capitolo 30

Il mondo dei colori

I

l colore è una qualità del tutto soggettiva. Il colore non esiste esteriormente. Non appartiene all’ambiente. È un fenomeno, un gioco di raggi luminosi. Quando c’è luce possiamo vedere i colori, quando non c’è luce non li vediamo. Un oggetto solido può essere maneggiato sia che ci sia luce sia che non ci sia. Il buio non cambia la sua forma. Lo stesso vale per la musica. Possiamo sentirla sia al buio che alla luce. Ha sempre gli stessi suoni. Lo stesso si può dire del gusto e del tatto, che rimangono ciò che sono a qualsiasi ora del giorno o della notte. Non è così per i colori. Per avere i colori dobbiamo avere la luce. Se abbiamo la luce artificiale possiamo vedere i colori di notte, ma i saranno diversi da quelli con la luce naturale. Quindi il colore è qualcosa che fluttua, che non è fisso. Non c’è un assoluto nel colore. È quindi la sensazione più sensoriale.


È interessante pensare al fatto che il colore è così strettamente legato alla luce. Se non ci fosse la luce artificiale potremmo dire che i colori esistono solo in relazione al sole. Tuttavia si è scoperto che la luce è come una pelle che ricopre la superficie terrestre. Se andiamo oltre l’atmosfera la luce scompare e c’è solo il buio. Questo è molto sorprendente, perché ci verrebbe da immaginare che quando ci allontaniamo dalla terra e ci avviciniamo al sole, la luce diventi più brillante. Così la luce viene data in dono a coloro che si trovano sulla superficie della terra. Anche nelle profondità dell’oceano non c’è luce, infatti è noto che i pesci e gli animali che ci vivono accendono le loro lampade proprio come facciamo noi qui di notte.


Il colore è transitorio, eppure è necessario non solo per distinguere, ma anche per apprezzare le cose. Dal punto di vista scientifico, lo studio del colore è molto difficile. Richiede la massima raffinatezza e la massima finezza nello studio della fisica. In Austria, a livello universitario, lo studio del colore è diventato un ramo dello studio scientifico.


I colori si mescolano facilmente tra loro. Ci sono così tante sfumature che è difficile distinguere un colore puro, così come è difficile distinguere il tipo puro di etnia ai nostri giorni, quando l’umanità è diventata così mista. Il principio secondo cui il materiale è realizzato aiuta il bambino a orientarsi in questo mondo vago e complicato.


Ci sono alcuni colori fissi, chiari, esatti e precisi, che sono stati dati come modelli: i colori in cui si divide il raggio bianco del sole quando viene analizzato. Lo vediamo molte volte nell’arcobaleno che appare nel cielo. Con gli strumenti scientifici la luce può essere divisa e allora possiamo vedere tutti questi colori. Esistono dei limiti alla vista, all’arco di colori che i nostri occhi sono in grado di percepire. Sappiamo che da un lato l’arcobaleno termina con il viola, ma oltre ci sono altri colori che non possiamo percepire. Anche in natura vediamo un’immensa varietà di colori, ad esempio nei fiori e negli alberi. Quindi questi raggi danno ai nostri occhi l’impressione dei colori solo all’interno di questa gamma speciale. Eppure, entro questi limiti, che ricchezza! Che meravigliosa terra di colori siamo in grado di percepire! I colori suscitano le nostre emozioni. Danno origine al piacere. Allo stesso tempo, i nostri occhi sanno distinguere l’armonia tra questi colori, trovando quelli che non si scontrano ma si combinano. Il colore è quindi un elemento di immensa importanza nel mondo estetico.


L’educazione al colore è davvero essenziale, perciò iniziamo a dare al bambino un piccolo avviamento attraverso una presentazione del colore. Il materiale utilizzato è costituito da tavolette colorate della stessa dimensione dipinte con colori diversi. La vernice e la pittura, tuttavia, non offrono la brillantezza necessaria per imprimere il colore nel bambino. Pertanto, dobbiamo cercare tra i materiali a nostra disposizione quello più adatto, che credo essere il filo di seta. Deve essere avvolto intorno alla tavoletta, che deve avere alle due estremità delle cornici fatte di due pezzi di legno. Servono come manici, in modo da poter tenere la tavoletta senza toccare la parte colorata con le dita senza sporcarla.


È molto difficile preparare questo materiale perché sia nel mondo esterno, industriale, sia nel mondo interno della natura ci sono molti colori. Il materiale che offriamo deve essere accurato, comprendere ciò che si vede nel mondo esterno e permettere al bambino di mettere ordine nella massa di colori, in modo da poter fare distinzioni su una base fondamentale. Questa parte dell’educazione sensoriale è la più importante. Il materiale deve essere preparato in modo delicato e scientifico. Offriamo al bambino questo materiale come orientamento alla vita, perché i colori sono legati agli oggetti e agli esseri viventi.


Per orientarci tra questi colori dobbiamo sapere che se ne possono distinguere tre fondamentali: rosso, blu e giallo. Quindi prepariamo un materiale che abbia questi tre colori. Tuttavia, per quanto riguarda il giallo puro, non possiamo presentare l’arancione che è una miscela di rosso e giallo. La tavoletta rossa non deve essere rosso scuro. Il blu non può essere così scuro, quasi nero. Questi sono colori misti. Non sono quelli che dovrebbero essere dati ai bambini. Il materiale preparato deve presentare la realtà nella forma più vera possibile. Se dessimo dei colori che assomigliano più o meno a questi, sarebbe una rappresentazione errata dei tre colori fondamentali: rosso, blu e giallo. Altrimenti poi forse il bambino visualizzerebbe nella sua mente solo le sfumature che gli presentiamo, piuttosto che i veri colori fondamentali. Al contrario, dobbiamo servire il bambino dandogli certezze in quelle cose che non può raggiungere con sicurezza da solo. Nel mondo ci sono tante sfumature di giallo, tante sfumature di rosso e tante sfumature di blu. Per dire che questo è il blu fondamentale, questo è il rosso fondamentale o il giallo fondamentale dobbiamo fare uno studio scientifico determinando il colore esatto attraverso l’analisi della luce.


Dopo l’utilizzo del materiale raccogliamo le tavolette di colore in una scatola. Non lasciamole alla luce, perché i colori potrebbero essere alterati. Dobbiamo prendere tutte queste precauzioni perché se non ci prendiamo cura del materiale tanto vale non prepararlo affatto. Tanto vale lasciare che il bambino veda i bei vestiti delle signore per strada o i bei colori dei fiori in un giardino.

Nella presentazione del materiale, come di consueto, si cercano identità tra i contrasti. I contrasti sono scelti in tre colori ben distinti: i tre colori fondamentali blu, rosso e giallo. Queste tavolette vengono inizialmente mescolate tra loro, poi si identificano quelle che si assomigliano. Questi colori sono facili da distinguere perché non ci sono difficoltà psicologiche. Possiamo quindi approfittarne per insegnare al bambino la tecnica mentale di prendere le tavolette per la cornice e metterle insieme, una accanto all’altra. In questo modo il bambino può stabilire le identità e confrontarle. Quando una coppia è stata identificata, le due tavolette che si assomigliano vengono messe una accanto all’altra con le cornici corrispondenti che si toccano. Il bambino è portato a ripetere l’esercizio mescolando le tavolette e mettendole insieme, giorno dopo giorno, ancora e ancora, in modo da avere questi tre colori fondamentali davanti agli occhi per molto tempo. Così questi tre colori rimangono fissi nella sua mente, stampati e impressi.


La gente dice: “No, non mettiamole una accanto all’altra, mettiamo le due tavolette identiche una sopra l’altra!” Oppure dicono: “Mettiamo due coppie una accanto all’altra, nella stessa fila, invece che una sotto l’altra!” Ritengono che, utilizzando le tavolette come desidera, il bambino sperimenterà la libertà nell’uso delle tavolette a colori.


È logico mettere due tavolette identiche una accanto all’altra per poterne giudicare l’identità. Se le mettiamo una accanto all’altra con una cornice di ogni tavoletta in mezzo poniamo un ostacolo tra le parti colorate delle tavolette. Invece, nel modo descritto, gli occhi passano dalla superficie di una all’altra senza alcun ostacolo. Se mettiamo le coppie una accanto all’altra in un’unica fila, succede la stessa cosa. Le tre coppie di colori non sono più isolate e l’occhio passa dal giallo al rosso senza alcuna interruzione o separazione. Se invece una coppia è posta sopra l’altra, si verifica una separazione. Quando passiamo dalle identità ai contrasti, dobbiamo accostare il materiale in modo che offra al meglio l’impressione che vogliamo dare. Non stiamo parlando del bambino che sceglie i colori per fare scale, disegni o case. Se l’idea è quella di costruire scale o case, perché tanta cura scientifica nella scelta dei colori? Se vuole costruire case possiamo dargli dei mattoni. In questo modo verremmo meno alla nostra intenzione di dare al bambino qualcosa di esatto, vero e nella sua forma più pura.


Il nostro obiettivo è quello di dare al bambino un aiuto di tipo superiore per facilitarlo a raggiungere la chiarezza mentale sull’argomento. Se ci allontaniamo da questo obiettivo va bene qualsiasi colore, qualsiasi materiale e qualsiasi modo di trattare il materiale. Tutte le cose che offriamo al bambino devono servire alla sua mente come chiavi che lo aiutano ad aprire le porte dell’universo che lo circonda. Così come costruiamo chiavi con piccole zigrinature, piccoli denti e piccoli giri, con tutti i tipi di piccoli dettagli, in modo che solo quella chiave con tutti i suoi dettagli speciali possa aprire quella porta speciale, anche in questo caso tutti i dettagli della preparazione accurata sono necessari per aprire la porta della mente. Se applichiamo la stessa idea di libertà alla creazione di una chiave, non abbiamo bisogno di farla con zigrinature e denti, saremmo assolutamente liberi di farla come vogliamo, solo che quando la metteremo alla porta non potremo aprirla.


Così, con le undici coppie di tavolette colorate potremmo quasi fare una somma di colori: rosso più blu fa il viola, giallo più rosso fa l’arancione, blu più giallo fa il verde. Se mescolassimo bene questi tre colori otterremmo il bianco.


Se prendessimo due fogli di carta trasparente, uno di colore blu puro e l’altro giallo, li sovrapponessimo e li guardassimo attraverso la luce, darebbero l’impressione del colore verde. Se i fogli trasparenti fossero rossi e blu, se tenuti in controluce darebbero l’impressione del viola. Se tenessimo i fogli trasparenti di tutti e tre i colori uno sopra l’altro, in controluce, otterremmo il bianco. Tutti i sette colori dello spettro solare derivano da una combinazione dei tre colori principali. Tuttavia, se c’è una prevalenza di un colore, ad esempio il rosso, si ha l’impressione del colore rosa. Se mescoliamo i tre colori con una prevalenza di giallo otteniamo il marrone. Se li mescoliamo con una prevalenza di blu otteniamo il grigio.


Passiamo alla combinazione di questi colori: per esempio, la combinazione di rosso e giallo che forma l’arancione. I colori devono essere preparati con cura, nelle loro esatte tonalità. Solo allora possiamo mescolare i due colori in proporzione per ottenere la tonalità più pura di arancione. Possiamo disporre i tre colori a forma di stella e poi mettere in mezzo il colore che risulta dalla combinazione di due.


Quindi, per prima cosa offriamo i tre colori fondamentali. Poi proponiamo tre combinazioni di due colori ciascuna. Infine offriamo tre combinazioni di tutti e tre i colori fondamentali mischiati in proporzioni diverse. Insieme al bianco e al nero, che sono tutti i colori insieme e nessun colore, ci sono undici colori. Tutti gli undici colori sono presenti a coppie nella loro forma più chiara e pura. Nell’esercizio si mescolano le tavolette e il bambino ne prende una qualsiasi, poi cerca una tavoletta identica nell’assortimento che ha davanti, e poi mette le coppie una sotto l’altra, finché tutte le coppie sono identificate. Con questi colori mescolati insieme possiamo ottenere tutti i vari colori che esistono nella produzione industriale e anche in natura. Da questi colori chiave possiamo capire le combinazioni e come si formano i colori in natura e nel nostro ambiente. Questi colori costituiscono la base di tutti i colori possibili, possiamo creare combinazioni diverse a seconda della nostra inclinazione individuale. Di fronte a questa infinita varietà è necessario aiutare il bambino estraendo i colori fondamentali e offrendoglieli.


L’ultimo passo consiste nel trovare la relazione del colore rispetto a ciascuna gradazione e tonalità, per ogni colore. Per esempio, abbiamo qui una gradazione del colore rosa, da rosa molto chiaro a rosa molto scuro. Cerchiamo di offrire sette o otto sfumature per ogni colore. Questi colori devono essere gradazioni relative dello stesso colore e non combinazioni di altri colori.


A questo proposito dobbiamo citare il professor Ostwald, docente all’Università di Vienna, in Austria. Egli ha compiuto uno studio speciale sui colori e ha preparato tutte le sfumature più pure dei diversi colori, isolandoli da tutti gli altri. I colori sono stati stampati sotto forma di libretto. I colori di Ostwald sono oggi utilizzati in tutte le industrie e nelle scuole d’arte. Egli ci ha aiutato a vedere le bellezze dei colori graduati e graduabili. Con la semplice sovrapposizione di strisce di carta preparate con i colori di Ostwald, che sono così perfettamente puri, possiamo riprodurre il rosa della guancia, tutti i passaggi naturali di colore che si vedono in un tramonto o in un’alba!


Al bambino vengono date sette o otto gradazioni dei nove colori menzionati scelte nella loro forma più pura, tranne ovviamente il bianco e il nero! L’esercizio consiste nel disporre le gradazioni di un colore mescolate insieme, poi metterle una accanto all’altra secondo l’intensità di ciascuna tavoletta, prima quella più scura in assoluto, poi la successiva più scura e così via.


Questo presenta una certa difficoltà, perché a volte è difficile distinguere tra due tonalità vicine per intensità. A volte ci accorgiamo degli errori che il bambino commette nel disporre le tonalità in gradazione, ma molto spesso non li vediamo affatto. Se noi vediamo l’errore ma il bambino non lo vede possiamo solo cercare di fargli capire che deve iniziare con la più scura e poi mettere la successiva più scura e così via, dalla più scura alla più chiara. Se il bambino non vede la differenza, cosa possiamo fare? Se iniziamo a suggerire come posizionare le tavolette in base alla differenza di intensità e il bambino non capisce e pensa che due tavolette siano uguali, non importa cosa facciamo per correggerlo, non sarà in grado di vedere la differenza. Tuttavia, la vista può essere educata con l’esercizio. Come sappiamo, il bambino ha il desiderio di ripetere un esercizio. Dopo un po’, grazie alla ripetizione, il bambino vede quelle sfumature che prima non vedeva. Se lo correggiamo, lo umiliamo e lo scoraggiamo. Quindi l’unico modo per correggere il bambino è preparare questo materiale e dargli la tecnica dell’esercizio. Se gli diamo la tecnica, svilupperà l’abilità e raggiungerà quello sviluppo che prima non aveva. Questa è l’educazione sensoriale.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.