Dunque non si tratta di avere tutte le risposte e distribuire certezze, ma di sentirsi a proprio agio nell’investigazione di questi ambiti, di camminarci dentro insieme ai bambini, i quali per loro natura di queste dimensioni sono esploratori audaci ed esperti.
Se rispondere non è sempre necessario, è invece fondamentale mettere i bambini nella condizione di poter sempre domandare. Costruire tabù, dare la sensazione che non sia opportuno chiedere, creare zone cieche nelle quali si invita a non mettere piede, è una dinamica limitante tanto per i bambini, quanto per il benessere della relazione con loro. Si tratta di «aprire e non chiudere»25, di contribuire con gioia all’entusiasmo dei bambini, partecipando con senso di responsabilità anche alle paure o ai dolori che dagli interrogativi e dalle problematiche esistenziali possono emergere. Questo avviene se e quando la lettura condivisa diventa un luogo “di ospitalità del pensiero e delle domande”26, anche e soprattutto in quella sfera più incerta del pensiero che, “presentandosi con caratteristiche di fragilità, può rivelarsi invece una zona di reciproca conoscenza e d’incontro”. 27
Le storie sono specchi di carta attraverso i quali sbirciare il noto e l’ignoto, fare esperienza del dubbio, affacciarsi senza paura dentro e oltre i confini della realtà e della finzione, giocare in piena sicurezza tra il certo e l’incerto. È qui che alcuni libri possono aprire domande, più che fornire risposte; possono fomentare indagini personali, più che applicare verità in modo indiscriminato. Le risposte, se ve ne sono, verranno suggerite dalla voce dell’inconscio nel dialogo tra le metafore, i simboli e le fantasie suggerite dalle storie.
Ciò chiede a noi adulti di imparare a stare insieme ai bambini nell’incertezza e nell’ignoto, con la consapevolezza che questo è l’atteggiamento più sano, liberatorio e performante possibile da attuare verso i nostri figli:
Se ti metti un attimo a pensare, capisci che chi teme l’ignoto impone a se stesso il limite più grande per apprezzare la vita. Se fai soltanto ciò che ti è familiare, più o meno dai per scontato che rimarrai allo stesso punto per il resto della tua vita. [...] fatti questa domanda: «Come riconosco se una cosa è viva?»; la risposta è: «Se cresce, allora è viva». Una pianta secca è biologicamente morta proprio perché ha smesso di crescere. Lo stesso vale per gli esseri umani. Se non crescono, inaridiscono fisicamente, emotivamente e spiritualmente. Se i bambini temono l’ignoto, non crescono, perché non si può crescere continuando a essere sempre gli stessi. Crescere vuol dire cambiare, cambiare implica sottoporsi a nuove prove, con una forte carica di entusiasmo, non di paura. Questo deve essere il nostro obiettivo per i figli: aiutarli a cambiare una mentalità timorosa dell’ignoto in una calorosamente pronta a esplorare – con assennata prudenza, ma con incontenibile entusiasmo – tutto ciò che accende in loro un genuino interesse.28
Premesso questo, viaggiare con fiducia e consapevolezza nel mondo dei libri è un atteggiamento sano, che favorisce l’instaurarsi di un ambiente “aperto a tutto”. Leggere insieme ai bambini è un gioco di dedizione che l’adulto può scegliere di intraprendere sfogliando, consultando, informandosi, confrontando, creando dunque un ventaglio di scelte tra le quali allenare il gusto e i punti di vista.
È partendo da queste posizioni che nei prossimi capitoli andremo a inserire alcune proposte di lettura anche molto diverse tra loro, da considerare non come esaustive e conclusive dell’argomento, ma come spunti di partenza per giocare il gioco di leggere e leggersi, nel piacere di fare la reciproca conoscenza di se stessi e del mondo.