogico ci deve essere una “cooperazione tra l’anima del bambino e l’anima del maestro”, ovverosia un incontro tra i due su un piano spirituale. Perché solo “quando l’uomo lavora con le energie spirituali evolve e si trasforma”.


Questo la Montessori l’aveva compreso bene, soprattutto durante gli anni trascorsi in India. È lì infatti che ha dato vita alla grande visione dell’educazione cosmica, per me il frutto più affascinante del suo lavoro, che dà significato a tutto il resto.


È lì che lei ha compreso il vero senso della vita. “L’uomo lavora così duramente solo perché deve nutrirsi e provvedere alla sua famiglia? Il suo unico compito è il mantenimento della sua famiglia e della sua razza?”, lei si chiede e risponde: “Nemmeno i crostacei lavorano solo per questo!” “Ogni creatura ha una ragione per la sua esistenza, un compito da svolgere nella vita” anche se “è difficile capire quale sia questo compito”. Ma “quando iniziamo a comprendere il funzionamento di questo universo allora tutto assume un significato. Cominciamo a vedere il come e il perché delle cose.” E aggiunge: “Ogni essere va dove è chiamato, dove una forza misteriosa lo attira, per svolgere un compito speciale”, sebbene a volte in modo del tutto inconsapevole.


Ed “è quando ogni essere vivente è al culmine del suo piacere, al culmine della sua soddisfazione, quando tutte le sue ambizioni nella vita sono state raggiunte, che svolge il suo compito cosmico.”

Maria Montessori, con la sua opera e il suo lavoro, ne è stato un chiaro ed eloquente esempio per tutti noi.


Elena Balsamo

Pediatra, scrittrice e formatrice

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.