Ecco un libro che rende giustizia al parto e alle relazioni che si creano durante questo magnifico processo, nel quale ogni donna e ogni bambino, se opportunamente sostenuti, possono esprimere al massimo la loro potenza.
Cosa succede davvero alla mamma e al bambino nel momento della nascita? Quali sono i loro bisogni fisici e spirituali? Come valorizzare il post parto? Quali sono le figure, sanitarie e non, che possono aiutare l’inizio dell’attaccamento e dell’imprinting in una prospettiva di salute? Nella nostra società questi aspetti diventano protocolli per garantire senz’altro la sicurezza di madre e bambino ma anche per avere linee guida condivise. In alcuni casi però ciò non coincide con il processo evolutivo profondo che è insito in ogni parto sia per la mamma sia per la creatura che sta venendo alla luce. Collegarsi con questo filo spirituale, magico e prezioso, che unisce madre e bambino nel momento del parto, è una dote di poche persone. Qualunque sia il tipo di parto, e la sua evoluzione, è importante non perdere mai il contatto con questo filo perché rappresenta sempre una risorsa, anche nelle situazioni più difficili. L’autrice di questo libro ha certamente compreso cosa significa e spiega dal suo punto di vista come proteggere la nascita e l’immediato post parto. La sua visione di doula ci offre una prospettiva realmente a misura di mamma e bambino e dei loro bisogni più profondi.
Nel nostro paese la figura della doula è ancora molto controversa e purtroppo ci perdiamo una risorsa importante che potrebbe sostenere la mamma, la famiglia e il nascituro; ma è anche chi assiste alla nascita perché la doula, pur non essendo una figura sanitaria, può esprimere una profonda vicinanza con la mamma e il suo bambino. È colei che può fare la differenza durante e dopo il parto. Sarebbe davvero l’ora che riuscissimo tutti a ragionare nell’ottica della cooperazione e abbandonassimo la competizione fra ruoli e sistemi sanitari pubblici e privati, o tra le varie fazioni che dividono e imperano intorno alle famiglie, all’accudimento dei bambini e alla nascita.
Partire dalla fisiologia e dalla accurata conoscenza di ciò che succede dentro e fuori il corpo di una madre, e affidarsi al sapere profondo che alberga in lei, è proprio uno degli aspetti che emergono in questo libro e che dovrebbero essere presi molto più in considerazione nei nostri ospedali e dai nostri operatori sanitari. Il post parto è il periodo dimenticato della maternità e della genitorialità: quante donne soffrono in silenzio e pensano di essere le uniche ad avere difficoltà o a sentirsi in colpa perché non sono così felici come tutti si aspettano e come magari anche loro stesse avrebbero pensato di essere? Si dice che la donna è in stato interessante ma dopo la nascita non interessa più a nessuno e la madre perfetta non esiste. In realtà, è proprio dopo la nascita che si vive nella quotidianità la relazione con le nostre creature ed è lì che la donna dovrebbe trovare sostegno, aiuto e comprensione, a prescindere dal parto e dall’allattamento. Il più delle volte invece fioccano i giudizi e i consigli non richiesti e gli operatori sanitari dicono l’uno il contrario dell’altro; il che rende ancora più difficile essere madri serene e sufficientemente buone. Spesso il senso di colpa si fa strada a velocità vorticosa: farò bene? Farò male? Cosa è meglio per il mio bambino? Le prime settimane sono fondamentali per dare ai nostri figli un imprinting affettivo che diventerà la loro matrice sulla quale baseranno le relazioni future. Non è quindi trascurabile il periodo dopo la nascita, ma anzi va inteso come un continuum fra prima e dopo il parto e soltanto chi conosce questo filo conduttore e valorizza le risorse di mamma e bambino può veramente costruire salute – un bambino alla volta e una mamma alla volta – contribuendo a cambiare la nostra società così rigida e ligia a incasellare tutto e tutti in metodi e protocolli. Non esistono metodi per crescere i bambini. Esistono le relazioni che con loro si creano ed esistono le persone che le rispettano e le facilitano. Se questo non avviene le relazioni ne subiranno le conseguenze.
Le pratiche post parto cambiano da società a società e risentono molto dell’influenza dei pregiudizi culturali e delle immagini stereotipate che si vedono attraverso i social. Ogni famiglia ha bisogni diversi, ogni famiglia va rispettata, ogni famiglia va ascoltata e sostenuta.
Se stai leggendo e sei una neomamma che si sente in difficoltà voglio che tu sappia questo: non c’è niente di sbagliato in te, non è colpa tua. La nostra intera società non sta lavorando per sostenere come si deve le nuove famiglie: questo è il nodo che lega tutte le pagine di questo libro. Queste sono le parole dell’autrice che nel secondo capitolo rappresentano a mio avviso l’essenza più profonda di tutto il suo scritto, ovvero che società e nascita sono collegate molto più strettamente di quanto si pensi: un testo come questo è quindi essenziale per riappropriarsi del diritto delle proprie emozioni e per trovare persone capaci di accoglierle. Solo così noi genitori potremo a nostra volta accogliere quelle dei nostri bambini.
La nostra autrice parla a lungo anche del ruolo dei padri e ne denuncia la mancanza di sostegno malgrado anch’essi possano essere soggetti a depressione post parto, come messo in luce dalle statistiche. Sarah ci propone quattro pilastri del recupero dopo la nascita e questi sono il riposo, la giusta alimentazione, il sostegno sociale e la cura del proprio corpo. In ognuno di questi aspetti c’è la presa in carico della donna che ha appena partorito, di modo che possa avere tutte le energie fisiche e mentali per accudire il suo bambino. Nel caso in cui la mamma sia sola e senta il bisogno di assumere una doula questo può fare ancora di più la differenza poiché la doula fa da madre alla madre, come ci insegnano Klaus e Kennel.
In conclusione del libro Sarah ci invita a redigere un piano di recupero postnatale così da non arrivare a casa senza prospettive e possibilità concrete di aiuto. L’idea fondamentale di questo libro è di aiutare a trasformare la nostra cultura da una che si disinteressa delle neomamme a una che invece le sostiene. Le neomamme che vengono accudite hanno più probabilità di accudire con amore i propri figli, semplicemente perché, sebbene le madri siano incredibilmente resilienti, niente può essere versato da una tazza vuota.
Questo è il libro che mancava per dare valore alle prime settimane dopo il parto, per narrare esattamente quello che succede a ogni mamma e per valorizzare la figura della doula nel suo ruolo di accudimento della madre e della famiglia, scevra di qualsiasi competizione con le figure sanitarie.
Alessandra Bortolotti
Psicologa perinatale