capitolo 47

Offrire una lezione

Nelle nostre scuole una lezione è un processo molto lungo. Un inizio e una fine: queste sono le uniche cose che ha in comune con le lezioni delle scuole tradizionali. La lezione adatta al periodo sensoriale, per un bambino di età compresa tra i due anni e mezzo e i cinque anni, deve fare appello alla sua intelligenza in quel particolare momento. La stessa lezione non è adatta a un bambino più grande. Non interesserà o emozionerà un bambino più grande, perché la sua intelligenza avrà preso un’altra forma.


La prima fase della lezione è l’iniziazione o la presentazione. Questo avviene senza parole. Per costruire la Scala Larga, per vedere le differenze tra un prisma stretto e uno largo non c’è bisogno di parole, perché si vedono con gli occhi. L’esercizio è quello della percezione visiva. Iniziare significa mostrare al bambino come si svolge l’esercizio. Dopo che il bambino è stato iniziato a qualcosa di nuovo, lo lasciamo lì all’inizio della lezione.


A questo punto non è più l’insegnante a impartire la lezione, ma il materiale. L’esperienza che il bambino ne ricava è la seconda parte della lezione. Il bambino, usando il materiale, costruisce la sua intelligenza. In questo periodo di maturazione dell’intelligenza il bambino è attivo e si sviluppa in una certa direzione. È certamente bello vedere che impara con il materiale, tuttavia ciò che gli accade, ciò che accade dentro di lui, non è dato saperlo. Questo è il segreto del bambino, l’opera di Dio che opera nella sua anima.


Tutti mangiamo, anche se il cibo che mangiamo può essere diverso. Il cuoco prepara il cibo e lo mette davanti alla persona che ha fame, ma ciò che accade all’interno del corpo della persona che mangia il cibo non è dato sapere al cuoco. Questo è il segreto della persona, all’interno della quale le piccole cellule prendono attivamente i nutrienti dal cibo. Questo non ci deve interessare. Pertanto, non si deve interferire con ciò che accade al bambino mentre mangia il cibo mentale preparato dall’insegnante, né con ciò che accade all’interno del bambino quando il materiale viene presentato. Questo periodo di assimilazione e di esperienza è il periodo più lungo della lezione. In questo processo il bambino incarna la conoscenza nella sua mente subconscia e permette che essa permei la sua anima, il suo spirito e il suo corpo, senza però esserne chiaramente consapevole. È come il battito del cuore. Non ci facciamo caso, ma ne siamo inconsciamente consapevoli.


Nella terza parte della lezione questa vaga conoscenza inconscia deve essere resa consapevole. Quando l’insegnante, prendendo due prismi della Scala Larga dice che uno è spesso e l’altro è sottile, la conoscenza di queste differenze che il bambino ha già percepito sensorialmente emergerà come un granello di sale mescolato in una soluzione salina satura. La conoscenza che era stata sciolta nella soluzione del subconscio si accumula e diventa visibile formando un grande cristallo. Questa lezione può durare tre o quattro mesi oppure solo una o due settimane, a seconda dello sviluppo di ogni singolo bambino.


Il bisogno di essere al centro della nostra attenzione, del nostro amore, è nell’anima del bambino. Quando portiamo qualcosa di nuovo nella mente del bambino, dobbiamo dedicargli esclusivamente i pochi minuti necessari per offrirgli queste conoscenze. Non importa cosa succede intorno a noi, non importa chi ci chiama, per l’insegnante in quel momento deve esistere un solo compito, quello di impartire la lezione al bambino. Il bambino sa che in questi pochi minuti noi esistiamo solo per lui e per nessun altro. Sente che lei gli sta dando qualcosa. È come una madre che nutre suo figlio. Dall’insegnante il bambino riceve l’aiuto che la madre non può dare. L’insegnante mostra indifferenza al bambino se durante la lezione viene chiamata da un altro. Sarebbe come una madre che, per essere gentile con tutto, lascia il suo bambino affamato e va a nutrire la mosca che passa. Prima di impartire una lezione al bambino dobbiamo guardarci intorno per verificare che tutto sia a posto, ma mentre impartiamo la lezione non dobbiamo lasciare che nulla ci disturbi.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.