Quando il bambino forma spontaneamente le sue idee a partire dall’ambiente, quando si concentra su qualche fatto offertogli dall’ambiente, lo fa con vera passione. Quello che vediamo nel bambino, quando obbedisce con gioia, quando mostra il consenso dello spirito a un’altra persona che riconosce come superiore a sé da cui trae stimolo e piacere, quando obbedisce alla volontà dell’insegnante, è anche una forma di amore. In questo periodo sensibile assorbe immagini e si attacca alle cose. È grazie alla sua capacità di assorbimento e di attaccamento che riesce a conquistare il linguaggio e a consolidare il carattere.
Oltre a queste cose grandi e fondamentali sembra attaccarsi anche ad alcune cose più superficiali, ma che sembrano far parte di un insieme estetico, ad esempio ai bei colori. È contento di essere ben vestito, gli piace essere ben pettinato e curato. Pulisce tutti gli oggetti dell’ambiente e li mette in ordine. Sembra apprezzare le buone maniere, che fanno parte delle relazioni superficiali con le altre persone dell’ambiente. Mostra anche delicatezza nel cercare di raggiungere la perfezione in tutto questo.
Nelle nostre scuole, nell’ambiente dei bambini c’è una disciplina spontanea che è quasi la soluzione al problema dell’obbedienza. È una soluzione misteriosa. Cerchiamo di offrire al bambino la libertà; quando offriamo la vera libertà, otteniamo la disciplina! L’ordine e la disciplina sono le cose più visibili in questo ambiente. Quando il bambino viene lasciato libero, invece di rompere tutto, di litigare o di saltare, è calmo e serio nel lavoro. Quante persone mi hanno detto di volta in volta: “Questa è la vita ideale! Questo è il regno dei cieli! Questo è il modo in cui gli uomini dovrebbero vivere.” Quanto piacere hanno ricavato dalla visione di una tale società, fatta di persone migliori e di esseri umani superiori. Questa immagine di una piccola società ha risvegliato nei loro cuori qualcosa che si era addormentato: una sorta di resurrezione dei ricordi dell’infanzia, perché i momenti migliori della nostra vita sono quelli dell’infanzia.
Così, il bambino in questa fase pensa: “Credo in un Dio per il quale sono particolarmente importante. Egli mi guarda in ogni momento, nessuna delle mie azioni gli sfugge. Credo in altre entità spirituali che mi sono sempre vicine per proteggermi. Provo un attaccamento verso tutti coloro che conosco. Quando prego, lo faccio per tutti quelli che conosco, per i miei amici e anche per i miei animali. Lascio le persone in casa a sé stesse, ma cerco di aiutarle quando ne hanno bisogno. Cerco di essere gentile con tutte le persone che conosco. Cerco di essere il più cortese possibile. Mi piacciono tutte le cose belle: la mia casa, le opere d’arte. Sono una persona seria. Se inizio una cosa, la porto a termine e la ripeto ogni giorno con serenità. Mi piace anche essere bello. Mi fa piacere se gli occhi delle persone che mi vedono trovano consolazione in questa vista. Ho imparato a fare molte cose di natura gentile. So cantare e ballare. Anche se non è nulla di serio, mi basta essere gioioso nella vita, provare la gioia di vivere una vita semplice e piena di affetti. Mi piace far parte della piccola cerchia di persone che a scuola sono felici di stare insieme. Trovo amicizia e consolazione nella loro compagnia. Mi piace essere il centro della mia casa. Mi piace quando le persone si confidano con me e ripongono in me la loro speranza e la loro fiducia.”
Questo potremmo definirlo un ottimismo perfetto, una vita di sentimenti elevati. Forse non potremmo immaginare nulla di più perfetto di questo. Anzi, potremmo desiderare per la società una simile forma di vita! Dobbiamo renderci conto che questa è la forma completa della prima fase della vita, la prima forma dell’infanzia. Certamente è bella perché abbiamo nel profondo dell’anima questi primi ricordi di questo periodo. Sentiamo il richiamo di questa prima infanzia, che ci ha formato e che abbiamo dimenticato.