capitolo iii

Un buon maternage: ovvero senza radici non si vola

“C’è molto più da fare sui primi mesi di vita dell’essere umano che sui suoi primi dieci anni”.

F. Dolto

Non mi dilungherò troppo su questo argomento perché ne ho trattato esaurientemente nel mio primo libro Sono qui con te. L’arte del maternage, a cui rimando quindi per una trattazione più approfondita.


Dirò solo che le pratiche di maternage mirano essenzialmente a soddisfare i bisogni del neonato che sono, a mio avviso, fondamentalmente quattro:

  1. CONTATTO
  2. CONTENIMENTO
  3. COMUNICAZIONE
  4. CIBO


Attraverso il contatto con il corpo della mamma, il contenimento delle sue braccia che gli fanno da culla, attraverso il suo sguardo e le sue parole e il dolce latte che sgorga dal suo seno e che lo nutre, il neonato riceve quella sicurezza e protezione di cui ha tanto bisogno, perché è ancora troppo piccolo per farcela da solo in questo strano e complesso pianeta.


Come ci spiega Maria Montessori: “Il bambino ha bisogno di contatto con la madre, che ha qualcosa che solo lei può dargli. Potremmo chiamarle vibrazioni che aiutano la sua nuova vita. Tutti i mammiferi tengono il proprio piccolo vicino nei suoi primissimi giorni44 .


La Dottoressa aveva ragione: la mamma rappresenta per il bambino, nei primi due anni di vita, una sorta di scudo energetico, che lo protegge dalle interferenze esterne quando lui è ancora troppo piccolo per farlo da solo. Oggi noi sappiamo che la relazione mamma-bambino è una relazione tra due campi energetici che si incontrano: se c’è sintonia si instaura una sorta di danza e il bambino si apre come un fiore perché si sente protetto, al sicuro, accolto e compreso.


Se questo non avviene perché ci sono state interferenze esterne, per esempio in gravidanza, o al momento del parto, o a causa di vissuti problematici della madre, ecco che l’attaccamento che si sviluppa tra mamma e bambino è insicuro.


La mamma per un neonato è la Vita stessa e ciò che egli legge nel suo sguardo condizionerà il suo modo di stare al mondo. Se nei suoi occhi c’è tristezza o paura o rabbia, o al contrario gioia, fiducia e amore, è con questi occhiali che, una volta cresciuto, quell’individuo si rapporterà con la realtà esterna.


Se il bambino non si sente sostenuto dalla madre (magari perché è stato separato da lei alla nascita per lungo tempo) farà fatica a sentirsi sostenuto dalla Vita, che stenterà a percepire come una presenza benevola e amorevole. È come – per dirla col linguaggio delle costellazioni familiari – se il movimento del bambino verso la mamma fosse stato interrotto e quindi lo fosse anche quello verso la Vita che, una volta adulto, sarà sempre una meta irraggiungibile, lontana o che sfugge di mano.


Una madre avvolta nella sofferenza è minacciosa per un bambino piccolo o molto sensibile e gli fa paura: meglio stare a debita distanza per non farsi troppo contaminare…! E così nasce in lui la falsa credenza che anche la Vita sia fonte di sofferenza e di pericolo.


Ecco perché il periodo del maternage è di fondamentale importanza: permette, se ben vissuto, di compensare anche le eventuali difficoltà avvenute durante la vita prenatale e la nascita. Per esempio, se il parto è stato difficoltoso e non c’è stato un bonding immediato, ma al contrario una separazione del neonato dalla madre alla nascita, un buon allattamento consente di ritrovare e ripristinare la connessione tra mamma e bambino.


Il maternage fornisce al bambino quel guscio così importante per difenderlo dal primo impatto col mondo esterno e permettergli di adattarvisi piano piano, con i suoi tempi, quando avrà sviluppato le risorse necessarie per farlo.


Le pratiche di maternage sono quattro, proprio come i bisogni del neonato e sono diffuse in tutte le culture tradizionali del mondo, travalicando qualsiasi frontiera geografica. Esse sono:

  1. L’allattamento
  2. Il portage
  3. Il massaggio
  4. Il co-sleeping

    Il latte materno dà al neonato tutto ciò di cui ha bisogno: non solo i giusti nutrienti per ogni età ma anche qualcosa di veramente inestimabile e unico, e cioè la gioia e la forza di vivere! Il latte della mamma è veramente per il bambino “amore liquido”45 e lo aiuta ad atterrare più dolcemente su questo pianeta.

    Un buon allattamento poggia anch’esso su quattro gambe, dev’essere cioè:

  5. Immediato
  6. Esclusivo
  7. A domanda
  8. Prolungato

Immediato perché se il neonato si attacca al seno subito dopo il parto stimola le contrazioni uterine e facilita il distacco della placenta, riducendo il rischio di emorragie; inoltre succhia il prezioso colostro che ha una funzione protettiva anche nei confronti dell’iperbilirubinemia.


La prima ora di vita è il periodo sensitivo per il bonding, cioè per il legame di attaccamento con la madre, che se avviene in questo momento risulta più facile ed efficace.


L’allattamento dovrebbe inoltre essere esclusivo, cioè, come diceva il dott. Braibanti, “nient’altro in bocca se non il seno materno”: bandito quindi l’uso di ciucciotti e biberon, in quanto il meccanismo di suzione della tettarella è diverso da quello del seno e può confondere il neonato che rischia poi di non attaccarsi più al seno materno, anche perché già sazio nel caso in cui gli venga somministrata soluzione glucosata o latte artificiale.


L’altra regola importante è che l’allattamento sia a domanda, cioè a richiesta del bambino, che dovrebbe potersi attaccare al seno ogni volta che lo desidera e non ogni tre ore (come richiedono le poppate di latte artificiale, che altro non è se non latte vaccino modificato, molto più difficile da digerire).


L’allattamento a domanda presenta numerosi vantaggi e benefici per il neonato, che è sempre e comunque in grado di regolarsi da solo.


Infine un buon allattamento dovrebbe essere prolungato nel tempo: “fino a quando mamma e bambino lo desiderano” o almeno fino al secondo anno di vita (fermo restando l’introduzione di cibo solido a partire dai sei mesi)46 .


L’allattamento che segue queste regole presenta talmente tanti vantaggi e benefici per la salute e il benessere del neonato (ma anche della sua mamma) che sarebbe impossibile qui elencarli tutti, per cui si rimanda ad altra pubblicazione per chi volesse approfondire l’argomento.


Ricordiamoci solo che esiste una quinta regola d’oro per un buon allattamento e cioè che esso sia un atto d’amore. Il bambino lo sente, il bambino lo sa e ne porterà il ricordo per il resto della sua esistenza.


Il portage con un marsupio o una fascia, sul fianco o sulla schiena, è una pratica di grande utilità in quanto permette per l’appunto un contatto costante del piccolo con la madre: al sicuro sul suo cuore o sul suo dorso, il lattante può sentire il calore della sua pelle, il battito cardiaco, il respiro e i movimenti materni, e in base a questi regolare tutti i suoi ritmi fisiologici: è come se la mamma funzionasse a mo’ di metronomo e diapason per accordare le note e la melodia del suo piccolo.


Fuori dal corpo materno, ma in stretto contatto con questo, si compie quella che è stata definita “esogestazione”: il bambino continua il suo accrescimento e scopre il mondo da una base sicura.


Il massaggio è un’altra pratica ubiquitaria, diffusa in tutti i continenti, che serve non solo a tonificare il corpo del bambino e irrobustirne le membra, ma anche a nutrire la sua anima e a stabilire una profonda connessione con la madre. Le tecniche del massaggio variano da cultura a cultura ma una caratteristica comune della pratica è che viene effettuata sempre sul corpo materno. Come mostrano le immagini del libro/video Shantala di Leboyer, la mamma indiana tiene il piccolo sulle sue gambe per massaggiarlo. Gli studi della psicoanalista francese H. Stork hanno messo in evidenza l’importanza di tutto ciò: il sostegno del corpo materno non è solo un appoggio importante per la crescita fisica del bambino ma anche e soprattutto essenziale per la strutturazione del suo io psichico: è la base sicura da cui si può affrontare e scoprire il mondo.


Infine il co-sleeping, ovverossia la pratica di tenere il neonato vicino a sé nel lettone o in un prolungamento di questo, come la culla next to me: si è visto, dagli studi dell’antropologo americano J. McKenna, essere una misura molto importante per la prevenzione della SIDS, cioè della sindrome della morte in culla (principale causa di decesso nei primi sei mesi di vita)47 .


Per il neonato dormire vicino alla mamma è fondamentale, perché lo fa sentire al sicuro e lo aiuta a trovare i giusti ritmi sonno-veglia, gli garantisce la giusta temperatura e il nutrimento a portata di mano…


Quando mamma e bambino dormono insieme, è come se danzassero un valzer: l’antropologo americano McKenna ha scoperto che esiste una stupefacente sintonia tra i ritmi di sonno del bambino e quelli della sua mamma, che funziona per il piccolo proprio come un metronomo che regola tutte le sue funzioni.


Le pratiche di maternage appena descritte sono appannaggio di tutti i popoli tradizionali del mondo, dall’Africa alle Americhe, dall’Asia all’Oceania, dalla cui saggezza siamo chiamati ad attingere se vogliamo coniugare i vantaggi della tecnologia e delle moderne scoperte scientifiche con quei valori umani che noi occidentali sembriamo avere perlopiù perso per strada48 .

La salute dei bambini
La salute dei bambini
Elena Balsamo
Come aiutarli a crescere felici Le questioni fondamentali riguardanti la salute dei bambini, affrontate in un’ottica olistica per offrire ai genitori le competenze necessarie a svolgere il grande compito che li attende. Elena Balsamo riassume in questo libro i temi più importanti riguardanti la salute dei bambini in un’ottica olistica e offre ai genitori il suo bagaglio di esperienza di tanti anni di pratica pediatrica con i più piccoli. Soprattutto, però, cerca di trasmettere il messaggio che più le sta a cuore: nel periodo perinatale è racchiuso il segreto della salute!Questo suo lavoro, intitolato La salute dei bambini, si pone quindi anche un fine educativo, per rendere i genitori sempre più consapevoli del grande compito che li attende per il quale occorre una rigorosa preparazione. Ecco perché prima di educare i bambini bisognerebbe educare gli adulti che se ne fanno custodi.Una lettura semplice e agevole che può, attraverso la sensibilizzazione dei grandi, aiutare i piccoli a crescere felici.