Molto prima di diventare genitore o di essere una doula, la mia amica Anne, dalla Norvegia, venne a stare a casa nostra quando suo figlio aveva pochi mesi. Nonostante la mia mancanza di esperienza con i bambini (non avevo mai cambiato un pannolino!) mi offrii di badare a lui la mattina così che lei potesse dormire un po’ di più. Scoppiò in lacrime e mi disse che ero la prima persona a offrirsi di fare una cosa del genere per lei, e che nemmeno sua madre l’aveva proposto.
La nostra cultura inoltre esalta la neomamma che “si riprende la sua vita” prima possibile, e c’è un’immensa pressione sull’uscire e “sembrare normale” e rientrare nei vestiti pregravidanza. Anche questo può portare a sentimenti di inadeguatezza e vergogna.
Claire era già mamma di una bambina di 13 mesi quando ha scoperto di aspettare due gemelli. La sua gravidanza è stata complicata da un punto di vista medico, il che ha significato che è dovuta andare in ospedale due volte a settimana dalla ventiquattresima in poi per ecografie e controlli. Le sue bambine sono nate con un cesareo di emergenza a 32 settimane e hanno passato cinque settimane in terapia intensiva neonatale. Quando l’ho conosciuta erano appena tornate a casa e veniva dato loro da mangiare con un mix di allattamento e sonde gastriche (ci volevano più di due ore, incluso allattare e tirare il latte, e a Claire rimaneva solo mezz’ora di riposo tra le poppate). Ho sostenuto Claire come doula postnatale e l’ho aiutata la prima volta a mettere le bambine insieme in una fascia elasticizzata. Le ho chiesto se potevo fare una foto da condividere con il suo permesso sui social (così che altre madri sapessero che è possibile portare due bambini insieme in una fascia). Claire mi chiese di rifare la foto, perché, mi disse, “sembro grassa”. Mi rattristò molto. Aveva dato alla luce due persone nuove di zecca e riusciva a dar loro da mangiare in condizioni molto impegnative, e invece di festeggiare l’incredibile traguardo raggiunto era preoccupata del suo aspetto fisico. Non sto giudicando Claire, perché ricordo che anch’io ero preoccupata di essere grassa dopo aver partorito. Ma possiamo immaginare quanto si sentirebbero diverse le donne se tutti quelli attorno ricordassero loro di essere serene con se stesse e con il loro recupero fisico e le inondassero di complimenti su come se la cavano bene?
Il mio primo figlio era un bambino dai bisogni molto intensi. Piangeva sempre se non veniva preso in braccio e cullato. Ricordo di essermi sentita completamente esausta, sola, e piena di sensi di colpa, perché pensavo che mi sarei dovuta sentire realizzata dalla maternità. Mentre camminavo nel parco spingendo la carrozzina che odiava e in cui piangeva sempre, a meno che non fosse costantemente in movimento, mi ricordo di aver visto gruppi di mamme riunite e di aver sentito un profondo desiderio di stare in compagnia di adulti e di amici.
La gente dice “goditi ogni momento”. Ebbene non ti godrai ogni momento perché comunque siamo esseri umani con alti e bassi, MA il puerperio è un periodo sacro per costruire un legame, riprendersi, e avere cura della mamma e del bambino ecc. L’unico effetto che ha questa terribile frase è quello di accumulare aspettative sulle neomamme in un momento molto vulnerabile in cui possono sentirsi in colpa, tristi, ecc., in cui non si godono ogni minuto, il che è assolutamente normale!
Sarah Stanhope
Oltre alla mancanza di un sostegno appropriato, le neomamme vengono anche sommerse di “suggerimenti” benintenzionati, che la maggior parte del tempo servono solo ad aumentare la loro sensazione di inadeguatezza.
Questo libro è un appello ad agire e incoraggiarti a rivendicare la pratica del rimanere a letto e richiedere aiuto per il tuo recupero. Una volta si rimaneva a letto per circa un mese, quindi mirare a questo può essere un ottimo obiettivo. Tuttavia, riconosco che nella nostra cultura può essere molto difficile, quindi mirare ad avere due settimane o anche una settimana può comunque fare la differenza per il tuo benessere e quello della tua famiglia.
Ricorda: proprio perché tu, come madre, sei vitale per la tua famiglia, assicurarsi che qualcuno si prenda cura di te non è egoista. Tutti traggono beneficio dall’avere una madre che sta bene: la madre stessa, il bambino, il compagno e gli altri bambini. Le ostetriche mi raccontano che alle donne veniva suggerito di stare una settimana a letto e una settimana attorno al letto. Ora, so che questo non va bene per molte donne, poiché semplicemente non hanno abbastanza sostegno o andrebbero fuori di testa, ma c’è molto da guadagnare nell’adattare questa saggezza al primo mese dopo il parto e riposarsi regolarmente. Alcune mamme dormono quando il bambino fa il sonnellino di mattina e di nuovo nel pomeriggio!
Ricordati che anche il bambino ne trarrà beneficio, perché potrai passare più tempo a conoscerlo, tenerlo a contatto pelle a pelle, imparare ad allattare al seno (se questo è il metodo che hai scelto) e in generale prenderla con calma.
Mentre in questo libro mi concentro sulla madre, perché è quella che si sta riprendendo dall’incredibile sforzo di aver messo al mondo un’altra persona, anche i padri nella nostra cultura vengono trascurati a causa della mancanza di sostegno. La maggior parte ha solo due settimane di congedo di paternità, che spesso risultano essere ancora meno se il travaglio dura qualche giorno o la madre deve rimanere in ospedale dopo il parto. Poi, specialmente per il primo figlio, la madre, a meno che non abbia qualche familiare vicino, si potrebbe ritrovare sola a casa tutto il giorno con il bambino, senza una rete sociale, perché le sue amiche hanno lavori a tempo pieno. Questo porta a far sì che una persona sola, che di solito è fuori tutto il giorno, senta una pressione immensa di dover offrire tutto il sostegno di cui la neomamma ha bisogno.